Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Mario Airò – Il mondo dei fanciulli ridenti
Il mondo dei fanciulli ridenti, la prima personale di Mario Airò da Vistamarestudio, è anche il titolo dell’installazione ambientale che l’artista ha realizzato al piano superiore della galleria. Al piano inferiore Incubation place #3, un’altra opera site-specific.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Vistamarestudio è lieta di presentare Il mondo dei fanciulli ridenti, la prima personale di Mario Airò in galleria.
La ricerca artistica di Mario Airò si caratterizza per l’assenza completa di cesure di natura intellettuale. Il suo “vagabondare”, definizione data dall’artista stesso, tra sistemi di pensiero e mezzi espressivi diversi dà vita a opere la cui potenza immaginifica si affianca a una visione sempre intimistica e poetica della realtà immanente. I lavori di Airò testimoniano come i molteplici riferimenti culturali, letterari, cinematografici, musicali, possano confluire tutti, assieme ad oggetti della quotidianità, in soluzioni di ampio respiro, in grado di coinvolgere l’osservatore attraverso un utilizzo sensoriale della curiosità.
Il mondo dei fanciulli ridenti è un’installazione ambientale, che pervade integralmente il piano superiore della galleria e prende spunto da una definizione felice utilizzata come titolo di un saggio, scritto da un archeologo inglese, sull’epoca neolitica e sull’idea di serenità. Epoca che, secondo alcune teorie, sembra aver contraddistinto quel lungo periodo altresì chiamato ‘età dell’oro’. Da ricostruzioni ipotetiche sembrerebbe che la rivoluzione tecnologica del Neolitico abbia generato un periodo di pace lunghissimo, uno dei momenti migliori per l’umanità sulla terra. L’ottimismo ridente che ne derivò si riscontra guardandone le testimonianze prodotte: opere monumentali che appaiono come le registrazioni del passaggio di una tromba d’aria. Nella mente neolitica il fenomeno non era una calamità imprevedibile e funesta, era, anzi, ciò che permetteva la continuità della fecondità della terra: l’atto sessuale tra il cielo, la tromba d’aria il suo fallo, e la terra. Il mantenerne memoria era mantenerlo attivo.
L’opera è costituita da un pavimento di PVC verde, normalmente in uso nei campi sportivi. Al suo interno è ritagliata una forma: una rielaborazione del disegno in pianta del cursus di Stonehenge. Dall’angolo di questa forma parte un tubo di ottone che procede la sua traiettoria fino a diventare vaso per una calla bianca, completando così il suo tragitto; con la fioritura, segno della fecondità della terra.
L’opera è costruita come un circuito le cui parti acquistano valore e potenza grazie alla loro stessa interazione.
Al piano sottostante della galleria un’altra opera site-specific Incubation place #3, una disseminazione nello spazio di elementi germinanti, costituiti da monticelli di sabbia di forma conica, simili all’ingresso dei formicai, da cui spuntano cucchiai per il miele, immersi in precedenza nel colore.
La relazione tra i due lavori non è lineare ma, a legarli è un’assonanza tematica, che si riscontra anche nella medesima natura ‘geminale’. A fungere da collegamento tra le installazioni, due opere: un quadro e un libro coperti di lumache, il cui corpo ‘molle’ evoca le concrezioni sabbiose di certi scogli e ambienti marini.
Mario Airò è nato a Pavia nel 1961. Ha studiato a Milano con Luciano Fabro e, nella prima metà degli anni '90, con altri artisti, ha dato vita allo spazio autogestito di Via Lazzaro Palazzi. Nel 1997 ha partecipato alla 47a Biennale di Venezia, alla Moscow Biennale of Contemporary Art, Mosca e alla Biennale di Kwangju nel 2005. Ha avuto mostre personali e collettive in Italia e all’estero in istituzioni quali: GAM, Torino; Kunsthalle, Lophem; Palazzo della Triennale, Milano; Galleria Nazionale di Parma-Palazzo della Pilotta; Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce, Genova. Le sue opere sono state presentate, tra gli altri, al Castello di Rivoli, al Museum of Contemporary Art di Tokyo e allo S.M.A.K. di Ghent. I suoi lavori sono presenti nelle collezioni del MAXXI, Castello di Rivoli, GNAM di Roma, MAMbo, Museion di Bolzano e altri. Vive e lavora a Milano.
