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Mario Ferrario – Le declinazioni del verde
I colori, ed in particolare i verdi e come la loro combinazione, diminuisca od accentui la luminosità è centrale, nella ricerca attuale avviata da Ferrario, circa le forme di rappresentazione della natura
Comunicato stampa
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Biografia
Mario Ferrario è nato a Borghetto Lodigiano nel 1948; attualmente vive e lavora in Val Tidone (PC).
All’età di quattordici anni inizia la sua passione per l’arte disegnando brevi storie a fumetti, passione che lo porterà a lavorare per importanti case editrici tra le quali: Rizzoli, Il Giorno e Arnoldo Mondadori. Durante la fine degli anni Sessanta frequenta ambienti artistici milanesi, tra i quali l’Accademia di Brera ed in particolare lo studio del maestro Giuseppe Motti; sarà proprio l’influenza artistica del pittore del Po a determinare il suo successivo sviluppo creativo. Da allora ha inizio il suo lungo viaggio nel mondo dell’arte che gli permetterà, fra l’altro, di stringere rapporti d’amicizia e di collaborazione con il maestro Ernesto Treccani e Emilio Tadini.
La sua attività artistica, recensita da importanti critici d’Arte e dallo storico prof. Raffaele De Grada, è datata oltre un trentennio e i suoi lavori sono presenti in collezioni private e pubbliche, in Italia e all’estero.
Oltre cinquanta le personali, tutte con la partecipazione di istituzioni pubbliche; all’estero con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia e l’Istituto di Cultura: Ginevra, Lipsia, Strasburgo, Lussemburgo, Vienna, Kortrijk Xpo-Belgium. In Italia, in importanti città d’Arte con il patrocinio delle Amministrazioni Comunali e Assessorati alla Cultura: Piacenza, Milano, Ferrara, Bergamo, Rimini, Venezia, Pistoia, Lecco, Lodi, Trento.
Fin dai suoi esordi Ferrario ha sviluppato una sua pittura, costruendo il quadro secondo una tecnica di sovrapposizione dei piani attraverso la ricerca continua del colore.
Al suo lavoro di pittore affianca la passione per la poesia e brevi scritti: nel 1997 ha pubblicato e illustrato il libro di poesie “Il profumo della vita”; nel 1998 l’autobiografia “Il canto delle cicale”, patrocinati dalla casa editrice Sperling & Kupfer di Milano; nel 2002 il libro “Io pittore, figlio di un operaio”, Electa Mondadori.
Riflessioni
I colori, ed in particolare i verdi e come la loro combinazione, diminuisca od accentui la luminosità è centrale, nella ricerca attuale avviata da Ferrario, circa le forme di rappresentazione della natura, la cui infinita varietà che si trova nelle pianure native dell`artista la cui profondità spaziale è data dal continuo mutare della luce stessa e con essa la mutevolezza delle opere di Mario, le acque delle rogge assumono la trasparenza dei cieli, i verdi delle vegetazioni brillano e con le brume e le nebbie padane diventano soffici nell`immaginario di Ferrario. La possibilità della descrizione del paesaggio originato dai ricordi e dal presente della memoria visiva dell`artista, con la conseguente capacità di cogliere le infinite sfumature luminose presenti nella natura medesima e trasferirle sulla tela. Ferrario, indaga i fenomeni e le emozioni naturali interiori e circostanti, vuol raccontarsi e raccontare, restituendo atmosfere; nelle sue opere non si trovano gli elementi del paesaggio, ma le impressioni del luogo, del tempo, creati attraverso i suoi sentimenti e l`attaccamento alla sua terra, creando un “associazione”, una visione mentale che ha nel ricordo la sua linfa. Dipinge con i colori, ma pensa in termini di luce, questo e` il suo modo di rielaborare a distanza di tempo ciò che la mente a assimilato. Sviluppandosi interiormente Mario Ferrario, propone quello che ha appreso attraverso la sua storia, lo studio e l`osservazione richiedendo continue conferme nel confronto diretto con quei luoghi, alimentando così un ”continuom” immaginario personale e collettivo, originando un concentrato di stimoli, che lasciano tracce indelebili agli osservatori delle sue opere.
