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Martin Bradley – Frammentazioni
Con la presente mostra la Galleria Memoli ha voluto per l’appunto rendere omaggio ai frammenti di storia del grande artista Martin Bradley, frammenti segnati da mille spostamenti, vicissitudini, incontri e con-fronti che mediante la selezione di questi 26 splendidi lavori ( tutti pezzi unici ) possa creare un’occasione unica da parte del pubblico di riappropriarsi del linguaggio cosmopolita e dirompente di uno dei grandi artisti del panorama contemporaneo
Comunicato stampa
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Dopo la personale tenuta nella Galleria Memoli di Potenza nel maggio 2006, La Memoli arte contemporanea è nuovamente lieta di presentare al pubblico nello spazio espositivo di Busto Arsizio le opere dell’artista inglese Martin Bradley, nato a Richmond Surry – Inghilterra – nel 1931.
Componente minore per età anagrafica del gruppo CoBrA ( Movimento fondato a Parigi nel novembre del 1948 da un gruppo di artisti dell’Europa del Nord in reazione all’Astrazione geometrica e al realismo socialista. La sigla è costituita dalla prime lettere di Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam capitali dei paesi d’origine dei principali artisti tra cui Karel Appel, Asser Jorn, Corneille, Pierre Alechinsky, Constant, Karl Otto Gotz ) fin dalla giovane età e successivamente nel corso della sua vita di artista e intellettuale, non ha fatto altro che viaggiare, seguendo i sentieri inconsci del suo istinto esplorativo che lo vedono come un “ artista antropologo “ in terre lontane ( dalla Cina all’India, dalla Malesia al Brasile, al Tibet, al Giappone, dalla Francia alla Spagna, dall’ Italia alla Germania ) per poi fermarsi stabilmente in Belgio, dove tutt’ora vive ed opera.
Dai suoi lavori si evince che la capacità dell’artista ha seguito nel corso del tempo un percorso preciso, dato dalla capacità di viaggiare, andando alla ricerca del Karma e del fascino dell’oriente, che ha notevolmente influenzato e ispirato il suo lavoro, composto da opere uniche su carta intelaiata o su tela; opere queste che denotano un forte richiamo alla cultura ibrida e alle infinite strade del mondo.
Una cultura di mescolanze cromatiche che nei lavori dell’artista fa emergere a tinte forti la rappresentazione delle antiche civiltà asiatiche in stretto riferimento con le forme simboliche, sacre e divine legate ai frammenti espressivi e simbolici delle civiltà e dei loro usi e costumi.
Nelle sue 26 opere presentate in mostra, dagli acquerelli su carta degli anni sessanta fino agli oli su tela degli anni 80-90, ai totem e agli acrilici su tela del periodo 2000 - 2004, si coglie immediatamente una fantasia “ senza freni “, data dalla rappresentazione pittorica dell’artista ricorrendo all’uso di colori tanto delicati ( come gli acquerelli su carta ) quanto forti e di impatto cromatico dato dagli oli su tela, che, in modo del tutto ibrido e spirituale, danno al suo lavoro pittorico una carica rappresentativa dell’Io complesso, inquieto e globe-trotter.
Le su opere, oggi, presenti nelle collezioni storiche di musei, fondazioni e istituzioni pubbliche - private
( Istitute of Contemporary Art – Menphis – Usa; Museum of Modern Art - New York; Museu de Arte Moderna – Rio De Janeiro – Brasil; The Peggy Guggenheim Foundation – Venezia – Italia; The Tate Gallery – London – Anglèterre; The British Museum of Art – London – Anglèterre; Collection Air France – Paris – France; Musèe d’Ostende – Ostende – Bèlgique , etc…)
hanno fatto di lui un grande artista, i cui lavori hanno attirato negli anni l’interesse di molte gallerie ( Gallerie Rive Gauche – Paris – France; Galerie Rubbens – Buenos Aires – Argentina; Galleria del Cavallino – Venezia – Italia), critici, collezionisti, pubblico vario, in genere appassionati di moderno e contemporaneo, che lo hanno consacrato come l’ultimo dei grandi maestri viventi del XX°-XXI° sec.
