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Marina Haas / Gianluca Esposito – Side by side
Le farfalle di Marina Haas e i trofei di Gianluca Esposito sono forme zoomorfe generate con amore. Accettano di esistere e di abitare il mondo che l’artista ha costruito per loro. E così i trofei di Gianluca, che muovono gli occhi, quando li hanno, e sono sensibili a ogni spostamento.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Irmela Heimbächer è lieta di invitarvi all’inaugurazione della mostra di Marina Haas e Gianluca Esposito, che si terrà Giovedì 5 marzo 2015 dalle ore 18:00. Fino al 20 marzo
Dopo il ciclo del 2014, in cui hanno esposto Alì Assaf, Serafino Amato, Myriam Laplante, Georgina Spengler, Peter Flaccus, Giuseppe Amalfi, William Pettit, Jochem Schoneveld, Luigi Billi e Andrea Ruggeri
a cura di Serafino Amato
.. .”si conoscono, si scelgono […] fra loro, per imbastire dialoghi in linguaggi e sonorità diverse per forme differenti: linguaggi imparentati.” Scrivevo, questo quando ho coordinato la serie di mostre, già nel 2014.
Anche in questo caso, le scelte, tendono a riconoscere identità lontane o prossime, tenendo conto, soprattutto di un concetto di contiguità nel presente. In questa serie 2015, gli artisti si spingeranno ulteriormente sul confine, e il limite…e non ci sarà, necessariamente un reciproco “riconoscimento”.
La suggestione sarà l’elemento primario offerto al visitatore, in una visione, forse meno compiaciuta nel rapporto fra i due artisti.
“Siamo così uguali, eppure così diversi…”: banale affermazione riferita all’artista.
In “Intelligenza Artificiale”, film di Spielberg ispirato da Stanley Kubrick, il bambino protagonista incontra esseri “artificiali” sgangherati e sospesi in fuga da un’umanità corrotta, che, dopo averli usati, tenta di distruggerli. E’ quasi tutto quello che ricordo di quel bel film, non l’unico popolato di umanoidi assai più sensibili degli umani.
Lyman Frank Baum, scrittore del “Meraviglioso mago di Oz” era biograficamente votato al racconto di storie fantastiche. Dissestato, nelle scelte e nelle ambizioni sue umane, ha descritto un mondo di straniante, perfetta, bizzarria.
Queste tre ultime parole contengono il mondo dell'artista che genera nuove forme, nell’invisibilità di un testo dalla trama perfetta, balbettante solo per chi non è in grado o non voglia offrire ascolto. “… perché la trama del futuro è scritta nella sua opera”.
Le farfalle di Marina Haas e i trofei di Gianluca Esposito sono forme zoomorfe generate con amore. Ascoltano… solo apparentemente sono immobili… e accettano di buon grado. Cosa? Accettano di esistere e di abitare il mondo che l’artista ha costruito per loro.
Le enormi farfalle di Marina sembrano in attesa di un tempo onirico per librare silenziose e poi posarsi brevemente nell’altrove possibile, in un sogno di speranza.
E così i trofei di Gianluca, che muovono gli occhi, quando li hanno, e sono sensibili a ogni spostamento. Interroganti e pazienti nella loro rudimentale e nobile fissità.
Quante parole per dire unicamente che il mondo dell’artista, “così uguale e così diverso” esiste e prende corpo nella “mente” delle cose che produce. (S.A.)
Dopo il ciclo del 2014, in cui hanno esposto Alì Assaf, Serafino Amato, Myriam Laplante, Georgina Spengler, Peter Flaccus, Giuseppe Amalfi, William Pettit, Jochem Schoneveld, Luigi Billi e Andrea Ruggeri
a cura di Serafino Amato
.. .”si conoscono, si scelgono […] fra loro, per imbastire dialoghi in linguaggi e sonorità diverse per forme differenti: linguaggi imparentati.” Scrivevo, questo quando ho coordinato la serie di mostre, già nel 2014.
Anche in questo caso, le scelte, tendono a riconoscere identità lontane o prossime, tenendo conto, soprattutto di un concetto di contiguità nel presente. In questa serie 2015, gli artisti si spingeranno ulteriormente sul confine, e il limite…e non ci sarà, necessariamente un reciproco “riconoscimento”.
La suggestione sarà l’elemento primario offerto al visitatore, in una visione, forse meno compiaciuta nel rapporto fra i due artisti.
“Siamo così uguali, eppure così diversi…”: banale affermazione riferita all’artista.
In “Intelligenza Artificiale”, film di Spielberg ispirato da Stanley Kubrick, il bambino protagonista incontra esseri “artificiali” sgangherati e sospesi in fuga da un’umanità corrotta, che, dopo averli usati, tenta di distruggerli. E’ quasi tutto quello che ricordo di quel bel film, non l’unico popolato di umanoidi assai più sensibili degli umani.
Lyman Frank Baum, scrittore del “Meraviglioso mago di Oz” era biograficamente votato al racconto di storie fantastiche. Dissestato, nelle scelte e nelle ambizioni sue umane, ha descritto un mondo di straniante, perfetta, bizzarria.
Queste tre ultime parole contengono il mondo dell'artista che genera nuove forme, nell’invisibilità di un testo dalla trama perfetta, balbettante solo per chi non è in grado o non voglia offrire ascolto. “… perché la trama del futuro è scritta nella sua opera”.
Le farfalle di Marina Haas e i trofei di Gianluca Esposito sono forme zoomorfe generate con amore. Ascoltano… solo apparentemente sono immobili… e accettano di buon grado. Cosa? Accettano di esistere e di abitare il mondo che l’artista ha costruito per loro.
Le enormi farfalle di Marina sembrano in attesa di un tempo onirico per librare silenziose e poi posarsi brevemente nell’altrove possibile, in un sogno di speranza.
E così i trofei di Gianluca, che muovono gli occhi, quando li hanno, e sono sensibili a ogni spostamento. Interroganti e pazienti nella loro rudimentale e nobile fissità.
Quante parole per dire unicamente che il mondo dell’artista, “così uguale e così diverso” esiste e prende corpo nella “mente” delle cose che produce. (S.A.)
05
marzo 2015
Marina Haas / Gianluca Esposito – Side by side
Dal 05 al 20 marzo 2015
arte contemporanea
Location
GALLERIA MONTY & COMPANY
Roma, Via Della Madonna Dei Monti, 69, (Roma)
Roma, Via Della Madonna Dei Monti, 69, (Roma)
Orario di apertura
da martedì asabato ore 15.30- 19.30
Vernissage
5 Marzo 2015, ore 18.00
Autore
Curatore