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Masahisa Fukase – Private Scenes
L’opera del fotografo giapponese Masahisa Fukase (Hokkaido, 1934 – Tokyo, 2012) è rimasta in gran parte inaccessibile per oltre vent’anni. Questa retrospettiva in mostra nel 2018 al Foam Fotografiemuseum di Amsterdam, presenta le più importanti opere di Fukase per la prima volta in Italia
Comunicato stampa
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La Fondazione Sozzani presenta “Masahisa Fukase, Private Scenes” la prima mostra retrospettiva italiana dedicata al grande fotografo giapponese, a cura di Foam Fotografiemuseum di Amsterdam in collaborazione con Tomo Kosuga, direttore di Masahisa Fukase Archives.
L’opera del fotografo giapponese Masahisa Fukase (Hokkaido, 1934 - Tokyo, 2012) è rimasta in gran parte inaccessibile per oltre vent’anni, in seguito a una tragica caduta che lo aveva lasciato con gravi danni cerebrali permanenti. Dopo la sua morte, gli archivi furono gradualmente aperti, rivelando un ampio materiale inedito. Questa retrospettiva in mostra nel 2018 al Foam Fotografiemuseum di Amsterdam, presenta le più importanti opere e pubblicazioni, le stampe originali e i documenti che provengono da Masahisa Fukase Archives, che spaziano dai primi anni Settanta ai primi Novanta.
Fukase ha incorporato la sua lotta personale contro il senso della perdita e la depressione nel suo lavoro in modo sorprendentemente giocoso. I suoi soggetti sono personali e molto intimi: nel corso degli anni, la moglie Yoko, il padre morente e l’amato gatto Sasuke comparivano regolarmente in narrazioni visive talvolta comiche, talvolta sinistre. Verso la fine della sua vita, rivolgeva la macchina fotografica sempre più verso di sé. L'enorme numero di autoritratti, quasi dei proto-selfie, testimonia il modo singolare, quasi ossessivo in cui l'artista si metteva in relazione con ciò che lo circondava e con sé stesso.
Fukase ha lavorato quasi esclusivamente con delle serie fotografiche, alcune nate nel corso di diversi decenni. Divenne celebre per i suoi “Ravens” (i corvi) (1975-1985), un racconto visivo atmosferico e associativo concepito durante un viaggio nella sua nativa Hokkaido.
Il libro “Ravens” è stato pubblicato nel 1986 e considerato nel 2010 miglior libro fotografico degli ultimi 25 anni dal British Journal of Photography. Gli stormi dei corvi, quasi un presagio del destino, erano una sorta di metafora dello stato d'animo di Fukase per il matrimonio che stava finendo. Meno noto è il fatto che Fukase ha fotografato i corvi anche a colori nelle rare Polaroid della serie “Raven Scenes” (1985).
La sopravvivenza e il dolore personale sono diventati temi ricorrenti in Fukase per lunghi anni. Nella mostra Kill the Pig (1961), Fukase aveva presentato studi sperimentali sulla moglie incinta e sul bambino nato insieme a fotografie scattate in un macello: una riflessione insieme giocosa e macabra sull'amore, la vita e la morte. L’attrazione che il fotografo prova verso la morte e il tempo che scorre è raccontata nella serie Family (1971-1989), ritratti familiari scattati nello studio dei suoi genitori. in Memories of Father (1971-1987) Fukase mostrava la vita, la decadenza e infine la morte di suo padre in un tenero omaggio e un commovente “memento mori”.
L’ esasperata idiosincrasia, la non accettazione di sé stesso, la continua sperimentazione, culminano negli autoritratti e nelle scene di “Private Scenes” (1990-1991), “Hibi” (1990-1992) e “Berobero” (1991) che documentano il vagabondaggio di Fukase per le strade e la vita notturna di Tokyo.
Masahisa Fukase è nato nel 1934 a Bifuka, nella zona settentrionale dell'isola di Hokkaido.
