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Martino Lombezzi – Una giornata estiva
Progetto fotografico che racconta la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, il più grave attentato nella storia italiana del dopoguerra. Il Foto Forum di Bolzano, in collaborazione con l’associazione dei familiari delle vittime della strage, ha curato una mostra itinerante che espone i ritratti e le storie di alcune tra le persone che in quel tragico giorno si trovavano in stazione
Comunicato stampa
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"Una giornata estiva" di Martino Lombezzi è un progetto fotografico che racconta la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, il più grave attentato nella storia italiana del dopoguerra. Il Foto Forum di Bolzano, in collaborazione con l’associazione dei familiari delle vittime della strage, ha curato una mostra itinerante che espone i ritratti e le storie di alcune tra le persone che in quel tragico giorno si trovavano in stazione.
Come noto, alle 10,25 del 2 agosto 1980 una valigia contenente un ordigno ad alto potenziale esplose nella sala d’attesa di seconda classe della stazione centrale di Bologna, gremita di persone. Il tragico bilancio dell’esplosione fu di ottantacinque morti e duecento feriti. La deflagrazione provocò il crollo delle sale d’aspetto di prima e seconda classe e delle strutture sovrastanti dove si trovavano gli uffici dell’azienda di ristorazione Cigar, e di circa trenta metri di pensilina. L’esplosione investì anche il treno Ancona-Basilea, in sosta al primo binario. I vetri delle biglietterie e di tutti gli edifici circostanti andarono in frantumi. I soccorsi vennero organizzati immediatamente e ancora prima dell’arrivo delle ambulanze, dei vigili del fuoco e dei soldati, i sopravvissuti furono aiutati da passanti, ferrovieri, facchini, membri delle forze dell’ordine e tassisti. Il 6 agosto, giorno dei funerali, migliaia di persone giunsero a Bologna da tutta Italia per dimostrare solidarietà alle vittime e per protestare contro l’attentato, riempiendo Piazza Maggiore, le vie e le piazze circostanti.
Cinzia Venturoli, consulente storica per la mostra, descrive così l'esposizione: «In questa mostra si racconta la vita, non la morte. Si racconta chi erano, e chi sono, le persone colpite da quella bomba collocata nella sala d’aspetto di una delle stazioni italiane più affollate di persone. Narrare la vita dei feriti, la vita interrotta di chi non è sopravvissuto, di chi ha perso un affetto ci permette di entrare in empatia con le vittime, ci permette di riconoscerci in loro, ci avvicina un evento lontano e ce lo fa sentire contemporaneo. Non siamo più estranei a quella strage e abbiamo strumenti importanti per comprendere la nostra storia».
Come noto, alle 10,25 del 2 agosto 1980 una valigia contenente un ordigno ad alto potenziale esplose nella sala d’attesa di seconda classe della stazione centrale di Bologna, gremita di persone. Il tragico bilancio dell’esplosione fu di ottantacinque morti e duecento feriti. La deflagrazione provocò il crollo delle sale d’aspetto di prima e seconda classe e delle strutture sovrastanti dove si trovavano gli uffici dell’azienda di ristorazione Cigar, e di circa trenta metri di pensilina. L’esplosione investì anche il treno Ancona-Basilea, in sosta al primo binario. I vetri delle biglietterie e di tutti gli edifici circostanti andarono in frantumi. I soccorsi vennero organizzati immediatamente e ancora prima dell’arrivo delle ambulanze, dei vigili del fuoco e dei soldati, i sopravvissuti furono aiutati da passanti, ferrovieri, facchini, membri delle forze dell’ordine e tassisti. Il 6 agosto, giorno dei funerali, migliaia di persone giunsero a Bologna da tutta Italia per dimostrare solidarietà alle vittime e per protestare contro l’attentato, riempiendo Piazza Maggiore, le vie e le piazze circostanti.
Cinzia Venturoli, consulente storica per la mostra, descrive così l'esposizione: «In questa mostra si racconta la vita, non la morte. Si racconta chi erano, e chi sono, le persone colpite da quella bomba collocata nella sala d’aspetto di una delle stazioni italiane più affollate di persone. Narrare la vita dei feriti, la vita interrotta di chi non è sopravvissuto, di chi ha perso un affetto ci permette di entrare in empatia con le vittime, ci permette di riconoscerci in loro, ci avvicina un evento lontano e ce lo fa sentire contemporaneo. Non siamo più estranei a quella strage e abbiamo strumenti importanti per comprendere la nostra storia».
24
luglio 2017
Martino Lombezzi – Una giornata estiva
Dal 24 luglio all'otto settembre 2017
fotografia
Location
PALAZZO PROVINCIALE 2
Bolzano, Piazza Silvio Magnago, 10, (Bolzano)
Bolzano, Piazza Silvio Magnago, 10, (Bolzano)
Vernissage
24 Luglio 2017, ore 11
Autore