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Mario Sasso – Urban Life. Galassie Urbane
Una campionatura delle sue opere più recenti, i teli, che rappresentano la verticalità dell’ambiente urbano, e i pacchi, tesi a rappresentare il tema dello spostamento e della trasversalità del tema della globalizzazione
Comunicato stampa
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In anteprima alla grande mostra antologica di Mario Sasso in programma per ottobre 2008 al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Mosca, la Galleria pH7 presenta una campionatura delle sue opere più recenti, i teli, che rappresentano la verticalità dell’ambiente urbano, e i pacchi, tesi a rappresentare il tema dello spostamento e della trasversalità del tema della globalizzazione.
Mario Sasso nei suoi recenti Paintbox, pacchi e teli in pvc, ridefinisce ulteriormente i canoni della pittura digitale spingendosi in una tensione verso l’amplificazione della proprietà simbolica e metaforica dell’opera e del suo soggetto costante, la città, spinta sull’orlo della deflagrazione attraverso un linguaggio al culmine dell’integrazione sintattica e reciprocamente funzionale di tecnologie e pittura, segni e significati, spazio oggetto, percezione e visionarietà.
La struttura semantica -della griglia di informazioni- è quella di una metropoli come ambito di una condizione umana ineludibile e in costante trasformazione, oggi sull’orlo di una crisi di identità, nell’oscillazione tra appropriazione dello spazio e non riconoscibilità del luogo. Un luogo molteplice e contaminato, vaporizzato e fluido come una sorta di galassia apparentemente babelica dove la percezione segna percorsi imprevedibili e talvolta spiazzanti.
La città estrema di Sasso è la postmetropoli mobile e slittante della globalizzazione, lo spazio nomade e vaporizzato dell’esperienza in viaggio verso una nuova, inedita estetica urbana come territorio cangiante del quotidiano, “un’emblematico crocevia dove si intrecciano spazio effettivo ed affettivo in una nuova eventualità di relazione, per ristabilire percorsi possibili dove riconoscersi e ritrovarsi, per poi eventualmente, perdersi ancora….”
Nell’inventario delle cose da salvare per un ipotetico Archivio Universale per il futuro a cui consegnare e tramandare l’identità e la memoria del presente, non dovrebbero mancare i “Teli” e i “Pacchi” di Mario Sasso. Le ultime opere dell’artista sono oggetti spaziali ibridi, opere da viaggio, accumunabili in un certo senso a quell’idea poetica e “leggera”della scultura intuita da Bruno Munari nelle sue sculture portatili o da Pino Pascali nelle “Shaped Canvases”.Rispondono a un principio simile ma contrario che non è quello della sosta di Munari né quello ironicamente sedentario di Pascali, bensì quello del viaggio incessante , dello spostamento continuo. Riflettono l’identità umana e sociale dell’individuo contemporaneo e del suo contesto ovvero la metropoli come luogo reale e metaforico del viaggio dove dai suoi esordi da pittore negli anni Sessanta, incentra la sua poetica intrecciando senso di appartenenza ed estraneità, radicamento e provvisorietà , coagulando valenze psicologiche, immaginarie, percettive e semantiche, sentimento del tempo e memoria affettiva. (Patrizia Ferri)
Mario Sasso nei suoi recenti Paintbox, pacchi e teli in pvc, ridefinisce ulteriormente i canoni della pittura digitale spingendosi in una tensione verso l’amplificazione della proprietà simbolica e metaforica dell’opera e del suo soggetto costante, la città, spinta sull’orlo della deflagrazione attraverso un linguaggio al culmine dell’integrazione sintattica e reciprocamente funzionale di tecnologie e pittura, segni e significati, spazio oggetto, percezione e visionarietà.
La struttura semantica -della griglia di informazioni- è quella di una metropoli come ambito di una condizione umana ineludibile e in costante trasformazione, oggi sull’orlo di una crisi di identità, nell’oscillazione tra appropriazione dello spazio e non riconoscibilità del luogo. Un luogo molteplice e contaminato, vaporizzato e fluido come una sorta di galassia apparentemente babelica dove la percezione segna percorsi imprevedibili e talvolta spiazzanti.
La città estrema di Sasso è la postmetropoli mobile e slittante della globalizzazione, lo spazio nomade e vaporizzato dell’esperienza in viaggio verso una nuova, inedita estetica urbana come territorio cangiante del quotidiano, “un’emblematico crocevia dove si intrecciano spazio effettivo ed affettivo in una nuova eventualità di relazione, per ristabilire percorsi possibili dove riconoscersi e ritrovarsi, per poi eventualmente, perdersi ancora….”
Nell’inventario delle cose da salvare per un ipotetico Archivio Universale per il futuro a cui consegnare e tramandare l’identità e la memoria del presente, non dovrebbero mancare i “Teli” e i “Pacchi” di Mario Sasso. Le ultime opere dell’artista sono oggetti spaziali ibridi, opere da viaggio, accumunabili in un certo senso a quell’idea poetica e “leggera”della scultura intuita da Bruno Munari nelle sue sculture portatili o da Pino Pascali nelle “Shaped Canvases”.Rispondono a un principio simile ma contrario che non è quello della sosta di Munari né quello ironicamente sedentario di Pascali, bensì quello del viaggio incessante , dello spostamento continuo. Riflettono l’identità umana e sociale dell’individuo contemporaneo e del suo contesto ovvero la metropoli come luogo reale e metaforico del viaggio dove dai suoi esordi da pittore negli anni Sessanta, incentra la sua poetica intrecciando senso di appartenenza ed estraneità, radicamento e provvisorietà , coagulando valenze psicologiche, immaginarie, percettive e semantiche, sentimento del tempo e memoria affettiva. (Patrizia Ferri)
29
aprile 2008
Mario Sasso – Urban Life. Galassie Urbane
Dal 29 aprile al 20 maggio 2008
arte contemporanea
Location
PH7 ART GALLERY
Roma, Via Della Scrofa, 46, (Roma)
Roma, Via Della Scrofa, 46, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16-20
Vernissage
29 Aprile 2008, ore 18.00
Autore
Curatore