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Martina Pagnanini – Mixed Inspiration 1998-2008
Le immagini fondono cose alte alle nostre quotidiane, ne nascono tecniche ibride, collage e minute decorazioni di stoffa
Comunicato stampa
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Quando Martina dipinge o disegna la sua fantasia non fa distinzione fra la vignetta del giornale il brano d'affresco che l'ha entusiasmata, o l'illustrazione delle vecchie fiabe di cui ha memoria. Le sue immagini emergono da questo fare "largo" fondendo cose alte alle nostre quotidiane.
Ne nascono tecniche ibride, collage e minute decorazioni di stoffa.
Soprattutto sono le illustrazioni ad impegnarla, la scrittura le solletica l'immaginazione la porta nel fantastico e nel surreale. In questo balzo si conservano le contraddizioni dei caratteri, si accentua un suo humour che la libera dalla resa didascalica e le scioglie l'inventiva.
Prova di autonomia e dimostrazione di un linguaggio che una mostra come questa - che raccoglie dieci anni di lavoro- sta a riprova di una coerenza istintiva e sfrondata evidente sin dagli inizi.
Le recenti incursioni in senso "pop" risentono del limite dell'icona o comunque di forme "condivise", all'occorrenza provocatoriamente trasfigurate e rivedute come my feeling with the territory, ma nella provocazione non si esauriscono e mostrano il rivivere di paesaggi e realtà religiose (San Francesco) che Martina affronta con convinzione, vale a dire con tutta se stessa e tutto il suo mondo interiore. Ma in mostra queste non sono che le ultime prove di un ampio lavoro, e le prime non sono meno pregevoli delle ultime.
Il ciclo di acqueforti del 2001 attorno alle carte dei tarocchi, dicono delle capacità di Martina di rivisitare e far proprie immagini, attraverso quelle deformazioni che si insinuano per via di ironie, talvolta sfiorando il grottesco o con apparizioni surreali o con veri e propri blitz mitologici.
La durezza dei segni dice di ascendenze non lontane dal mondo odierno dell'illustrazione, di suggestioni che rimandano anzitutto a Klee (il riferimento vale soprattutto per le figurazioni zoomorfe degli arazzi).
L'atmosfera quando non è scopertamente giocosa può inclinare alla malinconia allargando gli spazi, come ne le rondini volano d'inverno con i tralicci dell'alta tensione uno più sbilenco dell'altro sull'orizzonte del mare, e la giostra dei venti impazzita e storta.
Sui legami con la scrittura si scoprono predilezioni che risalgono ai racconti di Andersen fino al più antico Giambattista Basile, che scriveva in lingua napoletana stringendo la partita fra la grazia e il mostruoso.
Una sua tavola fiorisce di mille dettagli curiosi, di figurine microscopiche "minuziosità" dice lei modestamente, ma per scoprirle occorre guardare a lungo.
Giulio Catelli
Ne nascono tecniche ibride, collage e minute decorazioni di stoffa.
Soprattutto sono le illustrazioni ad impegnarla, la scrittura le solletica l'immaginazione la porta nel fantastico e nel surreale. In questo balzo si conservano le contraddizioni dei caratteri, si accentua un suo humour che la libera dalla resa didascalica e le scioglie l'inventiva.
Prova di autonomia e dimostrazione di un linguaggio che una mostra come questa - che raccoglie dieci anni di lavoro- sta a riprova di una coerenza istintiva e sfrondata evidente sin dagli inizi.
Le recenti incursioni in senso "pop" risentono del limite dell'icona o comunque di forme "condivise", all'occorrenza provocatoriamente trasfigurate e rivedute come my feeling with the territory, ma nella provocazione non si esauriscono e mostrano il rivivere di paesaggi e realtà religiose (San Francesco) che Martina affronta con convinzione, vale a dire con tutta se stessa e tutto il suo mondo interiore. Ma in mostra queste non sono che le ultime prove di un ampio lavoro, e le prime non sono meno pregevoli delle ultime.
Il ciclo di acqueforti del 2001 attorno alle carte dei tarocchi, dicono delle capacità di Martina di rivisitare e far proprie immagini, attraverso quelle deformazioni che si insinuano per via di ironie, talvolta sfiorando il grottesco o con apparizioni surreali o con veri e propri blitz mitologici.
La durezza dei segni dice di ascendenze non lontane dal mondo odierno dell'illustrazione, di suggestioni che rimandano anzitutto a Klee (il riferimento vale soprattutto per le figurazioni zoomorfe degli arazzi).
L'atmosfera quando non è scopertamente giocosa può inclinare alla malinconia allargando gli spazi, come ne le rondini volano d'inverno con i tralicci dell'alta tensione uno più sbilenco dell'altro sull'orizzonte del mare, e la giostra dei venti impazzita e storta.
Sui legami con la scrittura si scoprono predilezioni che risalgono ai racconti di Andersen fino al più antico Giambattista Basile, che scriveva in lingua napoletana stringendo la partita fra la grazia e il mostruoso.
Una sua tavola fiorisce di mille dettagli curiosi, di figurine microscopiche "minuziosità" dice lei modestamente, ma per scoprirle occorre guardare a lungo.
Giulio Catelli
04
ottobre 2008
Martina Pagnanini – Mixed Inspiration 1998-2008
Dal 04 al 18 ottobre 2008
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
CENTRO CULTURALE SAN SILVESTRO
Osimo, (Ancona)
Osimo, (Ancona)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 18 alle 20
Vernissage
4 Ottobre 2008, ore 18
Sito web
www.mpagnanini.splinder.com
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