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Marta Petrucci / Franco Lorenzetto – Opposte Ragioni
OPPOSTE sono le RAGIONI che ispirano e conducono l’atto creativo degli autori presentati, sì da distinguere chiaramente la ricerca condotta da Marta PETRUCCI da quella di Franco LORENZETTO.
Comunicato stampa
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OPPOSTE' sono le 'RAGIONI'che ispirano e conducono l'atto creativo degli autori presentati, permettendoci di distinguere immediatamente la ricerca condotta dall'artista Marta PETRUCCI da quella di Franco LORENZETTO. La marcata diversità della ricerca artistica che contraddistingue il lavoro dei due artisti, assurge quindi, in questa Doppia Personale, a strumento di codifica e comprensione delle rispettive istanze creative.
Come in un gioco di contrasti, osserviamo la misurata compostezza dell'opera della Petrucci ritagliarsi chiara dall'impeto libero del Lorenzetto. Così come il bianco risulta più bianco se accostato al nero, allo stesso modo, per mettere in evidenza i personalissimi risultati estetici cui gli autori sono pervenuti attraverso la ricerca poetico/espressiva percorsa, si è ottenuto di evidenziare maggiormente il lavoro dell’Una attraverso l’avvicinamento con quello dell’Altro. Un avvicinamento tra il lavoro della Petrucci e del Lorenzetto che oltre alla produzione di un evidente e suggestivo effetto visivo, muove, stimola e propone interessanti riflessioni alla luce di una sostanziale considerazione di fondo: entrambi gli artisti gravitano all’interno dello stesso ambito di ricerca, quello dell’astrazione. Vi si muovono certo per “ragioni” diverse perseguendo anche, com’è dato di vedere, obiettivi diversi, se non “opposti”.
Marta percorre lo spazio dell’astrazione come fosse in un luogo, in un mondo suo ove posizionare, o riposizionare, costruire o ricostruire a suo piacimento e con logica di perfetto equilibrio forme e colore che gli vengono dall’altro mondo, quello reale. A sorpresa anche Lorenzetto fa dello spazio dell’astrazione un luogo suo ove lasciarsi andare a briglie sciolte, facendone, alla stregua della performance, spazio di esperenzi-azione emotiva e formale.
Alla luce di questa possibile lettura … i due artisti potrebbero non sembrare più tanto lontani, forse.
Cenni biografici sugli autori
_Franco LORENZETTO consegue il diploma di geometra presso l’istituto tecnico “Gerardi” di Cittadella. Vive e lavora a San Pietro in Gù in provincia di Padova.
Parallelamente a quello che è stato il suo percorso di affermazione professionale in ambito lavorativo, ha continuato a coltivare il grande interesse nutrito per l’arte, dedicandosi con impegno alla pratica pittorica, esercitandosi e sperimentando tecnicamente, ma anche studiando ed approfondendo le sue conoscenze storico-artistiche. Proprio dai suoi studi vengono i primi spunti di soggetto, nei primi anni della sua produzione artistica saranno gli autori dell’impressionismo con il loro particolarissimo uso del colore ad olio a catturare e monopolizzare l’attenzione del giovane “apprendista”. E’ in questi anni e da questo tipo di ricerca che Franco conosce e riconosce in quella tecnica e specificatamente nell’uso che i grandi maestri impressionisti fanno del colore, modalità e contenuti particolarmente affini alla sua personalità e ai suoi intenti portandolo ad assestarsi per lungo tempo sull’esplorazione ed approfondimento delle caratteristiche e potenzialità dell’olio, affascinato da quella pennellata che fosse ricca, corposa, intrisa di colore si adopera per ottenere una superficie pittorica che risultasse mossa e di spessore. Pago di quel tipo di ricerca, muoverà poi verso altri contenuti, passando per una fase di rappresentazione figurativa che potremmo definire, maggiormente “di concetto”, attratto dai grandi temi della scienza e non solo, si dedicherà infatti alla rappresentazione di fenomeni, leggi fisiche, ecc..fino ad arrivare alle tematiche del mito della velocità futurista di cui “ricalcherà” aspetti formali e compositivi continuando in questa ricerca fino ad arrivare negli ultimi anni ad una svolta decisiva per la sua ricerca e pratica