Nello Tajetti, gennaio 2006
Mario Ferrario è nato a Borghetto Lodigiano nel 1948; attualmente vive e lavora in Val Tidone (PC).
All’età di quattordici anni inizia la sua passione per l’arte disegnando brevi storie a fumetti, passione che lo porterà a lavorare per importanti case editrici tra le quali: Rizzoli, Il Giorno e Arnoldo Mondadori. Durante la fine degli anni Sessanta frequenta ambienti artistici milanesi, tra i quali l’Accademia di Brera ed in particolare lo studio del maestro Giuseppe Motti; sarà proprio l’influenza artistica del pittore del Po a determinare il suo successivo sviluppo creativo. Da allora ha inizio il suo lungo viaggio nel mondo dell’arte che gli permetterà, fra l’altro, di stringere rapporti d’amicizia e di collaborazione con il maestro Ernesto Treccani e Emilio Tadini.
La sua attività artistica, recensita da importanti critici d’Arte e dallo storico prof. Raffaele De Grada, è datata oltre un trentennio e i suoi lavori sono presenti in collezioni private e pubbliche, in Italia e all’estero.
Oltre cinquanta le personali, tutte con la partecipazione di istituzioni pubbliche; all’estero con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia e l’Istituto di Cultura: Ginevra, Lipsia, Strasburgo, Lussemburgo, Vienna, Kortrijk Xpo-Belgium. In Italia, in importanti città d’Arte con il patrocinio delle Amministrazioni Comunali e Assessorati alla Cultura: Piacenza, Milano, Ferrara, Bergamo, Rimini, Venezia, Pistoia, Lecco, Lodi, Trento.
Fin dai suoi esordi Ferrario ha sviluppato una sua pittura, costruendo il quadro secondo una tecnica di sovrapposizione dei piani attraverso la ricerca continua del colore.
Al suo lavoro di pittore affianca la passione per la poesia e brevi scritti: nel 1997 ha pubblicato e illustrato il libro di poesie “Il profumo della vita”; nel 1998 l’autobiografia “Il canto delle cicale”, patrocinati dalla casa editrice Sperling & Kupfer di Milano; nel 2002 il libro “Io pittore, figlio di un operaio”, Electa Mondadori.
Riflessioni
I colori, ed in particolare i verdi e come la loro combinazione, diminuisca od accentui la luminosità è centrale, nella ricerca attuale avviata da Ferrario, circa le forme di rappresentazione della natura, la cui infinita varietà che si trova nelle pianure native dell`artista la cui profondità spaziale è data dal continuo mutare della luce stessa e con essa la mutevolezza delle opere di Mario, le acque delle rogge assumono la trasparenza dei cieli, i verdi delle vegetazioni brillano e con le brume e le nebbie padane diventano soffici nell`immaginario di Ferrario. La possibilità della descrizione del paesaggio originato dai ricordi e dal presente della memoria visiva dell`artista, con la conseguente capacità di cogliere le infinite sfumature luminose presenti nella natura medesima e trasferirle sulla tela. Ferrario, indaga i fenomeni e le emozioni naturali interiori e circostanti, vuol raccontarsi e raccontare, restituendo atmosfere; nelle sue opere non si trovano gli elementi del paesaggio, ma le impressioni del luogo, del tempo, creati attraverso i suoi sentimenti e l`attaccamento alla sua terra, creando un “associazione”, una visione mentale che ha nel ricordo la sua linfa. Dipinge con i colori, ma pensa in termini di luce, questo e` il suo modo di rielaborare a distanza di tempo ciò che la mente a assimilato. Sviluppandosi interiormente Mario Ferrario, propone quello che ha appreso attraverso la sua storia, lo studio e l`osservazione richiedendo continue conferme nel confronto diretto con quei luoghi, alimentando così un ”continuom” immaginario personale e collettivo, originando un concentrato di stimoli, che lasciano tracce indelebili agli osservatori delle sue opere.
Nello Tajetti, gennaio 2006
02
febbraio 2006
Mario Ferrario – Le declinazioni del verde
Dal 02 al 18 febbraio 2006
arte contemporanea
Location
MILARTE
Milano, Via Solferino, 42, (Milano)
Milano, Via Solferino, 42, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 15-19
Vernissage
2 Febbraio 2006, ore 18-21
Autore