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Mario Michele Pascale – Divinamente…Pascale
Mostra di pittura
Comunicato stampa
Segnala l'evento
1) Perchè ha scelto "Divinamente...Pascale" come titolo della mostra?
MM: In verità il titolo di una mostra compete al curatore. Nel caso di Giorgia Gallinari ci conosciamo talmente bene che le ho affidato integralmente in custodia il Pascale-pensiero ed ha fatto lei. Il risultato è, per me, convincente ed efficace, ma più che altro dovrebbe rispondere la curatrice a questa domanda.
Giorgia Gallinari: partendo dal suo avvicinamento critico al Divino, dall'immagine che le sue opere mi rimandano, dal mio modo di interpretare i suoi quadri e la sua persona, non avrei potuto scegliere titolo diverso.
2) Quali reazioni/emozioni pensa di suscitare con questa mostra?
Sa, quando mi sono dato all'arte era molto divertente, la gente inveiva, s'indignava, letteralmente "pregava per la mia anima" o mi acclamava. Ora il pubblico si è stabilizzato, non essendo io più una novità e le mie tematiche ben note al pubblico. Alle mie mostre si avvicinano persone già avezze al mio modo di pensare ed i vernissage sfiorano il dibattito filosofico. Ecco, vorrei, semplicemente, proseguire sulla strada della comunicazione tra me ed il mio pubblico.
3) Cos'è l'arte per Pascale?
Comunicazione, anzitutto. Rimango stizzito di fronte alle ninfee e alle anime sognanti che le acclamano; detesto i sospiri e chi ingoia pezzetti d'anima di fronte all'assoluto. Adoro, invece, la pop art, i murales, la fotografia pubblicitaria e l'arte "politica". In un mondo che, per quanto scolarizzato, torna velocemente verso l'analfabetismo intellettuale, l'icona è la massima forma di comunicazione; colpisce di più un cartellone pubblicitario che un volume di 800 pagine, che trova sempre meno estimatori.
Dopodichè, vi prego di consentirmelo, giacchè il maestro è pur sempre il maestro, arte è atto estetico; adoro le performanceces, il teatro, l'artista vate (Carmelo Bene compreso) e l'ideale del pittore dandy. Quest'ultima via è la più pericolosa, per quanto affascinante; termina con lo spegnersi lentamente, come il protagonista de La morte a Venezia, di Thomas Mann, la fine drastica di Mishima o il rancoroso silenzio finale di D'Annunzio.
Ma fare arte è anche una scommessa e perchè, quindi, non accettare la sfida?
4) Se il maestro Pascale fosse un colore, quale sarebbe?
Mmh ... Turchese. Ma guai a lei se mi chiede il perchè ...
5) Progetti in vista?
Esistere, anzitutto, che non sempre è una cosa semplice. Esistere non vuol dire mangiare bere dormire e andare di corpo, bensì, oltre a quello, essere eticamente parte della società nella quale si vive. La mia è un'arte che vuole parlare alle coscienze; certo lo fa per paradossi, con violenza, con sarcasmo; i miei non sono, in genere, i quadri che si trovano incorniciati nei salotti delle famiglie piccolo borghesi.
Voglio continuare a scuotere le coscienze e ad essere politicamente scorretto, cosa che mi riesce molto bene. Sto preparando, esaurito pittoricamente l'argomento teologico con questa esposizione al caffè Revel, un ciclo di grandi dimensioni (100x150 cm) dal titolo "Italian Pop", che prenderà in esame tutti i miti nazional popolari. Il primo della serie, già terminato, si chiama "magna, caca e investi nel mattone", dedicato all'italica passione per l'edilizia. Poi verrà "la mamma è sempre la mamma", etc.
In più vorrei dedicarmi alla fotografia e alle installazioni, che ultimamente ho un pò trascurato; lì riprenderò il discorso sul sacro che, come lei ben sa, è il mio cavallo di battaglia.
