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Mario Alimede
Mi guardo attorno, nello studio. L¹occhio corre alle tele, ai fogli, ai colori, in un ripasso di ciò che dovrebbe essermi familiare e provo un senso di disagio. Quanto tempo ho trascorso qui dentro, quanto colore steso, spatolato.
Comunicato stampa
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Oggi i bambini non sorridono quasi più.
Credo che molte persone, aspettino un segno di pace. I telegiornali grondano sangue e siamo talmente assuefatti a questo che, tra un morto e l’altro, saremmo disposti a sopportare anche uno stacco pubblicitario.
Mi guardo attorno, nello studio. L¹occhio corre alle tele, ai fogli, ai colori, in un ripasso di ciò che dovrebbe essermi familiare e provo un senso di disagio. Quanto tempo ho trascorso qui dentro, quanto colore steso, spatolato, disegnato, graffiato, su superfici diventate, via via, espressione di me stesso, del mio pensiero, delle mie emozioni.
Qual’è il colore del sangue? 100% di magenta e 100% di giallo, con l’aggiunta di un 30 % di nero?
Eppure non è mai simile a quello che vediamo così spesso.
Quanto tempo ho trascorso a rincorrere mostre collettive e personali…
Ho cercato di esprimere tensioni ed umori e fermare in istantanee pittoriche ciò che era difficile dire altrimenti.
A volte, cercando ardui equilibri cromatici, ho raggiunto imprevedibili approdi. E questo mi è bastato.
Oggi i bambini non sorridono quasi più.
Devo lavorare, in fondo devo solo fare qualche quadro nuovo, fresco di giornata.
Ma il mio corpo è inerte e il pensiero martella velocemente come i tasti di un’Olivetti 46.
Guardo alcuni fogli. Sembrano pazientare, come sospesi in un limbo d’attesa, una conclusione che stenta ad arrivare. Ricordo superfici sofferte di battaglie, congelate in un ultimo grido. Ne è passato del tempo da allora, trascinando dialoghi tra amici che non torneranno più.
Quanto tempo ho trascorso dipingendo melodie dai cromatismi impossibili.
Le tele accatastate, vecchie di anni, sembrano sudare, liquefarsi, formando un rigagnolo dal colore incerto che ricopre lentamente il pavimento. Dovrei alzarmi e andarmene ma lascio che quell¹impasto liquido aumenti e incominci a salirmi sui piedi. Devo andarmene o fare qualche cosa. Mi abbasso e ci intingo le dita. Passo la mano sulla tela bianca.
Suonano alla porta. Il quadro può aspettare, devo solo lavarmi le mani.
Mario Alimede
Mario Alimede
É nato nel 1949 a Riva del Garda (TN). Espone dal 1970.
Ha allestito numerose mostre collettive e personali e partecipato a rassegne artistiche, in Italia e all'estero. Nel 1978 frequenta la Scuola Internazionale di Grafica a Venezia, corsi di grafica tradizionale e sperimentale.
Ha curato progetti di sensibilizzazione creativa all'interno di strutture riabilitative e psichiatriche ed eventi collettivi d'arte. Nel 1998 aderisce al gruppo MART'S per l'arte digitale. Svolge attività professionale di grafico e di illustratore per la pubblicità e l'editoria. Sue opere si trovano presso strutture pubbliche ed in collezioni private.
Studio: via Calvi, 33 - 33170 Pordenone (Italy) Tel.: 0434 45080 E-mail: maalime@tin.it
Mostre recenti:
- 1998/2001: “Le stanze delle risonanze” Mostra itinerante: Firenze, Galleria Riva Sinistra Arte; Noale, Biblioteca Comunale; Pordenone, Villa Galvani; Tolmezzo, Palazzo Frisacco
- 1999: MART¹S Computer Art (Satel Group), Pordenone
- 1999: “Suspice caelum”, Ex Chiesa di San Francesco, Pordenone
- 2001: “Dedicata al poeta” Gemona del Friuli (UD), Galleria Babele
- 2003: “E tutti giù per terra” Mostra itinerante: Ex Convento dei Battuti, San Vito al Tagliamento, Pordenone - Auditorium di Via Roma, Gorizia - Villa Galvani, Pordenone
- 2003: “Acquatica” Villa Perotti, Chions, Pordenone
- 2004: “Nuove generazioni d¹arte in Friuli venezia Giulia” Palazzo Burovich de Zmajevich, Casarsa (PN)
Credo che molte persone, aspettino un segno di pace. I telegiornali grondano sangue e siamo talmente assuefatti a questo che, tra un morto e l’altro, saremmo disposti a sopportare anche uno stacco pubblicitario.
