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Mass Distraction
una mostra degli studenti della Accademia di Belle Arti Abadir
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Venerdì 24 giugno alle ore 19.00 allo Spazio Nuovo dei Cantieri Culturali alla Zisa, L’Accademia di BB.AA. Abadir di San Martino delle Scale, nell’ambito delle attività didattiche e di promozione culturale dell’Anno Accademico 2004/’05, presenta una mostra collettiva dei suoi studenti.
La mostra, dal titolo “Mass Distraction”, è a cura di Ida Parlavecchio, titolare della cattedra di Pittura.
Il periodo dell’esposizione va dal dal 24 Giugno al 10 Luglio 2005 dalle ore 16.00 alle 20.00.
L’iniziativa prevede altresì di delvolvere l’intero ricavato della vendita delle opere all’associazione umanitaria italiana Emergency, anche mediante iniziative speciali mirate ad incentivare l’acquisto delle opere.
Mass Distraction
Con questo titolo, ispirato a una clamorosa gaffe pronunciata dal presidente americano Bush in occasione di un recente discorso pubblico*, l’Accademia di Belle Arti Abadir presenta, a distanza di tre anni dall’ultima (“LandEscape”, Grande Vasca/Galleria Bianca, Cantieri Culturali alla Zisa, ottobre 2002), una mostra collettiva degli studenti del corso di Pittura.
Tutte le opere in mostra sono dedicate a temi legati a concetti quali la sicurezza, il pericolo, l’emergenza e utilizzano mezzi espressivi che vanno dalla pittura alla fotografia, dalle tecniche grafiche alle videoistallazioni.
E’ prevista la pubblicazione di un catalogo che uscirà in corso di mostra, con
un testo di Ida Parlavecchio e un’introduzione di Gino strada, fondatore di Emergency, Associazione umanitaria italiana per la cura e la riabilitazione delle vittime delle guerre.
La mostra è prodotta da “Officina della Memoria”, ente gestore dell’Accademia di Belle Arti e del Restauro Abadir di San Martino delle Scale (Palermo).
Per informazioni: massdistraction@libero.it
* Bush in quell’occasione attribuì i motivi che lo indussero a sferrare l’attacco all’Iraq alla presenza in quel paese di armi di distruzione di massa. Ma disse, in seguito a un emblematico lapsus, “armi di distrazione di massa”
Sul tema della mostra:
Sicurezza è diventata in quest'ultimo decennio una delle parole più usate dai mezzi di informazione di massa. In particolar modo dopo l'attentato alle due torri dell'11 settembre, ricorre sia nei discorsi politici che nelle cronache giornalistiche assai più frequentemente del suo diretto termine di complementarietà: pericolo. Un esempio emblematico in tal senso ci viene dalla campagna elettorale del presidente americano G.W. Bush, che ne ha fatto uno slogan, la parola d'ordine alla quale affidare, con buon esito, il consenso alla sua politica bellica.
Il tema della sicurezza però non riguarda solo la propaganda politica, attiene al quotidiano, è collegato a tutto ciò che ci circonda, dagli impianti elettrici ed elettronici di casa, alle strutture di lavoro, dalla rete urbana e alla sua organizzazione, alle comunicazioni via terra, mare o aeree. Per quante convenzioni, regole e normative possano esserci, c'è un pericolo sempre in agguato.
Si è più volte rilevato che attraverso la vasta rete di cavi che giungono fino ai contatori di ogni abitazione, il "potere centrale" ha modo di esercitare un controllo su ogni individuo (Virilio, Baudrillard).
Il controllo del territorio e quello del singolo individuo sono giustificati dalla necessità di sicurezza, un concetto ambiguo, che il più delle volte travalica quello di privacy. Il concetto di sicurezza finisce coll’essere al tempo stesso tutela e monitoraggio delle nostre esistenze, esprime un’idea politica (tant'è che su questo tema si scontrano anche le diverse posizioni dei partiti) che emerge anche attraverso le norme di mercato su giocattoli, uso dei farmaci, scadenza dei prodotti alimentari, porto d’armi, protocolli aerei, dispositivi salvavita degli impianti elettrici, antifurti, maniglioni anti-panico, scala Richter e scala cromatica degli allarmi internazionali... L'elenco potrebbe continuare. Qual è il giusto rapporto che una società civile deve avere con gli "strumenti di sicurezza"? Può la paura di un pericolo giustificare una miriade di telecamere che di continuo scrutano la nostra privacy? Si può legittimare un intervento militare a scopo preventivo solo sulla scorta di un sospetto? Questi temi, che hanno diviso gli animi negli ultimi anni e che giocano il ruolo di spartiacque tra i diversi schieramenti di pensiero, fanno da spunto ai lavori dei giovani artisti presenti in questa mostra, che hanno affrontato il tema della sicurezza focalizzando l’attenzione sui suoi aspetti più disparati. Si può cioè mostrare un video-ritratto di famiglia (Nobody home, Claudia La Rocca) facendo riferimento all’impossibilità di rendersi irreperibili: in nostra assenza la casa è un organismo autonomo fatto di dispositivi, stand-by elettronici ed elettrodomestici, i quali continuano a captare e inviare segnali di vario tipo; oppure si può esporre un innocuo interfono per trasmettere il pianto dei bambini in culla (“Sueñas con los angelitos”, Teresa Lo Monaco) per segnalare gli incubi generati dai messaggi falsamente affabulatori che quotidianamente condiscono le nostre vite, generando paure che Michael Moor nel suo Bowling for Columbine denuncia come fattore scatenante l’uso arbitrario e incontrollato delle armi in U.S.A.