MM: In verità il titolo di una mostra compete al curatore. Nel caso di Giorgia Gallinari ci conosciamo talmente bene che le ho affidato integralmente in custodia il Pascale-pensiero ed ha fatto lei. Il risultato è, per me, convincente ed efficace, ma più che altro dovrebbe rispondere la curatrice a questa domanda.
Giorgia Gallinari: partendo dal suo avvicinamento critico al Divino, dall'immagine che le sue opere mi rimandano, dal mio modo di interpretare i suoi quadri e la sua persona, non avrei potuto scegliere titolo diverso.
2) Quali reazioni/emozioni pensa di suscitare con questa mostra?
Sa, quando mi sono dato all'arte era molto divertente, la gente inveiva, s'indignava, letteralmente "pregava per la mia anima" o mi acclamava. Ora il pubblico si è stabilizzato, non essendo io più una novità e le mie tematiche ben note al pubblico. Alle mie mostre si avvicinano persone già avezze al mio modo di pensare ed i vernissage sfiorano il dibattito filosofico. Ecco, vorrei, semplicemente, proseguire sulla strada della comunicazione tra me ed il mio pubblico.
3) Cos'è l'arte per Pascale?
Comunicazione, anzitutto. Rimango stizzito di fronte alle ninfee e alle anime sognanti che le acclamano; detesto i sospiri e chi ingoia pezzetti d'anima di fronte all'assoluto. Adoro, invece, la pop art, i murales, la fotografia pubblicitaria e l'arte "politica". In un mondo che, per quanto scolarizzato, torna velocemente verso l'analfabetismo intellettuale, l'icona è la massima forma di comunicazione; colpisce di più un cartellone pubblicitario che un volume di 800 pagine, che trova sempre meno estimatori.
Dopodichè, vi prego di consentirmelo, giacchè il maestro è pur sempre il maestro, arte è atto estetico; adoro le performanceces, il teatro, l'artista vate (Carmelo Bene compreso) e l'ideale del pittore dandy. Quest'ultima via è la più pericolosa, per quanto affascinante; termina con lo spegnersi lentamente, come il protagonista de La morte a Venezia, di Thomas Mann, la fine drastica di Mishima o il rancoroso silenzio finale di D'Annunzio.
Ma fare arte è anche una scommessa e perchè, quindi, non accettare la sfida?
4) Se il maestro Pascale fosse un colore, quale sarebbe?
Mmh ... Turchese. Ma guai a lei se mi chiede il perchè ...
5) Progetti in vista?
Esistere, anzitutto, che non sempre è una cosa semplice. Esistere non vuol dire mangiare bere dormire e andare di corpo, bensì, oltre a quello, essere eticamente parte della società nella quale si vive. La mia è un'arte che vuole parlare alle coscienze; certo lo fa per paradossi, con violenza, con sarcasmo; i miei non sono, in genere, i quadri che si trovano incorniciati nei salotti delle famiglie piccolo borghesi.
Voglio continuare a scuotere le coscienze e ad essere politicamente scorretto, cosa che mi riesce molto bene. Sto preparando, esaurito pittoricamente l'argomento teologico con questa esposizione al caffè Revel, un ciclo di grandi dimensioni (100x150 cm) dal titolo "Italian Pop", che prenderà in esame tutti i miti nazional popolari. Il primo della serie, già terminato, si chiama "magna, caca e investi nel mattone", dedicato all'italica passione per l'edilizia. Poi verrà "la mamma è sempre la mamma", etc.
In più vorrei dedicarmi alla fotografia e alle installazioni, che ultimamente ho un pò trascurato; lì riprenderò il discorso sul sacro che, come lei ben sa, è il mio cavallo di battaglia.
14
marzo 2009
Mario Michele Pascale – Divinamente…Pascale
Dal 14 al 28 marzo 2009
arte contemporanea
Location
CAFFE’ REVEL
Civitavecchia, Lungomare Thaon De Revel, 10, (Roma)
Civitavecchia, Lungomare Thaon De Revel, 10, (Roma)
Orario di apertura
ore 18- 01
Vernissage
14 Marzo 2009, ore 18
Autore
Curatore