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Massimiliano Busan
Fattore culturale e liberazione emotiva. Espressi attraverso il segno-gesto e alimentati da un colorismo che rende la pittura corpo sospeso. E’ chiaro al primo sguardo che questa pittura non è una festa, ma una problematica espressione dell’esistenza.
Comunicato stampa
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Il lavoro di Massimiliano Busan ha ormai una storia e l’esposizione in Polveriera questa racconta attraverso i momenti che lo stesso artista riconosce come determinanti nei suoi venticinque anni di lavoro.
“In questa esposizione non parto dall’inizio” dice, “ma dai dipinti su pietra del ’99. Sono queste le opere in cui ho risolto e messo a fuoco situazioni attorno a cui da tempo vagavo in modo incerto.”
E le situazioni cui l’artista invita paiono concentrarsi sul segno, che suggerisce sviluppi e ipotesi che attraverso una trentina di brani risultano fondanti l’intero percorso di Massimiliano Busan, pittore, oggi, di 43 anni.
Scrive Francesca Agostinelli: “L’intero percorso del pittore scaturisce dal gesto della mano che si trasforma nel segno e nella sua verità immediata. Elemento germinale di una vita artistica, il segno è in Busan corrispondenza e continuazione di un’emozione interiore. Che racconta l’essere e il sentire; che unisce l’esigenza di decodificazione del mondo con il proprio essere emozionale a definire un continuum tra momento di rilevazione dell’altro da sé e di folgorante rivelazione interiore. In questo discanto tra moti interiori e realtà circostanti, tra problemi dell’essere e del vivere, il segno si precisa in alfabeto, talora in scrittura, che mai appare leggibile eppure si pone incombente nella sua capacità di evocazione e nella sua insufficiente pregnanza comunicativa, densa di storie non dette, di sogni inespressi, di moti e tensioni mai rivelate. Si generano opere che dalla pietra quale supporto migrano alla carta, alla tavola, alla tela. Il colore avanza e da macchia diviene campo, stesura, addensamento, peso. Conosce la iniziale e diffusa tenuità delle tinte pastello quanto i successivi colpi timbrici del colore luce. Sa essere corpo pittorico sino a diventare negli ultimi lavori densa cromia in grado di assumere valore strutturante e insidiare la forza dei segni che soccombono divenendo memoria di se’, tracce appena, sopraffatte dal colore. Che profitta dell’olio quanto dell’acrilico e delle lacche, di “tecniche miste” indicative di un ricercare in cui ogni mezzo partecipa alle sonorità ultime di una pittura che muta i risultati nella fedeltà dei suoi presupposti.
Non c’è inizio che non sia già precedentemente iniziato, ne’ fine che realmente chiuda “per sempre” una sua opera. Tutto è parte di un fluire che Busan ferma qua e là come memoria di un’anatomia generale fatta di territorio, substantia culturale, corrispondenza.”
Biografia
MASSIMILIANO BUSAN nasce a Gorizia il 3 novembre 1968. Dopo gli studi all’Istituto d’Arte Max Fabianidi Gorizia, si diploma all'Accademia di Belle Arti di Venezia - sezione pittura – nel 1994. Vive e lavora a Gorizia, in piazzale Medaglie d’Oro 5, tel. 0481-532460 (cell. 328-5769300).
“In questa esposizione non parto dall’inizio” dice, “ma dai dipinti su pietra del ’99. Sono queste le opere in cui ho risolto e messo a fuoco situazioni attorno a cui da tempo vagavo in modo incerto.”
E le situazioni cui l’artista invita paiono concentrarsi sul segno, che suggerisce sviluppi e ipotesi che attraverso una trentina di brani risultano fondanti l’intero percorso di Massimiliano Busan, pittore, oggi, di 43 anni.
Scrive Francesca Agostinelli: “L’intero percorso del pittore scaturisce dal gesto della mano che si trasforma nel segno e nella sua verità immediata. Elemento germinale di una vita artistica, il segno è in Busan corrispondenza e continuazione di un’emozione interiore. Che racconta l’essere e il sentire; che unisce l’esigenza di decodificazione del mondo con il proprio essere emozionale a definire un continuum tra momento di rilevazione dell’altro da sé e di folgorante rivelazione interiore. In questo discanto tra moti interiori e realtà circostanti, tra problemi dell’essere e del vivere, il segno si precisa in alfabeto, talora in scrittura, che mai appare leggibile eppure si pone incombente nella sua capacità di evocazione e nella sua insufficiente pregnanza comunicativa, densa di storie non dette, di sogni inespressi, di moti e tensioni mai rivelate. Si generano opere che dalla pietra quale supporto migrano alla carta, alla tavola, alla tela. Il colore avanza e da macchia diviene campo, stesura, addensamento, peso. Conosce la iniziale e diffusa tenuità delle tinte pastello quanto i successivi colpi timbrici del colore luce. Sa essere corpo pittorico sino a diventare negli ultimi lavori densa cromia in grado di assumere valore strutturante e insidiare la forza dei segni che soccombono divenendo memoria di se’, tracce appena, sopraffatte dal colore. Che profitta dell’olio quanto dell’acrilico e delle lacche, di “tecniche miste” indicative di un ricercare in cui ogni mezzo partecipa alle sonorità ultime di una pittura che muta i risultati nella fedeltà dei suoi presupposti.
Non c’è inizio che non sia già precedentemente iniziato, ne’ fine che realmente chiuda “per sempre” una sua opera. Tutto è parte di un fluire che Busan ferma qua e là come memoria di un’anatomia generale fatta di territorio, substantia culturale, corrispondenza.”
Biografia
MASSIMILIANO BUSAN nasce a Gorizia il 3 novembre 1968. Dopo gli studi all’Istituto d’Arte Max Fabianidi Gorizia, si diploma all'Accademia di Belle Arti di Venezia - sezione pittura – nel 1994. Vive e lavora a Gorizia, in piazzale Medaglie d’Oro 5, tel. 0481-532460 (cell. 328-5769300).
29
aprile 2011
Massimiliano Busan
Dal 29 aprile al 15 maggio 2011
arte contemporanea
Location
POLVERIERA NAPOLEONICA
Palmanova, Contrada Foscarini, (Udine)
Palmanova, Contrada Foscarini, (Udine)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 16-19
Sabato e domenica 10-12; 16-19
Vernissage
29 Aprile 2011, ore 18.30
Autore