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Mark Dion – Concerning Hunting
Cinque torrette d’appostamento e una selezione di disegni preparatori per un progetto dedicato alla caccia, intesa come una pratica, o una tradizione, che può essere letta sia come prassi culturale che come attività appassionata, controversa e tradizionalmente ricca
Comunicato stampa
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Collezionista, ricercatore, catalogatore di ciò che ha raccolto, cacciatore o avventuriero l'uomo è sempre stato attratto dalla natura. Vincitore o vinto la rispetta e la viola, la studia e la altera. Ma in ogni caso, la conosce. O così desidera.
Mark Dion. Concerning Hunting non è una mostra per giovani marmotte, come sembra suggerire nel suo saggio in catalogo Jacob Wamberg. E' un lavoro che esprime tutto il fascino esercitato dalla caccia sull'artista americano Mark Dion. Al di là delle contraddizioni di cui è portatrice, la caccia interessa a Dion per la sensibilità del cacciatore e la profonda conoscenza che ha della natura. Fatto che risulta con evidenza paradossale proprio anche in relazione alla morte degli animali.
Dopo il Kunstraum Dornbirn (Austria, aprile 2008), l'Aarhus Kunstbygning (Danimarca, giugno 2008) e prima di proseguire la sua circuitazione internazionale alla Herbert-Gerisch Stiftung Neumünster (Germania, maggio 2009), e alla Kunsthalle Krems (Austria, novembre 2009), inaugura domenica 1 febbraio 2009 alle ore 12,00 a Palazzo Santa Margherita, in corso Canalgrande 103 a Modena, la mostra Mark Dion. Concerning Hunting, a cura di Verena Gamper e Dieter Buchhart.
Organizzata e prodotta dalla Galleria Civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la rassegna è una delle cinque tappe di un percorso espositivo che si adatta e si modifica in base alle condizioni di ciascuna istituzione ospitante. Ciò consente uno sviluppo appassionante del progetto, che può generare e declinare nuove opere e nuove installazioni.
Con questa rassegna la Galleria Civica di Modena presenta il lavoro di un artista con la natura nel mirino.
Cinque torrette d'appostamento e una selezione di disegni preparatori per un progetto dedicato alla caccia, intesa come una pratica, o una tradizione, che può essere letta sia come prassi culturale che come "attività appassionata, controversa e tradizionalmente ricca".
Il cacciatore-dandy s'affaccerà dalla postazione di tiro The Dandy-Rococo (2008). Arredata con sfarzo, con specchi, suppellettili eleganti, vasellame in argento e un prezioso lampadario, somiglia a un nobile casino di caccia. Il cacciatore-bibliotecario, avrà invece sistemato la sua torretta, The Librarian (2008), con attenzione maniacale: scaffali pieni di libri, una poltroncina, oggetti ed attrezzi appesi ordinatamente al muro e alle pareti; il cacciatore-ingordo - che spara (e uccide) con il fine ultimo del cibo - presenterà al visitatore una tavola apparecchiata, salumi e selvaggina appesi al soffitto nella postazione di tiro The Glutton (2008), mentre il cacciatore-sciatto, The Slob (2008) avrà appeso qua e là manifesti con immagini di nudo e mescolato alle sue cose in disordine riviste pornosoft. Per finire The Ruin (2008), una torretta d'avvistamento crollata a terra, dove tutto è abbandonato e in frantumi.
"Nei diversi capanni di caccia e nelle postazioni di tiro rialzate - scrive Verena Gamper - i visitatori possono rivivere lo sguardo dei cacciatori verso la natura e soffermarsi inoltre in questi interni attrezzati e fastosi. Al centro del contrasto artistico di Dion non c'è più solo la natura ma la caccia come rapporto culturale con essa".
Completano la mostra 6 stendardi in feltro che ritraggono animali-prede - un coniglio impallinato, Hunting Standard (Rabbit), (2005), un cervo ferito dalle frecce Hunting Standard (Stag), (2005), una volpe catturata, Hunting Standard (Fox), un cinghiale con la testa mozzata, Hunting Standard (Boar) (2005) - orsi-ornamento in uno stemma, Hunting Standard (Bears) (2005) e armi, Hunting Standard (Rifle) (2005).
