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Martino Marangoni – Ozymandias
La mostra accoglie una trentina di opere fotografiche in bianco e nero e a colori di formato 40X50 cm e 50X60 cm.
Scattate fra il 1988 e il 2003, le fotografie di Marangoni mettono i paesaggi dei siti archeologici monumentali delle civiltà antiche a confronto con gli scenari contemporanei delle metropoli occidentali.
Comunicato stampa
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La Galleria SpazioFoto del Credito Artigiano a Firenze presenta la personale Martino Marangoni: Ozymandias a cura di Nicoletta Leonardi. La mostra accoglie una trentina di opere fotografiche in bianco e nero e a colori di formato 40X50 cm e 50X60 cm.
Scattate fra il 1988 e il 2003, le fotografie di Marangoni mettono i paesaggi dei siti archeologici monumentali delle civiltà antiche a confronto con gli scenari contemporanei delle metropoli occidentali. Nell’alternarsi di presente e passato, i percorsi del fotografo formano una spirale che ripete all’infinto lo stesso cerchio, quasi ad indicare la ricerca di una matrice comune, di un unico luogo d’origine.
Accanto ai siti dell’antichità, le capitali degli imperi di oggi compaiono anch’esse quali vestigia di luoghi monumentali assediati dall’incertezza, simboli di un occidente divenuto vulnerabile. Particolarmente significative in questo senso sono le immagini scattate agli impiegati in pausa attorno alle torri gemelle di New York prima dell’11 settembre 2001. Non a caso, la mostra è ispirata ad un celebre sonetto del poeta romantico inglese Shelley, da cui prende il titolo: Ozymandias. La poesia è dedicata al destino dei grandi leader che percorrono il cammino della guerra fino alla decadenza e alla distruzione.
Le fotografie di Marangoni sono strutturate sull’esempio tipicamente anglosassone della passeggiata senza meta, della narrazione di un eterno cammino di luogo in luogo. Esse possono collocarsi nello spazio discorsivo della collezione e, più precisamente, dell’album fotografico ottocentesco del Gran Tour. Ma alla sistematicità e alla monumentalità della produzione vedutistica del secolo scorso, l’autore sostituisce una visione frammentaria, interprete delle persistenze, come dei segni di rottura e di erosione, delle culture del mediterraneo prima e della civiltà occidentale poi.
Christian Caujolle commenta: “Dagli anni Cinquanta ad oggi la fotografia italiana ha prodotto una importante riflessione sul paesaggio. Marangoni, in modo evidente, si inserisce in questo movimento che non è ne’ una scuola ne’ una teoria, che rassomiglia ad una preoccupazione collettiva piuttosto che a un manifesto. Martino Marangoni è un viaggiatore. Un viaggiatore che fotografa le immagini dello spazio che attraversa allorchè si vi si ritrova. Un viaggiatore fra pittura e poesia, tra rappresentazione e letteratura (…). Quando guardo le sue immagini che mi propongono il mondo come teatro possibile di emozioni a venire o già presenti, mi proietto in esse e non so datarle: esse appartengono solo al tempo della fotografia”.
Martino Marangoni è nato a Firenze, dove vive e lavora, nel 1950.
Formatosi presso il Pratt Institute di New York, dal 1977 al 1993 è stato docente di fotografia dello Studio Arts Center International di Firenze. Nel 1991 ha istituito la Fondazione Studio Marangoni - Iniziative di Fotografia Contemporanea, di cui è presidente. Da quella data, MArangoni affianca la sua ricerca personale alla promozione della cultura fotografica in Italia e all’estero attraverso attività didattiche ed espositive nonchè premi assegnati su base annuale.
