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Martina Santarsiero / Irene Manente – Il canto delle sirene
Nel percorso espositivo le artiste hanno cercato di ricreare una dimensione evocativa libera da realtà prestabilite, dove l’elemento acqua seduce in modo sensuale e misterioso l’immaginazione dello spettatore, attraverso sinuose, ammalianti e a volte inquietanti creature.
Comunicato stampa
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Degli Achei,
e ferma la nave perché di noi due tu
possa udir la voce.
Nessuno mai è passato di qui con la
Nera nave
Senza ascoltare dalla nostra bocca il suono di miele,
ma egli va dopo averne goduto e sapendo più cose.
Conosciamo infatti le pene che nella
Troade vasta
Soffrirono Argivi e Troiani per volontà
Divina;
conosciamo quel che accade sulla terra
ferace.>>
( Omero, Odissea, XII, 184 – 91 )
Il Canto delle Sirene apre le porte del mondo soprasensibile, in cui le passioni e l’inconscio con i suoi processi si contrappongono e sottraggono alle regole e ai meccanismi della mente analitica.
Le Sirene si mostrano all’alba, al tramonto, quando possono irretire i sensi oramai offuscati dal divenire dell’ignoto; promettono verità, esperienze e conoscenze sconosciute ai mortali. L’ipnotico canto parla alle pulsioni più remote degli animi e risveglia antiche inquietudini.
Nel percorso espositivo le artiste hanno cercato di ricreare una dimensione evocativa libera da realtà prestabilite, dove l’elemento acqua seduce in modo sensuale e misterioso l’immaginazione dello spettatore, attraverso sinuose, ammalianti e a volte inquietanti creature. La forza generatrice coesiste con quella distruttrice in una dualità riunita in iconografie declinate al femminile: spiriti ribelli, anticonformisti, indipendenti e allo stesso tempo ambigui dalle tinte vibranti, i quali sollecitano la ricerca di verità scevre di dogmi e convenzioni.
La carica erotica attribuita nel tempo alle sirene, riconduce ad un’ idea di libertà primordiale, non regolamentata da patti e maschere sociali, per questo scomoda, vissuta come deviante e pericolosamente distruttiva.
Il percorso auspica di favorire l’esperienza della rivelazione che ogni forza naturale, ogni essere sia portatore di un’energia e sia il riflesso di una forza soprasensibile che ognuno può assimilare e realizzare interiormente nell’arco della propria esistenza.
e ferma la nave perché di noi due tu
possa udir la voce.
Nessuno mai è passato di qui con la
Nera nave
Senza ascoltare dalla nostra bocca il suono di miele,
ma egli va dopo averne goduto e sapendo più cose.
Conosciamo infatti le pene che nella
Troade vasta
Soffrirono Argivi e Troiani per volontà
Divina;
conosciamo quel che accade sulla terra
ferace.>>
( Omero, Odissea, XII, 184 – 91 )
Il Canto delle Sirene apre le porte del mondo soprasensibile, in cui le passioni e l’inconscio con i suoi processi si contrappongono e sottraggono alle regole e ai meccanismi della mente analitica.
Le Sirene si mostrano all’alba, al tramonto, quando possono irretire i sensi oramai offuscati dal divenire dell’ignoto; promettono verità, esperienze e conoscenze sconosciute ai mortali. L’ipnotico canto parla alle pulsioni più remote degli animi e risveglia antiche inquietudini.
Nel percorso espositivo le artiste hanno cercato di ricreare una dimensione evocativa libera da realtà prestabilite, dove l’elemento acqua seduce in modo sensuale e misterioso l’immaginazione dello spettatore, attraverso sinuose, ammalianti e a volte inquietanti creature. La forza generatrice coesiste con quella distruttrice in una dualità riunita in iconografie declinate al femminile: spiriti ribelli, anticonformisti, indipendenti e allo stesso tempo ambigui dalle tinte vibranti, i quali sollecitano la ricerca di verità scevre di dogmi e convenzioni.
La carica erotica attribuita nel tempo alle sirene, riconduce ad un’ idea di libertà primordiale, non regolamentata da patti e maschere sociali, per questo scomoda, vissuta come deviante e pericolosamente distruttiva.
Il percorso auspica di favorire l’esperienza della rivelazione che ogni forza naturale, ogni essere sia portatore di un’energia e sia il riflesso di una forza soprasensibile che ognuno può assimilare e realizzare interiormente nell’arco della propria esistenza.
21
maggio 2016
Martina Santarsiero / Irene Manente – Il canto delle sirene
Dal 21 maggio al 04 giugno 2016
arte contemporanea
Location
LUCI E OMBRE
Bologna, Via Mascarella, 12, (Bologna)
Bologna, Via Mascarella, 12, (Bologna)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 15.00-19.30
Vernissage
21 Maggio 2016, ore 17
Autore
Curatore