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Massimiliano Errera – IO/TE
Uno dei soggetti più frequenti rappresentati da Massimiliano Errera è il frate, sorta di alter ego con cui dialogare serratamente durante il fermento creativo o nei momenti bui del suo Io. Da sempre simbolo delle rinunce ai beni terreni, ascetico e critico nei confronti del mondo cui ha voltato le spalle, il frate/IO dell’artista trapanese incarna, sul dipinto, le vicende oniriche del suo creatore
Comunicato stampa
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IO/TE
Uno dei soggetti più frequenti rappresentati da Massimiliano Errera è il frate, sorta di alter ego con cui dialogare serratamente durante il fermento creativo o nei momenti bui del suo Io. Da sempre simbolo delle rinunce ai beni terreni, ascetico e critico nei confronti del mondo cui ha voltato le spalle, il frate/IO dell'artista trapanese incarna, sul dipinto, le vicende oniriche del suo creatore. È un dialogo, spesso uno scontro, tra chi è e cosa fa e chi essere e cosa fare. Il frate è ora una prigione fatta di riti e privazioni, ora un mentore che da tranquillità e pace, ora un giullare (altro Io surreale di Errera), che abbandona le certezze della propria condizione e parte alla ricerca del nuovo. In ogni caso, comunque, forte è la voglia dell'artista, di rendere partecipi di questo poliedrico viaggio dicotomico tra Io e società, tra sogno e realtà gli spettatori attraverso l'atto del dipingere. Guardando i cinque dipinti esposti emerge, oltre al travaglio interiore dell'artista (egli fa comunque parte dell'umanità, non è un asceta) anche la denuncia ironica e tagliente dell'odissea interiore
dell'uomo contemporaneo ed una velata critica alla borghesia contemporanea che si barcamena tra il
cannibalismo del consumismo moderno e la mancanza di valori morali della nostra società, ormai decadente.
L'essenza di questi conflitti si manifesta, nella ricerca di Errera, non solo a livello cromatico ma anche e
soprattutto, a livello iconografico. Se, infatti, i temi cromatici usati dal trapanese, sono spesso in aperto
contrasto gli uni con gli altri, a livello semantico, i simboli usati per mettere in scena i suoi teatri dell'assurdo sono quanto di più familiare possa apparire agli occhi dello spettatore. Uccelli, fiori, frati, croci e persino famosissime multinazionali, sono usati del giovane pittore come strumento di detonazione per la sua poetica surrealista. La loro matrice è frutto della sua vena creativa ma, talvolta, si lascia guidare anche dai grandi maestri del cinema surreale. È così che la critica al consumismo smodato, simboleggiato dalle multinazionali, trova i suoi prodromi ne La grande abbuffata, parossistico film di Marco Ferreri, da cui Errera riprende, ma in modo molto sottile, il messaggio del regista e lo traduce, sulle sue tele, nell'incapacità di resistervi anche da parte del frate e della natura (l'uccellino). O ancora, altro capolavoro visionario, simbolico e surreale che ha ispirato il nostro è la Montagna Sacra di Alejandro Jodorowskyi, in cui le allegorie mistico-religiose simbolo dell'odissea interiore del regista cileno, diventano un camposanto in cui è lo stesso simbolo del cristianesimo (la Croce) ad uccidere le anime.
Uno dei soggetti più frequenti rappresentati da Massimiliano Errera è il frate, sorta di alter ego con cui dialogare serratamente durante il fermento creativo o nei momenti bui del suo Io. Da sempre simbolo delle rinunce ai beni terreni, ascetico e critico nei confronti del mondo cui ha voltato le spalle, il frate/IO dell'artista trapanese incarna, sul dipinto, le vicende oniriche del suo creatore. È un dialogo, spesso uno scontro, tra chi è e cosa fa e chi essere e cosa fare. Il frate è ora una prigione fatta di riti e privazioni, ora un mentore che da tranquillità e pace, ora un giullare (altro Io surreale di Errera), che abbandona le certezze della propria condizione e parte alla ricerca del nuovo. In ogni caso, comunque, forte è la voglia dell'artista, di rendere partecipi di questo poliedrico viaggio dicotomico tra Io e società, tra sogno e realtà gli spettatori attraverso l'atto del dipingere. Guardando i cinque dipinti esposti emerge, oltre al travaglio interiore dell'artista (egli fa comunque parte dell'umanità, non è un asceta) anche la denuncia ironica e tagliente dell'odissea interiore
dell'uomo contemporaneo ed una velata critica alla borghesia contemporanea che si barcamena tra il
cannibalismo del consumismo moderno e la mancanza di valori morali della nostra società, ormai decadente.
L'essenza di questi conflitti si manifesta, nella ricerca di Errera, non solo a livello cromatico ma anche e
soprattutto, a livello iconografico. Se, infatti, i temi cromatici usati dal trapanese, sono spesso in aperto
contrasto gli uni con gli altri, a livello semantico, i simboli usati per mettere in scena i suoi teatri dell'assurdo sono quanto di più familiare possa apparire agli occhi dello spettatore. Uccelli, fiori, frati, croci e persino famosissime multinazionali, sono usati del giovane pittore come strumento di detonazione per la sua poetica surrealista. La loro matrice è frutto della sua vena creativa ma, talvolta, si lascia guidare anche dai grandi maestri del cinema surreale. È così che la critica al consumismo smodato, simboleggiato dalle multinazionali, trova i suoi prodromi ne La grande abbuffata, parossistico film di Marco Ferreri, da cui Errera riprende, ma in modo molto sottile, il messaggio del regista e lo traduce, sulle sue tele, nell'incapacità di resistervi anche da parte del frate e della natura (l'uccellino). O ancora, altro capolavoro visionario, simbolico e surreale che ha ispirato il nostro è la Montagna Sacra di Alejandro Jodorowskyi, in cui le allegorie mistico-religiose simbolo dell'odissea interiore del regista cileno, diventano un camposanto in cui è lo stesso simbolo del cristianesimo (la Croce) ad uccidere le anime.
11
agosto 2015
Massimiliano Errera – IO/TE
Dall'undici al 31 agosto 2015
arte contemporanea
Location
BANDINI CONCEPT/BAR
Trapani, Via Beatrice, 1, (Trapani)
Trapani, Via Beatrice, 1, (Trapani)
Orario di apertura
dalle ore 19.00 alle 2.00
Vernissage
11 Agosto 2015, ore 22
Autore
Curatore