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Mario Volpi – Supercine
Lambrusco Ancestrale, mortadella e versi attorno al cinema di Giovanni Perich
Comunicato stampa
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Il cinema accompagna la nostra vita come una colonna sonora visiva che non ci togliamo mai didosso. Senza esagerare e per rendere omaggio a Andy Warhol che non ne ha bisogno,possiamo dire che siamo quello che vediamo o abbiamo visto. Quando la vita appareimprovvisamente bella, si pensa subito di essere dentro un film. Così come quando la realtàsopravanza la fantasia, ci accorgiamo che qualche autore, qualche regista ha già raccontatouna storia drammatica come quella che ci torna davanti agli occhi. Ho perfino sostenuto, controi mie interessi e il mio reddito, che il cinema è molto più avanti dell’arte contemporanea, bellaquanto esangue come una sfilata di modelle anoressiche. Il cinema ha dato forma e racconto avicende che l’arte ha digerito con il tempo. “Terminator” (1984) è venuto prima di “Post human”(1992), mostra epocale che ha fatto gridare al miracolo. Cameron e Scharzenegger sono piùavanti di tanti artisti e curatori?Ma cosa c’entra tutto questo con le foto di Mario Volpi? Amando cinema, arte e musica, l’artistaha scelto di non scegliere, di sospendere ogni giudizio. Ma quello che caratterizza i suoi lavori èil senso di una sospensione metafisica dell’immagine cinematografica quando questa diventamito. E lo diventa spesso. Volpi suona il pianoforte di notte e pensa al cinema. In mezzo aquest’ operazione solitaria viene fuori la fotografia come momento di comunicazione, disuperamento della memoria.Quello che lui realizza sono dei veri e proprio set, come al cinema, in cui fa muovere deipupazzini in scenari improbabili e artificiali, ma densi di sensazioni sospese, di attimi mancati.Questa tecnica l’ha usata prima di altri e se oggi è una moda è proprio per quei problemi discarsa attitudine all’originalità che caratterizzano l’arte attuale.E’ bello che la fotografia, la madre di tutte le immagini, custodisca i segreti del cinema. Volpinon solo rinnova lo spaesamento metafisico, ma crea un meta cinema in cui i volti degli attorisono paesaggi della passione e dei sentimenti. Questi drive in tra Hopper e de Chirico fermanola bellezza togliendola dal tempo. Un gesto d’amore, forse, ma non di nostalgia. Sono pezzifacili fino ad un certo punto. C’è in queste immagini anche una buona dose di cinismo, di unaragione che corregge i sentimenti. L’arte non fa sconti, nemmeno il mercoledì, come al cinema.Valerio Dehò
23
ottobre 2007
Mario Volpi – Supercine
Dal 23 ottobre al 23 novembre 2007
arte contemporanea
Location
TRATTORIA CAMINETTO D’ORO
Bologna, Via De' Falegnami, 4, (Bologna)
Bologna, Via De' Falegnami, 4, (Bologna)
Vernissage
23 Ottobre 2007, ore 19
Autore
Curatore