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Mario Liga
mostra antologica
Comunicato stampa
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Per la prima volta protagonista di una mostra antologica a Palermo, Mario Liga espone le sue opere nella sala delle Bifore di Palazzo Sclafani (piazza Vittoria 14), per il ciclo di appuntamenti con l’arte promossi dalla Provincia. L’inaugurazione è prevista per sabato 4 giugno, alle 18.30, con ingresso libero. La mostra è curata dalla cooperativa C.G.S. di Bagheria.
Liga, classe ’34, nato e cresciuto a Bagheria - ragazzo di bottega dei fratelli Ducato, maestri del carretto siciliano, amico e “allievo” di Nino Garajo e di Renato Guttuso, che conobbe nel ’62, pittore “militante” negli anni ‘60 e ’70 in uno dei contesti culturali e artistici più attivi della Sicilia prima, e della capitale poi - Liga ha portato i suoi quadri in Italia e all’estero. E’ stato ospite delle gallerie romane della gloriosa via Margutta, ha esposto a Caracas, alla fondazione “Sotheby’s” di New York (dove si trasferì per un periodo nell’85), ma fino a questo momento Palermo non gli aveva mai tributato una mostra che documentasse i suoi “primi” 40 di carriera. Palazzo Sclafani accoglierà dunque 70 opere, la maggior parte delle quali sono olii su tela o su vetro, realizzate tra il 1965 e il 2005.
Filo conduttore dell’esposizione - che è rimasta senza un titolo preciso proprio per evidenziare il carattere ‘antologico’ - è Bagheria e la realtà che circonda i suoi abitanti, con i paesaggi barocchi, le campagne assolate, le barche ormeggiate ad Aspra e i pescatori, le carpenterie di Sant’Elia, le “raccoglitrici di olive” e la “fanciulla alla lettura”, le contrade anguste di Ballacera o del Corvo, le case povere ma dalle tinte smaglianti, con il punto di fuga che congiunge la terra al cielo sempre indefinito, tendente verso l’alto.
Dal punto di vista tecnico, cifra peculiare di Liga è il colore, nel suo impasto vigoroso e, in particolare, nei grigi della tavolozza mescolati alle ceneri dei tronchi d’albero bruciacchiati, negli azzurri che sembrano lievitare, nelle pennellate dense che fanno tutt’uno con la terra e la polvere, nel bianco abbacinante delle mura sgretolate, che torna nei quadri più recenti.
“L’antologica di Liga – commenta il presidente della Provincia, Francesco Musotto – rappresenta un doveroso tributo ad una voce forte e cristallina, che l’amministrazione di Palazzo Comitini ha voluto ascoltare e fare ascoltare con attenzione. La devozione per la sua terra, la coerenza nella pittura e nella riservatezza, la protesta culturale ed ecologica che ha imbracciato da autentico pioniere – prosegue Musotto - ne fanno un esempio lucido per tutto il pubblico del territorio”.
Piero Montana, artista e critico concittadino di Liga, definisce il suo stile cromatico una vera e propria “fisiologia del colore”, frutto di una costante sperimentazione in una sorta di “laboratorio alchemico”; il realismo di Liga è dunque, secondo Montana, “magico e materico”, frutto di un equilibrio tra astrazione e figurazione.
Intenso è stato e continua ad essere l’impegno dell’artista per denunciare lo scempio della sua città e di tutta l’isola, come scrive il poeta bagherese Castrense Civello: “[….] Liga leva il suo addio al paese antico che scompare, al mestiere arcaico che si spegne lentamente in una lenta agonia, e scaglia le sue pennellate contro i vandali distruttori del suggestivo paesaggio dell’Aspra deturpato e sventrato mostruosamente ogni giorno, eternandolo nella tipica pittura di un murale graffito sulla facciata di un palazzo, al centro di Bagheria, tra villa Trabia e villa Valguarnera, provocando così il consenso unanime dei suoi concittadini”.
