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Marzio Emilio Villa – Kòmos, luci di un anno di ritualità
Cento immagini, Quarantaquattro scatti inediti ripetuti su formati diversi a ricreare, nell’allestimento unico a cura di Galileo, spaccati di una narrarrazione lunga un anno. Bianco e nero potenti a guidare l’osservatore in un mondo alieno ma assolutamente reale; folle e rituale allo stesso tempo.
Comunicato stampa
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“l'esperienza di uno spaesamento dal corso normale delle cose”. Così J.P. Vernant descrive il kòmos, la fine delle feste dionisiache. Un rito spontaneo, “evasione verso una stranezza sconcertante” (sempre Vernant); un momento di festa, viaggi, persone, città. Di estremi e di follia.
Le fotografie di Marzio Emilio Villa non sono scatti rubati e neppure documenti e testimonianze di qualcosa a cui si è semplicemente assistito. Sono foto intime, private e personali, mai esposte fin'ora; non tanto uno spaccato di vita documentato dall'esterno ma un proseguo del proprio lavoro e della propria quotidianità.
C'è una sorta di perverso e bellissimo qui ed ora nelle ritualità raccontate: momenti e situazioni ripetuti ma mai uguali, mai sovrapponibili. L'esserci ci permette le scoperte più importanti, gli incontri più intimi. In quei momenti si sposava tutto perfettamente: la prassi lavorativa di Marzio Villa come fotografo, il dialogo intellettuale e la creazione di altri progetti nati in questo insieme ed, infine, la rincorsa per stare al passo con un modo di vivere e di interagire alieno in tanti aspetti quanto raramente così vicini e personale.
Si racconta di persone, di paesaggi, di animali come compagni di viaggio. Di città capovolte e di una vita folle e quotidiana.
Abbiamo vissuto una storia e ora la raccontiamo: non ci sono colori, il nero è notte, buio dentro di noi. La luce è albe, risvegli dolci e fuochi nella memoria. Sono immagini che ritornano alla mente di un momento mai atteso ma nostro, quotidiano.
Le fotografie di Marzio Emilio Villa non sono scatti rubati e neppure documenti e testimonianze di qualcosa a cui si è semplicemente assistito. Sono foto intime, private e personali, mai esposte fin'ora; non tanto uno spaccato di vita documentato dall'esterno ma un proseguo del proprio lavoro e della propria quotidianità.
C'è una sorta di perverso e bellissimo qui ed ora nelle ritualità raccontate: momenti e situazioni ripetuti ma mai uguali, mai sovrapponibili. L'esserci ci permette le scoperte più importanti, gli incontri più intimi. In quei momenti si sposava tutto perfettamente: la prassi lavorativa di Marzio Villa come fotografo, il dialogo intellettuale e la creazione di altri progetti nati in questo insieme ed, infine, la rincorsa per stare al passo con un modo di vivere e di interagire alieno in tanti aspetti quanto raramente così vicini e personale.
Si racconta di persone, di paesaggi, di animali come compagni di viaggio. Di città capovolte e di una vita folle e quotidiana.
Abbiamo vissuto una storia e ora la raccontiamo: non ci sono colori, il nero è notte, buio dentro di noi. La luce è albe, risvegli dolci e fuochi nella memoria. Sono immagini che ritornano alla mente di un momento mai atteso ma nostro, quotidiano.
08
aprile 2016
Marzio Emilio Villa – Kòmos, luci di un anno di ritualità
Dall'otto al 23 aprile 2016
fotografia
Location
GALILEO – CANNOCCHIALE DI RICERCA CULTURALE
Milano, Via Antoine Watteau, 7, (Milano)
Milano, Via Antoine Watteau, 7, (Milano)
Orario di apertura
giovedì ore 18-23, venerdi e sabato ore 17-1
Vernissage
8 Aprile 2016, ore 18.00
Autore
Curatore