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Marisa Bonazzi – Opere 1965 – 2008
La mostra ripercorre l’intera attività artistica della Bonazzi, con più di cinquanta opere estremamente varie per tematiche, stili, dimensioni e tecniche di realizzazione.
Comunicato stampa
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Il progetto espositivo voluto dai Musei Civici e dalla Fondazione "Pietro Manodori" per la valorizzazione degli artisti reggiani contemporanei prosegue con la mostra di Marisa Bonazzi. Opere 1965 - 2008, curata dal critico Renato Barilli. L'esposizione, realizzata con il contributo di CCPL, verrà inaugurata, alla presenza dell'artista, sabato 29 novembre alle ore 17.00 nelle grandi e suggestive sale dei Chiostri di S. Domenico di Reggio Emilia.
La mostra ripercorre l'intera attività artistica della Bonazzi, con più di cinquanta opere estremamente varie per tematiche, stili, dimensioni e tecniche di realizzazione. Si parte così con le xerotipie del 1965, polemiche e impegnate, con lo studio sul volto di Che Guevara del 1968, con le opere legate alla Pop Art, per approfondire l'attività dell'artista tra gli anni Sessanta e Settanta: un periodo segnato da importanti incontri con alcuni esponenti del mondo intellettuale italiano (Zavattini, Barilli, Eco) e da storiche esperienze di vita che si riversano nel suo modo di fare arte, all'epoca sempre orientata verso la novità nei risultati e nei materiali. Inizia da qui una lunga ricerca, ancora ininterrotta, che riguarda l'uso di mezzi diversi, come il plexiglass, la pittura a nitro, l'incisione, la stoffa e altri ancora, declinati tra opere imponenti, disegni e riproduzioni. Dopo una pausa creativa di circa dieci anni la Bonazzi riprende l'attività nel 1980 e attorno agli anni Novanta presenta una serie di lavori incentrati sulla figura di Ulisse e dei Naviganti, che fungono da simboli dell'incessante desiderio di conoscenza e da riflessi dell'attualità sociale, maturati alla luce di riflessioni più attente e mature sui grandi esempi della storia dell'arte, in una fase importante di mutamento di punti di riferimento e di modelli culturali.
Le opere dell'ultimo decennio sono contraddistinte invece dall'adozione di una figura-simbolo, di un'icona particolare, la bambola, che da objet trouvé diventa elemento fondamentale negli ultimi lavori, di grande impatto emotivo e di forte impegno etico, per un messaggio di denuncia e di allarme per la violazione dei diritti umani.
Una mostra dunque che permette non solo di seguire in maniera attenta e significativa l'evoluzione dell'artista e del suo linguaggio, ma di ripercorrere anche alcuni fatti e cambiamenti degli ultimi quarant'anni della nostra storia, filtrati dalla sensibilità e dalla ricettività di Marisa Bonazzi; un'artista che, come rileva significativamente Renato Barilli, nel testo critico in apertura di catalogo, si pone esattamente a metà tra l'avida partecipazione al qui e ora all'impatto con la realtà più cruda e prosaica e il vagheggiamento di fughe consolatorie verso lontani paradisi del fasto e della decorazione.
Il catalogo della mostra contiene testi di Renato Barilli e Valentina Carabelli, un'intervista all'artista e una serie di apparati per ripercorrerne l'attività.
La mostra ripercorre l'intera attività artistica della Bonazzi, con più di cinquanta opere estremamente varie per tematiche, stili, dimensioni e tecniche di realizzazione. Si parte così con le xerotipie del 1965, polemiche e impegnate, con lo studio sul volto di Che Guevara del 1968, con le opere legate alla Pop Art, per approfondire l'attività dell'artista tra gli anni Sessanta e Settanta: un periodo segnato da importanti incontri con alcuni esponenti del mondo intellettuale italiano (Zavattini, Barilli, Eco) e da storiche esperienze di vita che si riversano nel suo modo di fare arte, all'epoca sempre orientata verso la novità nei risultati e nei materiali. Inizia da qui una lunga ricerca, ancora ininterrotta, che riguarda l'uso di mezzi diversi, come il plexiglass, la pittura a nitro, l'incisione, la stoffa e altri ancora, declinati tra opere imponenti, disegni e riproduzioni. Dopo una pausa creativa di circa dieci anni la Bonazzi riprende l'attività nel 1980 e attorno agli anni Novanta presenta una serie di lavori incentrati sulla figura di Ulisse e dei Naviganti, che fungono da simboli dell'incessante desiderio di conoscenza e da riflessi dell'attualità sociale, maturati alla luce di riflessioni più attente e mature sui grandi esempi della storia dell'arte, in una fase importante di mutamento di punti di riferimento e di modelli culturali.
Le opere dell'ultimo decennio sono contraddistinte invece dall'adozione di una figura-simbolo, di un'icona particolare, la bambola, che da objet trouvé diventa elemento fondamentale negli ultimi lavori, di grande impatto emotivo e di forte impegno etico, per un messaggio di denuncia e di allarme per la violazione dei diritti umani.
Una mostra dunque che permette non solo di seguire in maniera attenta e significativa l'evoluzione dell'artista e del suo linguaggio, ma di ripercorrere anche alcuni fatti e cambiamenti degli ultimi quarant'anni della nostra storia, filtrati dalla sensibilità e dalla ricettività di Marisa Bonazzi; un'artista che, come rileva significativamente Renato Barilli, nel testo critico in apertura di catalogo, si pone esattamente a metà tra l'avida partecipazione al qui e ora all'impatto con la realtà più cruda e prosaica e il vagheggiamento di fughe consolatorie verso lontani paradisi del fasto e della decorazione.
Il catalogo della mostra contiene testi di Renato Barilli e Valentina Carabelli, un'intervista all'artista e una serie di apparati per ripercorrerne l'attività.
29
novembre 2008
Marisa Bonazzi – Opere 1965 – 2008
Dal 29 novembre 2008 al 07 gennaio 2009
arte contemporanea
Location
CHIOSTRI DI SAN DOMENICO
Reggio Nell'emilia, Via Dante Alighieri, 11, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Via Dante Alighieri, 11, (Reggio Nell'emilia)
Orario di apertura
Dal martedì al venerdì dalle 16.00 alle 19.00; sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00.
Chiuso il lunedì
Vernissage
29 Novembre 2008, ore 17
Autore
Curatore