L’opera pittorica dell’artista Martin Bradley ha costituito nel corso del novecento e costituisce ancora oggi nel corso del XXI° sec un caposaldo fondamentale della storia dell’arte moderna e contemporanea.
A tale proposito la critica Raquel Medina de Vargas afferma nella presentazione in catalogo della mostra, che le opere di Bradley sono da considerarsi alla “ luce di una fonte di ispirazione… data dai suoi continui viaggi avventurosi ….sempre segnati da una ricerca di fondo attinente alla conoscenza dell’uomo in merito all’esperienza delle civiltà …alla luce di tutto questo si può sostenere che l’opera artistica del maestro Bradley è caratterizzata dal simbolo, inteso questo come elemento esplicito dalla sua arte, di qualcosa di tanto attuale come la globalità; non una globalità mercantilistica ma autentica, di persone, di costumi “ di culture, di lingue, capaci di abbattere, annientare le barriere del tempo, dello spazio, delle frontiere.
Un caposaldo artistico dato dalla capacità di concepire l’opera d’arte come un oggetto-strumento decorativo, capace con le sue forme cromatiche, concettuali e figurative di creare un impatto visivo nell’osservatore, rimandandolo ad un continuo gioco del simbolo e del mito.
Attraverso punti di vista diversi, si tratti di dettagli microcosmici ( The women, tecnica mista su carta intelata del 1968 ) o di grandiose visioni di insieme ( Crow, tecnica mista su carta degli anni 70, una straordinaria opera a tecnica mista su carta argento, dove si evidenzia per certi versi il volo,… inteso da parte dell’artista come momento per creare incontri di civiltà, ); di paesaggi stellati ( Bosforo, Olio su carta del 1972) o più semplicemente di una logica di rappresentazione del mondo animale ( The Cat acrilico su carta del 2004 oppure Chickens , acrilico su tela del 2001),
lo scopo dell’artista è quello di raccontare storie di civiltà attraverso la pittura: concettuale in prevalenza per i primi lavori degli anni sessanta, segnica - per i lavori del periodo 70 – 80 e simbolico-figurativa per le opere recenti.
In tutti i suoi lavori lo scopo principale è quello di raccontarci la sua appartenenza non ad una terra bensì alla molteplicità delle terre e dei luoghi delle civiltà.
Può trattarsi di un piccolo dettaglio floreale come nel caso di Addio, o di uno scorcio di interno con profilo, nel caso de La Stanza, opere degli anni settanta, può essere una sintesi figurativa rappresentata da Segreto, acrilico su tela degli anni 90 o una struttura totemica come nel caso delle ultime opere del 2000 – 2001, ciò che colpisce è la capacità da parte della pittura di Bradley di suscitare, in chi osserva l’opere, una forte ammirazione data dalla curiosità quasi fiabesca ( alla Prop ) di essere guidati in un percorso di frammenti di civiltà, caratterizzato dai colori, dalle forme, dai simboli e dai linguaggi dell’oriente e dell’occidente, del nord e del sud del mondo.
Sintesi biografica dell’artista: Martin Bradley nasce nel 1931 a Richmond Surrey in Inghilterra. Era molto giovane quando fu iniziato al cinese classico grazie allo studioso e poeta Arthue Waley e all’amicizia con William Willets, l’autore della “ The Foundations of Chinese Art “, Bradley inizia a possedere una padronanza dell’estetica cinese e giapponese.
Nel 1954 studia il tibetano con David Snelgrove che a quei tempi era professore di lingua tibetana all’università di Londra.
Nel 1958, ottiene una borsa di studio dal governo brasiliano, vive e dipinge li per 3 anni. Ritorna in Europa nel 1960 dove vive e studia fino al 1968 quando parte per l’India e il Nepal per studiare la pittura e la cultura buddista. Nel 1972 decide di andare in Giappone per studiare la lingua e la cultura nipponica.
Nel 1973 ritorna in Europa, dove porta avanti la sua attività pittorica e di studio.
Dal 1989 in poi decide di stabilirsi a Bruges, in Belgio.
Durante gli ultimi tre anni, il suo interesse per il Buddismo lo porta a dedicarsi alla tradizione degli scritti di Nichieren Daishonin, dal giapponese medievale all’inglese. Da allora e ritornato alla pittura.