artistica. Merito forse anche del maggior tempo che Lorenzetto ha potuto dedicare alla pittura, si è innescato in lui un cambiamento sostanziale nel suo atteggiamento creativo per il quale si assiste ad un progressivo allontanamento dalla precedenti modalità descritte, verso un espressione pittorica più libera ed istintiva. Adempiuto forse anche all’ossequioso omaggio che sentiva dovere ai grandi maestri del passato che tanto hanno impressionato e stimolato la sua fantasia con il primato del loro genio creativo, Franco Lorenzetto oggi, si sente pronto per svincolarsi dalla loro lezione, e facendo tesoro di quanto acquisito si ritiene al fine “degno” (com’egli afferma) di corrispondere alle sue personalissime istanze esprimendole. I suoi ultimi lavori rappresentano e segnano quindi, nella produzione artistica dell’autore, il raggiungimento di una piena autonomia creativa sia dal punto di vista iconografico che tecnico. Alla tela preferisce il cartone e all’amatissimo olio, l’acrilico, perché più brillante e pratico, ma soprattutto più funzionale alla sua nuova modalità creativa, non più condotta da un controllo compositivo ove con progressiva giustapposizione elaborava concetti e disponeva soggetti, ma da un impeto libero ed istintivo, espresso una forza dirompete assecondata ed espressa attraverso una gestualità pittorica ampia e nervosa.
Ha esposto le sue opere prevalentemente a Vicenza in eventi collettivi. Con “OPPOSTE RAGIUONI”, è alla sua prima Personale.
_Marta PETRUCCI è nata a Valdagno, dove vive e lavora. Laureata in lettere, indirizzo artistico, presso l'Università di Padova con il chiarissimo prof. Puppi, pratica da diversi anni la pittura senza aver seguito specifici studi accademici. Marta Petrucci guarda, vive, sente e osserva il Mondo attraverso quanto di ciò che Lo anima La colpisce impressionandone la sottilissima sensibilità. Così Ella coglie e si sofferma talvolta sulle affascinanti e curiose forme dei sassi, talaltra sugli originalissimi e coraggiosi accostamenti cromatici che lo spettacolo della natura mette in scena tra fiori, foglie e piante, altre volte sono invece scorci, porte, architetture, navate ad attrarla, altre ancora sono fenomeni quali la danza, la musica e la poesia ad imbrigliarsi nella sua mente in attesa di una sua benevola risoluzione pittorica, secondo un processo di rielaborazione e trasmutazione per il quale l'artista ripercorsi i soggetti eletti, lì riconsegnerà filtrati da quella personalissima necessità di 'ordinazione' e com-prensione che le è propria e che volge al raggiungimento di una sintesi di massima perfezione attraverso una progressiva scomposizione geometrica che volga al fine alla riconsegna di un equilibrio di forme e colore ove in vero si riesca a cogliere un assoluta e sempre vera armonia universale. Grande è lo sforzo, s'intuisce che Marta compie nel percorso che la conduce al compimento di un'opera. Quasi contro la sua stessa natura, lei che si definisce irrimediabilmente disordinata, nel suo operare artistico muove con calma precisione da chirurgo: rilevando, vagliando, togliendo, per poi scomporre, ricomporre e ricostruire come nel progetto di un'architettura in cui vanno valutati pesi e contrappesi, vuoti e pieni. Secondo un modo di procedere attento e rigorosissimo, Lei avanza in una costruzione lenta e serissima tesa al perfetto equilibrio nella composizione tra forma, colore e proporzione. Profondamente innamorata della tecnica ad olio, la predilige da sempre praticandola fin dagli inizi della sua ricerca artistica, tanto da farne sue, e in questo senso, padroneggiarne appieno, le intrinseche valenze, diversamente dall'acquerello, che pur trattato con esiti felicissimi, appartiene ad un passato meno remoto del suo percorso. Ma, vero è che nella costante dedizione ed esercizio dell'amata tecnica, Marta giunge ad affinare e personalizzare a tal punto la conoscenza e l'utilizzo dell'olio, da riuscire lì a pervenire ad effetti cromatici in cui le peculiari caratteristiche di luminosità del colore, sono spinte alle loro massime potenzialità per mezzo anche di una manualità non soltanto esperta, ma rispettosa.