Liga, classe ’34, nato e cresciuto a Bagheria - ragazzo di bottega dei fratelli Ducato, maestri del carretto siciliano, amico e “allievo” di Nino Garajo e di Renato Guttuso, che conobbe nel ’62, pittore “militante” negli anni ‘60 e ’70 in uno dei contesti culturali e artistici più attivi della Sicilia prima, e della capitale poi - Liga ha portato i suoi quadri in Italia e all’estero. E’ stato ospite delle gallerie romane della gloriosa via Margutta, ha esposto a Caracas, alla fondazione “Sotheby’s” di New York (dove si trasferì per un periodo nell’85), ma fino a questo momento Palermo non gli aveva mai tributato una mostra che documentasse i suoi “primi” 40 di carriera. Palazzo Sclafani accoglierà dunque 70 opere, la maggior parte delle quali sono olii su tela o su vetro, realizzate tra il 1965 e il 2005.
Filo conduttore dell’esposizione - che è rimasta senza un titolo preciso proprio per evidenziare il carattere ‘antologico’ - è Bagheria e la realtà che circonda i suoi abitanti, con i paesaggi barocchi, le campagne assolate, le barche ormeggiate ad Aspra e i pescatori, le carpenterie di Sant’Elia, le “raccoglitrici di olive” e la “fanciulla alla lettura”, le contrade anguste di Ballacera o del Corvo, le case povere ma dalle tinte smaglianti, con il punto di fuga che congiunge la terra al cielo sempre indefinito, tendente verso l’alto.
Dal punto di vista tecnico, cifra peculiare di Liga è il colore, nel suo impasto vigoroso e, in particolare, nei grigi della tavolozza mescolati alle ceneri dei tronchi d’albero bruciacchiati, negli azzurri che sembrano lievitare, nelle pennellate dense che fanno tutt’uno con la terra e la polvere, nel bianco abbacinante delle mura sgretolate, che torna nei quadri più recenti.
“L’antologica di Liga – commenta il presidente della Provincia, Francesco Musotto – rappresenta un doveroso tributo ad una voce forte e cristallina, che l’amministrazione di Palazzo Comitini ha voluto ascoltare e fare ascoltare con attenzione. La devozione per la sua terra, la coerenza nella pittura e nella riservatezza, la protesta culturale ed ecologica che ha imbracciato da autentico pioniere – prosegue Musotto - ne fanno un esempio lucido per tutto il pubblico del territorio”.
Piero Montana, artista e critico concittadino di Liga, definisce il suo stile cromatico una vera e propria “fisiologia del colore”, frutto di una costante sperimentazione in una sorta di “laboratorio alchemico”; il realismo di Liga è dunque, secondo Montana, “magico e materico”, frutto di un equilibrio tra astrazione e figurazione.
Intenso è stato e continua ad essere l’impegno dell’artista per denunciare lo scempio della sua città e di tutta l’isola, come scrive il poeta bagherese Castrense Civello: “[….] Liga leva il suo addio al paese antico che scompare, al mestiere arcaico che si spegne lentamente in una lenta agonia, e scaglia le sue pennellate contro i vandali distruttori del suggestivo paesaggio dell’Aspra deturpato e sventrato mostruosamente ogni giorno, eternandolo nella tipica pittura di un murale graffito sulla facciata di un palazzo, al centro di Bagheria, tra villa Trabia e villa Valguarnera, provocando così il consenso unanime dei suoi concittadini”.
04
giugno 2005
Mario Liga
Dal 04 al 25 giugno 2005
arte contemporanea
Location
PALAZZO SCLAFANI
Palermo, Piazza Vittoria, 14, (Palermo)
Palermo, Piazza Vittoria, 14, (Palermo)
Orario di apertura
utti i giorni, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19
Vernissage
4 Giugno 2005, ore 18.30
Autore