La ricerca artistica di Mario Airò si caratterizza per l’assenza completa di cesure di natura intellettuale. Il suo “vagabondare”, definizione data dall’artista stesso, tra sistemi di pensiero e mezzi espressivi diversi dà vita a opere la cui potenza immaginifica si affianca a una visione sempre intimistica e poetica della realtà immanente. I lavori di Airò testimoniano come i molteplici riferimenti culturali, letterari, cinematografici, musicali, possano confluire tutti, assieme ad oggetti della quotidianità, in soluzioni di ampio respiro, in grado di coinvolgere l’osservatore attraverso un utilizzo sensoriale della curiosità.
Il mondo dei fanciulli ridenti è un’installazione ambientale, che pervade integralmente il piano superiore della galleria e prende spunto da una definizione felice utilizzata come titolo di un saggio, scritto da un archeologo inglese, sull’epoca neolitica e sull’idea di serenità. Epoca che, secondo alcune teorie, sembra aver contraddistinto quel lungo periodo altresì chiamato ‘età dell’oro’. Da ricostruzioni ipotetiche sembrerebbe che la rivoluzione tecnologica del Neolitico abbia generato un periodo di pace lunghissimo, uno dei momenti migliori per l’umanità sulla terra. L’ottimismo ridente che ne derivò si riscontra guardandone le testimonianze prodotte: opere monumentali che appaiono come le registrazioni del passaggio di una tromba d’aria. Nella mente neolitica il fenomeno non era una calamità imprevedibile e funesta, era, anzi, ciò che permetteva la continuità della fecondità della terra: l’atto sessuale tra il cielo, la tromba d’aria il suo fallo, e la terra. Il mantenerne memoria era mantenerlo attivo.
L’opera è costituita da un pavimento di PVC verde, normalmente in uso nei campi sportivi. Al suo interno è ritagliata una forma: una rielaborazione del disegno in pianta del cursus di Stonehenge. Dall’angolo di questa forma parte un tubo di ottone che procede la sua traiettoria fino a diventare vaso per una calla bianca, completando così il suo tragitto; con la fioritura, segno della fecondità della terra.
L’opera è costruita come un circuito le cui parti acquistano valore e potenza grazie alla loro stessa interazione.
Al piano sottostante della galleria un’altra opera site-specific Incubation place #3, una disseminazione nello spazio di elementi germinanti, costituiti da monticelli di sabbia di forma conica, simili all’ingresso dei formicai, da cui spuntano cucchiai per il miele, immersi in precedenza nel colore.
La relazione tra i due lavori non è lineare ma, a legarli è un’assonanza tematica, che si riscontra anche nella medesima natura ‘geminale’. A fungere da collegamento tra le installazioni, due opere: un quadro e un libro coperti di lumache, il cui corpo ‘molle’ evoca le concrezioni sabbiose di certi scogli e ambienti marini.
Mario Airò è nato a Pavia nel 1961. Ha studiato a Milano con Luciano Fabro e, nella prima metà degli anni '90, con altri artisti, ha dato vita allo spazio autogestito di Via Lazzaro Palazzi. Nel 1997 ha partecipato alla 47a Biennale di Venezia, alla Moscow Biennale of Contemporary Art, Mosca e alla Biennale di Kwangju nel 2005. Ha avuto mostre personali e collettive in Italia e all’estero in istituzioni quali: GAM, Torino; Kunsthalle, Lophem; Palazzo della Triennale, Milano; Galleria Nazionale di Parma-Palazzo della Pilotta; Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce, Genova. Le sue opere sono state presentate, tra gli altri, al Castello di Rivoli, al Museum of Contemporary Art di Tokyo e allo S.M.A.K. di Ghent. I suoi lavori sono presenti nelle collezioni del MAXXI, Castello di Rivoli, GNAM di Roma, MAMbo, Museion di Bolzano e altri. Vive e lavora a Milano.
23
gennaio 2019
Mario Airò – Il mondo dei fanciulli ridenti
Dal 23 gennaio al 09 marzo 2019
arte contemporanea
Location
VISTAMARESTUDIO
Milano, Viale Vittorio Veneto, 30, (Milano)
Milano, Viale Vittorio Veneto, 30, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10-19
Vernissage
23 Gennaio 2019, ore 19.00
Autore