Sarà inoltre esposta l'opera dal titolo Men and Game, proveniente dal Musée de la Chasse et de la Nature, Chambord, una serie di circa cento fotografie di diverse provenienze ed epoche, ognuna di differente formato e cornice, allestite insieme in una grande installazione a parete. Essa è frutto dell'attività di collezionista di Mark Dion che negli anni ha raccolto e accorpato materiale fotografico con scene di caccia, cacciatori con prede: una documentazione delle più disparate esperienze intorno all'attività della caccia e incentrate sulla figura protagonista del cacciatore.
"Da più di venti anni - continua Verena Gamper - animali imbalsamati, espositori in vetro straripanti e tavoli scientifici appartengono al repertorio visivo dell'artista americano Mark Dion. Tutto il suo lavoro è dedicato al fascino della natura che trasforma l'uomo in collezionista, in ricercatore e in avventuriero. Le installazioni, gli interventi, le rappresentazioni e le fotografie dell'artista appaiono soprattutto come una critica al rapporto distratto e crudele che spesso gli uomini hanno con la natura; tuttavia per lui il suo lavoro è essenzialmente la comprensione del concetto complesso di natura e società che si nasconde dietro le diverse forme che ha acquisito. (...) La rappresentazione della natura e il rapporto con essa sono lo specchio della società e dei suoi bisogni".
La mostra, che resterà allestita fino al prossimo 26 aprile, sarà accompagnata da un catalogo bilingue, pp. 164, edito dalla casa editrice tedesca Hatje Cantz, con un ricco repertorio di immagini delle opere presentate, testi critici di Dieter Buchhart, Verena Gamper, Martin Henatsch, Angela Vettese, Jacob Wamberg.
La rassegna è il risultato di una collaborazione internazionale fra Danimarca, Austria, Germania, Italia ed è stata curata dal Direttore della Kunsthalle Krems, Dieter Buchhart e da Verena Gamper. Fra i numerosi prestatori che con la loro disponibilità hanno reso possibile la riuscita del progetto, Georg Kargl Fine Arts Vienna, Galerie In SITU, Fabienne Leclerc, Parigi, Musée de la Chasse et de la Nature, Parigi, e collezionisti privati.
Fattivo sostegno anche da Tanya Bonakdar Gallery di New York, Galleria Emi Fontana, Milano, Galerie Christian Nagel, Colonia, Städtische Galerie, Nordhom, Collezione Grässlin, St. Georgen e Kunst im öffentlichen Raum Niederösterreich.
Note Biografiche
Mark Dion (New Bedford, Massachusetts, 1961) vive e lavora tra New York e Beach Lake, Pennsylvania.
Si è laureato presso la School of Visual Arts di New York nel 1984, ha concluso nel 1985 un corso di studi al Whitney Independent Study Program, sempre a New York, e nel 2003 alla University of Hartford School of Art, ad Hartford, Connecticut.
Il suo lavoro si esprime attraverso diverse tecniche: disegno, fotografia e installazioni.
Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in Europa e negli Stati Uniti.
Fra le personali si ricorda: Mark Dion, The Octagon Room, Tanya Bonakdar Gallery, New York (2008), Mark Dion: travel of William Bartram - Reconsidered, Bartram's Garden, Philadelphia, Pennsylvania (2008), Mark Dion, Systema Metropolis, The Natural History Museum London (2007), Bureau of the Centre for the Study of Surrealismand its Legacy, The Manchester Museum, (2005), Salon de Chasse, Musée de la Chasse et de la Nature, Chȃteau de Chambord (2005), Project 82, Mark Dion - Rescue Archaeology, The Museum of Modern Art, New York (2004).
Fra le collettive ricordiamo: Selective Knowledge, Institute for Contemporary Arts, Atene, (2008), Comme des bȇtes. Ours, chat, cochon & Cie, Musée Cantonal des Beaux Arts, Losanna (2008), Folkestone Triennial - Tales of Time and Space, Biennale of Sidney (2008), Idylle, National Gallery, Praga (2007), Drawing as Process in Contemporary Art, Smart Museum of Art, The University of Chicago (2006), Cryptozoology, Bates University Museum, Lewiston, Maine (2006).
