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Mario D’Amico – Metafisica 2.0
Mario D’Amico fa una pittura senza tempo. Eppure con questa pittura è capace di raccontarci il nostro tempo con precisione algebrica e con toni di struggente elegia. Il rapporto tra l’Uomo e la Città è al centro della sua indagine paziente, minuziosa, mai retorica, capace di invenzioni poetiche.
Comunicato stampa
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Comunicato stampa
ASPETTANDO LA BIENNALE - quarto appuntamento
Quarto appuntamento all’insegna del confronto generazionale (e non solo) per la Rassegna "Aspettando la Biennale", SABATO 22 APRILE 2017, dalle 17, con DUE MOSTRE E UN CONCERTO alla Galleria ItinerArte, Venezia, Dorsoduro 1046 (accanto alle Gallerie dell'Accademia). Ingresso libero.
Simultaneamente, nei due spazi in cui si articola la Galleria fondata quattro anni orsono da Maria Novella dei Carraresi, ovvero lo Spazio Campiello e lo Spazio Rio Terà, inaugurazione delle due mostre dedicate rispettivamente alla personale di Mario D’Amico “Metafisica 2.0” e alla tripla-personale di C. Ferrara, F. Pavesi e L. Zilocchi intitolata “Tra astrazione e figurazione”, con un mini-concerto in acustica del giovanissimo cantautore ferrarese Enrico Testi.
Il confronto tra artisti di generazioni, regioni e back-ground diversissimi a cui si assisterà sabato pomeriggio a Venezia sarà una dimostrazione plastica di come nell’arte e nella cultura contemporanea siano cadute tutte le classiche barriere generazionali, di genere e regionali all’insegna di un’arte e una musica contemporanea molto “liquida” e di “attraversamento”: un ferrarese ventenne con la sua musica che attinge al Rock californiano può dialogare con un pittore romano ottantenne che si rifà al magistero della Metafisica dechirichiana o con tre artiste lombarde di generazioni intermedie che spaziano dalla figurazione all’astrazione, due delle quali oltre tutto approdate alla pittura provenendo dal teatro o da studi storico-archeologici e antropologici…
La direzione artistica della rassegna e la curatela delle mostre è di Virgilio Patarini. L’organizzazione di Zamenhof Art (Milano-Ferrara-Napoli), in collaborazione con Le Pleiadi (Venezia).
Le mostre sono visitabili fino al 28 aprile, tutti i giorni dalle 11 alle 13 e dalle 15,30 alle 18,30. Chiuso il lunedì mattina. Ingresso libero.
Il programma completo e dettagliato della rassegna (con foto e video degli eventi trascorsi) cliccando qui: https://www.zamenhofart.it/aspettando-la-biennale-venezia-2017/
MARIO D’AMICO, “METAFISICA 2.0”
Mario D’Amico fa una pittura senza tempo. Eppure con questa pittura è capace di raccontarci il nostro tempo con precisione algebrica e con toni di struggente elegia. Il rapporto tra l’Uomo e la Città è al centro della sua indagine paziente, minuziosa, precisa eppure mai ridondante, mai retorica, capace di invenzioni poetiche e metaforiche. Mario D’Amico fa una pittura che gioca col tempo: lo dilata, lo sospende. E in questo tempo sospeso, dilatato, l’Uomo e la Città affiorano alla luce tenue delle nostre coscienze per quello che sono oggi, tra solitudini e alienazioni, in un rapporto sempre in qualche modo sbilanciato. O l’Uomo è una minuscola, scialba figurina indistinta che a malapena si scorge tra i Palazzi squadrati e incombenti, e la Città regna sovrana e silenziosa, gigantesca e ineffabile; oppure viceversa, un Uomo enorme ma senza volto sovrasta i Palazzi per spostarli, sradicarli e trapiantarli altrove o per piantare sopra ognuno di essi un minuscolo scheletrico alberello, nel tentativo titanico e forse velleitario di dare vita ad una nuova più “umana”, ragionevole piuttosto che razionale, urbanizzazione. Mario D’Amico fa una pittura d’altri tempi, anche tecnicamente. Piccoli formati. Olio su tela. Eppure ogni suo quadro è un’epifania di assoluta attualità: un’epifania che di volta in volta ci rivela un’aporia -aperta come una ferita- o un’utopia – bruciante e disattesa come un sogno che al risveglio si dissolve- dei nostri tempi inquieti. E in tutto quel silenzio assordante, in tutti quegli uomini senza volto, manichini di spiccata umanità, in tutti quei palazzi squadrati, in tutte quelle città sospese, astratte eppure così concrete… in tutti quegli enigmi, in tutte quelle metafore poetiche, sfumate eppure così definite, non possiamo non scorgere con evidente ambiguità una diretta discendenza dalla Metafisica di De Chirico e di Carrà: De Chirico per i temi, Carrà per la tavolozza. Eppure non c’è nulla di anacronistico in questa pittura d’altri tempi. Forse potremmo chiamarla “Metafisica 2.0”.
