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Mark Wallinger
opere del celebre artista inglese, in concomitanza con l’installazione permanente di Via Dolorosa nel Duomo di Milano
Comunicato stampa
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Dopo il grande successo riscosso dalla mostra I Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer, le cui torri sono esposte in forma permanente all’Hangar Bicocca, si apre una nuova stagione dedicata all’arte contemporanea con EASTER di Mark Wallinger, affermato artista inglese. La mostra sarà allestita dal 24 settembre al 27 novembre all’Hangar Bicocca, in Viale Sarca 336 a Milano, che conferma così la sua vocazione a diventare uno dei principali spazi espositivi dedicati all’arte contemporanea in Italia.
Mark Wallinger, inglese nato nel 1959, vive e lavora a Londra ed è uno dei più interessanti artisti della sua generazione. Si è costruito una formidabile reputazione internazionale ed ha rappresentato l’Inghilterra alla 49° Biennale di Venezia nel 2001.
Nel suo lavoro Wallinger utilizza un’ampia gamma di tecniche che includono istallazione, video, scultura, fotografia e pittura. La sua opera è allo stesso tempo sorprendente ed ambiziosa con soggetti mutuati dalla storia dell’arte, dalla mitologia, dalla religione, dalla struttura delle classi, dallo sport e dalla cultura popolare; nel suo lavoro c’è una costante attenzione alle problematiche di identità politica, sociale e personale. Wallinger è stato inoltre finalista per il Turner Prize nel 1995 ed ha vinto l’Henry Moore fellowship alla British School di Roma nel 1998. Ha avuto l’onore di una retrospettiva alla Tate Liverpool nel 2000 ed ha vinto il DAAD Fellowship a Berlino nel 2001. Altre tra le principali mostre includono il Museum fur Gegenwartskunst di Basilea, il Palais des Beaux Arts, a Bruxelles, la Wiener Secession, a Vienna e la Whitechapel Art Gallery di Londra. Vi sono state altre sue recenti mostre in Svezia, Irlanda, Austria, Stati Uniti e Germania.
Nel 2004 il suo lavoro live Sleeper è stato realizzato alla Neue Nationalgalerie di Berlino e il video del lavoro è attualmente esposto, con grande successo, alla Biennale di Venezia.
Il progetto EASTER, studiato e curato da Artache per Hangar Biccocca, prevede una installazione concepita appositamente per questo grande spazio – 15.000 mq con una navata di 7.000 mq - che, per la maestosità della sua struttura architettonica, é un luogo di straordinario fascino e di forte impatto emotivo, particolarmente adatto alle opere d’arte contemporanea, di cui esalta il significato e la peculiarità. L’Hangar si è rivelato di eccezionale attrattiva per il pubblico anzitutto di milanesi, oltre 15.000 in poco più di quattro mesi i visitatori della mostra Kiefer. Da tutto il mondo sono arrivate in visita numerose delegazioni di importanti musei per ammirare le opere del celebre artista tedesco.
Easter è composta da sedici bandiere appese sui due lati della navata. La storia della Union Flag è essa stessa la storia delle diverse tradizioni religiose del Regno Unito. La bandiera appesa come vessillo enfatizza la forma di croce che si trova al centro. La bandiera di Mark Wallinger è un ossimoro, l’unità di due termini contradditori, in cui i colori tradizionali del Regno Unito, blu e rosso, sono stati sostituiti da quelli complementari, verde e arancione, del tricolore irlandese. Una bandiera “impossibile” quindi, ma altamente simbolica, il cui effetto è violentemente reale e ci trasmette le forti emozioni legate alle due sofferte identità dell’Irlanda del Nord, che si identifica o con l’uno o con l’altro. Tra i cattolici nazionalisti e i protestanti unionisti non esiste possibilità di compromesso né di riconciliazione, ma che, dai più recenti segnali di distensione, potrebbe diventare una realtà. L’artista, intitolando l’opera Easter, si ispira alle parole conclusive del poema di Williams Butler Yeats: “A terribile beauty is born” (Easter 1916), forse il più famoso ossimoro in lingua inglese.
Le bandiere tracciano inoltre una processione – alludendo a una parata religiosa o alle tradizionali marce della comunità protestante irlandese – e suggeriscono, con forza, l’attuale momento storico e la sua prospettiva futura.