Come in un rapporto, per definizione: "connessione tra cose", si assiste quasi al compimento di un mutuo scambio tra l'operosità dell'artista e la natura della materia cromatica, dove l'Uno prende, ed usa, con amore l'Altro il quale si dona e lascia domare completamente. Parimenti, ci conferma Marta, quando, nel riferire in merito alle sensazioni provate durante la pittura, parla in termini di "rapporto sensuale", tra l'uso della materia-colore, l'acqua e il pennello. Le "Composizioni" che ne nascono, secondo la denominazione con cui la stessa Petrucci intitola tutte le sue opere, differenziandole per progressione numerica, sono il risultato di una complessa ed intima operazione estetica in cui l'afflato lirico e poetico che emanano, risulta mirabilmente potenziato dalle intrinseche e personalissime soluzioni tecniche, grafiche e cromatiche che l'artista sa creare. In particolare, in riferimento alla scelta dei colori utilizzati e quindi degli accostamenti in cui l'autrice li governa e combina, è sostanziale rilevare ch'ella si lascia in questo caso guidare completamente e fiduciosamente dal suo istintivo. Così come non prepara né disegno preparatorio né bozzetto dei suoi lavori, in egual maniera Marta Petrucci non decide, se non nell'immediato momento dell'esecuzione, quali che saranno le tonalità protagoniste, lasciando che l'opera si compia, questa volta, liberata da istanze e preoccupazioni compositive, vestendosi della raffinata, spontanea ed originale fantasia di Marta.
Marta Petrucci è presente nel volume: "Arte Triveneta dal Barocco alle Ultime Ricerche del 2000" di Ottorino Stefani - Edizioni d'Arte Ghelfi_Verona
L'artista è inoltre presente nell'Archivio Monografico dell'Arte Italiana - www.arteitaliana.net
L'artista espone i suoi lavori in mostre personali e collettive, fiere e concorsi. Le sue opere suscitano l'interesse del pubblico e della critica qualificata che le ha dedicato numerosi articoli, apprezzamenti e riconoscimenti su riviste specializzate e cataloghi.
A cura di Marta Longo
Maestro d'Arte_Curatrice dell’Atelier
Come in un gioco di contrasti, osserviamo la misurata compostezza dell'opera della Petrucci ritagliarsi chiara dall'impeto libero del Lorenzetto. Così come il bianco risulta più bianco se accostato al nero, allo stesso modo, per mettere in evidenza i personalissimi risultati estetici cui gli autori sono pervenuti attraverso la ricerca poetico/espressiva percorsa, si è ottenuto di evidenziare maggiormente il lavoro dell’Una attraverso l’avvicinamento con quello dell’Altro. Un avvicinamento tra il lavoro della Petrucci e del Lorenzetto che oltre alla produzione di un evidente e suggestivo effetto visivo, muove, stimola e propone interessanti riflessioni alla luce di una sostanziale considerazione di fondo: entrambi gli artisti gravitano all’interno dello stesso ambito di ricerca, quello dell’astrazione. Vi si muovono certo per “ragioni” diverse perseguendo anche, com’è dato di vedere, obiettivi diversi, se non “opposti”.
Marta percorre lo spazio dell’astrazione come fosse in un luogo, in un mondo suo ove posizionare, o riposizionare, costruire o ricostruire a suo piacimento e con logica di perfetto equilibrio forme e colore che gli vengono dall’altro mondo, quello reale. A sorpresa anche Lorenzetto fa dello spazio dell’astrazione un luogo suo ove lasciarsi andare a briglie sciolte, facendone, alla stregua della performance, spazio di esperenzi-azione emotiva e formale.
Alla luce di questa possibile lettura … i due artisti potrebbero non sembrare più tanto lontani, forse.
Cenni biografici sugli autori
_Franco LORENZETTO consegue il diploma di geometra presso l’istituto tecnico “Gerardi” di Cittadella. Vive e lavora a San Pietro in Gù in provincia di Padova.