Sintesi di alcune mostre personali: 1954 Gimpel Fils Londra
1955 Piccadilly Gallery Londra
1960 Galeria Gea Buenos Aires
Galerie Rive Gauche Parigi
Galleria del Cavallino Venezia
1961 Galeria Rubbens Buenos Aires
Galleria del Naviglio Milano
1963 Coupar Galerie Parigi
Arco d’Alibert Roma
1966 Tama Gallery Londra
1970 Galerie Rive Gauche Roma
Galerie Rive Gauche Parigi
1975 Galleria Levi Milano
Galleria Fontanella Borghese Roma
Studio Erre Roma
Galeria Rive Gauche Roma
1977 Galleria La Seggiola Salerno
1977 Galleria il Messaggio Roma
Galleria d’arte Il Ponte Firenze
1980 Galerie Samy Kinge Parigi
1984 Galleria Fontanella Borghese Roma
1986 Biennale di Venezia
Birch&Conran Londra
1989 Gallery Sfeir-Semler Amburgo
The Fine Art of flying Air France Londra
1991 Galleria San Carlo Milano
Art Fair Miami Florida
1992 Art Fair Bologna
1992 Art in glass Contemporary Art Museum Hong Kong
1993 Galerie Saint Jacques Bruxelles
1994 Gojiener Fine Art Amsterdam
Galerie Piretti Ostende Belgio
1995 Art 95 Fine Art’s gallery Londra
1996 Miami Art Fair Miami
1997 Fiera di Bologna
1998 Galerie Su Zanne Tarasieve Saga Parigi
Galerie Dewart Bruxelles
2000 Pantheon Gallery Knokke Belgio
2001 Gallerihuset Copenhagen Danimarca
Selart Gallery Stockolm Svezia
2002 Gallery Nippon Tokyo
2004 Galerie Dewart Bruxelles
InterAtrium Porto
InterAtrium Barcellona
2006 Galleria Memoli arte contemporanea Potenza
Galleria Memoli arte contemporanea Busto Arsizio.
Special Tanks to:Paola Emanuele; Anna Stolfi;Vanni Scheiwiller; Antonello Memoli; Osvaldo Pignatelli; Le Masserie del Falco – Borgo Rurale; Roberto Falconieri, Anna Rivelli
Componente minore per età anagrafica del gruppo CoBrA ( Movimento fondato a Parigi nel novembre del 1948 da un gruppo di artisti dell’Europa del Nord in reazione all’Astrazione geometrica e al realismo socialista. La sigla è costituita dalla prime lettere di Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam capitali dei paesi d’origine dei principali artisti tra cui Karel Appel, Asser Jorn, Corneille, Pierre Alechinsky, Constant, Karl Otto Gotz ) fin dalla giovane età e successivamente nel corso della sua vita di artista e intellettuale, non ha fatto altro che viaggiare, seguendo i sentieri inconsci del suo istinto esplorativo che lo vedono come un “ artista antropologo “ in terre lontane ( dalla Cina all’India, dalla Malesia al Brasile, al Tibet, al Giappone, dalla Francia alla Spagna, dall’ Italia alla Germania ) per poi fermarsi stabilmente in Belgio, dove tutt’ora vive ed opera.
Dai suoi lavori si evince che la capacità dell’artista ha seguito nel corso del tempo un percorso preciso, dato dalla capacità di viaggiare, andando alla ricerca del Karma e del fascino dell’oriente, che ha notevolmente influenzato e ispirato il suo lavoro, composto da opere uniche su carta intelaiata o su tela; opere queste che denotano un forte richiamo alla cultura ibrida e alle infinite strade del mondo.
Una cultura di mescolanze cromatiche che nei lavori dell’artista fa emergere a tinte forti la rappresentazione delle antiche civiltà asiatiche in stretto riferimento con le forme simboliche, sacre e divine legate ai frammenti espressivi e simbolici delle civiltà e dei loro usi e costumi.
