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Mario Raviele – Travedere e non vedere
Mostra d’arte contemporanea di pittura scultura e grafica di Mario Raviele.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sarà inaugurata martedi' 11 agosto alle ore 20:00 presso Palazzo Celestini in Corso Manfredi 26, a Manfredonia, la mostra d'arte contemporanea di pittura scultura e grafica di Mario Raviele.
Beneventano di nascita, foggiano d'adozione, completa gli studi all'Accademia di Belle Arti di Napoli nel 1971, in pieno autunno caldo e contestazione studentesca del '68. Ha sempre accompagnato la sua attività di docente con una pratica artistica in cui ha potuto dare concretezza al proprio impegno civile, sociale e politico. L'arte di Mario Raviele, ha infatti scritto Gaetano Cristino ”affonda le sue radici in quella figurazione critica degli anni '60 e '70 che ha consentito a molti artisti di non perdere il contatto con la realtà, coniugando molteplici esigenze di riflessione sul mondo contemporaneo, sia sul versante sociale che su quello più legato agli aspetti formali dell'opera”. Prosegue Guido Pensato nella presentazione: <
Mario Raviele si è sempre ritagliato uno spazio dal quale interveniva con il proprio impegno artistico e precise predilezioni. Dai primi anni '70, nei quali anche Foggia sembrava nutrire fiducia in un profondo cambiamento, prende deciso le mosse ”l'attivismo” di Mario: dagli spazi di Viale Michelangelo, di Via Delli Carri (l'ex sezione del PCI dedicata a Ho Chi Minh), all'art-studio di Vico Teatro 1. A distanza di trent 'anni, nell'aprile 2007, Raviele pubblica presso Luciano Ragozzino a Milano un libro d'artista dal titolo inequivocabile “Ambiguità”, attraverso il quale batte in resta contro le doppiezze e i tradimenti di una scena politica, nei confronti della quale continua a reclamare ”amore, giustizia, uguaglianza, dignità, lavoro, diritti negati e violati, in nome dell'immagine doppia e ambigua”. Senza dimenticare quelli che, a suo dire, si verificano in campo artistico, dominato da scelte che dichiara, deciso ma dolente- ”io non farei mai!”. Eppure, paladino di una tradizione realistica e figurativa che vede confermata dal ritorno alla tela, al disegno e alla pittura compiuto dalla Transavanguardia (e non solo), in un rapido scambio di battute, si è spinto ad ammettere la legittimità di scelte e percorsi diversi. La presenza di Raviele nel panorama artistico è sempre stata all'insegna di connotati precisi, riconoscibili, sul piano etico-civile. Il mio rapporto con lui, lungo ma a lungo, ”a distanza”, è segnato da una differenza, per quel che riguarda le predilezioni in campo artistico: da un lato la coerente riproposizione degli stilemi figurativi ,dall'altro l'insofferenza per il ”tutto chiaro, tutto visibile, tutto riconoscibile”. Le tele di Raviele confermano di coltivare in seno dubbi e ambiguità: ingredienti fondamentali di quell'universo psicologico e sociale di cui si occupa l'arte. Non rassicuranti risposte (ove mai l'artista abbia pensato di trovarne, sulle orme della Bauhaus, di Klee, di Bacon...), quindi, ma domande ulteriori. E' vero, certo, quel che scrive Gaetano Cristino: >. Malgrado lo sviluppo tecnologico e telematico, i mezzi che usa sono ancora tele, pennelli, colori e tutto ciò che gli capita tra le mani in modo “gestuale e segnico”; strumenti del presente come rimane un linguaggio del presente la figurazione insieme ad altre forme espressive, a patto che siano “sincere”, non improvvisate, frutto di continuo lavoro evolutivo. L'uomo che lotta, vive, gioisce, soffre, unitamente alla luce-colore-natura-mediterranea sono le sue fonti di ispirazione. Tra vedere e non vedere è il tema di questa mostra , con forme ambivalenti-composte-scomposte-ricomposte-sezionate-sovrapposte-defigurate-pensieri-emozioni-contrasti-velature-trasparenze . Catalogo e monografia a cura di Gaetano Cristino e Guido Pensato, realizzati da Claudio Grenzi Editor
Beneventano di nascita, foggiano d'adozione, completa gli studi all'Accademia di Belle Arti di Napoli nel 1971, in pieno autunno caldo e contestazione studentesca del '68. Ha sempre accompagnato la sua attività di docente con una pratica artistica in cui ha potuto dare concretezza al proprio impegno civile, sociale e politico. L'arte di Mario Raviele, ha infatti scritto Gaetano Cristino ”affonda le sue radici in quella figurazione critica degli anni '60 e '70 che ha consentito a molti artisti di non perdere il contatto con la realtà, coniugando molteplici esigenze di riflessione sul mondo contemporaneo, sia sul versante sociale che su quello più legato agli aspetti formali dell'opera”. Prosegue Guido Pensato nella presentazione: <
11
agosto 2009
Mario Raviele – Travedere e non vedere
Dall'undici al 23 agosto 2009
arte contemporanea
Location
PALAZZO DEI CELESTINI
Manfredonia, Corso Manfredi, 22, (Foggia)
Manfredonia, Corso Manfredi, 22, (Foggia)
Orario di apertura
ore 18.30-22,00
Vernissage
11 Agosto 2009, ore 20
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