Mi guardo attorno, nello studio. L¹occhio corre alle tele, ai fogli, ai colori, in un ripasso di ciò che dovrebbe essermi familiare e provo un senso di disagio. Quanto tempo ho trascorso qui dentro, quanto colore steso, spatolato, disegnato, graffiato, su superfici diventate, via via, espressione di me stesso, del mio pensiero, delle mie emozioni.
Qual’è il colore del sangue? 100% di magenta e 100% di giallo, con l’aggiunta di un 30 % di nero?
Eppure non è mai simile a quello che vediamo così spesso.
Quanto tempo ho trascorso a rincorrere mostre collettive e personali…
Ho cercato di esprimere tensioni ed umori e fermare in istantanee pittoriche ciò che era difficile dire altrimenti.
A volte, cercando ardui equilibri cromatici, ho raggiunto imprevedibili approdi. E questo mi è bastato.
Oggi i bambini non sorridono quasi più.
Devo lavorare, in fondo devo solo fare qualche quadro nuovo, fresco di giornata.
Ma il mio corpo è inerte e il pensiero martella velocemente come i tasti di un’Olivetti 46.
Guardo alcuni fogli. Sembrano pazientare, come sospesi in un limbo d’attesa, una conclusione che stenta ad arrivare. Ricordo superfici sofferte di battaglie, congelate in un ultimo grido. Ne è passato del tempo da allora, trascinando dialoghi tra amici che non torneranno più.
Quanto tempo ho trascorso dipingendo melodie dai cromatismi impossibili.
Le tele accatastate, vecchie di anni, sembrano sudare, liquefarsi, formando un rigagnolo dal colore incerto che ricopre lentamente il pavimento. Dovrei alzarmi e andarmene ma lascio che quell¹impasto liquido aumenti e incominci a salirmi sui piedi. Devo andarmene o fare qualche cosa. Mi abbasso e ci intingo le dita. Passo la mano sulla tela bianca.
Suonano alla porta. Il quadro può aspettare, devo solo lavarmi le mani.
Mario Alimede
Mario Alimede
É nato nel 1949 a Riva del Garda (TN). Espone dal 1970.
Ha allestito numerose mostre collettive e personali e partecipato a rassegne artistiche, in Italia e all'estero. Nel 1978 frequenta la Scuola Internazionale di Grafica a Venezia, corsi di grafica tradizionale e sperimentale.
Ha curato progetti di sensibilizzazione creativa all'interno di strutture riabilitative e psichiatriche ed eventi collettivi d'arte. Nel 1998 aderisce al gruppo MART'S per l'arte digitale. Svolge attività professionale di grafico e di illustratore per la pubblicità e l'editoria. Sue opere si trovano presso strutture pubbliche ed in collezioni private.
Studio: via Calvi, 33 - 33170 Pordenone (Italy) Tel.: 0434 45080 E-mail: maalime@tin.it
Mostre recenti:
- 1998/2001: “Le stanze delle risonanze” Mostra itinerante: Firenze, Galleria Riva Sinistra Arte; Noale, Biblioteca Comunale; Pordenone, Villa Galvani; Tolmezzo, Palazzo Frisacco
- 1999: MART¹S Computer Art (Satel Group), Pordenone
- 1999: “Suspice caelum”, Ex Chiesa di San Francesco, Pordenone
- 2001: “Dedicata al poeta” Gemona del Friuli (UD), Galleria Babele
- 2003: “E tutti giù per terra” Mostra itinerante: Ex Convento dei Battuti, San Vito al Tagliamento, Pordenone - Auditorium di Via Roma, Gorizia - Villa Galvani, Pordenone
- 2003: “Acquatica” Villa Perotti, Chions, Pordenone
- 2004: “Nuove generazioni d¹arte in Friuli venezia Giulia” Palazzo Burovich de Zmajevich, Casarsa (PN)
15
maggio 2004
Mario Alimede
Dal 15 maggio al 03 giugno 2004
arte contemporanea
Location
LA ROGGIA
Pordenone, Viale Trieste, 19, (Pordenone)
Pordenone, Viale Trieste, 19, (Pordenone)
Orario di apertura
dal martedì al sabato h 16 -19.30
Vernissage
15 Maggio 2004, ore 18,30