Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Marina Bindella – Partitura inquieta
Sempre più sofisticata e complessa, la grafica di Marina Bindella torna a Roma in una mostra che affianca disegni e acquerelli alle sorprendenti xilografie cui l’artista di Perugia deve notorietà internazionale.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’esposizione, ospitata dalla Galleria-Stamperia Il Bulino a partire da venerdì 12 novembre, offre lo spunto per una riflessione sullo stato delle arti grafiche in Italia. Penalizzata dalla mancanza di una forte tradizione e dal ricordo delle scandalose speculazioni susseguitesi a partire dagli anni ’60, l’incisione stenta a crearsi nel nostro paese quel largo seguito di appassionati e collezionisti che invece vanta nel Nord ed Est Europa. Per uno strano paradosso sono però italiani molti tra i più interessanti giovani incisori oggi attivi nel mondo. Bindella è sicuramente una di loro.
Padrona di tutte le tecniche di stampa, ha scelto di cimentarsi soprattutto in quella più ostica ed elitaria: la xilografia, un nome che qui da noi tutt’al più rimanda a certi drastici lavori eseguiti dagli espressionisti tedeschi nella prima metà del ’900 e, cioè, ad un mondo in assoluta antitesi rispetto a quello, perfettamente in bilico tra razionalità cristallina e lirismo evocativo, inventato da Bindella. Non deve pertanto sorprendere che le sue xilografie stentino ad essere riconosciute come tali anche dall’occhio più esperto. La spiegazione della loro raffinata anomalia va individuata in quella predisposizione alla ricerca che è una delle peculiarità più tipiche dell’artista, quasi il gusto di oltrepassare gli apparenti limiti delle tecniche e delle materie adottate per piegarle alle proprie esigenze. Così la scelta del procedimento di stampa a rilievo proprio della xilografia diviene la sfida più esaltante: “Trarre – scrive Giovanni Maria Accame – da una tecnica così severa e concreta l’immagine della trasparenza, l’apparire della luce”.
Bindella insegue la luce dai suoi esordi. La crea lavorando sul segno che interferisce con la superficie. I virtuosismi chiaroscurali, le luminosità ora soffuse, ora abbaglianti nascono da segni di vario spessore che variamente si intrecciano a formare trame luministiche di grande complessità ottica.
Ora, “Partitura inquieta”, la rassegna allestita dal Bulino, ci mostra i nuovi lavori: disegni e acquerelli in cui l’artista procede per sovrapposizione di strati trasparenti, e la più recente produzione xilografica, chiaramente influenzata dalla lunga riflessione avviata intorno al concetto di trasparenza. Scompare infatti il netto dualismo tra bianco e nero tipico della stampa a rilievo in favore di un generale schiarimento del segno e di contrasti di luce giocati su elementi molto più ravvicinati. Xilografie, insomma, sempre più lontane dall’idea corrente di xilografia.
Durante la serata di inaugurazione sarà inoltre presentato l’ultimo libro d’artista edito, in soli trentacinque esemplari, dal Bulino: “Per Isole e per Golfi”, in cui poesie di Elio Pecora si alternano ad opere originali di Marina Bindella. Per dialogare con il linguaggio della parola l’artista ha deciso di realizzare una serie di tecniche miste: acquerelli e chine su basi xilografiche e due xilografie, di cui una stampata a rilievo su alluminio. Una assoluta anomalia tecnica, dal momento che il metallo viene normalmente inciso e stampato in cavo. Ma la vocazione, un po’ alchemica, ad “addomesticare” la materia sondandone tutte le possibilità di manipolazione e trasformazione appartiene profondamente al patrimonio creativo di Marina Bindella.
Probabilmente nessuna delle opere esposte ha tempi di realizzazione inferiori al mese. Tuttavia la meticolosa laboriosità dei procedimenti ed il controllo rigoroso dei mezzi non spegne mai il calore delle emozioni che attraverso essi si vogliono comunicare. Scrive Guido Strazza, da anni attento osservatore, insieme a Giulia Napoleone e Carlo Lorenzetti, del lavoro di Marina Bindella, che, guardando le sue carte, “si ha la percezione fisica di energia in atto”. Un’immagine, quella del grande maestro, che ben descrive il carattere fortemente evocativo nell’arte di Marina Bindella di profondi moti interiori o primordiali fenomeni cosmici.