Il suo lavoro è stato esposto sia in Italia che all’estero in numerose mostre personali e collettive quali Photographie Creatif, a cura di Jean Claude Lemagny, Mois de la Photo, Parigi 1984; Gallerie FNAC, Parigi e Marsiglia 1986; Mois de la Photo, Liegi 1987; L’insistenza dello sguardo, a cura di Paolo Costantini e Italo Zannier, Palazzo Fortuny, Venezia 1989; Archivio dello Spazio, a cura di Roberta Valtorta, Milano 1991; Encore une fois un paysage, a cura di Gabriele Basilico, Mai de la Photo, Reims, France 1993; Forma, a cura di Moreno Gentili, Istituto culturale francese, Roma 1994; Private Landscape, Galleria Spazio Immagine, Bari 1996; Photographie Italienne Contemporaine, a cura di Claude Nori, Galerie Municipale du Chateau d’Eau, Toulouse, France 1997; Paesaggi Italiani a cura di Nicoletta Leonardi, Sala delle Reali Poste, Galleria degli Uffizi, Firenze 1998; Images from the Inner World, a cura di Toni Thorinbert, Rencontres Internationales de la Photographie, Arles 1998; The Arno river, a cura di Michel Diezeude, Garonne Festival, Galerie Municipale du Chateau d’Eau, Toulouse 1999; Terra d’intorno, Blu Sky Gallery, Portland, Oregon 1999 e Istituto italiano di cultura, San Francisco 2000; Terre di pietra, Museo Archeologico Nazionale, Firenze 2001.
Opere del fotografo sono conservate presso la Calcografia Nazionale di Roma, il Cabinet des Estampes della Biblioteca Nazionale di Francia a Parigi, l’Archivio FRAC di Lione; la Maison Européenne de la Photographie di Parigi; il Museum of Fine Arts di Houston, Texas; Camera Works di New York.
Fra le numerose pubblicazioni ricordiamo: Italy Observed in Photography and Literature, a cura di Charles Traub, Rizzoli, New York 1988; L’insistenza dello sguardo, a cura di Paolo Costantini e Italo Zannier, Alinari, Firenze 1989; Terra d’intorno, a cura di Roberta Valtorta con un saggio di Guglielmo Pietropolli Charmet, ART&, Udine 1997; Forma, a cura di Moreno Gentili, ART&, Udine 2000, Italia, a cura di Giovanna Calvenzi, Thames&Hudson/Marval, New York e Londra 2003.
Scattate fra il 1988 e il 2003, le fotografie di Marangoni mettono i paesaggi dei siti archeologici monumentali delle civiltà antiche a confronto con gli scenari contemporanei delle metropoli occidentali. Nell’alternarsi di presente e passato, i percorsi del fotografo formano una spirale che ripete all’infinto lo stesso cerchio, quasi ad indicare la ricerca di una matrice comune, di un unico luogo d’origine.
Accanto ai siti dell’antichità, le capitali degli imperi di oggi compaiono anch’esse quali vestigia di luoghi monumentali assediati dall’incertezza, simboli di un occidente divenuto vulnerabile. Particolarmente significative in questo senso sono le immagini scattate agli impiegati in pausa attorno alle torri gemelle di New York prima dell’11 settembre 2001. Non a caso, la mostra è ispirata ad un celebre sonetto del poeta romantico inglese Shelley, da cui prende il titolo: Ozymandias. La poesia è dedicata al destino dei grandi leader che percorrono il cammino della guerra fino alla decadenza e alla distruzione.
Le fotografie di Marangoni sono strutturate sull’esempio tipicamente anglosassone della passeggiata senza meta, della narrazione di un eterno cammino di luogo in luogo. Esse possono collocarsi nello spazio discorsivo della collezione e, più precisamente, dell’album fotografico ottocentesco del Gran Tour. Ma alla sistematicità e alla monumentalità della produzione vedutistica del secolo scorso, l’autore sostituisce una visione frammentaria, interprete delle persistenze, come dei segni di rottura e di erosione, delle culture del mediterraneo prima e della civiltà occidentale poi.