Insieme ad Easter, saranno esposte all’Hangar Bicocca altre tre opere di Mark Wallinger: due videoinstallazioni, Angel del 1997 e The Underworld del 2004, e la scultura Ecce Homo del 1999.
ANGEL: in questo lavoro l’artista impersona la Fiducia Cieca, un Angelo che, con occhiali scuri e un bastone bianco, cammina sul posto, ripetendo incessantemente i versetti del vangelo di Giovanni 1.1-5 e segnando il tempo su un contatore. L’Angelo ripercorre i temi centrali della Cristianità prima di salire in Paradiso, salendo su di una scala mobile, accompagnato dalla musica “Zadok the Priest” di Händel. La particolarità del film è che si svolge a rovescio: redenti e condannati sono sapientemente manovrati all’indietro su e giù dalle scale. Tutto ciò che succede é già successo. Immagine moderna dell’ascensione, parabola del cieco che va verso la luce, citazioni dal Vangelo, i riferimenti al cristianesimo sono plurimi. Ma non c’è derisione. Wallinger prende “il credere” molto seriamente, senza rinunciare al suo gusto per l’ambiguità e l’interrogarsi sui valori dell’uomo. In questo lavoro l’artista esamina in particolare la questione della fiducia, della predestinazione e della visione.
THE UNDERWORLD: l’opera è una imponente video installazione sculturale. Basando il pezzo su una registrazione televisiva di una esecuzione dal vivo del Requiem di Verdi del 1874, Wallinger ricrea quel capolavoro musicale come una visione di anime morte in tormento. L’installazione consiste di 21 schermi monitor girati sottosopra, collocati sul pavimento a formare un cerchio chiuso. Anche il requiem è diviso in 21 parti, e il playback della registrazione comincia all’inizio delle successive parti in ciascuno schermo: il primo monitor inizia con la parte 1 e finisce con la parte 21, il secondo inizia con la parte 2 e finisce con la parte 1, e così via. Ciascuno schermo esegue il lavoro completo ma in forma circolare infinita. Così l’intero requiem è eseguito in ogni parte simultaneamente, a rovescio.
Il risultato di questo playback simultaneo di ciascuno e di tutti i movimenti della liturgia orchestrata é la generazione di una cacofonia di suoni ed immagini, in un eterno circolo che si rinnova. Questo cerchio riflette la dannazione eterna dei Gironi Infernali dell’Inferno di Dante. Il lavoro ha un’enorme presenza fisica. Il volume del tumulto musicale è frantumante. Occasionalmente emergono voci per essere istantaneamente sommerse di nuovo. L’esercizio vocale dei cantanti impegnati nell’esecuzione di un lavoro di bellezza, affermazione spirituale e redenzione è trasformato in grida di angoscia, panico e paura in mezzo ad un vasto caos auditivo senza forma. L’unica luce nella stanza proviene dagli agitati tremolii delle immagini televisive. Gli schermi rovesciati creano una forza che spinge verso il centro della stanza. The Underworld è una struttura astratta, ermeticamente chiusa, un perfetto organismo artificiale che trasforma le metafore cristiane della fede e redenzione in un lavoro serio e profondamente emozionale.
ECCE HOMO: si tratta dell’opera forse più nota di Mark Wallinger, esposta a Trafalgar Square a Londra nel 1999 e alla Biennale di Venezia nel 2001 ed una delle opere d’arte pubbliche più coinvolgenti degli ultimi anni. E’ una scultura a grandezza naturale, in resina bianca marmorizzata, che raffigura un uomo in piedi. Interamente bianco, un drappo intorno ai fianchi, le mani legate dietro la schiena e una corona di spine dorata in testa. In una intervista rilasciata a The Guardian nel 1999, l’artista spiegava: “Ho voluto mostrarlo come un uomo normale, perché Gesù é stato il primo vero leader politico della gente oppressa…”. E ancora: “Spero che questa figura abbia una potente risonanza sulle persone con fede o senza fede:…Audacemente essa è realmente ciò di cui tratta il millennio. Ha anche un messaggio secolare per la folla nella piazza. La democrazia riguarda la possibilità di libera espressione dei diritti delle minoranze, non la possibilità per la maggioranza di intimidire, emarginare e fustigare”.
Quattro opere di grande intensità, capaci di suscitare profonde riflessioni e intense emozioni, al pari di un’altra straordinaria videoinstallazione di Mark Wallinger, Via Dolorosa, il cui progetto, sempre di Artache, sarà allestito dal 22 settembre in forma permanente nel Duomo di Milano.