Come figlio maggiore, Fukase era destinato a prendere in gestione lo studio fotografico di famiglia, fondato dal nonno nel 1908. Inizia ad aiutare i genitori all’età di sei anni e gestisce lo studio fotografico famiglia fino al trasferimento a Tokyo per studiare fotografia nel 1952.
La mostra “Kill the Pig” (1961) fu la prima presentata ad un grande pubblico.
Nel 1964 tre anni dopo l'improvvisa partenza della prima moglie, sposò Yoko, il suo grande amore. Per dodici anni Yoko fu la sua musa. Nel 1974 Fukase fondò la “Workshop Photography School” di Tokyo con noti fotografi giapponesi come Shomei Tomatsu, Eikoh Hosoe, Noriaki Yokosuka, Nobuyoshi Araki e Daido Moriyama. Il loro lavoro venne presentato nella mostra New Japanese Photography al MoMA (New York) nel 1974 introducendo per la prima volta una nuova generazione di fotografi giapponesi in Occidente. Nel 1976 il divorzio da Yoko segnò l'inizio della celebre serie “Ravens”, ma anche della depressione e dell’alcolismo. Nel 1992 Fukase, ubriaco, cadde dalle scale e rimase in coma per venti anni.
Dopo la sua morte, avvenuta nel 2012, il suo lavoro è stato reso gradualmente reso accessibile dagli archivi Masahisa Fukase, istituiti a Tokyo nel 2014. Il lavoro di Fukase è stato esposto in numerose istituzioni tra cui il MoMA, il Victoria and Albert Museum, l'ICP, la Fondation Cartier pour l'Art Contemporain e la Tate Modern. Il suo lavoro è presente in collezioni pubbliche e private,
tra cui Victoria and Albert Museum, Tate Modern, SFMoMA, Metropolitan Museum of Art,
Getty Museum.
Le opere in mostra sono state generosamente prestate da Masahisa Fukase Archives.
L’opera del fotografo giapponese Masahisa Fukase (Hokkaido, 1934 - Tokyo, 2012) è rimasta in gran parte inaccessibile per oltre vent’anni, in seguito a una tragica caduta che lo aveva lasciato con gravi danni cerebrali permanenti. Dopo la sua morte, gli archivi furono gradualmente aperti, rivelando un ampio materiale inedito. Questa retrospettiva in mostra nel 2018 al Foam Fotografiemuseum di Amsterdam, presenta le più importanti opere e pubblicazioni, le stampe originali e i documenti che provengono da Masahisa Fukase Archives, che spaziano dai primi anni Settanta ai primi Novanta.
Fukase ha incorporato la sua lotta personale contro il senso della perdita e la depressione nel suo lavoro in modo sorprendentemente giocoso. I suoi soggetti sono personali e molto intimi: nel corso degli anni, la moglie Yoko, il padre morente e l’amato gatto Sasuke comparivano regolarmente in narrazioni visive talvolta comiche, talvolta sinistre. Verso la fine della sua vita, rivolgeva la macchina fotografica sempre più verso di sé. L'enorme numero di autoritratti, quasi dei proto-selfie, testimonia il modo singolare, quasi ossessivo in cui l'artista si metteva in relazione con ciò che lo circondava e con sé stesso.
Fukase ha lavorato quasi esclusivamente con delle serie fotografiche, alcune nate nel corso di diversi decenni. Divenne celebre per i suoi “Ravens” (i corvi) (1975-1985), un racconto visivo atmosferico e associativo concepito durante un viaggio nella sua nativa Hokkaido.
Il libro “Ravens” è stato pubblicato nel 1986 e considerato nel 2010 miglior libro fotografico degli ultimi 25 anni dal British Journal of Photography. Gli stormi dei corvi, quasi un presagio del destino, erano una sorta di metafora dello stato d'animo di Fukase per il matrimonio che stava finendo. Meno noto è il fatto che Fukase ha fotografato i corvi anche a colori nelle rare Polaroid della serie “Raven Scenes” (1985).
