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Markus Schinwald – Misfits
La Fondazione Coppola riprende le proprie attività espositive con la personale dell’artista
austriaco Markus Schinwald (Salisburgo, 1973), a cura di Davide Ferri. La mostra aprirà
al pubblico dall’11 ottobre 2020 al 27 febbraio 2021.
Comunicato stampa
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Il titolo, Misfits, rinvia alle opere selezionate per la mostra e, idealmente, offre una chiave
di lettura rappresentativa dell’intera produzione di Schinwald. Traducibile in italiano con il
termine “disadattati”, Misfits fa riferimento ad alcune delle caratteristiche salienti dei lavori
realizzati dall’artista austriaco negli ultimi vent’anni, opere in cui il corpo e la figura
risultano corrotti da dettagli inquietanti e bloccati in pose stranianti, in un processo di
manipolazione che può toccare anche oggetti d’uso come mobili e suppellettili.
Articolata nei cinque livelli del Torrione, la mostra include interventi di natura installativa e
scultorea, così come dipinti e video: un corpus eterogeneo che testimonia l’eclettismo di
Schinwald, ma che al tempo stesso lascia emergere in maniera limpida le costanti della
sua poetica. Il percorso espositivo si apre con la serie delle Marionettes, un gruppo di
dodici bambini raffigurati in pose e atteggiamenti che esprimono un senso di impazienza e
lieve ribellione. Sostenuti e manovrati da fili sottili, battono i piedi e scuotono le braccia con
movimenti ripetitivi, creando un ritmo visivo oltre che udibile. Come componenti di una
piccola banda di gangster rivelano un aspetto fragile e grottesco, due qualità che
connotano molti lavori in mostra.
Il primo e il secondo livello dell’edificio sono invece dedicati alla pittura di Schinwald, che,
nel corso dell’ultimo decennio, è diventata paradigmatica di un approccio teso al confronto,
insieme omaggiante e irriverente, con la tradizione pittorica, fondato sulla manomissione di
ritratti ottocenteschi di personaggi aristocratici attraverso degli inserimenti stranianti –
interferenze come protesi, maschere, cancellature, escrescenze – che alterano la
sontuosa compostezza delle pose. I volti dipinti da Schinwald si trasformano così in immagini perturbanti, enigmatiche e tutt’altro che rassicuranti, entrando in collisione sia
con gli ambienti in cui sono collocati – per lo più interni borghesi – sia con la tradizione più
ampia del ritratto come genere pittorico. I personaggi emanano una strana tensione,
generata dal contrasto tra la rispettabilità del loro rango e il senso di costrizione, ai limiti
della depravazione, suggerito dagli elementi che ne schermano o ne alterano i volti.
La teatralità delle Marionettes e la dimensione sottilmente inquietante dei dipinti si
ritrovano anche nei video che occupano il terzo e il quarto piano del Torrione. Orient A e
Orient B, questi i titoli delle opere, sono pervasi/sostenuti da atmosfere misteriose e
ambigue, e mostrano gruppi di performer – quasi figure corrispondenti a quelle dei dipinti –
compiere azioni prive di senso apparente. Le figure sono alle prese con limiti fisici e
movimenti che ne fiaccano i corpi, compiuti sullo sfondo di scenari abbandonati che
alimentano il senso di decadenza e grottesca tragicità.
Il repertorio di Schinwald include anche sculture composte a partire dall’assemblaggio di
gambe di tavoli in stile Chippendale, allestite nel punto più alto dell’edificio: l’osservatorio
da cui si può scorgere una delle viste più affascinanti di Vicenza. È qua che si conclude il
percorso ascensionale della mostra e nell’opera dell’artista austriaco, un crescendo che
conduce a questa serie di sculture in cui ciò che è familiare assume contorni sinistri: le
gambe dei tavoli sono trasfigurate in organismi alienanti, geneticamente modificati, che
alludono a pose improbabili e gesti delicatamente erotici.
Che si tratti di figure umane o di oggetti, l’immaginario dell’artista tende sempre alla
creazione di forme inquietanti e disarticolate.
La mostra offre dunque l’opportunità di uno sguardo ampio sulla poetica di uno degli artisti
europei più importanti a livello internazionale che, dopo la consacrazione alla Biennale di
Venezia del 2011, occasione nella quale Schinwald rappresentò il proprio paese, propone
una nuova mostra personale in Italia, misurandosi con un’architettura carica di suggestioni,
in grado di espandere e rilanciare energeticamente l’immaginario dell’artista.