Mark Wallinger, inglese nato nel 1959, vive e lavora a Londra ed è uno dei più interessanti artisti della sua generazione. Si è costruito una formidabile reputazione internazionale ed ha rappresentato l’Inghilterra alla 49° Biennale di Venezia nel 2001.
Nel suo lavoro Wallinger utilizza un’ampia gamma di tecniche che includono istallazione, video, scultura, fotografia e pittura. La sua opera è allo stesso tempo sorprendente ed ambiziosa con soggetti mutuati dalla storia dell’arte, dalla mitologia, dalla religione, dalla struttura delle classi, dallo sport e dalla cultura popolare; nel suo lavoro c’è una costante attenzione alle problematiche di identità politica, sociale e personale. Wallinger è stato inoltre finalista per il Turner Prize nel 1995 ed ha vinto l’Henry Moore fellowship alla British School di Roma nel 1998. Ha avuto l’onore di una retrospettiva alla Tate Liverpool nel 2000 ed ha vinto il DAAD Fellowship a Berlino nel 2001. Altre tra le principali mostre includono il Museum fur Gegenwartskunst di Basilea, il Palais des Beaux Arts, a Bruxelles, la Wiener Secession, a Vienna e la Whitechapel Art Gallery di Londra. Vi sono state altre sue recenti mostre in Svezia, Irlanda, Austria, Stati Uniti e Germania.
Nel 2004 il suo lavoro live Sleeper è stato realizzato alla Neue Nationalgalerie di Berlino e il video del lavoro è attualmente esposto, con grande successo, alla Biennale di Venezia.
Il progetto EASTER, studiato e curato da Artache per Hangar Biccocca, prevede una installazione concepita appositamente per questo grande spazio – 15.000 mq con una navata di 7.000 mq - che, per la maestosità della sua struttura architettonica, é un luogo di straordinario fascino e di forte impatto emotivo, particolarmente adatto alle opere d’arte contemporanea, di cui esalta il significato e la peculiarità. L’Hangar si è rivelato di eccezionale attrattiva per il pubblico anzitutto di milanesi, oltre 15.000 in poco più di quattro mesi i visitatori della mostra Kiefer. Da tutto il mondo sono arrivate in visita numerose delegazioni di importanti musei per ammirare le opere del celebre artista tedesco.
Easter è composta da sedici bandiere appese sui due lati della navata. La storia della Union Flag è essa stessa la storia delle diverse tradizioni religiose del Regno Unito. La bandiera appesa come vessillo enfatizza la forma di croce che si trova al centro. La bandiera di Mark Wallinger è un ossimoro, l’unità di due termini contradditori, in cui i colori tradizionali del Regno Unito, blu e rosso, sono stati sostituiti da quelli complementari, verde e arancione, del tricolore irlandese. Una bandiera “impossibile” quindi, ma altamente simbolica, il cui effetto è violentemente reale e ci trasmette le forti emozioni legate alle due sofferte identità dell’Irlanda del Nord, che si identifica o con l’uno o con l’altro. Tra i cattolici nazionalisti e i protestanti unionisti non esiste possibilità di compromesso né di riconciliazione, ma che, dai più recenti segnali di distensione, potrebbe diventare una realtà. L’artista, intitolando l’opera Easter, si ispira alle parole conclusive del poema di Williams Butler Yeats: “A terribile beauty is born” (Easter 1916), forse il più famoso ossimoro in lingua inglese.
Le bandiere tracciano inoltre una processione – alludendo a una parata religiosa o alle tradizionali marce della comunità protestante irlandese – e suggeriscono, con forza, l’attuale momento storico e la sua prospettiva futura.
Insieme ad Easter, saranno esposte all’Hangar Bicocca altre tre opere di Mark Wallinger: due videoinstallazioni, Angel del 1997 e The Underworld del 2004, e la scultura Ecce Homo del 1999.
