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Mario Vidor – Eva
Acque, paesaggi e sensualità ovvero le fotografie di Mario Vidor in una mostra di opere scelte, in cui l’artista trevigiano coniuga caratteri ambientali e poetiche letterarie, la passione e il desiderio, la forza e l’energia: lo sviluppo di un percorso iconograficamente complesso e affascinante
Comunicato stampa
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Opere scelte di una collezione più ampia, già presentata in ambito internazionale e pubblicata in un volume fotografico: ecco EVA, un nome che evoca le origini dell’umanità attraverso immagini di donne contemporanee, immerse nella natura… corpi del desiderio che non cadono nell’edonismo gratuito, ambientati con maestria e raffinatezza in spazi modellati dal tempo, dal vento e dall’acqua.
Sembra che nei suoi scatti Vidor evochi mentalmente la pittura, suo primo amore.
Le donne di Vidor si allontanano dalle acque per poi ritornarci, ancora una volta, quasi come le protagoniste di Cezanne, in un senso di grande serenità, in un'unica dimensione naturale.
Con EVA il fotografo trevigiano coniuga tempi e modi di una storia delle arti entro cui ricondurre i diversi generi: il paesaggio, il nudo, la figura umana. Complessità e armonia scandiscono le fotografie di Vidor, diventano un modello di relazione ma, soprattutto, una condizione dinamica, di movimento.
La presenza femminile è in grado di rappresentare configurazioni e volumi, tensioni ma anche passioni, le stesse che vivono dentro la roccia, la materia, l’oggetto che cambia nel tempo e la cui trasformazione diventa segno e simbolo.
Così Vidor lascia "cadere" i corpi, abbandonati a una condizione di solitudine ma, anche, d’intimità.
Le sue foto, in questo senso, testimoniano una posizione interiore e pacata, una condizione umana profonda, una linea analitica dei rapporti tra oggetto e soggetto, tra significato e significante.
E forse nell'idea di un fluire e di una metamorfosi si fa concreta la forma suadente di un paesaggio come specchio dell'occhio, in grado di scoprire nella natura le tensioni, nei corpi le passioni, ovvero il senso di un'unione, la forza di una comunicazione.
Come scrive Enrico Gusella, "Vidor investe spazi e linee di un territorio, percorsi di un paesaggio da narrare tra le rocce e i boschi, dentro a una natura forse già contaminata, forse ancora da scoprire, comunque immensamente ricca di suggestioni ed emozioni.
Corpo, immagine e ambiente: un trinomio concreto, un assioma unico nel panorama oggettivo e soggettivo dell'uomo”.
In collaborazione con l’Associazione culturale Art@ltro e il Gruppo Fotografico di Massa Marittima.
MARIO VIDOR | BIOGRAFIA
Nasce provincia di Treviso, nel 1948.
Dalle sue prime esperienze pittoriche degli anni Ottanta, la sua attenzione si è in seguito spostata sulla fotografia, tecnica con cui ha caratterizzato la produzione di questi ultimi vent'anni. Il corpo, il nudo, e il paesaggio sono alcuni ambiti lungo i quali ha sviluppato una ricerca del tutto particolare e originale, riscuotendo numerosi premi e riconoscimenti nazionali (Premio Bancarella, 1992; Premio "Carlo Goldoni", 1996; Premio "Territorio Odissea 2000", 1998). Ha tenuto numerose mostre personali (oltre 160) in Italia e all'estero, in Austria, Canada, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Polonia, Repubblica Popolare Cinese, Slovenia, Ungheria, U.S.A. Sue opere sono conservate nelle collezioni di musei e gallerie: Diaframma - Milano; Fondazione Querini Stampalia - Venezia; Musei croati di Albona, Pinguente, Pisino, Rovigno; Biblioteca Nazionale di Francia - Parigi; Fondazione Internazionale delle Arti Contemporanee - Pechino; Charles Scott Gallery Emilicars Institute of art e design - Vancouver; Museo MUO - Zagabria.
Sembra che nei suoi scatti Vidor evochi mentalmente la pittura, suo primo amore.
Le donne di Vidor si allontanano dalle acque per poi ritornarci, ancora una volta, quasi come le protagoniste di Cezanne, in un senso di grande serenità, in un'unica dimensione naturale.
Con EVA il fotografo trevigiano coniuga tempi e modi di una storia delle arti entro cui ricondurre i diversi generi: il paesaggio, il nudo, la figura umana. Complessità e armonia scandiscono le fotografie di Vidor, diventano un modello di relazione ma, soprattutto, una condizione dinamica, di movimento.
La presenza femminile è in grado di rappresentare configurazioni e volumi, tensioni ma anche passioni, le stesse che vivono dentro la roccia, la materia, l’oggetto che cambia nel tempo e la cui trasformazione diventa segno e simbolo.
Così Vidor lascia "cadere" i corpi, abbandonati a una condizione di solitudine ma, anche, d’intimità.
Le sue foto, in questo senso, testimoniano una posizione interiore e pacata, una condizione umana profonda, una linea analitica dei rapporti tra oggetto e soggetto, tra significato e significante.
E forse nell'idea di un fluire e di una metamorfosi si fa concreta la forma suadente di un paesaggio come specchio dell'occhio, in grado di scoprire nella natura le tensioni, nei corpi le passioni, ovvero il senso di un'unione, la forza di una comunicazione.
Come scrive Enrico Gusella, "Vidor investe spazi e linee di un territorio, percorsi di un paesaggio da narrare tra le rocce e i boschi, dentro a una natura forse già contaminata, forse ancora da scoprire, comunque immensamente ricca di suggestioni ed emozioni.
Corpo, immagine e ambiente: un trinomio concreto, un assioma unico nel panorama oggettivo e soggettivo dell'uomo”.
In collaborazione con l’Associazione culturale Art@ltro e il Gruppo Fotografico di Massa Marittima.
MARIO VIDOR | BIOGRAFIA
Nasce provincia di Treviso, nel 1948.
Dalle sue prime esperienze pittoriche degli anni Ottanta, la sua attenzione si è in seguito spostata sulla fotografia, tecnica con cui ha caratterizzato la produzione di questi ultimi vent'anni. Il corpo, il nudo, e il paesaggio sono alcuni ambiti lungo i quali ha sviluppato una ricerca del tutto particolare e originale, riscuotendo numerosi premi e riconoscimenti nazionali (Premio Bancarella, 1992; Premio "Carlo Goldoni", 1996; Premio "Territorio Odissea 2000", 1998). Ha tenuto numerose mostre personali (oltre 160) in Italia e all'estero, in Austria, Canada, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Polonia, Repubblica Popolare Cinese, Slovenia, Ungheria, U.S.A. Sue opere sono conservate nelle collezioni di musei e gallerie: Diaframma - Milano; Fondazione Querini Stampalia - Venezia; Musei croati di Albona, Pinguente, Pisino, Rovigno; Biblioteca Nazionale di Francia - Parigi; Fondazione Internazionale delle Arti Contemporanee - Pechino; Charles Scott Gallery Emilicars Institute of art e design - Vancouver; Museo MUO - Zagabria.
29
agosto 2020
Mario Vidor – Eva
Dal 29 agosto al 18 settembre 2020
fotografia
Location
GALLERIA SPAZIOGRAFICO
Massa Marittima, Vicolo Ciambellano, 7, (Grosseto)
Massa Marittima, Vicolo Ciambellano, 7, (Grosseto)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 17.00 - 20.00
Vernissage
29 Agosto 2020, dalle ore 18.00 alle 20.00
Sito web
Editore
Vianello libri
Autore
Curatore
Media partner
Patrocini
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