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Mario Merz – Il castello di foglie è un’architettura ideale
“La mostra è costruita sul rapporto tra le celle del convento e i disegni dell’artista, quasi a voler suggerire una sorta di diario privato di lavoro, che viene rivelato al pubblico nell’atmosfera rarefatta dell’edificio monastico, adibito un tempo alla preghiera e alla meditazione” scrive Ludovico Pratesi.
Comunicato stampa
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Dopo aver ospitato la mostra personale di Enzo Cucchi nell’estate del 2007 e quella di Ettore Spalletti nell’estate del 2008, l’arte contemporanea internazionale torna nel convento dei Servi di Maria di Monteciccardo con il terzo appuntamento di MEMORIALE DAL CONVENTO dedicato a MARIO MERZ. Il titolo del ciclo, tratto da un celebre romanzo dello scrittore portoghese Josè Saramago, sottolinea la particolare natura del luogo che ospita la mostra: un convento del Seicento immerso nel paesaggio marchigiano.
Così, le antiche celle dei monaci affacciate su un semplice chiostro di mattoni, ospitano una serie di opere di Mario Merz, maestro dell’Arte Povera, dedicate alla natura intesa in senso reale, formale e simbolico. Ogni stanza del conventino sarà dedicata ad un soggetto che Merz ha tratto dalla natura: la spirale, la serie numerica di Fibonacci, le piante e gli animali. Un itinerario intimo all’interno della ricerca dell’artista condotto attraverso opere custodite dalla Fondazione Merz, che sottolineano la capacità di Merz di ispirarsi alle energie primordiali della natura per realizzare opere in grado di rinominare il mondo.
Grandi acquerelli su carta dominati da minacciose sagome di animali fantastici, rettili e sauri, disegni dove il tracciato della spirale presente nelle chiocciole si intreccia con la serie numerica di Fibonacci, matematico pisano vissuto nel Medioevo, installazioni che uniscono neon e immagini fotografiche per interpretare l’idea del ciclo generativo della natura. Opere che tornano a dialogare con il paesaggio naturale, che circonda il conventino e trasforma la mostra in un luogo di riflessione sul vero senso dell’arte.
“La mostra è costruita sul rapporto tra le celle del convento e i disegni dell’artista, quasi a voler suggerire una sorta di diario privato di lavoro, che viene rivelato al pubblico nell’atmosfera rarefatta dell’edificio monastico, adibito un tempo alla preghiera e alla meditazione” scrive Ludovico Pratesi.
Mario Merz (Milano, 1925 – Torino, 2003) è stato un artista, pittore e scultore italiano, esponente della corrente dell'arte povera.
Numerose le installazioni realizzate in spazi esterni come a Torino, Parigi, Ginevra, Sonsbeck e Münster e le mostre collettive e personali nelle più importanti istituzioni museali come il Guggenheim Museum, New York, il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, il Centro Luigi Pecci, Prato e la Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Trento, Kunsthalle, Berna, Biennale di Tokyo, Kunstmuseum, Lucerna, Documenta 5, Kassel, Biennale di Venezia.
Così, le antiche celle dei monaci affacciate su un semplice chiostro di mattoni, ospitano una serie di opere di Mario Merz, maestro dell’Arte Povera, dedicate alla natura intesa in senso reale, formale e simbolico. Ogni stanza del conventino sarà dedicata ad un soggetto che Merz ha tratto dalla natura: la spirale, la serie numerica di Fibonacci, le piante e gli animali. Un itinerario intimo all’interno della ricerca dell’artista condotto attraverso opere custodite dalla Fondazione Merz, che sottolineano la capacità di Merz di ispirarsi alle energie primordiali della natura per realizzare opere in grado di rinominare il mondo.
Grandi acquerelli su carta dominati da minacciose sagome di animali fantastici, rettili e sauri, disegni dove il tracciato della spirale presente nelle chiocciole si intreccia con la serie numerica di Fibonacci, matematico pisano vissuto nel Medioevo, installazioni che uniscono neon e immagini fotografiche per interpretare l’idea del ciclo generativo della natura. Opere che tornano a dialogare con il paesaggio naturale, che circonda il conventino e trasforma la mostra in un luogo di riflessione sul vero senso dell’arte.
“La mostra è costruita sul rapporto tra le celle del convento e i disegni dell’artista, quasi a voler suggerire una sorta di diario privato di lavoro, che viene rivelato al pubblico nell’atmosfera rarefatta dell’edificio monastico, adibito un tempo alla preghiera e alla meditazione” scrive Ludovico Pratesi.
Mario Merz (Milano, 1925 – Torino, 2003) è stato un artista, pittore e scultore italiano, esponente della corrente dell'arte povera.
Numerose le installazioni realizzate in spazi esterni come a Torino, Parigi, Ginevra, Sonsbeck e Münster e le mostre collettive e personali nelle più importanti istituzioni museali come il Guggenheim Museum, New York, il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, il Centro Luigi Pecci, Prato e la Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Trento, Kunsthalle, Berna, Biennale di Tokyo, Kunstmuseum, Lucerna, Documenta 5, Kassel, Biennale di Venezia.
24
luglio 2009
Mario Merz – Il castello di foglie è un’architettura ideale
Dal 24 luglio al 25 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA IL CONVENTINO
Monteciccardo, Via Conventino, 3, (Pesaro E Urbino)
Monteciccardo, Via Conventino, 3, (Pesaro E Urbino)
Orario di apertura
dal venerdì alla domenica ore 18,00-20,00 o su prenotazione
Vernissage
24 Luglio 2009, ore 19
Autore
Curatore