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Mario Ferrario – D’Acqua e di pianura
mostra dedicata al tema del paesaggio, tema caro all’artista lodigiano e presente nel corso della sua carriera secondo infinite sfumature e interpretazioni
Comunicato stampa
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La mostra D’Acqua e di pianura affronta un tema caro a Mario Ferrario: il paesaggio. Tema presente nella sua pittura fin dagli inizi e svolto nel corso degli anni secondo infinite sfumature formali (dal paesaggio di taglio veristico a quello post-impressionista) e cromatiche (le ormai note “declinazioni del verde” cui è stata peraltro intitolata l’esposizione viennese all’Afro-Asian Institute del 2002).
Il paesaggio costituisce perciò un filo rosso nell’attività di Mario Ferrario, non solo e non tanto come lirica contemplazione della natura, ma anche come denuncia delle trasformazioni ambientali, spesso disastrose, apportate dall’uomo moderno.
Questa mostra affianca perciò i due diversi filoni interpretativi del paesaggio: quello poetico con cui il pittore celebra le proprie origini, la natura lombarda dei verdi, del Po e dell’Adda e quello polemico - come Cieli d’Italia - che rappresenta il contributo attivo dell’artista alla tematica ambientalista.
Due filoni apparentemente opposti, ma che in realtà non sono affatto in contrasto tra loro, rappresentano bensì due aspetti di una stessa medaglia: l’amore di Mario Ferrario per la sua terra, l’ammirazione e lo stupore di fronte alla natura e la volontà di preservarla.
Ferrario si cimenta quindi in una costante sperimentazione formale e tecnica.
Dalle sue opere emerge una continua ricerca formale volta a potenziare la comunicazione di messaggi, di valori e di ideali attraverso cui l’artista intende sollecitare nel pubblico una fondamentale presa di coscienza su problematiche reali di interesse collettivo.
Attraverso la sua ricerca, Ferrario raggiunge inoltre un’estrema versatilità nell’utilizzo delle diverse tecniche, siano esse tradizionali (dall’evanescenza dell’acquarello al tratto esile e nervoso dell’incisione) o moderne (dalla corposità dei colori acrilici, a tecniche che sono il portato delle Avanguardie, simbolo stesso della modernità, come il collage e il décollage).
Per tutti questi aspetti l’arte di Mario Ferrario è un’arte complessa, che non si accontenta di rappresentare, ma che è quanto di più lontano dall’autoreferenzialità, costantemente alla ricerca di un’interazione con il pubblico, sia nell’evocazione di sentimenti e stati d’animo personali, sia nella comunicazione di messaggi dal valore collettivo, ad alto contenuto etico e civile.
Arianna Ferrario
Biografia
Mario Ferrario è nato a Borghetto Lodigiano nel 1948; attualmente vive e lavora in Val Tidone (PC).
All’età di quattordici anni inizia la sua passione per l’arte disegnando brevi storie a fumetti, passione che lo porterà a lavorare per importanti case editrici tra le quali: Rizzoli, Il Giorno e Arnoldo Mondadori. Durante la fine degli anni Sessanta frequenta ambienti artistici milanesi, tra i quali l’Accademia di Brera ed in particolare lo studio del maestro Giuseppe Motti; sarà proprio l’influenza artistica del pittore del Po a determinare il suo successivo sviluppo creativo. Da allora ha inizio il suo lungo viaggio nel mondo dell’arte che gli permetterà, fra l’altro, di stringere rapporti d’amicizia e di collaborazione con il maestro Ernesto Treccani e Emilio Tadini.
La sua attività artistica, recensita da importanti critici d’Arte e dallo storico prof. Raffaele De Grada, è datata oltre un trentennio e i suoi lavori sono presenti in collezioni private e pubbliche, in Italia e all’estero.
Oltre cinquanta le personali, tutte con la partecipazione di istituzioni pubbliche; all’estero con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia e l’Istituto di Cultura: Ginevra, Lipsia, Strasburgo, Lussemburgo, Vienna, Kortrijk Xpo-Belgium. In Italia, in importanti città d’Arte con il patrocinio delle Amministrazioni Comunali e Assessorati alla Cultura: Piacenza, Milano, Ferrara, Bergamo, Rimini, Venezia, Pistoia, Lecco, Lodi, Trento, Mantova, Pavia, Crema, Bologna.
Fin dai suoi esordi Ferrario ha sviluppato una sua pittura, costruendo il quadro secondo una tecnica di sovrapposizione dei piani attraverso la ricerca continua del colore.
Al suo lavoro di pittore affianca la passione per la poesia e brevi scritti: nel 1997 ha pubblicato e illustrato il libro di poesie “Il profumo della vita”; nel 1998 l’autobiografia “Il canto delle cicale”, patrocinati dalla casa editrice Sperling & Kupfer di Milano; nel 2002 il libro “Io pittore, figlio di un operaio”, Electa Mondadori.