Christian Caujolle commenta: “Dagli anni Cinquanta ad oggi la fotografia italiana ha prodotto una importante riflessione sul paesaggio. Marangoni, in modo evidente, si inserisce in questo movimento che non è ne’ una scuola ne’ una teoria, che rassomiglia ad una preoccupazione collettiva piuttosto che a un manifesto. Martino Marangoni è un viaggiatore. Un viaggiatore che fotografa le immagini dello spazio che attraversa allorchè si vi si ritrova. Un viaggiatore fra pittura e poesia, tra rappresentazione e letteratura (…). Quando guardo le sue immagini che mi propongono il mondo come teatro possibile di emozioni a venire o già presenti, mi proietto in esse e non so datarle: esse appartengono solo al tempo della fotografia”.
Martino Marangoni è nato a Firenze, dove vive e lavora, nel 1950.
Formatosi presso il Pratt Institute di New York, dal 1977 al 1993 è stato docente di fotografia dello Studio Arts Center International di Firenze. Nel 1991 ha istituito la Fondazione Studio Marangoni - Iniziative di Fotografia Contemporanea, di cui è presidente. Da quella data, MArangoni affianca la sua ricerca personale alla promozione della cultura fotografica in Italia e all’estero attraverso attività didattiche ed espositive nonchè premi assegnati su base annuale.
Il suo lavoro è stato esposto sia in Italia che all’estero in numerose mostre personali e collettive quali Photographie Creatif, a cura di Jean Claude Lemagny, Mois de la Photo, Parigi 1984; Gallerie FNAC, Parigi e Marsiglia 1986; Mois de la Photo, Liegi 1987; L’insistenza dello sguardo, a cura di Paolo Costantini e Italo Zannier, Palazzo Fortuny, Venezia 1989; Archivio dello Spazio, a cura di Roberta Valtorta, Milano 1991; Encore une fois un paysage, a cura di Gabriele Basilico, Mai de la Photo, Reims, France 1993; Forma, a cura di Moreno Gentili, Istituto culturale francese, Roma 1994; Private Landscape, Galleria Spazio Immagine, Bari 1996; Photographie Italienne Contemporaine, a cura di Claude Nori, Galerie Municipale du Chateau d’Eau, Toulouse, France 1997; Paesaggi Italiani a cura di Nicoletta Leonardi, Sala delle Reali Poste, Galleria degli Uffizi, Firenze 1998; Images from the Inner World, a cura di Toni Thorinbert, Rencontres Internationales de la Photographie, Arles 1998; The Arno river, a cura di Michel Diezeude, Garonne Festival, Galerie Municipale du Chateau d’Eau, Toulouse 1999; Terra d’intorno, Blu Sky Gallery, Portland, Oregon 1999 e Istituto italiano di cultura, San Francisco 2000; Terre di pietra, Museo Archeologico Nazionale, Firenze 2001.
Opere del fotografo sono conservate presso la Calcografia Nazionale di Roma, il Cabinet des Estampes della Biblioteca Nazionale di Francia a Parigi, l’Archivio FRAC di Lione; la Maison Européenne de la Photographie di Parigi; il Museum of Fine Arts di Houston, Texas; Camera Works di New York.
Fra le numerose pubblicazioni ricordiamo: Italy Observed in Photography and Literature, a cura di Charles Traub, Rizzoli, New York 1988; L’insistenza dello sguardo, a cura di Paolo Costantini e Italo Zannier, Alinari, Firenze 1989; Terra d’intorno, a cura di Roberta Valtorta con un saggio di Guglielmo Pietropolli Charmet, ART&, Udine 1997; Forma, a cura di Moreno Gentili, ART&, Udine 2000, Italia, a cura di Giovanna Calvenzi, Thames&Hudson/Marval, New York e Londra 2003.
30
gennaio 2004
Martino Marangoni – Ozymandias
Dal 30 gennaio al 27 marzo 2004
Location
SPAZIOFOTO CREDITO ARTIGIANO
Firenze, Via Dei Boni, 1, (Firenze)
Firenze, Via Dei Boni, 1, (Firenze)
Orario di apertura
martedì e sabato 10-13 / 14-19 - mercoledì, giovedì e venerdì 14-19
domenica e lunedì chiuso
Vernissage
30 Gennaio 2004, ore 18,00