Mark Dion. Concerning Hunting non è una mostra per giovani marmotte, come sembra suggerire nel suo saggio in catalogo Jacob Wamberg. E' un lavoro che esprime tutto il fascino esercitato dalla caccia sull'artista americano Mark Dion. Al di là delle contraddizioni di cui è portatrice, la caccia interessa a Dion per la sensibilità del cacciatore e la profonda conoscenza che ha della natura. Fatto che risulta con evidenza paradossale proprio anche in relazione alla morte degli animali.
Dopo il Kunstraum Dornbirn (Austria, aprile 2008), l'Aarhus Kunstbygning (Danimarca, giugno 2008) e prima di proseguire la sua circuitazione internazionale alla Herbert-Gerisch Stiftung Neumünster (Germania, maggio 2009), e alla Kunsthalle Krems (Austria, novembre 2009), inaugura domenica 1 febbraio 2009 alle ore 12,00 a Palazzo Santa Margherita, in corso Canalgrande 103 a Modena, la mostra Mark Dion. Concerning Hunting, a cura di Verena Gamper e Dieter Buchhart.
Organizzata e prodotta dalla Galleria Civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la rassegna è una delle cinque tappe di un percorso espositivo che si adatta e si modifica in base alle condizioni di ciascuna istituzione ospitante. Ciò consente uno sviluppo appassionante del progetto, che può generare e declinare nuove opere e nuove installazioni.
Con questa rassegna la Galleria Civica di Modena presenta il lavoro di un artista con la natura nel mirino.
Cinque torrette d'appostamento e una selezione di disegni preparatori per un progetto dedicato alla caccia, intesa come una pratica, o una tradizione, che può essere letta sia come prassi culturale che come "attività appassionata, controversa e tradizionalmente ricca".
Il cacciatore-dandy s'affaccerà dalla postazione di tiro The Dandy-Rococo (2008). Arredata con sfarzo, con specchi, suppellettili eleganti, vasellame in argento e un prezioso lampadario, somiglia a un nobile casino di caccia. Il cacciatore-bibliotecario, avrà invece sistemato la sua torretta, The Librarian (2008), con attenzione maniacale: scaffali pieni di libri, una poltroncina, oggetti ed attrezzi appesi ordinatamente al muro e alle pareti; il cacciatore-ingordo - che spara (e uccide) con il fine ultimo del cibo - presenterà al visitatore una tavola apparecchiata, salumi e selvaggina appesi al soffitto nella postazione di tiro The Glutton (2008), mentre il cacciatore-sciatto, The Slob (2008) avrà appeso qua e là manifesti con immagini di nudo e mescolato alle sue cose in disordine riviste pornosoft. Per finire The Ruin (2008), una torretta d'avvistamento crollata a terra, dove tutto è abbandonato e in frantumi.
"Nei diversi capanni di caccia e nelle postazioni di tiro rialzate - scrive Verena Gamper - i visitatori possono rivivere lo sguardo dei cacciatori verso la natura e soffermarsi inoltre in questi interni attrezzati e fastosi. Al centro del contrasto artistico di Dion non c'è più solo la natura ma la caccia come rapporto culturale con essa".
Completano la mostra 6 stendardi in feltro che ritraggono animali-prede - un coniglio impallinato, Hunting Standard (Rabbit), (2005), un cervo ferito dalle frecce Hunting Standard (Stag), (2005), una volpe catturata, Hunting Standard (Fox), un cinghiale con la testa mozzata, Hunting Standard (Boar) (2005) - orsi-ornamento in uno stemma, Hunting Standard (Bears) (2005) e armi, Hunting Standard (Rifle) (2005).
Sarà inoltre esposta l'opera dal titolo Men and Game, proveniente dal Musée de la Chasse et de la Nature, Chambord, una serie di circa cento fotografie di diverse provenienze ed epoche, ognuna di differente formato e cornice, allestite insieme in una grande installazione a parete. Essa è frutto dell'attività di collezionista di Mark Dion che negli anni ha raccolto e accorpato materiale fotografico con scene di caccia, cacciatori con prede: una documentazione delle più disparate esperienze intorno all'attività della caccia e incentrate sulla figura protagonista del cacciatore.