(dal testo in catalogo di Ida Parlavecchio)
La mostra, dal titolo “Mass Distraction”, è a cura di Ida Parlavecchio, titolare della cattedra di Pittura.
Il periodo dell’esposizione va dal dal 24 Giugno al 10 Luglio 2005 dalle ore 16.00 alle 20.00.
L’iniziativa prevede altresì di delvolvere l’intero ricavato della vendita delle opere all’associazione umanitaria italiana Emergency, anche mediante iniziative speciali mirate ad incentivare l’acquisto delle opere.
Mass Distraction
Con questo titolo, ispirato a una clamorosa gaffe pronunciata dal presidente americano Bush in occasione di un recente discorso pubblico*, l’Accademia di Belle Arti Abadir presenta, a distanza di tre anni dall’ultima (“LandEscape”, Grande Vasca/Galleria Bianca, Cantieri Culturali alla Zisa, ottobre 2002), una mostra collettiva degli studenti del corso di Pittura.
Tutte le opere in mostra sono dedicate a temi legati a concetti quali la sicurezza, il pericolo, l’emergenza e utilizzano mezzi espressivi che vanno dalla pittura alla fotografia, dalle tecniche grafiche alle videoistallazioni.
E’ prevista la pubblicazione di un catalogo che uscirà in corso di mostra, con
un testo di Ida Parlavecchio e un’introduzione di Gino strada, fondatore di Emergency, Associazione umanitaria italiana per la cura e la riabilitazione delle vittime delle guerre.
La mostra è prodotta da “Officina della Memoria”, ente gestore dell’Accademia di Belle Arti e del Restauro Abadir di San Martino delle Scale (Palermo).
Per informazioni: massdistraction@libero.it
* Bush in quell’occasione attribuì i motivi che lo indussero a sferrare l’attacco all’Iraq alla presenza in quel paese di armi di distruzione di massa. Ma disse, in seguito a un emblematico lapsus, “armi di distrazione di massa”
Sul tema della mostra:
Sicurezza è diventata in quest'ultimo decennio una delle parole più usate dai mezzi di informazione di massa. In particolar modo dopo l'attentato alle due torri dell'11 settembre, ricorre sia nei discorsi politici che nelle cronache giornalistiche assai più frequentemente del suo diretto termine di complementarietà: pericolo. Un esempio emblematico in tal senso ci viene dalla campagna elettorale del presidente americano G.W. Bush, che ne ha fatto uno slogan, la parola d'ordine alla quale affidare, con buon esito, il consenso alla sua politica bellica.
Il tema della sicurezza però non riguarda solo la propaganda politica, attiene al quotidiano, è collegato a tutto ciò che ci circonda, dagli impianti elettrici ed elettronici di casa, alle strutture di lavoro, dalla rete urbana e alla sua organizzazione, alle comunicazioni via terra, mare o aeree. Per quante convenzioni, regole e normative possano esserci, c'è un pericolo sempre in agguato.
Si è più volte rilevato che attraverso la vasta rete di cavi che giungono fino ai contatori di ogni abitazione, il "potere centrale" ha modo di esercitare un controllo su ogni individuo (Virilio, Baudrillard).
Il controllo del territorio e quello del singolo individuo sono giustificati dalla necessità di sicurezza, un concetto ambiguo, che il più delle volte travalica quello di privacy. Il concetto di sicurezza finisce coll’essere al tempo stesso tutela e monitoraggio delle nostre esistenze, esprime un’idea politica (tant'è che su questo tema si scontrano anche le diverse posizioni dei partiti) che emerge anche attraverso le norme di mercato su giocattoli, uso dei farmaci, scadenza dei prodotti alimentari, porto d’armi, protocolli aerei, dispositivi salvavita degli impianti elettrici, antifurti, maniglioni anti-panico, scala Richter e scala cromatica degli allarmi internazionali... L'elenco potrebbe continuare. Qual è il giusto rapporto che una società civile deve avere con gli "strumenti di sicurezza"? Può la paura di un pericolo giustificare una miriade di telecamere che di continuo scrutano la nostra privacy? Si può legittimare un intervento militare a scopo preventivo solo sulla scorta di un sospetto? Questi temi, che hanno diviso gli animi negli ultimi anni e che giocano il ruolo di spartiacque tra i diversi schieramenti di pensiero, fanno da spunto ai lavori dei giovani artisti presenti in questa mostra, che hanno affrontato il tema della sicurezza focalizzando l’attenzione sui suoi aspetti più disparati. Si può cioè mostrare un video-ritratto di famiglia (Nobody home, Claudia La Rocca) facendo riferimento all’impossibilità di rendersi irreperibili: in nostra assenza la casa è un organismo autonomo fatto di dispositivi, stand-by elettronici ed elettrodomestici, i quali continuano a captare e inviare segnali di vario tipo; oppure si può esporre un innocuo interfono per trasmettere il pianto dei bambini in culla (“Sueñas con los angelitos”, Teresa Lo Monaco) per segnalare gli incubi generati dai messaggi falsamente affabulatori che quotidianamente condiscono le nostre vite, generando paure che Michael Moor nel suo Bowling for Columbine denuncia come fattore scatenante l’uso arbitrario e incontrollato delle armi in U.S.A.
(dal testo in catalogo di Ida Parlavecchio)
24
giugno 2005
Mass Distraction
Dal 24 giugno al 10 luglio 2005
giovane arte
Location
ZAC – ZISA ZONA ARTI CONTEMPORANEE
Palermo, Via Paolo Gili, 4, (Palermo)
Palermo, Via Paolo Gili, 4, (Palermo)
Orario di apertura
16-20
Vernissage
24 Giugno 2005, ore 19
Curatore