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Marina Rodriguez Vargas – Idolatrie
Opere su tela e una scultura policroma sul tema della simbologia medievale con cui l’artista indaga sui tre grandi temi della nostra esistenza: vita, morte e sesso.
Comunicato stampa
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In mostra i nuovi lavori della giovane artista di Granada: sedici tele sul tema della simbologia medievale dal titolo “Emblema di forza” ed una installazione, ispirata al poema del Boccaccio “Diana e la caccia” dal titolo “ Presagio”, composta da una scultura policroma raffigurante un cervo ed una tela di 80 cm di diametro.
I temi trattati dalla Vargas in questa mostra sono i consueti del suo lavoro; scrive l'artista:
“Cosa voglio suscitare con il mio lavoro? Forse turbare, creare uno stato di convulsione, una parentesi emozionale subcosciente. Mi interessa ciò che interessa a tutto il mondo, in realtà ciò che è basilare: il sesso, la vita e la morte. O più della morte, i modi di morire o la violenza; e più della violenza il patimento e la sofferenza o nello stesso modo, più della violenza stessa, il dolore. La morte è solo una metafora: per esempio “cadavere” proviene dal latino cad-ere. Quindi, come diceva Louise Bourgeois, mi interessa l'arte del cadere, il saper cadere.
Da qui, mi rimetto ai simboli medievali o ai simboli della morte, per loro naturalezza organica, che sempre coincidono e sempre hanno una relazione con la guerra e la sessualità, perché c'è una linea molto sottile fra il desiderio e la morte. L'arte è un oggetto del desiderio, l'artista è colui che desidera, è un facitore di oggetti di seduzione o di amuleti di protezione che non smettono di essere oggetti di seduzione. Per questo abitualmente mi riferisco ad un'estetica feticista credendo che le mie opere abbiano del potere, e sto parlando di giochi di forza e di potere. E' proprio qui dove interviene il sesso come pulsione vitale (femminismo a parte), come una relazione di identità con ciò che io sono a livello simbolico. In questa direzione mi interessa il simbolo in quanto emblema perché è come se nel simbolo l'immagine parlasse da sola, è come se l'immagine si fondesse nella parola; indicando una realtà, senza dire “questa è la realtà”. E' come compiere un giro ellittico per arrivare allo stesso punto, il nostro presente, un presente carico del nostro passato (simbolico).
Marina Rodriguez Vargas nasce nel 1980 a Granada (Spagna), dove vive e lavora. E' diplomata all'Accademia di Belle Arti di Granada dove, successivamente, consegue il Dottorato in Belle Arti.
Numerose le mostre personali e collettive in Spagna, Italia, Centro e Sud America. Nel 2008 vince due fra i premi più importanti per giovani artisti quali: CREACION IN JUVE con conseguente mostra presso il Circolo di Belle Arti di Madrid, e il Premio Internazionale di Pittura Fundacion Focus Abengoa di Siviglia.
I temi trattati dalla Vargas in questa mostra sono i consueti del suo lavoro; scrive l'artista:
“Cosa voglio suscitare con il mio lavoro? Forse turbare, creare uno stato di convulsione, una parentesi emozionale subcosciente. Mi interessa ciò che interessa a tutto il mondo, in realtà ciò che è basilare: il sesso, la vita e la morte. O più della morte, i modi di morire o la violenza; e più della violenza il patimento e la sofferenza o nello stesso modo, più della violenza stessa, il dolore. La morte è solo una metafora: per esempio “cadavere” proviene dal latino cad-ere. Quindi, come diceva Louise Bourgeois, mi interessa l'arte del cadere, il saper cadere.
Da qui, mi rimetto ai simboli medievali o ai simboli della morte, per loro naturalezza organica, che sempre coincidono e sempre hanno una relazione con la guerra e la sessualità, perché c'è una linea molto sottile fra il desiderio e la morte. L'arte è un oggetto del desiderio, l'artista è colui che desidera, è un facitore di oggetti di seduzione o di amuleti di protezione che non smettono di essere oggetti di seduzione. Per questo abitualmente mi riferisco ad un'estetica feticista credendo che le mie opere abbiano del potere, e sto parlando di giochi di forza e di potere. E' proprio qui dove interviene il sesso come pulsione vitale (femminismo a parte), come una relazione di identità con ciò che io sono a livello simbolico. In questa direzione mi interessa il simbolo in quanto emblema perché è come se nel simbolo l'immagine parlasse da sola, è come se l'immagine si fondesse nella parola; indicando una realtà, senza dire “questa è la realtà”. E' come compiere un giro ellittico per arrivare allo stesso punto, il nostro presente, un presente carico del nostro passato (simbolico).
Marina Rodriguez Vargas nasce nel 1980 a Granada (Spagna), dove vive e lavora. E' diplomata all'Accademia di Belle Arti di Granada dove, successivamente, consegue il Dottorato in Belle Arti.
Numerose le mostre personali e collettive in Spagna, Italia, Centro e Sud America. Nel 2008 vince due fra i premi più importanti per giovani artisti quali: CREACION IN JUVE con conseguente mostra presso il Circolo di Belle Arti di Madrid, e il Premio Internazionale di Pittura Fundacion Focus Abengoa di Siviglia.
07
maggio 2009
Marina Rodriguez Vargas – Idolatrie
Dal 07 al 30 maggio 2009
arte contemporanea
Location
IL TORCHIO – COSTANTINI ARTE CONTEMPORANEA
Milano, Via Crema, 8, (Milano)
Milano, Via Crema, 8, (Milano)
Orario di apertura
Lunedì 15.30 - 19.30
Da Martedì a Sabato 10-12.30/15.30-19.30
Chiuso Domenica e festivi
Vernissage
7 Maggio 2009, ore 18.30
Autore