Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Mario Schifano – Correre rapinoso attraverso le cose del mondo
ABC-ARTE celebra uno dei più importanti artisti italiani, Mario Schifano, tramite un nucleo di 29 monocromi su carta e rare diapositive e fotografie, la mostra divisa tra le due sedi di Milano e Genova accompagna gli spettatori in un percorso totalizzante all’interno della produzione dell’artista.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
ABC-ARTE celebra uno dei più importanti artisti italiani, Mario Schifano, attraverso un approfondito ed esaustivo percorso fotografico e pittorico.
Tramite un nucleo di 29 monocromi su carta e rare diapositive e fotografie, la mostra allestita da ABC-ARTE nella sede storica di Genova con appendice autonoma nella sede di Milano, ABC-ARTE ONE OF, accompagna gli spettatori in un percorso totalizzante.
Nella sede meneghina il percorso sarà più intimo ed introduttivo, nella sede genovese i visitatori avranno l’opportunità di immergersi completamente nell’opera dell’artista attraverso una selezione più ampia di lavori.
Il vernissage a Milano si terrà giovedì 8 febbraio dalle 18:30 in via Santa Croce 21.
“Ti vorrei portare in una strada vicino a Piazza del Popolo per vedere le strisce pedonali. Lì ho pensato di
fare i quadri monocromi. Per me tutto è cominciato in quel momento” .
Inizia così la vicenda di Mario Schifano, dalla visione della realtà portata all’interno della sua opera. Il quotidiano e la vita reale entrano e divengono protagoniste del suo lavoro. Non omette il vissuto anzi lo esalta e lo rende il principale attore del suo essere artista. Il titolo della mostra imprime il senso del divenire nella sua opera attraverso la cattura di immagini, siano esse statiche, siano esse in movimento. In fondo il nomignolo a lui dato da Parise, il Puma, definiva bene una delle grandi qualità di questo straordinario artista: la sua agilità felina e ferina nel cogliere l’attimo della vita.
Sua compagna di viaggio fin dall’inizio è la macchina fotografica, in versione 6x6 e 35 mm, poi anche la polaroid. La visione schermica intesa come elemento strutturale e concettuale diviene essenziale nella pittura di Mario Schifano e anche il cinema come altro paradigma assunse una sua rilevanza.
Nel decennio degli anni ’60 Schifano compie i suoi tre viaggi americani; al suo arrivo a New York nel 1963 è colpito dai cartelloni pubblicitari, neri, sulla morte di John F. Kennedy e li fotografa; come fotografa la città con prospettive di ogni tipo, con tagli e inquadrature che riflettono una voracità visiva inarrestabile.
Andare per strada, in viaggio, vedere, conoscere, lo sprona ad una nuova sensibilità, che va dal quadro- finestra al quadro-schermo.
I monocromi sono creati con grandi campiture di colore, uniforme, aggregato e disgregato da una stesura a smalto che cola e infrange il bordo dello schermo. L’immagine fotografica diviene una superficie visiva, le immagini della strada, della vita, potrebbero essere proiettate e accolte su queste superfici.
Maurizio Fagiolo dell’Arco, tra i più acuti interpreti del lavoro di Schifano scrisse: “L’arma di Schifano è il régard, un occhio-obiettivo, una camera fotografica mentale. Non vede una cosa ma la vede ‘inquadrata’, la vede ‘angolata’, considera cioè il mondo-della-vita dietro uno schermo, che è oggettivo ma finisce per dare un’impronta ‘astratta’ agli ultimi frammenti mondani”.
Le immagini fotografiche divengono nel tempo aggregazioni visionarie, testimonianze di momenti irripetibili, divenuti nel tempo mitici, montaggi e sovrapposizioni di soggetti e sensazioni. Si percepisce dalle stesse una “smania di bruciar tappe”, “quel suo correre rapinoso attraverso le cose del mondo”, “eccezionale qualità di puntare d’istinto ai bersagli giusti”.
