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Marina Brancaccio – Le bonheur
Mostra personale
Comunicato stampa
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“Le bonheur”, che dal francese si traduce con “fortuna, efficacia, felicità”. E’ questo il titolo della personale di Marina Brancaccio (1978) che sarà inaugurata il 12 febbraio alle 20 nella sede dell’associazione Civico 32, presso il Cortile Cafè, in via Nazario Sauro 24/c, nel centro storico di Bologna. In mostra, fino al 12 marzo, ci sarà una selezione di 14 oli su tela realizzati dalla giovane artista negli ultimi anni. Si tratta di una galleria di personaggi, tutti femminili, specchio di una concezione della vita improntata alla forza creativa. Un invito alla ‘joie de vivre’, veicolato da colori vivaci e decisi, da linee e forme essenziali, che raccolgono la lezione dell’Art Déco degli anni Venti, ma secondo il carattere di una messa in gioco in prima persona. Se, infatti, l’Art Déco, nata prima della grande crisi, si fece cogliere impreparata e si spense sotto i colpi della grande recessione del 1929, oggi, dopo 70 anni, l’occasione che intende offrire la Brancaccio è quella di una rivincita. Un’arte che non teme la crisi economica, che anzi la sfida alla maniera futurista, volendo contribuire a far ritrovare la perduta fiducia nella primaria ricchezza dell’uomo: la sua volontà di potenza, la sua capacità di smarcarsi da bisogni non reali, di creare e di godere, finalmente, della verità delle proprie creazioni.
“Il mio approdo alla pittura risente inesorabilmente di un inguaribile legame per il teatro che dura da quindici anni e che è tuttora esistente, - spiega Marina Brancaccio - ma soprattutto di una visione dell’arte come strumento per infondere e diffondere un messaggio di bellezza, verità e buona sorte. Sono convinta che, in un certo modo, l’arte porti fortuna. Credo, infatti, in una sorta di benedizione pagana che l’arte è in grado di impartire su noi tutti, elargendo a chi si accosta ad essa un vantaggio in termini di armonia, elevazione e piacere”.
“Questi quadri, - sostiene lo scrittore e Storico della Filosofia Cesare Catà - per molti versi, sono scene di teatro. La pittrice allestisce la scena della sua interiorità, cura la regia della propria visione, e infine si pone sul proscenio della tela chiamandosi con un altro nome. Paul Klee, uno dei più lucidi interpreti della ‘metamorfosi’ dell’arte pittorica nella Modernità, ha detto che il compito dell’arte non è riprodurre il visibile, ma renderlo tale. Nelle opere di Marina Brancaccio c’è una lontana e particolare eco di quell’idea di Klee, tuttavia, la ‘trasfigurazione all’essenziale’ non viene qui operata nei confronti della totalità del reale: bensì in uno spicchio del sé, in una interiorità che diventa il tempio-palcoscenico da cui comprendere le polimorfe e meravigliose variazioni di una femminilità indomabile”.
“Il mio approdo alla pittura risente inesorabilmente di un inguaribile legame per il teatro che dura da quindici anni e che è tuttora esistente, - spiega Marina Brancaccio - ma soprattutto di una visione dell’arte come strumento per infondere e diffondere un messaggio di bellezza, verità e buona sorte. Sono convinta che, in un certo modo, l’arte porti fortuna. Credo, infatti, in una sorta di benedizione pagana che l’arte è in grado di impartire su noi tutti, elargendo a chi si accosta ad essa un vantaggio in termini di armonia, elevazione e piacere”.
“Questi quadri, - sostiene lo scrittore e Storico della Filosofia Cesare Catà - per molti versi, sono scene di teatro. La pittrice allestisce la scena della sua interiorità, cura la regia della propria visione, e infine si pone sul proscenio della tela chiamandosi con un altro nome. Paul Klee, uno dei più lucidi interpreti della ‘metamorfosi’ dell’arte pittorica nella Modernità, ha detto che il compito dell’arte non è riprodurre il visibile, ma renderlo tale. Nelle opere di Marina Brancaccio c’è una lontana e particolare eco di quell’idea di Klee, tuttavia, la ‘trasfigurazione all’essenziale’ non viene qui operata nei confronti della totalità del reale: bensì in uno spicchio del sé, in una interiorità che diventa il tempio-palcoscenico da cui comprendere le polimorfe e meravigliose variazioni di una femminilità indomabile”.
12
febbraio 2010
Marina Brancaccio – Le bonheur
Dal 12 febbraio al 12 marzo 2010
arte contemporanea
Location
CIVICO 32
Bologna, Via Nazario Sauro, 21, (Bologna)
Bologna, Via Nazario Sauro, 21, (Bologna)
Orario di apertura
Tutti i giorni tranne domenica dalle 18:30 alle 24:00
Vernissage
12 Febbraio 2010, ore 20
Sito web
www.civico32.org
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