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Marina Fulgeri – Light perception
Nella parete esterna del Palazzo Re Enzo di Bologna, Marina Fulgeri, giovane artista italiana, crea un nuovo lavoro, “LIGHT PERCEPTION” (percezione luminosa), alternanza fra due realtà intermittenti, la chiusa parete del palazzo e le aperture luminose
Comunicato stampa
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Un filo di luci ridisegna il limite esterno di due porte che non esistono: “La percezione luminosa (Light Perception) è ciò che ci permette di vedere una cosa a discapito dell’altra”, cosi Marina Fulgeri parla della sua opera.
Il filo di luci, con cui l’artista lavora, è generalmente utilizzato per le luminarie natalizie, ma è qui scaricato del suo elemento decorativo. Nella moderna città, gli abusi festivi lo hanno saturato facendoli perde una parte della capacità insita della luce di sottolineare dei profili che indicano identità. E’ pertanto possibile identificarlo come una simbologia percettivamente annullata. L’istallazione pone l’accento su una parete vuota, laterale, nella quale viene inserito un elemento architettonico inesistente: una apertura che non esiste ma proprio per questo chiede una riflessione da cui ripartire per ripensare il modo in cui la nostra percezione si è abitua a vedere la realtà. Ma è anche, attraverso l’accensione intermittente, una sovrapposizione di due realtà che coesistono mentre si escludono, la luce crea ma nega, le porte esistono e non ci sono più.
“Da recenti studi nell’ambito della percezione risulta che in condizioni di osservazione ambigue i fattori interpretativi personali interagiscono con maggiore influenza. L’immagine incongrua, che viola le aspettative, come il filo luminoso che percorre dei profili inesistenti, porta il comune osservatore ad avviare i consueti processi di riconoscimento ma ne ottiene solo esperienze di contraddizione e cioè di “conflitto aperto”. Allo stimolo iniziale del vedere il filo di luci, succede immediatamente il conflitto tra ciò che la mente costruirebbe a seguito del riconoscimento del filo e ciò che sta vedendo. La scelta del materiale dall’aspetto luminoso e giocoso favorisce la piena accettazione e l’enfatizzazione del paradosso di vedere due realtà sovrapposte.
Il processo di saturazione della visione del filo di luci natalizie genera esigenze, tensioni e aspettative e conduce alla comparsa di immagini realmente alternative rispetto a quelle che lo hanno saturato.
Questo lavoro si pone come una situazione non abituale, ambigua per sviluppare nello spettatore una reazione di ricerca dei significati dell’opera stessa.
La posizione dell’opera, nella piazza, inserisce l’opera stessa tra le percezioni ambientali abituali che influenzano la vita delle persone a breve, medio e lungo termine.” Marina Fulgeri, Gennaio 2006
Il filo di luci, con cui l’artista lavora, è generalmente utilizzato per le luminarie natalizie, ma è qui scaricato del suo elemento decorativo. Nella moderna città, gli abusi festivi lo hanno saturato facendoli perde una parte della capacità insita della luce di sottolineare dei profili che indicano identità. E’ pertanto possibile identificarlo come una simbologia percettivamente annullata. L’istallazione pone l’accento su una parete vuota, laterale, nella quale viene inserito un elemento architettonico inesistente: una apertura che non esiste ma proprio per questo chiede una riflessione da cui ripartire per ripensare il modo in cui la nostra percezione si è abitua a vedere la realtà. Ma è anche, attraverso l’accensione intermittente, una sovrapposizione di due realtà che coesistono mentre si escludono, la luce crea ma nega, le porte esistono e non ci sono più.
“Da recenti studi nell’ambito della percezione risulta che in condizioni di osservazione ambigue i fattori interpretativi personali interagiscono con maggiore influenza. L’immagine incongrua, che viola le aspettative, come il filo luminoso che percorre dei profili inesistenti, porta il comune osservatore ad avviare i consueti processi di riconoscimento ma ne ottiene solo esperienze di contraddizione e cioè di “conflitto aperto”. Allo stimolo iniziale del vedere il filo di luci, succede immediatamente il conflitto tra ciò che la mente costruirebbe a seguito del riconoscimento del filo e ciò che sta vedendo. La scelta del materiale dall’aspetto luminoso e giocoso favorisce la piena accettazione e l’enfatizzazione del paradosso di vedere due realtà sovrapposte.
Il processo di saturazione della visione del filo di luci natalizie genera esigenze, tensioni e aspettative e conduce alla comparsa di immagini realmente alternative rispetto a quelle che lo hanno saturato.
Questo lavoro si pone come una situazione non abituale, ambigua per sviluppare nello spettatore una reazione di ricerca dei significati dell’opera stessa.
La posizione dell’opera, nella piazza, inserisce l’opera stessa tra le percezioni ambientali abituali che influenzano la vita delle persone a breve, medio e lungo termine.” Marina Fulgeri, Gennaio 2006
27
gennaio 2006
Marina Fulgeri – Light perception
Dal 27 gennaio al 26 febbraio 2006
arte contemporanea
Location
PALAZZO RE ENZO
Bologna, Piazza Re Enzo, (Bologna)
Bologna, Piazza Re Enzo, (Bologna)
Orario di apertura
ore 11-01
Vernissage
27 Gennaio 2006, ore 11-01
Sito web
www.galleriacontinua.com
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