In mostra si potranno vedere in alternanza con superfici monocromatiche, frutto di un momento negli anni ’70 di rielaborazione dei suoi soggetti con una attitudine all’autocitazione, ossia lo spazio concettuale della sua opera, una selezione della sterminata produzione fotografica di Mario Schifano, concentrata qui tra il 1963 e il 1970, anno del viaggio on the road in America con Nancy Ruspoli. Questa straordinaria raccolta è il fondo fotografico di Rinaldo Rossi, amico e sodale di Mario Schifano, di cui l’artista diceva “…in fondo lui è peggio di me!”.
La mostra è stata resa possibile dalla preziosa collaborazione dell’Archivio Mario Schifano, costituito nel 2003 da Monica De Bei Schifano e Marco Giuseppe Schifano.
Un pubblicazione bilingue, ABC-ARTE edizioni, sarà realizzata con testi autoriali e con un ricco apparato documentale.
--------
ABC-ARTE celebrates on of the most important Italian artists, Mario Schifano, in an in-depth and exhaustive survey of his photographs and paintings.
A nucleus of 93 photographs and 29 monochromes in the exhibition in the historic ABC-ARTE gallery in Genoa, with an autonomous appendix in the ABC-ARTE ONE OF gallery in Milan, will guide the visitors through a totalising survey, enhanced by the projection of a mass of multimedia material composed of rare slides and photographs.
The route in the Milanese gallery will be more intimate and introductory, while in the Genoese gallery visitors will have the opportunity to immerse themselves completely in the work of the artist with a wider selection of works.
The inauguration in Milan will be held on Thursday 8 February from 6:30 PM in Via Santa Croce 21.
“I would like to take you to a street near Piazza del Popolo to see the crosswalks. There I thought of doing the
monochrome paintings. For me everything started at that moment."
So begins the story of Mario Schifano, from the vision of reality brought inside his work. The everyday and real life enter and become protagonists of his work. He does not omit the lived experience rather he enhances it and makes it the main actor of his being an artist. The title of the exhibition imprints the sense of becoming in his work through the capture of images, whether static or in motion.
After all, the nickname given to him by Parise, the Puma, defined well one of the great qualities of this extraordinary artist: his feline and feral agility in capturing the moment of life.
His traveling companion from the beginning is the camera, in 6x6 and 35 mm versions, then also the polaroid. The screen vision understood as a structural and conceptual element became essential in Mario Schifano's painting, and cinema as another paradigm also assumed its relevance.
In the decade of the 1960s Schifano made his three American trips; upon his arrival in New York in 1963 he was struck by the billboards, black, about the death of John F. Kennedy and photographed them; as he photographed the city with perspectives of all kinds, with cuts and shots reflecting an unstoppable visual voracity. Going on the road, traveling, seeing, knowing, spurs him to a new sensibility, ranging from picture- window to picture-screen.
Monochromes are created with large swathes of color, uniform, aggregated and disaggregated by an enamel layering that drips and shatters the edge of the screen. The photographic image becomes a visual surface, images of the street, of life, could be projected and received on these surfaces.
Maurizio Fagiolo dell'Arco, among the sharpest interpreters of Schifano's work wrote: "Schifano's weapon is the régard, an eye-lens, a mental camera. He does not see a thing but sees it 'framed,' he sees it 'angled,' that is, he considers the world-of-life behind a screen, which is objective but ends up giving an 'abstract' imprint to the latest mundane fragments."
Photographic images become over time visionary aggregations, testimonies of unrepeatable moments that have become mythical, montages and superimpositions of subjects and sensations. One perceives from them an "eagerness to burn stages," "that rapacious running through the things of the world," "exceptional quality of instinctively aiming at the right targets.”
The exhibition will feature alternating monochromatic surfaces, i.e. the conceptual space of his work, a selection of Mario Schifano's endless photographic production, concentrated here between 1963 and 1970, the year of his on-the road trip to America with Nancy Ruspoli. This extraordinary collection is the photographic collection of Rinaldo Rossi, Mario Schifano's friend and associate, of whom the artist said "...after all, he is worse than me!”.
The exhibition was made possible by the valuable collaboration of the Mario Schifano Archive, established in 2003 by Monica De Bei Schifano and Marco Giuseppe Schifano.