Virgilio Patarini
Mario D’Amico nato in Tunisia nel 1935, si è dedicato fin da giovanissimo al disegno e alla pittura. L’itinerario artistico dell’autore, avviato nel lontano 1953 nell’atelier romano del pittore Giovanni Consolazione in via del Vantaggio e nella Scuola di nudo dell’Accademia di Belle Arti di Roma, lo ha poi visto presente in numerose manifestazioni culturali (premio Città di Roma, Premio Marco Aurelio, Salone degli indipendenti a Parigi nel 1985, XXII premio internazionale d’arte contemporanea di Monte-Carlo) e in mostre personali e collettive a Roma, Palermo, Milano, Torino, Ferrara, Cesenatico, Venezia.
Tra le personali ricordiamo quella all’Hotel de Paris di Monte-Carlo nel 1988, la personale “Geometrie Silenziose” presso la sede di “Federculture” a Roma nel 2007; la personale “Opere da Monte Carlo a Ortisei “ alla Casa della Cultura di Ortisei, Val Gardena nel 2008; alla Galleria “Arte e Profumi“ Roma, febbraio 2009; la personale “Immagini di realtà invisibili “ al Circolo culturale Ministero Affari Esteri, Roma aprile 2010; personale “Silenzi“ al Circolo Culturale e Artistico di Ortisei, agosto 2011; la mostra “Sei artisti per sei regioni“ alla Galleria d’Arte “La Telaccia“ di Torino, maggio 2012.
Tra le personali più recenti: a Piacenza nel complesso museale Ricci Oddi dal 3 al 14 maggio 2015; a Cremona alla galleria Immagini Spazio Arte, dal 24 maggio al 13 giugno 2015; a Milano alla Galleria Spazio E sul Naviglio Grande, dal 28 aprile al 6 maggio 2016; a Bologna alla Galleria WikiArte, dal 21 maggio al 2 giugno 2016; a Roma alla Galleria Vittoria, dal 28 marzo al 10 aprile 2017 e a Venezia, Galleria ItinerArte nell’aprile 2017.
Vive e lavora a Roma
ASPETTANDO LA BIENNALE - quarto appuntamento
Quarto appuntamento all’insegna del confronto generazionale (e non solo) per la Rassegna "Aspettando la Biennale", SABATO 22 APRILE 2017, dalle 17, con DUE MOSTRE E UN CONCERTO alla Galleria ItinerArte, Venezia, Dorsoduro 1046 (accanto alle Gallerie dell'Accademia). Ingresso libero.
Simultaneamente, nei due spazi in cui si articola la Galleria fondata quattro anni orsono da Maria Novella dei Carraresi, ovvero lo Spazio Campiello e lo Spazio Rio Terà, inaugurazione delle due mostre dedicate rispettivamente alla personale di Mario D’Amico “Metafisica 2.0” e alla tripla-personale di C. Ferrara, F. Pavesi e L. Zilocchi intitolata “Tra astrazione e figurazione”, con un mini-concerto in acustica del giovanissimo cantautore ferrarese Enrico Testi.
Il confronto tra artisti di generazioni, regioni e back-ground diversissimi a cui si assisterà sabato pomeriggio a Venezia sarà una dimostrazione plastica di come nell’arte e nella cultura contemporanea siano cadute tutte le classiche barriere generazionali, di genere e regionali all’insegna di un’arte e una musica contemporanea molto “liquida” e di “attraversamento”: un ferrarese ventenne con la sua musica che attinge al Rock californiano può dialogare con un pittore romano ottantenne che si rifà al magistero della Metafisica dechirichiana o con tre artiste lombarde di generazioni intermedie che spaziano dalla figurazione all’astrazione, due delle quali oltre tutto approdate alla pittura provenendo dal teatro o da studi storico-archeologici e antropologici…
La direzione artistica della rassegna e la curatela delle mostre è di Virgilio Patarini. L’organizzazione di Zamenhof Art (Milano-Ferrara-Napoli), in collaborazione con Le Pleiadi (Venezia).
Le mostre sono visitabili fino al 28 aprile, tutti i giorni dalle 11 alle 13 e dalle 15,30 alle 18,30. Chiuso il lunedì mattina. Ingresso libero.
