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Marzia Castelli – Lost in food
Una natura eccentrica, spregiudicata e volumetrica quanto basta per riempire il campo visivo, come un contrappunto poetico intriso di odori e sensazioni tattili, come una dicotomia tra geografia e cibo che ormai si è persa nel vortice scomposto della globalizzazione.
Comunicato stampa
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Ci si perde spesso nella logica del consumismo e ci si ritrova a non osservare nemmeno ciò che mangiamo, non vediamo né le forme né i colori.
Eppure i cibi hanno una potenza scultorea inespressa che val di là del loro odore e del loro sapore: la storia dell’arte, soprattutto con Cezanne, ce l’ha sempre dimostrato.
Ma in questo caso non ci sono tele né pennelli, perché le perfette “forme geometriche naturali” vengono congelate al momento dello scatto, diventando i soggetti principali del linguaggio fotografico di MRZ. Il suo lavoro è pervaso dall’ironia del messaggio che lascia presagire reminescenze geografiche, riportandoci con leggerezza un mélange globalizzato di cibi non più rappresentativi di un’area geografica, ma riferiti ad una miscellanea di culture lontane: così New York è rappresentata sia dalla grande mela rossa che si staglia prepotente sullo spazio, sia dagli spaghetti che ne denotano il suo skyline.
L’essenzialità degli alimenti si fa città, nazione, continente: la bandiera Americana, la caotica Shangai, l’Africa, il Brasile, tutto viene reinterpretato secondo una geografia degli alimenti ormai globalizzata. Città lontane e città vicine, come San Benedetto del Tronto dove la riviera delle palme è identificata da un filare di ananas. La bravura di MRZ sta anche in questo: ogni cibo ha la sua particolare e puntuale identificazione con il mondo, come i segni zodiacali che diventano pervasi di sapori e di odori senza essere sconvolti nel loro essere, ma reinterpretati nel contorno e nella sostanza.
Forme pure della nostra quotidianità si stagliano fiere nell’equilibrio perfetto di ogni singola fotografia, dove non c’è nessun appiglio visivo che ci possa ricondurre al luogo, ma il soggetto si intuisce al volo: bastano pochi elementi, anzi uno soltanto, non c’è bisogno di un affollamento di soggetti. MRZ gioca la carta del minimalismo alimentare, dove i cibi si riappropriano della loro potenza scultorea inespressa. Ciò che colpisce di questo linguaggio fotografico è il non-luogo effettivo della collocazione degli oggetti che sono puramente vivi, facendo diventare obsoleto il termine “natura morta”. Il punto di partenza della visione è totalmente stravolto: gli alimenti hanno una vita propria e sono funzionali alla rappresentazione del mondo nel quale viviamo. I confini della geografia del cibo globalizzata creano un parallelismo con le città. Noi non siamo più quello che mangiamo, ormai tutto è relativo e il cibo diventa soggetto privilegiato di una visione estetica del mondo secondo differenti aree, il GEOGRAFOOD appunto.
Una natura eccentrica, spregiudicata e volumetrica quanto basta per riempire il campo visivo, come un contrappunto poetico intriso di odori e sensazioni tattili, come una dicotomia tra geografia e cibo che ormai si è persa nel vortice scomposto della globalizzazione.
Il linguaggio fotografico di MRZ ha quindi un sotteso intento malizioso: niente landscape che possano trarre in inganno, c'è soltanto la personificazione degli alimenti, componenti essenziali del geografood, che trova un’escape e rivive nella fotografia.
A cura di Quattrocentometriquadri gallery
In collaborazione con Marcheshire - Marche d'Autore
Testo di Federica Mariani
Allestimento in collaborazione con Daniele Schinaia design
Ufficio Stampa
Alessandro Piccinini Comunicazione
info@alessandropiccinini.it – 339.6829791 – 071.7922244
ASSOCIAZIONE CULTURALE QUATTROCENTOMETRIQUADRI
QUATTROCENTOMETRIQUADRI gallery
Via Magenta 15 | Ancona
www.quattrocentometriquadri.eu
gallery@quattrocentometriquadri.eu
3934522197 / 3382430040 / 3383374246
ORARI:
giov|ven|dom 19.00/20.30 _ sabato 11.30/13.00 _ e su prenotazione
Eppure i cibi hanno una potenza scultorea inespressa che val di là del loro odore e del loro sapore: la storia dell’arte, soprattutto con Cezanne, ce l’ha sempre dimostrato.