La sopravvivenza e il dolore personale sono diventati temi ricorrenti in Fukase per lunghi anni. Nella mostra Kill the Pig (1961), Fukase aveva presentato studi sperimentali sulla moglie incinta e sul bambino nato insieme a fotografie scattate in un macello: una riflessione insieme giocosa e macabra sull'amore, la vita e la morte. L’attrazione che il fotografo prova verso la morte e il tempo che scorre è raccontata nella serie Family (1971-1989), ritratti familiari scattati nello studio dei suoi genitori. in Memories of Father (1971-1987) Fukase mostrava la vita, la decadenza e infine la morte di suo padre in un tenero omaggio e un commovente “memento mori”.
L’ esasperata idiosincrasia, la non accettazione di sé stesso, la continua sperimentazione, culminano negli autoritratti e nelle scene di “Private Scenes” (1990-1991), “Hibi” (1990-1992) e “Berobero” (1991) che documentano il vagabondaggio di Fukase per le strade e la vita notturna di Tokyo.
Masahisa Fukase è nato nel 1934 a Bifuka, nella zona settentrionale dell'isola di Hokkaido.
Come figlio maggiore, Fukase era destinato a prendere in gestione lo studio fotografico di famiglia, fondato dal nonno nel 1908. Inizia ad aiutare i genitori all’età di sei anni e gestisce lo studio fotografico famiglia fino al trasferimento a Tokyo per studiare fotografia nel 1952.
La mostra “Kill the Pig” (1961) fu la prima presentata ad un grande pubblico.
Nel 1964 tre anni dopo l'improvvisa partenza della prima moglie, sposò Yoko, il suo grande amore. Per dodici anni Yoko fu la sua musa. Nel 1974 Fukase fondò la “Workshop Photography School” di Tokyo con noti fotografi giapponesi come Shomei Tomatsu, Eikoh Hosoe, Noriaki Yokosuka, Nobuyoshi Araki e Daido Moriyama. Il loro lavoro venne presentato nella mostra New Japanese Photography al MoMA (New York) nel 1974 introducendo per la prima volta una nuova generazione di fotografi giapponesi in Occidente. Nel 1976 il divorzio da Yoko segnò l'inizio della celebre serie “Ravens”, ma anche della depressione e dell’alcolismo. Nel 1992 Fukase, ubriaco, cadde dalle scale e rimase in coma per venti anni.
Dopo la sua morte, avvenuta nel 2012, il suo lavoro è stato reso gradualmente reso accessibile dagli archivi Masahisa Fukase, istituiti a Tokyo nel 2014. Il lavoro di Fukase è stato esposto in numerose istituzioni tra cui il MoMA, il Victoria and Albert Museum, l'ICP, la Fondation Cartier pour l'Art Contemporain e la Tate Modern. Il suo lavoro è presente in collezioni pubbliche e private,
tra cui Victoria and Albert Museum, Tate Modern, SFMoMA, Metropolitan Museum of Art,
Getty Museum.
Le opere in mostra sono state generosamente prestate da Masahisa Fukase Archives.
19
gennaio 2019
Masahisa Fukase – Private Scenes
Dal 19 gennaio al 31 marzo 2019
fotografia
Location
FONDAZIONE SOZZANI
Milano, Corso Como, 10, (Milano)
Milano, Corso Como, 10, (Milano)
Biglietti
Sabato, domenica e festivi Ingresso 5 € Ridotto 3 € (6-26 anni) Ingresso libero da lunedì a venerdì
Orario di apertura
Tutti i giorni, 10.30 – 19.30 Mercoledì e giovedì, 10.30 – 21.00
Vernissage
19 Gennaio 2019, Ore 15.00 – 20.00
Autore
Curatore