Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Mario Corinthios
I dipinti un po’ metafisici e dal sapore neorinascimentale dell’artista romano preannunciano l’avvento di un “nuovo Umanesimo”, sono una sorta di “manifesto” per una società rinnovata
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria d’Arte Moderna Horti Sallustiani, in Via Piave 28 - Roma - ospiterà dal 10 dicembre 2007 fino al 10 febbraio 2008 le opere dell’artista Mario Corinthios (www.mariocorinthios.it ). La neonata Galleria d’Arte di Francesco Pilla, che sorge sui resti del complesso monumentale da cui prende il nome e che inaugura la propria attività con questa rassegna di opere dell’artista romano, rispetterà il seguente orario: dal lunedì al sabato h.10-13 e 14-19,30 ingresso libero. Nel mese di dicembre la Galleria rimarrà aperta anche la domenica.
TESTO DI PRESENTAZIONE
I dipinti un po’ metafisici e dal sapore neorinascimentale dell’artista romano preannunciano l’avvento di un “nuovo Umanesimo”, sono una sorta di “manifesto” per una società rinnovata. L’apparente pacatezza del linguaggio espressivo nasconde in realtà un urlo di denuncia contro il “disorientamento morale e la frammentazione intellettuale” della nostra epoca, ma anche una profonda inquietudine, una tensione verso l’infinito. Il rifiuto degli aspetti più nefasti della modernità si manifesta attraverso un itinerario artistico teso a recuperare il messaggio fondamentale del Rinascimento -la centralità dell’uomo-, attualizzandolo però per quanto concerne l’utilizzo dei mezzi espressivi. “Trovo che ci sia più mistero nella pittura limpida e definita di Giotto, del Beato Angelico, di Piero della Francesca, che non nell’arte moderna”, dice l’artista. Arturo Martini, il grande scultore italiano, attribuiva proprio all’assenza di “mistero” nel mondo moderno la causa principale del proprio disagio, del proprio malessere, della propria inquietudine. Nel ciclo della Torre, l’artista affronta quindi il tema del tempo, nelle sue due modalità: il tempo della quotidianità e il Tempo con la T maiuscola, quello assoluto, atemporale, il Tempo dell’arte. Le due modalità, però, talvolta coesistono, si intersecano, dando luogo a fenomeni che l’artista ama chiamare “finestre”, espansioni della coscienza nel mondo sensibile. “I miei quadri sono finestre che si affacciano sull’infinito”, scrive il pittore. La ricerca artistica coincide in tal modo con l’indagine sul significato ultimo dell’esistenza e si trasforma in una vera e propria “ricerca dell’assoluto”, del “Tempo ritrovato”. “La mia pittura è rappresentazione del dramma dell’esistenza, le mie opere sono intrise di un sentimento di rimpianto e di nostalgia per uno stato di felicità, di armonia e di bellezza perdute. L’ineffabile e l’invisibile diventano così un aspetto fondamentale delle mie opere, rivelano il destino tragico dell’uomo.”
TESTO DI PRESENTAZIONE
I dipinti un po’ metafisici e dal sapore neorinascimentale dell’artista romano preannunciano l’avvento di un “nuovo Umanesimo”, sono una sorta di “manifesto” per una società rinnovata. L’apparente pacatezza del linguaggio espressivo nasconde in realtà un urlo di denuncia contro il “disorientamento morale e la frammentazione intellettuale” della nostra epoca, ma anche una profonda inquietudine, una tensione verso l’infinito. Il rifiuto degli aspetti più nefasti della modernità si manifesta attraverso un itinerario artistico teso a recuperare il messaggio fondamentale del Rinascimento -la centralità dell’uomo-, attualizzandolo però per quanto concerne l’utilizzo dei mezzi espressivi. “Trovo che ci sia più mistero nella pittura limpida e definita di Giotto, del Beato Angelico, di Piero della Francesca, che non nell’arte moderna”, dice l’artista. Arturo Martini, il grande scultore italiano, attribuiva proprio all’assenza di “mistero” nel mondo moderno la causa principale del proprio disagio, del proprio malessere, della propria inquietudine. Nel ciclo della Torre, l’artista affronta quindi il tema del tempo, nelle sue due modalità: il tempo della quotidianità e il Tempo con la T maiuscola, quello assoluto, atemporale, il Tempo dell’arte. Le due modalità, però, talvolta coesistono, si intersecano, dando luogo a fenomeni che l’artista ama chiamare “finestre”, espansioni della coscienza nel mondo sensibile. “I miei quadri sono finestre che si affacciano sull’infinito”, scrive il pittore. La ricerca artistica coincide in tal modo con l’indagine sul significato ultimo dell’esistenza e si trasforma in una vera e propria “ricerca dell’assoluto”, del “Tempo ritrovato”. “La mia pittura è rappresentazione del dramma dell’esistenza, le mie opere sono intrise di un sentimento di rimpianto e di nostalgia per uno stato di felicità, di armonia e di bellezza perdute. L’ineffabile e l’invisibile diventano così un aspetto fondamentale delle mie opere, rivelano il destino tragico dell’uomo.”
10
dicembre 2007
Mario Corinthios
Dal 10 dicembre 2007 al 10 febbraio 2008
arte contemporanea
Location
HORTI SALLUSTIANI MODERN ART GALLERY
Roma, Via Piave, 28, (Roma)
Roma, Via Piave, 28, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato 10-13 e 14-19,30. Nel mese di dicembre aperti anche la domenica
Autore