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Massimiliano Errera – Il paese dei balocchi
Massimiliano Errera in mostra al PB Project, con i suoi scenari onirici veicolati da un’appagante struttura pittorica dai colori sfavillanti, immerso nel suo “paese dei balocchi”.
Comunicato stampa
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Ma che c***o succede?
Che cosa vuole l’arte contemporanea?
Signor critico ce lo dica lei,
sì proprio lei che è il maestro “superior” dell’arte conosciuta, il detentore assoluto delle idee degli artisti. Avanti. Ci dica, ci illumini!
Aspetti un attimo, forse vive la profonda frustrazione di poter solo vedere ciò che vorrebbe essere?
Forse tutte queste domande le mettono un po’ di confusione ma non si preoccupi, stia pur comodo che l’arte non necessita mica della sua “pronta” dottrina. L’arte non vuole “giudizi”, desidera soltanto essere accolta, vissuta e permeare d’empatia chi l’accoglie.
Errera glielo dice… non lo sente?
Guardi i suoi “Impudichi ludici”, l’irriverenza che compie alla seriosità di un’espressione artistica.
Osservi bene e cerchi di capire, che del suo commento non ne giova alcuno.
C’è un pittore che non desidera filtri narrativi alla propria espressione, c’è un pittore che raccoglie le proprie esperienze e le tramuta in tela, in quel linguaggio narrativo fatto di immagini, di visioni, di emozioni e di ogni molecola del malato pensiero a caccia di una cura.
Buffa l’ironia, già! Che fa della propria malattia la stessa cura.
E ciò accade qui, dove il sogno non è reale ( è un quadro ) ma quello stesso reale è frutto di quel sogno.
Un’equazione alquanto ambigua, strana e peccaminosa. Che vogliamo farci … siamo di quel paese. Quale?
Il paese dei balocchi,
dove il sindaco è un cornuto, il premier è un pagliaccio, tutti quanti sono giudici e i critici, beh, son quel che sono… il popolo, che si guardi da solo…
nel paese dei balocchi, cosa, se non il gioco, può diventare l’elemento narrativo.
E ditelo ad Errera, ditelo alle sue papere animate invadenti, ai collassi orgasmici di una visione autentica, salubre e distensiva. Ditelo agli animali, col boccone sospeso per la gola ad impedire ogni sorta di respiro. Diteglielo e così avrete in mostra la ragione per cui della propria arte si possa fare ironia, di come si possa concedere a Titti di diventare il relax e stupore d’un monaco e affidare a dei porci la partita più difficile mai disputata: la vita!
Chiedetelo ad Errera e in risposta non una sola parola avrete in cambio… riceverete altresì la chiave per aprire il cancelletto che rinchiude le vostre fantasie e libere dalla tana voleranno verso l’etere …
C’è solo un gettone per giocarci questa partita: attenzione e concentrazione prima d’essere avvolti dal fatidico “Game Over”!
(Danilo Fodale)
Che cosa vuole l’arte contemporanea?
Signor critico ce lo dica lei,
sì proprio lei che è il maestro “superior” dell’arte conosciuta, il detentore assoluto delle idee degli artisti. Avanti. Ci dica, ci illumini!
Aspetti un attimo, forse vive la profonda frustrazione di poter solo vedere ciò che vorrebbe essere?
Forse tutte queste domande le mettono un po’ di confusione ma non si preoccupi, stia pur comodo che l’arte non necessita mica della sua “pronta” dottrina. L’arte non vuole “giudizi”, desidera soltanto essere accolta, vissuta e permeare d’empatia chi l’accoglie.
Errera glielo dice… non lo sente?
Guardi i suoi “Impudichi ludici”, l’irriverenza che compie alla seriosità di un’espressione artistica.
Osservi bene e cerchi di capire, che del suo commento non ne giova alcuno.
C’è un pittore che non desidera filtri narrativi alla propria espressione, c’è un pittore che raccoglie le proprie esperienze e le tramuta in tela, in quel linguaggio narrativo fatto di immagini, di visioni, di emozioni e di ogni molecola del malato pensiero a caccia di una cura.
Buffa l’ironia, già! Che fa della propria malattia la stessa cura.
E ciò accade qui, dove il sogno non è reale ( è un quadro ) ma quello stesso reale è frutto di quel sogno.
Un’equazione alquanto ambigua, strana e peccaminosa. Che vogliamo farci … siamo di quel paese. Quale?
Il paese dei balocchi,
dove il sindaco è un cornuto, il premier è un pagliaccio, tutti quanti sono giudici e i critici, beh, son quel che sono… il popolo, che si guardi da solo…
nel paese dei balocchi, cosa, se non il gioco, può diventare l’elemento narrativo.
E ditelo ad Errera, ditelo alle sue papere animate invadenti, ai collassi orgasmici di una visione autentica, salubre e distensiva. Ditelo agli animali, col boccone sospeso per la gola ad impedire ogni sorta di respiro. Diteglielo e così avrete in mostra la ragione per cui della propria arte si possa fare ironia, di come si possa concedere a Titti di diventare il relax e stupore d’un monaco e affidare a dei porci la partita più difficile mai disputata: la vita!
Chiedetelo ad Errera e in risposta non una sola parola avrete in cambio… riceverete altresì la chiave per aprire il cancelletto che rinchiude le vostre fantasie e libere dalla tana voleranno verso l’etere …
C’è solo un gettone per giocarci questa partita: attenzione e concentrazione prima d’essere avvolti dal fatidico “Game Over”!
(Danilo Fodale)
22
agosto 2015
Massimiliano Errera – Il paese dei balocchi
Dal 22 agosto al 17 settembre 2015
arte contemporanea
Location
PB PROJECT
Cinisi, Via Ciucca, 1, (Palermo)
Cinisi, Via Ciucca, 1, (Palermo)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16-21
Vernissage
22 Agosto 2015, ore 19:00
Autore
Curatore