Ma in questo caso non ci sono tele né pennelli, perché le perfette “forme geometriche naturali” vengono congelate al momento dello scatto, diventando i soggetti principali del linguaggio fotografico di MRZ. Il suo lavoro è pervaso dall’ironia del messaggio che lascia presagire reminescenze geografiche, riportandoci con leggerezza un mélange globalizzato di cibi non più rappresentativi di un’area geografica, ma riferiti ad una miscellanea di culture lontane: così New York è rappresentata sia dalla grande mela rossa che si staglia prepotente sullo spazio, sia dagli spaghetti che ne denotano il suo skyline.
L’essenzialità degli alimenti si fa città, nazione, continente: la bandiera Americana, la caotica Shangai, l’Africa, il Brasile, tutto viene reinterpretato secondo una geografia degli alimenti ormai globalizzata. Città lontane e città vicine, come San Benedetto del Tronto dove la riviera delle palme è identificata da un filare di ananas. La bravura di MRZ sta anche in questo: ogni cibo ha la sua particolare e puntuale identificazione con il mondo, come i segni zodiacali che diventano pervasi di sapori e di odori senza essere sconvolti nel loro essere, ma reinterpretati nel contorno e nella sostanza.
Forme pure della nostra quotidianità si stagliano fiere nell’equilibrio perfetto di ogni singola fotografia, dove non c’è nessun appiglio visivo che ci possa ricondurre al luogo, ma il soggetto si intuisce al volo: bastano pochi elementi, anzi uno soltanto, non c’è bisogno di un affollamento di soggetti. MRZ gioca la carta del minimalismo alimentare, dove i cibi si riappropriano della loro potenza scultorea inespressa. Ciò che colpisce di questo linguaggio fotografico è il non-luogo effettivo della collocazione degli oggetti che sono puramente vivi, facendo diventare obsoleto il termine “natura morta”. Il punto di partenza della visione è totalmente stravolto: gli alimenti hanno una vita propria e sono funzionali alla rappresentazione del mondo nel quale viviamo. I confini della geografia del cibo globalizzata creano un parallelismo con le città. Noi non siamo più quello che mangiamo, ormai tutto è relativo e il cibo diventa soggetto privilegiato di una visione estetica del mondo secondo differenti aree, il GEOGRAFOOD appunto.
Una natura eccentrica, spregiudicata e volumetrica quanto basta per riempire il campo visivo, come un contrappunto poetico intriso di odori e sensazioni tattili, come una dicotomia tra geografia e cibo che ormai si è persa nel vortice scomposto della globalizzazione.
Il linguaggio fotografico di MRZ ha quindi un sotteso intento malizioso: niente landscape che possano trarre in inganno, c'è soltanto la personificazione degli alimenti, componenti essenziali del geografood, che trova un’escape e rivive nella fotografia.
A cura di Quattrocentometriquadri gallery
In collaborazione con Marcheshire - Marche d'Autore
Testo di Federica Mariani
Allestimento in collaborazione con Daniele Schinaia design
Ufficio Stampa
Alessandro Piccinini Comunicazione
info@alessandropiccinini.it – 339.6829791 – 071.7922244
ASSOCIAZIONE CULTURALE QUATTROCENTOMETRIQUADRI
QUATTROCENTOMETRIQUADRI gallery
Via Magenta 15 | Ancona
www.quattrocentometriquadri.eu
gallery@quattrocentometriquadri.eu
3934522197 / 3382430040 / 3383374246
ORARI:
giov|ven|dom 19.00/20.30 _ sabato 11.30/13.00 _ e su prenotazione
03
giugno 2011
Marzia Castelli – Lost in food
Dal 03 giugno al 03 luglio 2011
fotografia
Location
MARCHESHIRE GOURMET
Senigallia, Via Fratelli Bandiera, 37, (Ancona)
Senigallia, Via Fratelli Bandiera, 37, (Ancona)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato dalle 8 alle 15 e dalle 16 alle 22.30. La domenica dalle 16 alle 22.30 (orari dal 30 maggio al 30 giugno). Dal 1° luglio, l'orario domenicale di apertura slitterà di un'ora
Vernissage
3 Giugno 2011, h 19.00
Autore
Curatore