ANGEL: in questo lavoro l’artista impersona la Fiducia Cieca, un Angelo che, con occhiali scuri e un bastone bianco, cammina sul posto, ripetendo incessantemente i versetti del vangelo di Giovanni 1.1-5 e segnando il tempo su un contatore. L’Angelo ripercorre i temi centrali della Cristianità prima di salire in Paradiso, salendo su di una scala mobile, accompagnato dalla musica “Zadok the Priest” di Händel. La particolarità del film è che si svolge a rovescio: redenti e condannati sono sapientemente manovrati all’indietro su e giù dalle scale. Tutto ciò che succede é già successo. Immagine moderna dell’ascensione, parabola del cieco che va verso la luce, citazioni dal Vangelo, i riferimenti al cristianesimo sono plurimi. Ma non c’è derisione. Wallinger prende “il credere” molto seriamente, senza rinunciare al suo gusto per l’ambiguità e l’interrogarsi sui valori dell’uomo. In questo lavoro l’artista esamina in particolare la questione della fiducia, della predestinazione e della visione.
THE UNDERWORLD: l’opera è una imponente video installazione sculturale. Basando il pezzo su una registrazione televisiva di una esecuzione dal vivo del Requiem di Verdi del 1874, Wallinger ricrea quel capolavoro musicale come una visione di anime morte in tormento. L’installazione consiste di 21 schermi monitor girati sottosopra, collocati sul pavimento a formare un cerchio chiuso. Anche il requiem è diviso in 21 parti, e il playback della registrazione comincia all’inizio delle successive parti in ciascuno schermo: il primo monitor inizia con la parte 1 e finisce con la parte 21, il secondo inizia con la parte 2 e finisce con la parte 1, e così via. Ciascuno schermo esegue il lavoro completo ma in forma circolare infinita. Così l’intero requiem è eseguito in ogni parte simultaneamente, a rovescio.
Il risultato di questo playback simultaneo di ciascuno e di tutti i movimenti della liturgia orchestrata é la generazione di una cacofonia di suoni ed immagini, in un eterno circolo che si rinnova. Questo cerchio riflette la dannazione eterna dei Gironi Infernali dell’Inferno di Dante. Il lavoro ha un’enorme presenza fisica. Il volume del tumulto musicale è frantumante. Occasionalmente emergono voci per essere istantaneamente sommerse di nuovo. L’esercizio vocale dei cantanti impegnati nell’esecuzione di un lavoro di bellezza, affermazione spirituale e redenzione è trasformato in grida di angoscia, panico e paura in mezzo ad un vasto caos auditivo senza forma. L’unica luce nella stanza proviene dagli agitati tremolii delle immagini televisive. Gli schermi rovesciati creano una forza che spinge verso il centro della stanza. The Underworld è una struttura astratta, ermeticamente chiusa, un perfetto organismo artificiale che trasforma le metafore cristiane della fede e redenzione in un lavoro serio e profondamente emozionale.
ECCE HOMO: si tratta dell’opera forse più nota di Mark Wallinger, esposta a Trafalgar Square a Londra nel 1999 e alla Biennale di Venezia nel 2001 ed una delle opere d’arte pubbliche più coinvolgenti degli ultimi anni. E’ una scultura a grandezza naturale, in resina bianca marmorizzata, che raffigura un uomo in piedi. Interamente bianco, un drappo intorno ai fianchi, le mani legate dietro la schiena e una corona di spine dorata in testa. In una intervista rilasciata a The Guardian nel 1999, l’artista spiegava: “Ho voluto mostrarlo come un uomo normale, perché Gesù é stato il primo vero leader politico della gente oppressa…”. E ancora: “Spero che questa figura abbia una potente risonanza sulle persone con fede o senza fede:…Audacemente essa è realmente ciò di cui tratta il millennio. Ha anche un messaggio secolare per la folla nella piazza. La democrazia riguarda la possibilità di libera espressione dei diritti delle minoranze, non la possibilità per la maggioranza di intimidire, emarginare e fustigare”.
Quattro opere di grande intensità, capaci di suscitare profonde riflessioni e intense emozioni, al pari di un’altra straordinaria videoinstallazione di Mark Wallinger, Via Dolorosa, il cui progetto, sempre di Artache, sarà allestito dal 22 settembre in forma permanente nel Duomo di Milano.
24
settembre 2005
Mark Wallinger
Dal 24 settembre al 27 novembre 2005
arte contemporanea
Location
Pirelli HangarBicocca
Milano, Via Chiese, 2, (Milano)
Milano, Via Chiese, 2, (Milano)
Biglietti
intero 8 euro, ridotto 6 euro
Orario di apertura
tutti i giorni 11-19
Vernissage
22 Settembre 2005, ore 18.30 su invito
Editore
ARTACHE
Ufficio stampa
MARA VITALI
Autore
Curatore