Padrona di tutte le tecniche di stampa, ha scelto di cimentarsi soprattutto in quella più ostica ed elitaria: la xilografia, un nome che qui da noi tutt’al più rimanda a certi drastici lavori eseguiti dagli espressionisti tedeschi nella prima metà del ’900 e, cioè, ad un mondo in assoluta antitesi rispetto a quello, perfettamente in bilico tra razionalità cristallina e lirismo evocativo, inventato da Bindella. Non deve pertanto sorprendere che le sue xilografie stentino ad essere riconosciute come tali anche dall’occhio più esperto. La spiegazione della loro raffinata anomalia va individuata in quella predisposizione alla ricerca che è una delle peculiarità più tipiche dell’artista, quasi il gusto di oltrepassare gli apparenti limiti delle tecniche e delle materie adottate per piegarle alle proprie esigenze. Così la scelta del procedimento di stampa a rilievo proprio della xilografia diviene la sfida più esaltante: “Trarre – scrive Giovanni Maria Accame – da una tecnica così severa e concreta l’immagine della trasparenza, l’apparire della luce”.
Bindella insegue la luce dai suoi esordi. La crea lavorando sul segno che interferisce con la superficie. I virtuosismi chiaroscurali, le luminosità ora soffuse, ora abbaglianti nascono da segni di vario spessore che variamente si intrecciano a formare trame luministiche di grande complessità ottica.
Ora, “Partitura inquieta”, la rassegna allestita dal Bulino, ci mostra i nuovi lavori: disegni e acquerelli in cui l’artista procede per sovrapposizione di strati trasparenti, e la più recente produzione xilografica, chiaramente influenzata dalla lunga riflessione avviata intorno al concetto di trasparenza. Scompare infatti il netto dualismo tra bianco e nero tipico della stampa a rilievo in favore di un generale schiarimento del segno e di contrasti di luce giocati su elementi molto più ravvicinati. Xilografie, insomma, sempre più lontane dall’idea corrente di xilografia.
Durante la serata di inaugurazione sarà inoltre presentato l’ultimo libro d’artista edito, in soli trentacinque esemplari, dal Bulino: “Per Isole e per Golfi”, in cui poesie di Elio Pecora si alternano ad opere originali di Marina Bindella. Per dialogare con il linguaggio della parola l’artista ha deciso di realizzare una serie di tecniche miste: acquerelli e chine su basi xilografiche e due xilografie, di cui una stampata a rilievo su alluminio. Una assoluta anomalia tecnica, dal momento che il metallo viene normalmente inciso e stampato in cavo. Ma la vocazione, un po’ alchemica, ad “addomesticare” la materia sondandone tutte le possibilità di manipolazione e trasformazione appartiene profondamente al patrimonio creativo di Marina Bindella.
Probabilmente nessuna delle opere esposte ha tempi di realizzazione inferiori al mese. Tuttavia la meticolosa laboriosità dei procedimenti ed il controllo rigoroso dei mezzi non spegne mai il calore delle emozioni che attraverso essi si vogliono comunicare. Scrive Guido Strazza, da anni attento osservatore, insieme a Giulia Napoleone e Carlo Lorenzetti, del lavoro di Marina Bindella, che, guardando le sue carte, “si ha la percezione fisica di energia in atto”. Un’immagine, quella del grande maestro, che ben descrive il carattere fortemente evocativo nell’arte di Marina Bindella di profondi moti interiori o primordiali fenomeni cosmici.
12
novembre 2004
Marina Bindella – Partitura inquieta
Dal 12 novembre all'undici dicembre 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA IL BULINO ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Via Urbana, 148, (Roma)
Roma, Via Urbana, 148, (Roma)
Orario di apertura
10.00-13.00 / 16.00 – 20.00
Chiuso la domenica e nei giorni festivi