A bilingual publication, ABC-ARTE editions, will be produced with authorial texts and a rich documentary apparatus.
Tramite un nucleo di 29 monocromi su carta e rare diapositive e fotografie, la mostra allestita da ABC-ARTE nella sede storica di Genova con appendice autonoma nella sede di Milano, ABC-ARTE ONE OF, accompagna gli spettatori in un percorso totalizzante.
Nella sede meneghina il percorso sarà più intimo ed introduttivo, nella sede genovese i visitatori avranno l’opportunità di immergersi completamente nell’opera dell’artista attraverso una selezione più ampia di lavori.
Il vernissage a Milano si terrà giovedì 8 febbraio dalle 18:30 in via Santa Croce 21.
“Ti vorrei portare in una strada vicino a Piazza del Popolo per vedere le strisce pedonali. Lì ho pensato di
fare i quadri monocromi. Per me tutto è cominciato in quel momento” .
Inizia così la vicenda di Mario Schifano, dalla visione della realtà portata all’interno della sua opera. Il quotidiano e la vita reale entrano e divengono protagoniste del suo lavoro. Non omette il vissuto anzi lo esalta e lo rende il principale attore del suo essere artista. Il titolo della mostra imprime il senso del divenire nella sua opera attraverso la cattura di immagini, siano esse statiche, siano esse in movimento. In fondo il nomignolo a lui dato da Parise, il Puma, definiva bene una delle grandi qualità di questo straordinario artista: la sua agilità felina e ferina nel cogliere l’attimo della vita.
Sua compagna di viaggio fin dall’inizio è la macchina fotografica, in versione 6x6 e 35 mm, poi anche la polaroid. La visione schermica intesa come elemento strutturale e concettuale diviene essenziale nella pittura di Mario Schifano e anche il cinema come altro paradigma assunse una sua rilevanza.
Nel decennio degli anni ’60 Schifano compie i suoi tre viaggi americani; al suo arrivo a New York nel 1963 è colpito dai cartelloni pubblicitari, neri, sulla morte di John F. Kennedy e li fotografa; come fotografa la città con prospettive di ogni tipo, con tagli e inquadrature che riflettono una voracità visiva inarrestabile.
Andare per strada, in viaggio, vedere, conoscere, lo sprona ad una nuova sensibilità, che va dal quadro- finestra al quadro-schermo.
I monocromi sono creati con grandi campiture di colore, uniforme, aggregato e disgregato da una stesura a smalto che cola e infrange il bordo dello schermo. L’immagine fotografica diviene una superficie visiva, le immagini della strada, della vita, potrebbero essere proiettate e accolte su queste superfici.
Maurizio Fagiolo dell’Arco, tra i più acuti interpreti del lavoro di Schifano scrisse: “L’arma di Schifano è il régard, un occhio-obiettivo, una camera fotografica mentale. Non vede una cosa ma la vede ‘inquadrata’, la vede ‘angolata’, considera cioè il mondo-della-vita dietro uno schermo, che è oggettivo ma finisce per dare un’impronta ‘astratta’ agli ultimi frammenti mondani”.
Le immagini fotografiche divengono nel tempo aggregazioni visionarie, testimonianze di momenti irripetibili, divenuti nel tempo mitici, montaggi e sovrapposizioni di soggetti e sensazioni. Si percepisce dalle stesse una “smania di bruciar tappe”, “quel suo correre rapinoso attraverso le cose del mondo”, “eccezionale qualità di puntare d’istinto ai bersagli giusti”.
In mostra si potranno vedere in alternanza con superfici monocromatiche, frutto di un momento negli anni ’70 di rielaborazione dei suoi soggetti con una attitudine all’autocitazione, ossia lo spazio concettuale della sua opera, una selezione della sterminata produzione fotografica di Mario Schifano, concentrata qui tra il 1963 e il 1970, anno del viaggio on the road in America con Nancy Ruspoli. Questa straordinaria raccolta è il fondo fotografico di Rinaldo Rossi, amico e sodale di Mario Schifano, di cui l’artista diceva “…in fondo lui è peggio di me!”.
