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Mario Beltrambini – La persistenza della luce
La mostra, visitabile fino al 6 gennaio 2019, espone una selezione di immagini che l’autore ha prodotto scegliendo la fotografia stenopeica come mezzo privilegiato per scrivere con la luce ciò che ha appreso dalla realtà
Comunicato stampa
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Inaugura domenica 9 dicembre a Ravenna ‘La persistenza della luce. Fotografie di Mario Beltrambini’, curata da Denis Curti, presso gli spazi espositivi di Palazzo Rasponi 2 – via Massimo D’Azeglio 2.
La mostra, visitabile fino al 6 gennaio 2019, espone una selezione di immagini che l'autore ha prodotto scegliendo la fotografia stenopeica come mezzo privilegiato per scrivere con la luce ciò che ha appreso dalla realtà.
«È stato proprio fotografando e ingrandendo la superficie delle cose che stavano intorno a me che io ho cercato di scoprire quello che c'era dietro queste cose, quello che c'era al di là»
(Michelangelo Antonioni)
I paesaggi privi di riferimenti geografici di Mario Beltrambini sono visioni di quella pianura padana romagnola, cara anche a Michelangelo Antonioni, che guardano a luoghi vissuti e dimenticati con una suggestione diversa.
Oggetti persi e luoghi abbandonati, dettagli e spazi solo apparentemente insignificanti assumono una veste priva di separazione tra interiore ed esteriore, grazie a una poetica personale fatta di memorie e tempi dilatati, dove l’attesa diventa panacea alla fredda velocità dello sguardo cui siamo abituati.
La ricerca di Mario Beltrambini indugia sulla luce e sulla sospensione temporale, per cogliere quella bellezza immobile capace di entrare nel cuore dello spettatore attraverso un meditato uso della tecnica fotografica, in antitesi alla compulsività del medium digitale e del web.
(Denis Curti)
MARIO BELTRAMBINI (Santarcangelo di Romagna, 1953)
Fotografo autodidatta, cresce nell'ambiente culturale di Savignano sul Rubicone e, affascinato dalle immagini di Man Ray, si avvicina presto al surrealismo per poi decidere di muoversi in ambito più concettuale.
Sul finire degli anni Novanta, lo studio personale e il bisogno di cambiamento lo avvicinano alla fotografia stenopeica, una tecnica con un linguaggio primordiale apparentemente semplice che deriva dalla camera oscura e che, grazie a un piccolissimo foro e a calcoli matematici finalizzati al controllo della profondità di campo, permette alla luce di entrare e imprimere l’immagine su una pellicola.
La sua ricerca lo porta a firmare nel 2010 il manifesto 'Slow Photo', che mette al centro della prassi fotografica “la lentezza, l’attenzione, la meditazione, la cura, l’approfondimento, il rallentamento, la profondità”: una dichiarazione d’intenti volta a un differente approccio filosofico comportamentale firmata tra i tanti da Gianni Berengo Gardin, Alessandra Capodacqua, Diego Mormorio e Franco Vaccari.
Nel mondo della fotografia è attivo da quasi quarant’anni. Si occupa di promuovere la cultura fotografica attraverso laboratori didattici rivolti alle scuole e corsi e prosegue l’esperienza di organizzatore di SI FEST, festival internazionale di fotografia contemporanea, iniziata nel 1992 grazie al Circolo fotografico Cultura e Immagine che presiede.
DENIS CURTI
Direttore artistico della Casa dei TRE OCI di Venezia e del Festival di Fotografia di Capri, ha fondato Still - fotografia, show room e galleria a Milano e dirige il mensile Il Fotografo.
Esperto del mercato del collezionismo legato alla fotografia, negli anni 2002-2003 è stato curatore delle prime aste fotografiche di Sotheby’s a Milano e dal 2005 al 2014 direttore di Contrasto – Milano.
Fondatore, oggi supervisor, del Master post universitario di Fotografia realizzato in collaborazione con NABA e Fondazione FORMA.
Curatore di mostre e rassegne fotografiche, oltre che autore di numerosi libri, fra cui ‘Collezionare fotografia’ per le edizioni Contrasto.