Nelle sue 26 opere presentate in mostra, dagli acquerelli su carta degli anni sessanta fino agli oli su tela degli anni 80-90, ai totem e agli acrilici su tela del periodo 2000 - 2004, si coglie immediatamente una fantasia “ senza freni “, data dalla rappresentazione pittorica dell’artista ricorrendo all’uso di colori tanto delicati ( come gli acquerelli su carta ) quanto forti e di impatto cromatico dato dagli oli su tela, che, in modo del tutto ibrido e spirituale, danno al suo lavoro pittorico una carica rappresentativa dell’Io complesso, inquieto e globe-trotter.
Le su opere, oggi, presenti nelle collezioni storiche di musei, fondazioni e istituzioni pubbliche - private
( Istitute of Contemporary Art – Menphis – Usa; Museum of Modern Art - New York; Museu de Arte Moderna – Rio De Janeiro – Brasil; The Peggy Guggenheim Foundation – Venezia – Italia; The Tate Gallery – London – Anglèterre; The British Museum of Art – London – Anglèterre; Collection Air France – Paris – France; Musèe d’Ostende – Ostende – Bèlgique , etc…)
hanno fatto di lui un grande artista, i cui lavori hanno attirato negli anni l’interesse di molte gallerie ( Gallerie Rive Gauche – Paris – France; Galerie Rubbens – Buenos Aires – Argentina; Galleria del Cavallino – Venezia – Italia), critici, collezionisti, pubblico vario, in genere appassionati di moderno e contemporaneo, che lo hanno consacrato come l’ultimo dei grandi maestri viventi del XX°-XXI° sec.
L’opera pittorica dell’artista Martin Bradley ha costituito nel corso del novecento e costituisce ancora oggi nel corso del XXI° sec un caposaldo fondamentale della storia dell’arte moderna e contemporanea.
A tale proposito la critica Raquel Medina de Vargas afferma nella presentazione in catalogo della mostra, che le opere di Bradley sono da considerarsi alla “ luce di una fonte di ispirazione… data dai suoi continui viaggi avventurosi ….sempre segnati da una ricerca di fondo attinente alla conoscenza dell’uomo in merito all’esperienza delle civiltà …alla luce di tutto questo si può sostenere che l’opera artistica del maestro Bradley è caratterizzata dal simbolo, inteso questo come elemento esplicito dalla sua arte, di qualcosa di tanto attuale come la globalità; non una globalità mercantilistica ma autentica, di persone, di costumi “ di culture, di lingue, capaci di abbattere, annientare le barriere del tempo, dello spazio, delle frontiere.
Un caposaldo artistico dato dalla capacità di concepire l’opera d’arte come un oggetto-strumento decorativo, capace con le sue forme cromatiche, concettuali e figurative di creare un impatto visivo nell’osservatore, rimandandolo ad un continuo gioco del simbolo e del mito.
Attraverso punti di vista diversi, si tratti di dettagli microcosmici ( The women, tecnica mista su carta intelata del 1968 ) o di grandiose visioni di insieme ( Crow, tecnica mista su carta degli anni 70, una straordinaria opera a tecnica mista su carta argento, dove si evidenzia per certi versi il volo,… inteso da parte dell’artista come momento per creare incontri di civiltà, ); di paesaggi stellati ( Bosforo, Olio su carta del 1972) o più semplicemente di una logica di rappresentazione del mondo animale ( The Cat acrilico su carta del 2004 oppure Chickens , acrilico su tela del 2001),
lo scopo dell’artista è quello di raccontare storie di civiltà attraverso la pittura: concettuale in prevalenza per i primi lavori degli anni sessanta, segnica - per i lavori del periodo 70 – 80 e simbolico-figurativa per le opere recenti.
In tutti i suoi lavori lo scopo principale è quello di raccontarci la sua appartenenza non ad una terra bensì alla molteplicità delle terre e dei luoghi delle civiltà.
Può trattarsi di un piccolo dettaglio floreale come nel caso di Addio, o di uno scorcio di interno con profilo, nel caso de La Stanza, opere degli anni settanta, può essere una sintesi figurativa rappresentata da Segreto, acrilico su tela degli anni 90 o una struttura totemica come nel caso delle ultime opere del 2000 – 2001, ciò che colpisce è la capacità da parte della pittura di Bradley di suscitare, in chi osserva l’opere, una forte ammirazione data dalla curiosità quasi fiabesca ( alla Prop ) di essere guidati in un percorso di frammenti di civiltà, caratterizzato dai colori, dalle forme, dai simboli e dai linguaggi dell’oriente e dell’occidente, del nord e del sud del mondo.