Parallelamente a quello che è stato il suo percorso di affermazione professionale in ambito lavorativo, ha continuato a coltivare il grande interesse nutrito per l’arte, dedicandosi con impegno alla pratica pittorica, esercitandosi e sperimentando tecnicamente, ma anche studiando ed approfondendo le sue conoscenze storico-artistiche. Proprio dai suoi studi vengono i primi spunti di soggetto, nei primi anni della sua produzione artistica saranno gli autori dell’impressionismo con il loro particolarissimo uso del colore ad olio a catturare e monopolizzare l’attenzione del giovane “apprendista”. E’ in questi anni e da questo tipo di ricerca che Franco conosce e riconosce in quella tecnica e specificatamente nell’uso che i grandi maestri impressionisti fanno del colore, modalità e contenuti particolarmente affini alla sua personalità e ai suoi intenti portandolo ad assestarsi per lungo tempo sull’esplorazione ed approfondimento delle caratteristiche e potenzialità dell’olio, affascinato da quella pennellata che fosse ricca, corposa, intrisa di colore si adopera per ottenere una superficie pittorica che risultasse mossa e di spessore. Pago di quel tipo di ricerca, muoverà poi verso altri contenuti, passando per una fase di rappresentazione figurativa che potremmo definire, maggiormente “di concetto”, attratto dai grandi temi della scienza e non solo, si dedicherà infatti alla rappresentazione di fenomeni, leggi fisiche, ecc..fino ad arrivare alle tematiche del mito della velocità futurista di cui “ricalcherà” aspetti formali e compositivi continuando in questa ricerca fino ad arrivare negli ultimi anni ad una svolta decisiva per la sua ricerca e pratica artistica. Merito forse anche del maggior tempo che Lorenzetto ha potuto dedicare alla pittura, si è innescato in lui un cambiamento sostanziale nel suo atteggiamento creativo per il quale si assiste ad un progressivo allontanamento dalla precedenti modalità descritte, verso un espressione pittorica più libera ed istintiva. Adempiuto forse anche all’ossequioso omaggio che sentiva dovere ai grandi maestri del passato che tanto hanno impressionato e stimolato la sua fantasia con il primato del loro genio creativo, Franco Lorenzetto oggi, si sente pronto per svincolarsi dalla loro lezione, e facendo tesoro di quanto acquisito si ritiene al fine “degno” (com’egli afferma) di corrispondere alle sue personalissime istanze esprimendole. I suoi ultimi lavori rappresentano e segnano quindi, nella produzione artistica dell’autore, il raggiungimento di una piena autonomia creativa sia dal punto di vista iconografico che tecnico. Alla tela preferisce il cartone e all’amatissimo olio, l’acrilico, perché più brillante e pratico, ma soprattutto più funzionale alla sua nuova modalità creativa, non più condotta da un controllo compositivo ove con progressiva giustapposizione elaborava concetti e disponeva soggetti, ma da un impeto libero ed istintivo, espresso una forza dirompete assecondata ed espressa attraverso una gestualità pittorica ampia e nervosa.
Ha esposto le sue opere prevalentemente a Vicenza in eventi collettivi. Con “OPPOSTE RAGIUONI”, è alla sua prima Personale.
_Marta PETRUCCI è nata a Valdagno, dove vive e lavora. Laureata in lettere, indirizzo artistico, presso l'Università di Padova con il chiarissimo prof. Puppi, pratica da diversi anni la pittura senza aver seguito specifici studi accademici. Marta Petrucci guarda, vive, sente e osserva il Mondo attraverso quanto di ciò che Lo anima La colpisce impressionandone la sottilissima sensibilità. Così Ella coglie e si sofferma talvolta sulle affascinanti e curiose forme dei sassi, talaltra sugli originalissimi e coraggiosi accostamenti cromatici che lo spettacolo della natura mette in scena tra fiori, foglie e piante, altre volte sono invece scorci, porte, architetture, navate ad attrarla, altre ancora sono fenomeni quali la danza, la musica e la poesia ad imbrigliarsi nella sua mente in attesa di una sua benevola risoluzione pittorica, secondo un processo di rielaborazione e trasmutazione per il quale l'artista ripercorsi i soggetti eletti, lì riconsegnerà filtrati da quella personalissima