La mostra, visitabile fino al 6 gennaio 2019, espone una selezione di immagini che l'autore ha prodotto scegliendo la fotografia stenopeica come mezzo privilegiato per scrivere con la luce ciò che ha appreso dalla realtà.
«È stato proprio fotografando e ingrandendo la superficie delle cose che stavano intorno a me che io ho cercato di scoprire quello che c'era dietro queste cose, quello che c'era al di là»
(Michelangelo Antonioni)
I paesaggi privi di riferimenti geografici di Mario Beltrambini sono visioni di quella pianura padana romagnola, cara anche a Michelangelo Antonioni, che guardano a luoghi vissuti e dimenticati con una suggestione diversa.
Oggetti persi e luoghi abbandonati, dettagli e spazi solo apparentemente insignificanti assumono una veste priva di separazione tra interiore ed esteriore, grazie a una poetica personale fatta di memorie e tempi dilatati, dove l’attesa diventa panacea alla fredda velocità dello sguardo cui siamo abituati.
La ricerca di Mario Beltrambini indugia sulla luce e sulla sospensione temporale, per cogliere quella bellezza immobile capace di entrare nel cuore dello spettatore attraverso un meditato uso della tecnica fotografica, in antitesi alla compulsività del medium digitale e del web.
(Denis Curti)
MARIO BELTRAMBINI (Santarcangelo di Romagna, 1953)
Fotografo autodidatta, cresce nell'ambiente culturale di Savignano sul Rubicone e, affascinato dalle immagini di Man Ray, si avvicina presto al surrealismo per poi decidere di muoversi in ambito più concettuale.
Sul finire degli anni Novanta, lo studio personale e il bisogno di cambiamento lo avvicinano alla fotografia stenopeica, una tecnica con un linguaggio primordiale apparentemente semplice che deriva dalla camera oscura e che, grazie a un piccolissimo foro e a calcoli matematici finalizzati al controllo della profondità di campo, permette alla luce di entrare e imprimere l’immagine su una pellicola.
La sua ricerca lo porta a firmare nel 2010 il manifesto 'Slow Photo', che mette al centro della prassi fotografica “la lentezza, l’attenzione, la meditazione, la cura, l’approfondimento, il rallentamento, la profondità”: una dichiarazione d’intenti volta a un differente approccio filosofico comportamentale firmata tra i tanti da Gianni Berengo Gardin, Alessandra Capodacqua, Diego Mormorio e Franco Vaccari.
Nel mondo della fotografia è attivo da quasi quarant’anni. Si occupa di promuovere la cultura fotografica attraverso laboratori didattici rivolti alle scuole e corsi e prosegue l’esperienza di organizzatore di SI FEST, festival internazionale di fotografia contemporanea, iniziata nel 1992 grazie al Circolo fotografico Cultura e Immagine che presiede.
DENIS CURTI
Direttore artistico della Casa dei TRE OCI di Venezia e del Festival di Fotografia di Capri, ha fondato Still - fotografia, show room e galleria a Milano e dirige il mensile Il Fotografo.
Esperto del mercato del collezionismo legato alla fotografia, negli anni 2002-2003 è stato curatore delle prime aste fotografiche di Sotheby’s a Milano e dal 2005 al 2014 direttore di Contrasto – Milano.
Fondatore, oggi supervisor, del Master post universitario di Fotografia realizzato in collaborazione con NABA e Fondazione FORMA.
Curatore di mostre e rassegne fotografiche, oltre che autore di numerosi libri, fra cui ‘Collezionare fotografia’ per le edizioni Contrasto.
09
dicembre 2018
Mario Beltrambini – La persistenza della luce
Dal 09 dicembre 2018 al 06 gennaio 2019
fotografia
Location
PALAZZO RASPONI
Ravenna, Via Massimo D'azeglio, 2, (Ravenna)
Ravenna, Via Massimo D'azeglio, 2, (Ravenna)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì ore 15-19
sabato e domenica ore 10-13 / 15-19
chiuso lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio
Vernissage
9 Dicembre 2018, ore 18
Autore
Curatore