La Fondazione Coppola consiglia prenotare in anticipo la visita in quanto la particolare
conformazione architettonica del Torrione pone limiti di accesso. Per informazioni sulle
modalità di accesso e prenotazioni: info@fondazionecoppola.org – tel. 0444 043272.
di lettura rappresentativa dell’intera produzione di Schinwald. Traducibile in italiano con il
termine “disadattati”, Misfits fa riferimento ad alcune delle caratteristiche salienti dei lavori
realizzati dall’artista austriaco negli ultimi vent’anni, opere in cui il corpo e la figura
risultano corrotti da dettagli inquietanti e bloccati in pose stranianti, in un processo di
manipolazione che può toccare anche oggetti d’uso come mobili e suppellettili.
Articolata nei cinque livelli del Torrione, la mostra include interventi di natura installativa e
scultorea, così come dipinti e video: un corpus eterogeneo che testimonia l’eclettismo di
Schinwald, ma che al tempo stesso lascia emergere in maniera limpida le costanti della
sua poetica. Il percorso espositivo si apre con la serie delle Marionettes, un gruppo di
dodici bambini raffigurati in pose e atteggiamenti che esprimono un senso di impazienza e
lieve ribellione. Sostenuti e manovrati da fili sottili, battono i piedi e scuotono le braccia con
movimenti ripetitivi, creando un ritmo visivo oltre che udibile. Come componenti di una
piccola banda di gangster rivelano un aspetto fragile e grottesco, due qualità che
connotano molti lavori in mostra.
Il primo e il secondo livello dell’edificio sono invece dedicati alla pittura di Schinwald, che,
nel corso dell’ultimo decennio, è diventata paradigmatica di un approccio teso al confronto,
insieme omaggiante e irriverente, con la tradizione pittorica, fondato sulla manomissione di
ritratti ottocenteschi di personaggi aristocratici attraverso degli inserimenti stranianti –
interferenze come protesi, maschere, cancellature, escrescenze – che alterano la
sontuosa compostezza delle pose. I volti dipinti da Schinwald si trasformano così in immagini perturbanti, enigmatiche e tutt’altro che rassicuranti, entrando in collisione sia
con gli ambienti in cui sono collocati – per lo più interni borghesi – sia con la tradizione più
ampia del ritratto come genere pittorico. I personaggi emanano una strana tensione,
generata dal contrasto tra la rispettabilità del loro rango e il senso di costrizione, ai limiti
della depravazione, suggerito dagli elementi che ne schermano o ne alterano i volti.
La teatralità delle Marionettes e la dimensione sottilmente inquietante dei dipinti si
ritrovano anche nei video che occupano il terzo e il quarto piano del Torrione. Orient A e
Orient B, questi i titoli delle opere, sono pervasi/sostenuti da atmosfere misteriose e
ambigue, e mostrano gruppi di performer – quasi figure corrispondenti a quelle dei dipinti –
compiere azioni prive di senso apparente. Le figure sono alle prese con limiti fisici e
movimenti che ne fiaccano i corpi, compiuti sullo sfondo di scenari abbandonati che
alimentano il senso di decadenza e grottesca tragicità.
Il repertorio di Schinwald include anche sculture composte a partire dall’assemblaggio di
gambe di tavoli in stile Chippendale, allestite nel punto più alto dell’edificio: l’osservatorio
da cui si può scorgere una delle viste più affascinanti di Vicenza. È qua che si conclude il
percorso ascensionale della mostra e nell’opera dell’artista austriaco, un crescendo che
conduce a questa serie di sculture in cui ciò che è familiare assume contorni sinistri: le
gambe dei tavoli sono trasfigurate in organismi alienanti, geneticamente modificati, che
alludono a pose improbabili e gesti delicatamente erotici.
Che si tratti di figure umane o di oggetti, l’immaginario dell’artista tende sempre alla
creazione di forme inquietanti e disarticolate.
La mostra offre dunque l’opportunità di uno sguardo ampio sulla poetica di uno degli artisti
europei più importanti a livello internazionale che, dopo la consacrazione alla Biennale di
Venezia del 2011, occasione nella quale Schinwald rappresentò il proprio paese, propone
una nuova mostra personale in Italia, misurandosi con un’architettura carica di suggestioni,
in grado di espandere e rilanciare energeticamente l’immaginario dell’artista.
La Fondazione Coppola consiglia prenotare in anticipo la visita in quanto la particolare
conformazione architettonica del Torrione pone limiti di accesso. Per informazioni sulle
modalità di accesso e prenotazioni: info@fondazionecoppola.org – tel. 0444 043272.
11
ottobre 2020
Markus Schinwald – Misfits
Dall'undici ottobre 2020 al 27 febbraio 2021
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE COPPOLA
Vicenza, Corso Palladio, 1
Vicenza, Corso Palladio, 1
Biglietti
Ingresso € 5,00
Ridotto per gli over 65 € 4,00
Gratuito per gli under 18 e per i giornalisti accreditati in possesso di tessera stampa in
corso di validità.
Orario di apertura
Per gli orari e le regole di accesso consultare il sito www.fondazionecoppola.org
Sito web
Ufficio stampa
Sara Zolla
Autore
Curatore