Il programma completo e dettagliato della rassegna (con foto e video degli eventi trascorsi) cliccando qui: https://www.zamenhofart.it/aspettando-la-biennale-venezia-2017/
MARIO D’AMICO, “METAFISICA 2.0”
Mario D’Amico fa una pittura senza tempo. Eppure con questa pittura è capace di raccontarci il nostro tempo con precisione algebrica e con toni di struggente elegia. Il rapporto tra l’Uomo e la Città è al centro della sua indagine paziente, minuziosa, precisa eppure mai ridondante, mai retorica, capace di invenzioni poetiche e metaforiche. Mario D’Amico fa una pittura che gioca col tempo: lo dilata, lo sospende. E in questo tempo sospeso, dilatato, l’Uomo e la Città affiorano alla luce tenue delle nostre coscienze per quello che sono oggi, tra solitudini e alienazioni, in un rapporto sempre in qualche modo sbilanciato. O l’Uomo è una minuscola, scialba figurina indistinta che a malapena si scorge tra i Palazzi squadrati e incombenti, e la Città regna sovrana e silenziosa, gigantesca e ineffabile; oppure viceversa, un Uomo enorme ma senza volto sovrasta i Palazzi per spostarli, sradicarli e trapiantarli altrove o per piantare sopra ognuno di essi un minuscolo scheletrico alberello, nel tentativo titanico e forse velleitario di dare vita ad una nuova più “umana”, ragionevole piuttosto che razionale, urbanizzazione. Mario D’Amico fa una pittura d’altri tempi, anche tecnicamente. Piccoli formati. Olio su tela. Eppure ogni suo quadro è un’epifania di assoluta attualità: un’epifania che di volta in volta ci rivela un’aporia -aperta come una ferita- o un’utopia – bruciante e disattesa come un sogno che al risveglio si dissolve- dei nostri tempi inquieti. E in tutto quel silenzio assordante, in tutti quegli uomini senza volto, manichini di spiccata umanità, in tutti quei palazzi squadrati, in tutte quelle città sospese, astratte eppure così concrete… in tutti quegli enigmi, in tutte quelle metafore poetiche, sfumate eppure così definite, non possiamo non scorgere con evidente ambiguità una diretta discendenza dalla Metafisica di De Chirico e di Carrà: De Chirico per i temi, Carrà per la tavolozza. Eppure non c’è nulla di anacronistico in questa pittura d’altri tempi. Forse potremmo chiamarla “Metafisica 2.0”.
Virgilio Patarini
Mario D’Amico nato in Tunisia nel 1935, si è dedicato fin da giovanissimo al disegno e alla pittura. L’itinerario artistico dell’autore, avviato nel lontano 1953 nell’atelier romano del pittore Giovanni Consolazione in via del Vantaggio e nella Scuola di nudo dell’Accademia di Belle Arti di Roma, lo ha poi visto presente in numerose manifestazioni culturali (premio Città di Roma, Premio Marco Aurelio, Salone degli indipendenti a Parigi nel 1985, XXII premio internazionale d’arte contemporanea di Monte-Carlo) e in mostre personali e collettive a Roma, Palermo, Milano, Torino, Ferrara, Cesenatico, Venezia.
Tra le personali ricordiamo quella all’Hotel de Paris di Monte-Carlo nel 1988, la personale “Geometrie Silenziose” presso la sede di “Federculture” a Roma nel 2007; la personale “Opere da Monte Carlo a Ortisei “ alla Casa della Cultura di Ortisei, Val Gardena nel 2008; alla Galleria “Arte e Profumi“ Roma, febbraio 2009; la personale “Immagini di realtà invisibili “ al Circolo culturale Ministero Affari Esteri, Roma aprile 2010; personale “Silenzi“ al Circolo Culturale e Artistico di Ortisei, agosto 2011; la mostra “Sei artisti per sei regioni“ alla Galleria d’Arte “La Telaccia“ di Torino, maggio 2012.
Tra le personali più recenti: a Piacenza nel complesso museale Ricci Oddi dal 3 al 14 maggio 2015; a Cremona alla galleria Immagini Spazio Arte, dal 24 maggio al 13 giugno 2015; a Milano alla Galleria Spazio E sul Naviglio Grande, dal 28 aprile al 6 maggio 2016; a Bologna alla Galleria WikiArte, dal 21 maggio al 2 giugno 2016; a Roma alla Galleria Vittoria, dal 28 marzo al 10 aprile 2017 e a Venezia, Galleria ItinerArte nell’aprile 2017.
Vive e lavora a Roma
22
aprile 2017
Mario D’Amico – Metafisica 2.0
Dal 22 al 28 aprile 2017
arte contemporanea
Location
GALLERIA ITINERARTE
Venezia, Rio Terrà Della Carità, 1046, (Venezia)
Venezia, Rio Terrà Della Carità, 1046, (Venezia)
Orario di apertura
11-13 e 15,30-18,30
Vernissage
22 Aprile 2017, h 17
Autore
Curatore