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Mario De Leo – Pietre Miliari
Una ventina di opere dove colori, forme, tratti sono tante vibrazioni come le modulazioni della voce
Comunicato stampa
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MARIO DE LEO Il Cantastorie che vive per l'Arte con MONI OVADIA
" PIETRE MILIARI " dal 29 agosto all' 11 settembre 2008 – Vernissage venerdì 29 agosto 2008 ore 18.00. - L'Associazione Culturale Club Excalibur " Amici dell'Arte", inaugura venerdì 29 agosto alle ore 18.00 presso lo spazio di Solcio di Lesa la mostra " Pietre Miliari" di Mario De Leo, in collaborazione con Spazio Tadini, La Provincia di Novara e l'Assessorato alla Cultura di Lesa. Sono una ventina di opere dove colori, forme, tratti sono tante vibrazioni , come le modulazioni musicali della sua voce , De Leo canta e dipinge , la sua sinergia è grafica e fonica e traduce per noi, con la sensibilità che gli è propria tutta la filosofia della vita e del creato.
Mario De Leo è nato a Ruvo di Puglia nel 1944. Vive a Monza e lavora a Lissone nello Studio Perlarte. Negli anni ‘70 si è affermato come uno dei più genuini cantautori italiani (invitato più volte al Club Tenco di San Remo). De Leo è partito da un sentimento antropologico - sociale per far crescere lentamente un suo personalissimo percorso di musicista e di pittore. Negli anni '80 ha sempre più approfondito una ricerca pittorica tra espansioni segniche-surreali-cosmiche ed interferenze di materiali tecnologici essenzialmente di recupero. Dopo varie collettive ha allestito la sua prima personale a Milano, nell'87 (galleria OSAON) ed é stato poi invitato ad importanti rassegne nazionali ed internazionali come il Premio Suzzara, "Oggetti del necessario" (Spoleto), "Italian Reporter” (Metropolitan Museum di Tokyo) , "De Hominis Dignitate ", una mostra itinerante sul pensiero filosofico di PICO DELLA MIRANDOLA a New York, Parigi e città di Mirandola. Alcune opere dell’artista sono in esposizione permanente presso alcuni musei nazionali ed int“(...) De Leo esplora la macchina informatica a partire dallo stereotipo visivo delle sue viscere, e la schematizza sino a farne una sorta di motivo decorativo, sul quale far aggettare altre forme di visione anch’essa stereotipa, ma terragna, legata a un sapere antico, radicale del mondo. (...)Cosa potrà accadere a nuovi coboldi della macchina come De Leo non è dato di prevedere. Ciò che fa sperare è il cuore puro, la sana ingenuità e meraviglia, con cui uno come lui smonta mentalmente la macchina e la riduce a proporzioni ripensabili e giocabili.”
Flaminio Gualdoni
“(...) I suoi lavori non evocano veri e propri paesaggi cosmici, pur tradotti in uno stile astratto. La sensibilità e la cultura di De Leo attingono ad altro. Si tratta infatti del patrimonio tipicamente musicale più estremo, quello più vicino alla musica elettronica. Vi si sente l’esperienza dei suoni cosiddetti puri, in cui la divisione del tono e la qualità timbrica del medesimo non conoscono praticamente confine. I dipinti di De Leo sono dunque “musica” trasposta sul piano visivo e del tipo più sofisticato e rarefatto. E’ qui la base lirica di questi lavori, in cui il colore è sempre discreto, mai aggressivo ma assai coinvolgente gli strati più profondi. (...)”
Riccardo Barletta
“(...) L‘uomo è al centro dell’attenzione di De Leo, nella traccia scritta, nel lascito culturale, nella voce che ha nutrito la tradizione nei secoli. I segni incisi nella sua pittura sono segnali del passaggio e della presenza umana, lapidi, iscrizioni, moniti. Sono scrittura antica e criptata, antesignana dei sistemi informatici. Sono tavole della legge e codici di civiltà che accorpano millenni di storia. Documento di comunicazione e attestato di incomunicabilità. Come si riscontra nella realtà e nel tempo, nelle pagine del mondo, dall’origine dell’attualità. Talvolta nel tessuto scritto ricompare una figura primordiale, affiora come negazione di qualsiasi cambiamento, come dire che nonostante tutto è tutto uguale, nei diritti e nel sopruso, nelle attese e nel diniego. Come dare voce a quel motto saggio e antico che dice che il mondo cambia ma non cambia l’uomo.(...)”
Claudio Rizzi
“(...) Per molti anni mi sono occupato di musica tradizionale, non come studioso, ma con la passione di un viaggiatore amatoriale e il tratto ossessivo di un pusher che ha l’impellente urgenza di “spacciare” la merce che ha conosciuto ad altri perché ne possano godere. In questo senso l’incontro con Mario De Leo è stato uno dei più emozionanti della mia vita. Sentirlo cantare i suoi canti è stata un’esperienza intensa che mi ha permesso di accedere alla profondità di una cultura antica, quella della potente radice contadina del nostro migliore Sud. (...)”