Sintesi biografica dell’artista: Martin Bradley nasce nel 1931 a Richmond Surrey in Inghilterra. Era molto giovane quando fu iniziato al cinese classico grazie allo studioso e poeta Arthue Waley e all’amicizia con William Willets, l’autore della “ The Foundations of Chinese Art “, Bradley inizia a possedere una padronanza dell’estetica cinese e giapponese.
Nel 1954 studia il tibetano con David Snelgrove che a quei tempi era professore di lingua tibetana all’università di Londra.
Nel 1958, ottiene una borsa di studio dal governo brasiliano, vive e dipinge li per 3 anni. Ritorna in Europa nel 1960 dove vive e studia fino al 1968 quando parte per l’India e il Nepal per studiare la pittura e la cultura buddista. Nel 1972 decide di andare in Giappone per studiare la lingua e la cultura nipponica.
Nel 1973 ritorna in Europa, dove porta avanti la sua attività pittorica e di studio.
Dal 1989 in poi decide di stabilirsi a Bruges, in Belgio.
Durante gli ultimi tre anni, il suo interesse per il Buddismo lo porta a dedicarsi alla tradizione degli scritti di Nichieren Daishonin, dal giapponese medievale all’inglese. Da allora e ritornato alla pittura.
Sintesi di alcune mostre personali: 1954 Gimpel Fils Londra
1955 Piccadilly Gallery Londra
1960 Galeria Gea Buenos Aires
Galerie Rive Gauche Parigi
Galleria del Cavallino Venezia
1961 Galeria Rubbens Buenos Aires
Galleria del Naviglio Milano
1963 Coupar Galerie Parigi
Arco d’Alibert Roma
1966 Tama Gallery Londra
1970 Galerie Rive Gauche Roma
Galerie Rive Gauche Parigi
1975 Galleria Levi Milano
Galleria Fontanella Borghese Roma
Studio Erre Roma
Galeria Rive Gauche Roma
1977 Galleria La Seggiola Salerno
1977 Galleria il Messaggio Roma
Galleria d’arte Il Ponte Firenze
1980 Galerie Samy Kinge Parigi
1984 Galleria Fontanella Borghese Roma
1986 Biennale di Venezia
Birch&Conran Londra
1989 Gallery Sfeir-Semler Amburgo
The Fine Art of flying Air France Londra
1991 Galleria San Carlo Milano
Art Fair Miami Florida
1992 Art Fair Bologna
1992 Art in glass Contemporary Art Museum Hong Kong
1993 Galerie Saint Jacques Bruxelles
1994 Gojiener Fine Art Amsterdam
Galerie Piretti Ostende Belgio
1995 Art 95 Fine Art’s gallery Londra
1996 Miami Art Fair Miami
1997 Fiera di Bologna
1998 Galerie Su Zanne Tarasieve Saga Parigi
Galerie Dewart Bruxelles
2000 Pantheon Gallery Knokke Belgio
2001 Gallerihuset Copenhagen Danimarca
Selart Gallery Stockolm Svezia
2002 Gallery Nippon Tokyo
2004 Galerie Dewart Bruxelles
InterAtrium Porto
InterAtrium Barcellona
2006 Galleria Memoli arte contemporanea Potenza
Galleria Memoli arte contemporanea Busto Arsizio.
Special Tanks to:Paola Emanuele; Anna Stolfi;Vanni Scheiwiller; Antonello Memoli; Osvaldo Pignatelli; Le Masserie del Falco – Borgo Rurale; Roberto Falconieri, Anna Rivelli
11
novembre 2006
Martin Bradley – Frammentazioni
Dall'undici novembre al 30 dicembre 2006
arte contemporanea
Location
MEMOLI ARTE CONTEMPORANEA
Busto Arsizio, Via Carlo Cattaneo, 2, (Varese)
Busto Arsizio, Via Carlo Cattaneo, 2, (Varese)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 10-13 e 16-20
Vernissage
11 Novembre 2006, ore 18
Autore