La mostra è stata resa possibile dalla preziosa collaborazione dell’Archivio Mario Schifano, costituito nel 2003 da Monica De Bei Schifano e Marco Giuseppe Schifano.
Un pubblicazione bilingue, ABC-ARTE edizioni, sarà realizzata con testi autoriali e con un ricco apparato documentale.
--------
ABC-ARTE celebrates on of the most important Italian artists, Mario Schifano, in an in-depth and exhaustive survey of his photographs and paintings.
A nucleus of 93 photographs and 29 monochromes in the exhibition in the historic ABC-ARTE gallery in Genoa, with an autonomous appendix in the ABC-ARTE ONE OF gallery in Milan, will guide the visitors through a totalising survey, enhanced by the projection of a mass of multimedia material composed of rare slides and photographs.
The route in the Milanese gallery will be more intimate and introductory, while in the Genoese gallery visitors will have the opportunity to immerse themselves completely in the work of the artist with a wider selection of works.
The inauguration in Milan will be held on Thursday 8 February from 6:30 PM in Via Santa Croce 21.
“I would like to take you to a street near Piazza del Popolo to see the crosswalks. There I thought of doing the
monochrome paintings. For me everything started at that moment."
So begins the story of Mario Schifano, from the vision of reality brought inside his work. The everyday and real life enter and become protagonists of his work. He does not omit the lived experience rather he enhances it and makes it the main actor of his being an artist. The title of the exhibition imprints the sense of becoming in his work through the capture of images, whether static or in motion.
After all, the nickname given to him by Parise, the Puma, defined well one of the great qualities of this extraordinary artist: his feline and feral agility in capturing the moment of life.
His traveling companion from the beginning is the camera, in 6x6 and 35 mm versions, then also the polaroid. The screen vision understood as a structural and conceptual element became essential in Mario Schifano's painting, and cinema as another paradigm also assumed its relevance.
In the decade of the 1960s Schifano made his three American trips; upon his arrival in New York in 1963 he was struck by the billboards, black, about the death of John F. Kennedy and photographed them; as he photographed the city with perspectives of all kinds, with cuts and shots reflecting an unstoppable visual voracity. Going on the road, traveling, seeing, knowing, spurs him to a new sensibility, ranging from picture- window to picture-screen.
Monochromes are created with large swathes of color, uniform, aggregated and disaggregated by an enamel layering that drips and shatters the edge of the screen. The photographic image becomes a visual surface, images of the street, of life, could be projected and received on these surfaces.
Maurizio Fagiolo dell'Arco, among the sharpest interpreters of Schifano's work wrote: "Schifano's weapon is the régard, an eye-lens, a mental camera. He does not see a thing but sees it 'framed,' he sees it 'angled,' that is, he considers the world-of-life behind a screen, which is objective but ends up giving an 'abstract' imprint to the latest mundane fragments."
Photographic images become over time visionary aggregations, testimonies of unrepeatable moments that have become mythical, montages and superimpositions of subjects and sensations. One perceives from them an "eagerness to burn stages," "that rapacious running through the things of the world," "exceptional quality of instinctively aiming at the right targets.”
The exhibition will feature alternating monochromatic surfaces, i.e. the conceptual space of his work, a selection of Mario Schifano's endless photographic production, concentrated here between 1963 and 1970, the year of his on-the road trip to America with Nancy Ruspoli. This extraordinary collection is the photographic collection of Rinaldo Rossi, Mario Schifano's friend and associate, of whom the artist said "...after all, he is worse than me!”.
The exhibition was made possible by the valuable collaboration of the Mario Schifano Archive, established in 2003 by Monica De Bei Schifano and Marco Giuseppe Schifano.
A bilingual publication, ABC-ARTE editions, will be produced with authorial texts and a rich documentary apparatus.
08
febbraio 2024
Mario Schifano – Correre rapinoso attraverso le cose del mondo
Dall'otto febbraio al 06 aprile 2024
arte moderna
Location
ABC-ARTE ONE OF
Milano, Via Santa Croce, 21, (MI)
Milano, Via Santa Croce, 21, (MI)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15-19
Vernissage
8 Febbraio 2024, dalle 18:30
Sito web
Autore
Curatore