"Da più di venti anni - continua Verena Gamper - animali imbalsamati, espositori in vetro straripanti e tavoli scientifici appartengono al repertorio visivo dell'artista americano Mark Dion. Tutto il suo lavoro è dedicato al fascino della natura che trasforma l'uomo in collezionista, in ricercatore e in avventuriero. Le installazioni, gli interventi, le rappresentazioni e le fotografie dell'artista appaiono soprattutto come una critica al rapporto distratto e crudele che spesso gli uomini hanno con la natura; tuttavia per lui il suo lavoro è essenzialmente la comprensione del concetto complesso di natura e società che si nasconde dietro le diverse forme che ha acquisito. (...) La rappresentazione della natura e il rapporto con essa sono lo specchio della società e dei suoi bisogni".
La mostra, che resterà allestita fino al prossimo 26 aprile, sarà accompagnata da un catalogo bilingue, pp. 164, edito dalla casa editrice tedesca Hatje Cantz, con un ricco repertorio di immagini delle opere presentate, testi critici di Dieter Buchhart, Verena Gamper, Martin Henatsch, Angela Vettese, Jacob Wamberg.
La rassegna è il risultato di una collaborazione internazionale fra Danimarca, Austria, Germania, Italia ed è stata curata dal Direttore della Kunsthalle Krems, Dieter Buchhart e da Verena Gamper. Fra i numerosi prestatori che con la loro disponibilità hanno reso possibile la riuscita del progetto, Georg Kargl Fine Arts Vienna, Galerie In SITU, Fabienne Leclerc, Parigi, Musée de la Chasse et de la Nature, Parigi, e collezionisti privati.
Fattivo sostegno anche da Tanya Bonakdar Gallery di New York, Galleria Emi Fontana, Milano, Galerie Christian Nagel, Colonia, Städtische Galerie, Nordhom, Collezione Grässlin, St. Georgen e Kunst im öffentlichen Raum Niederösterreich.
Note Biografiche
Mark Dion (New Bedford, Massachusetts, 1961) vive e lavora tra New York e Beach Lake, Pennsylvania.
Si è laureato presso la School of Visual Arts di New York nel 1984, ha concluso nel 1985 un corso di studi al Whitney Independent Study Program, sempre a New York, e nel 2003 alla University of Hartford School of Art, ad Hartford, Connecticut.
Il suo lavoro si esprime attraverso diverse tecniche: disegno, fotografia e installazioni.
Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in Europa e negli Stati Uniti.
Fra le personali si ricorda: Mark Dion, The Octagon Room, Tanya Bonakdar Gallery, New York (2008), Mark Dion: travel of William Bartram - Reconsidered, Bartram's Garden, Philadelphia, Pennsylvania (2008), Mark Dion, Systema Metropolis, The Natural History Museum London (2007), Bureau of the Centre for the Study of Surrealismand its Legacy, The Manchester Museum, (2005), Salon de Chasse, Musée de la Chasse et de la Nature, Chȃteau de Chambord (2005), Project 82, Mark Dion - Rescue Archaeology, The Museum of Modern Art, New York (2004).
Fra le collettive ricordiamo: Selective Knowledge, Institute for Contemporary Arts, Atene, (2008), Comme des bȇtes. Ours, chat, cochon & Cie, Musée Cantonal des Beaux Arts, Losanna (2008), Folkestone Triennial - Tales of Time and Space, Biennale of Sidney (2008), Idylle, National Gallery, Praga (2007), Drawing as Process in Contemporary Art, Smart Museum of Art, The University of Chicago (2006), Cryptozoology, Bates University Museum, Lewiston, Maine (2006).
01
febbraio 2009
Mark Dion – Concerning Hunting
Dal primo febbraio al 26 aprile 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA CIVICA DI MODENA – PALAZZO SANTA MARGHERITA
Modena, Corso Canalgrande, 103, (Modena)
Modena, Corso Canalgrande, 103, (Modena)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 10,30-13 e 15-18; sabato, domenica e festivi 10,30-18. Lunedì chiuso. Lunedì 13 aprile 2009 apertura straordinaria 10,30-18
Vernissage
1 Febbraio 2009, ore 12,00
Ufficio stampa
STUDIO PESCI
Autore
Curatore