Moni Ovadia
" PIETRE MILIARI " dal 29 agosto all' 11 settembre 2008 – Vernissage venerdì 29 agosto 2008 ore 18.00. - L'Associazione Culturale Club Excalibur " Amici dell'Arte", inaugura venerdì 29 agosto alle ore 18.00 presso lo spazio di Solcio di Lesa la mostra " Pietre Miliari" di Mario De Leo, in collaborazione con Spazio Tadini, La Provincia di Novara e l'Assessorato alla Cultura di Lesa. Sono una ventina di opere dove colori, forme, tratti sono tante vibrazioni , come le modulazioni musicali della sua voce , De Leo canta e dipinge , la sua sinergia è grafica e fonica e traduce per noi, con la sensibilità che gli è propria tutta la filosofia della vita e del creato.
Mario De Leo è nato a Ruvo di Puglia nel 1944. Vive a Monza e lavora a Lissone nello Studio Perlarte. Negli anni ‘70 si è affermato come uno dei più genuini cantautori italiani (invitato più volte al Club Tenco di San Remo). De Leo è partito da un sentimento antropologico - sociale per far crescere lentamente un suo personalissimo percorso di musicista e di pittore. Negli anni '80 ha sempre più approfondito una ricerca pittorica tra espansioni segniche-surreali-cosmiche ed interferenze di materiali tecnologici essenzialmente di recupero. Dopo varie collettive ha allestito la sua prima personale a Milano, nell'87 (galleria OSAON) ed é stato poi invitato ad importanti rassegne nazionali ed internazionali come il Premio Suzzara, "Oggetti del necessario" (Spoleto), "Italian Reporter” (Metropolitan Museum di Tokyo) , "De Hominis Dignitate ", una mostra itinerante sul pensiero filosofico di PICO DELLA MIRANDOLA a New York, Parigi e città di Mirandola. Alcune opere dell’artista sono in esposizione permanente presso alcuni musei nazionali ed int“(...) De Leo esplora la macchina informatica a partire dallo stereotipo visivo delle sue viscere, e la schematizza sino a farne una sorta di motivo decorativo, sul quale far aggettare altre forme di visione anch’essa stereotipa, ma terragna, legata a un sapere antico, radicale del mondo. (...)Cosa potrà accadere a nuovi coboldi della macchina come De Leo non è dato di prevedere. Ciò che fa sperare è il cuore puro, la sana ingenuità e meraviglia, con cui uno come lui smonta mentalmente la macchina e la riduce a proporzioni ripensabili e giocabili.”
Flaminio Gualdoni
“(...) I suoi lavori non evocano veri e propri paesaggi cosmici, pur tradotti in uno stile astratto. La sensibilità e la cultura di De Leo attingono ad altro. Si tratta infatti del patrimonio tipicamente musicale più estremo, quello più vicino alla musica elettronica. Vi si sente l’esperienza dei suoni cosiddetti puri, in cui la divisione del tono e la qualità timbrica del medesimo non conoscono praticamente confine. I dipinti di De Leo sono dunque “musica” trasposta sul piano visivo e del tipo più sofisticato e rarefatto. E’ qui la base lirica di questi lavori, in cui il colore è sempre discreto, mai aggressivo ma assai coinvolgente gli strati più profondi. (...)”
Riccardo Barletta
“(...) L‘uomo è al centro dell’attenzione di De Leo, nella traccia scritta, nel lascito culturale, nella voce che ha nutrito la tradizione nei secoli. I segni incisi nella sua pittura sono segnali del passaggio e della presenza umana, lapidi, iscrizioni, moniti. Sono scrittura antica e criptata, antesignana dei sistemi informatici. Sono tavole della legge e codici di civiltà che accorpano millenni di storia. Documento di comunicazione e attestato di incomunicabilità. Come si riscontra nella realtà e nel tempo, nelle pagine del mondo, dall’origine dell’attualità. Talvolta nel tessuto scritto ricompare una figura primordiale, affiora come negazione di qualsiasi cambiamento, come dire che nonostante tutto è tutto uguale, nei diritti e nel sopruso, nelle attese e nel diniego. Come dare voce a quel motto saggio e antico che dice che il mondo cambia ma non cambia l’uomo.(...)”
Claudio Rizzi
“(...) Per molti anni mi sono occupato di musica tradizionale, non come studioso, ma con la passione di un viaggiatore amatoriale e il tratto ossessivo di un pusher che ha l’impellente urgenza di “spacciare” la merce che ha conosciuto ad altri perché ne possano godere. In questo senso l’incontro con Mario De Leo è stato uno dei più emozionanti della mia vita. Sentirlo cantare i suoi canti è stata un’esperienza intensa che mi ha permesso di accedere alla profondità di una cultura antica, quella della potente radice contadina del nostro migliore Sud. (...)”
Moni Ovadia
29
agosto 2008
Mario De Leo – Pietre Miliari
Dal 29 agosto all'undici settembre 2008
arte contemporanea
Location
CLUB EXCALIBUR AMICI DELL’ARTE
Lesa, Via Felice Borroni, 1, (Novara)
Lesa, Via Felice Borroni, 1, (Novara)
Orario di apertura
Orari da Martedì a Venerdì: 15.30 > 19.00 - Sabato: 10.00 > 12.30 - 15.30 > 19.00 - Domenica su appuntamento - Lunedì Chiuso
Vernissage
29 Agosto 2008, ore 18.00
Autore