Il paesaggio costituisce perciò un filo rosso nell’attività di Mario Ferrario, non solo e non tanto come lirica contemplazione della natura, ma anche come denuncia delle trasformazioni ambientali, spesso disastrose, apportate dall’uomo moderno.
Questa mostra affianca perciò i due diversi filoni interpretativi del paesaggio: quello poetico con cui il pittore celebra le proprie origini, la natura lombarda dei verdi, del Po e dell’Adda e quello polemico - come Cieli d’Italia - che rappresenta il contributo attivo dell’artista alla tematica ambientalista.
Due filoni apparentemente opposti, ma che in realtà non sono affatto in contrasto tra loro, rappresentano bensì due aspetti di una stessa medaglia: l’amore di Mario Ferrario per la sua terra, l’ammirazione e lo stupore di fronte alla natura e la volontà di preservarla.
Ferrario si cimenta quindi in una costante sperimentazione formale e tecnica.
Dalle sue opere emerge una continua ricerca formale volta a potenziare la comunicazione di messaggi, di valori e di ideali attraverso cui l’artista intende sollecitare nel pubblico una fondamentale presa di coscienza su problematiche reali di interesse collettivo.
Attraverso la sua ricerca, Ferrario raggiunge inoltre un’estrema versatilità nell’utilizzo delle diverse tecniche, siano esse tradizionali (dall’evanescenza dell’acquarello al tratto esile e nervoso dell’incisione) o moderne (dalla corposità dei colori acrilici, a tecniche che sono il portato delle Avanguardie, simbolo stesso della modernità, come il collage e il décollage).
Per tutti questi aspetti l’arte di Mario Ferrario è un’arte complessa, che non si accontenta di rappresentare, ma che è quanto di più lontano dall’autoreferenzialità, costantemente alla ricerca di un’interazione con il pubblico, sia nell’evocazione di sentimenti e stati d’animo personali, sia nella comunicazione di messaggi dal valore collettivo, ad alto contenuto etico e civile.
Arianna Ferrario
Biografia
Mario Ferrario è nato a Borghetto Lodigiano nel 1948; attualmente vive e lavora in Val Tidone (PC).
All’età di quattordici anni inizia la sua passione per l’arte disegnando brevi storie a fumetti, passione che lo porterà a lavorare per importanti case editrici tra le quali: Rizzoli, Il Giorno e Arnoldo Mondadori. Durante la fine degli anni Sessanta frequenta ambienti artistici milanesi, tra i quali l’Accademia di Brera ed in particolare lo studio del maestro Giuseppe Motti; sarà proprio l’influenza artistica del pittore del Po a determinare il suo successivo sviluppo creativo. Da allora ha inizio il suo lungo viaggio nel mondo dell’arte che gli permetterà, fra l’altro, di stringere rapporti d’amicizia e di collaborazione con il maestro Ernesto Treccani e Emilio Tadini.
La sua attività artistica, recensita da importanti critici d’Arte e dallo storico prof. Raffaele De Grada, è datata oltre un trentennio e i suoi lavori sono presenti in collezioni private e pubbliche, in Italia e all’estero.
Oltre cinquanta le personali, tutte con la partecipazione di istituzioni pubbliche; all’estero con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia e l’Istituto di Cultura: Ginevra, Lipsia, Strasburgo, Lussemburgo, Vienna, Kortrijk Xpo-Belgium. In Italia, in importanti città d’Arte con il patrocinio delle Amministrazioni Comunali e Assessorati alla Cultura: Piacenza, Milano, Ferrara, Bergamo, Rimini, Venezia, Pistoia, Lecco, Lodi, Trento, Mantova, Pavia, Crema, Bologna.
Fin dai suoi esordi Ferrario ha sviluppato una sua pittura, costruendo il quadro secondo una tecnica di sovrapposizione dei piani attraverso la ricerca continua del colore.
Al suo lavoro di pittore affianca la passione per la poesia e brevi scritti: nel 1997 ha pubblicato e illustrato il libro di poesie “Il profumo della vita”; nel 1998 l’autobiografia “Il canto delle cicale”, patrocinati dalla casa editrice Sperling & Kupfer di Milano; nel 2002 il libro “Io pittore, figlio di un operaio”, Electa Mondadori.
30
settembre 2007
Mario Ferrario – D’Acqua e di pianura
Dal 30 settembre all'otto ottobre 2007
arte contemporanea
Location
BRAMBATI ARTE
Vaprio D'adda, Via Natale Perego, 13/17, (Milano)
Vaprio D'adda, Via Natale Perego, 13/17, (Milano)
Orario di apertura
15.30 – 19.00 - lunedì chiuso
Vernissage
30 Settembre 2007, ore 18.00
Autore