necessità di 'ordinazione' e com-prensione che le è propria e che volge al raggiungimento di una sintesi di massima perfezione attraverso una progressiva scomposizione geometrica che volga al fine alla riconsegna di un equilibrio di forme e colore ove in vero si riesca a cogliere un assoluta e sempre vera armonia universale. Grande è lo sforzo, s'intuisce che Marta compie nel percorso che la conduce al compimento di un'opera. Quasi contro la sua stessa natura, lei che si definisce irrimediabilmente disordinata, nel suo operare artistico muove con calma precisione da chirurgo: rilevando, vagliando, togliendo, per poi scomporre, ricomporre e ricostruire come nel progetto di un'architettura in cui vanno valutati pesi e contrappesi, vuoti e pieni. Secondo un modo di procedere attento e rigorosissimo, Lei avanza in una costruzione lenta e serissima tesa al perfetto equilibrio nella composizione tra forma, colore e proporzione. Profondamente innamorata della tecnica ad olio, la predilige da sempre praticandola fin dagli inizi della sua ricerca artistica, tanto da farne sue, e in questo senso, padroneggiarne appieno, le intrinseche valenze, diversamente dall'acquerello, che pur trattato con esiti felicissimi, appartiene ad un passato meno remoto del suo percorso. Ma, vero è che nella costante dedizione ed esercizio dell'amata tecnica, Marta giunge ad affinare e personalizzare a tal punto la conoscenza e l'utilizzo dell'olio, da riuscire lì a pervenire ad effetti cromatici in cui le peculiari caratteristiche di luminosità del colore, sono spinte alle loro massime potenzialità per mezzo anche di una manualità non soltanto esperta, ma rispettosa.
Come in un rapporto, per definizione: "connessione tra cose", si assiste quasi al compimento di un mutuo scambio tra l'operosità dell'artista e la natura della materia cromatica, dove l'Uno prende, ed usa, con amore l'Altro il quale si dona e lascia domare completamente. Parimenti, ci conferma Marta, quando, nel riferire in merito alle sensazioni provate durante la pittura, parla in termini di "rapporto sensuale", tra l'uso della materia-colore, l'acqua e il pennello. Le "Composizioni" che ne nascono, secondo la denominazione con cui la stessa Petrucci intitola tutte le sue opere, differenziandole per progressione numerica, sono il risultato di una complessa ed intima operazione estetica in cui l'afflato lirico e poetico che emanano, risulta mirabilmente potenziato dalle intrinseche e personalissime soluzioni tecniche, grafiche e cromatiche che l'artista sa creare. In particolare, in riferimento alla scelta dei colori utilizzati e quindi degli accostamenti in cui l'autrice li governa e combina, è sostanziale rilevare ch'ella si lascia in questo caso guidare completamente e fiduciosamente dal suo istintivo. Così come non prepara né disegno preparatorio né bozzetto dei suoi lavori, in egual maniera Marta Petrucci non decide, se non nell'immediato momento dell'esecuzione, quali che saranno le tonalità protagoniste, lasciando che l'opera si compia, questa volta, liberata da istanze e preoccupazioni compositive, vestendosi della raffinata, spontanea ed originale fantasia di Marta.
Marta Petrucci è presente nel volume: "Arte Triveneta dal Barocco alle Ultime Ricerche del 2000" di Ottorino Stefani - Edizioni d'Arte Ghelfi_Verona
L'artista è inoltre presente nell'Archivio Monografico dell'Arte Italiana - www.arteitaliana.net
L'artista espone i suoi lavori in mostre personali e collettive, fiere e concorsi. Le sue opere suscitano l'interesse del pubblico e della critica qualificata che le ha dedicato numerosi articoli, apprezzamenti e riconoscimenti su riviste specializzate e cataloghi.
A cura di Marta Longo
Maestro d'Arte_Curatrice dell’Atelier
12
giugno 2010
Marta Petrucci / Franco Lorenzetto – Opposte Ragioni
Dal 12 giugno al 10 luglio 2010
arte contemporanea
Location
DI SEGNO LIBERO
Vicenza, Corso Antonio Fogazzaro, 86, (Vicenza)
Vicenza, Corso Antonio Fogazzaro, 86, (Vicenza)
Orario di apertura
Da Martedì a venerdì ore 15.30-19.30
Sabato: 10-13 e 15.30-19.30
Domenica e lunedì su appuntamento
Vernissage
12 Giugno 2010, ore 19
Autore
Curatore