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Mario Ricci – Quadro su quadro
La mostra presenta al pubblico una nuova serie di dipinti in cui niente è come appare: ciascun quadro è determinato dall’accostamento di più tele di differente formato, combinate (e combinabili) tra loro fino a generare un’ordinata griglia geometrica. Allo stesso modo la superficie di ogni modulo, di cui l’occhio è spinto a percepire la curvatura prodotta da una pressione interna che preme per uscire, è il risultato di un puntuale inganno del pennello
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Da lunedì 2 maggio la sede romana del gruppo Azimut ospita la personale dell’artista Mario Ricci dal titolo Quadro su
quadro, a cura di Giacomo D’Andrea, Roberta Aureli e Giovanni Argan. La mostra presenta al pubblico una nuova
serie di dipinti in cui niente è come appare: ciascun quadro è determinato dall’accostamento di più tele di differente
formato, combinate (e combinabili) tra loro fino a generare un’ordinata griglia geometrica. Allo stesso modo la
superficie di ogni modulo, di cui l’occhio è spinto a percepire la curvatura prodotta da una pressione interna che
preme per uscire, è il risultato di un puntuale inganno del pennello.
Dopo il successo di critica e pubblico delle finte estroflessioni dipinte nella serie Vedo bene vedo male, nelle quali
l’illusionismo dei giochi di ombre suggeriva allo spettatore la presenza di figure in movimento appena sotto la tela,
Ricci torna a indagare i limiti, le difficoltà e le infinite possibilità della visione, tentando di superare la
bidimensionalità della pittura con la pittura stessa.
“Il quadro come corpo vivo, organismo determinato da più quadri, si apre, si chiude, appartiene allo spazio e lo
modifica. L’accostamento di più tele, apparentemente convesse, apparentemente piatte, genera una griglia pittorica
reale e volumetrica nei vuoti tra le tele. Il quadro non è pura superficie ma volume, doppiamente espresso, nella
realtà e nell’illusione pittorica”, spiegano i curatori.
Mario Ricci è nato nel 1962 a Genazzano (Roma), dove vive e lavora. Tra le mostre personali si ricordano: Mario
Ricci (Montefalco, 2014); Vedo bene vedo male, a cura di Claudio Libero Pisano (Genazzano, 2009); Attesa, a cura di
Marco Bussagli (Frosinone, 2007); Sottotela, a cura di Stefano Catalani (Seattle, 2004); Impronte, a cura di Stefano
Catalani (La Valletta, Malta, 2002); Come fiore essiccato rinascente, a cura di Marco Bussagli (Palestrina, 1994 e
Roma, 1995). Tra le collettive: Fragili eroi. Storia di una collezione, a cura di Alberto Dambruoso (Roma, 2016); A
piedi scalzi, a cura di Roberto Gramiccia (Roma, 2012); The Last Judgement Project, a cura di Stefano Catalani
(Seattle, 2003); Punto di fuga. Favola, a cura di Simonetta Lux (Genazzano, 1999); Incantesimi, a cura di Simonetta
Lux (Bomarzo, 1997); Omaggio a Brancusi, a cura di Fabio Sargentini (Roma, 1989).
quadro, a cura di Giacomo D’Andrea, Roberta Aureli e Giovanni Argan. La mostra presenta al pubblico una nuova
serie di dipinti in cui niente è come appare: ciascun quadro è determinato dall’accostamento di più tele di differente
formato, combinate (e combinabili) tra loro fino a generare un’ordinata griglia geometrica. Allo stesso modo la
superficie di ogni modulo, di cui l’occhio è spinto a percepire la curvatura prodotta da una pressione interna che
preme per uscire, è il risultato di un puntuale inganno del pennello.
Dopo il successo di critica e pubblico delle finte estroflessioni dipinte nella serie Vedo bene vedo male, nelle quali
l’illusionismo dei giochi di ombre suggeriva allo spettatore la presenza di figure in movimento appena sotto la tela,
Ricci torna a indagare i limiti, le difficoltà e le infinite possibilità della visione, tentando di superare la
bidimensionalità della pittura con la pittura stessa.
“Il quadro come corpo vivo, organismo determinato da più quadri, si apre, si chiude, appartiene allo spazio e lo
modifica. L’accostamento di più tele, apparentemente convesse, apparentemente piatte, genera una griglia pittorica
reale e volumetrica nei vuoti tra le tele. Il quadro non è pura superficie ma volume, doppiamente espresso, nella
realtà e nell’illusione pittorica”, spiegano i curatori.
Mario Ricci è nato nel 1962 a Genazzano (Roma), dove vive e lavora. Tra le mostre personali si ricordano: Mario
Ricci (Montefalco, 2014); Vedo bene vedo male, a cura di Claudio Libero Pisano (Genazzano, 2009); Attesa, a cura di
Marco Bussagli (Frosinone, 2007); Sottotela, a cura di Stefano Catalani (Seattle, 2004); Impronte, a cura di Stefano
Catalani (La Valletta, Malta, 2002); Come fiore essiccato rinascente, a cura di Marco Bussagli (Palestrina, 1994 e
Roma, 1995). Tra le collettive: Fragili eroi. Storia di una collezione, a cura di Alberto Dambruoso (Roma, 2016); A
piedi scalzi, a cura di Roberto Gramiccia (Roma, 2012); The Last Judgement Project, a cura di Stefano Catalani
(Seattle, 2003); Punto di fuga. Favola, a cura di Simonetta Lux (Genazzano, 1999); Incantesimi, a cura di Simonetta
Lux (Bomarzo, 1997); Omaggio a Brancusi, a cura di Fabio Sargentini (Roma, 1989).
02
maggio 2016
Mario Ricci – Quadro su quadro
Dal 02 al 13 maggio 2016
arte contemporanea
Location
PALAZZO AZIMUT
Roma, Via Flaminia, 133, (Roma)
Roma, Via Flaminia, 133, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì ore 10.00 – 18-00
Vernissage
2 Maggio 2016, ore 18.30
Autore
Curatore