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Massimiliano Foscati – City Roots. Naples
A Napoli Foscati esporrà sei immagini di grandi dimensioni, montate su plexiglass e cornici in alluminio, visioni del Vesuvio, di San Martino, del centro antico (Santa Chiara, Palazzo della Posta), icone individuate come rappresentative delle radici della città
Comunicato stampa
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Si chiama "City Roots/Naples" la ricerca fotografica di Massimiliano Foscati che sarà esposta in mostra da giovedì prossimo 8 maggio al "Al Blu di Prussia" in via Filangieri 36: inaugurazione alle 18,30.
Alle 12 dello stesso giorno la mostra sarà presentata alla stampa, all´incontro - coordinato da Pasquale Esposito - parteciperanno l´artista, la curatrice della mostra, Federica Cerami, che è anche la responsabile della sezione "Fotografia" de "Al Blu di Prussia", Alessandro Castagnaro, storico dell’architettura, e Stefano Fittipaldi, direttore dell´Archivio fotografico Parisio.
Foscati, nato a Milano l´11 giugno del 1970, laureato in Architettura, ha la città come oggetto della sua indagine artistica, che ha già rivolto - prima dell´invito di Federica Cerami ad occuparsi di Napoli - su Milano, Firenze, Roma, Como ed altre realtà urbane andando alla ricerca delle radici ("Roots").
A Napoli Foscati esporrà sei immagini di grandi dimensioni, montate su plexiglass e cornici in alluminio, visioni del Vesuvio, di San Martino, del centro antico (Santa Chiara, Palazzo della Posta), icone individuate come rappresentative delle radici della città.
"Il lavoro che presento - illustra l´artista - ha due possibili livelli di lettura: un primo livello riguarda l'uso della macchina fotografica, un secondo riguarda l'estetica dell'immagine e l'operazione che il progetto produce rispetto a una lettura ordinaria/consueta del paesaggio e dei suoi stereotipi visivi.
Rispetto all'uso dello strumento ho deciso di lavorare con il digitale perché mi interessa porre in visione l'elemento che sta alla base della tecnologia digitale, il modulo quadrato del pixel.
Mi interessa mettere in evidenza questo oggetto digitale che caratterizza il medium fotografico digitale nel profondo, svelando la sua presenza in un approccio che sostanzialmente è concettuale e di riflessione sul mezzo.
La mia formazione di architetto, il mio interesse per la fotografia di paesaggio mi ha portato a cercare di applicare questo elemento alla città e più in generale al paesaggio nel tentativo di proporre un possibile rinnovamento nell'ambito della fotografia di genere.
Per il progetto su Napoli - continua Foscati - ho voluto compiere una operazione di "rottura" su due livelli: il primo livello riguarda appunto il codice/modo di rappresentazione di cui ho parlato sopra, un secondo livello riguarda il soggetto delle fotografie.
Come nel caso del trittico sul Vesuvio, o dei due dittici - quello con il monastero di santa chiara e quello con l'edificio razionalista del Palazzo della Posta), e anche nelle foto che riguardano S. Martino, compio un operazione di vera e propria rottura, frantumazione dell´oggetto architettonico o paesistico che nell´immaginario collettivo è strutturato in codici di rappresentazione fortemente storicizzati e stabilizzati".
Roberta Valtorta ricorda, nel suo testo in catalogo che "da diversi anni Massimiliano Foscati realizza immagini alle quali dà titolo Rivedute italiane. Si tratta di paesaggi, vedute urbane o anche luoghi naturali, nei quali è messa in evidenza la struttura dei pixel che compongono l´immagine, la sua tessitura, forse di più: l´impalcatura che la regge.
I paesaggi di Foscati, attraenti nel rigoroso controllo del punto di vista, dell´inquadratura, e nella scelta del luogo, nell´atto stesso in cui vengono presentati alla nostra visione attraverso il filtro, la gabbia, diremo, dei pixel che ne compongono l´immagine, suggeriscono, pur nella loro piacevolezza e preziosità, qualcosa di allarmante: i pixel non sono soltanto il sostrato dell´immagine, ma quasi una sovrastruttura che la domina e ne governa nel contempo la superficie e l´intimo destino.
La fitta tessitura tecnologica si sovrappone e coincide con la modularità e l´organizzazione ripetitiva dello spazio urbano (le case, i piani delle case, i balconi, le finestre, le strade) e talvolta anche dello spazio naturale (il mare, il cielo) costituendo una sorta di commento critico alla qualità del mondo. Quasi una voce che continuamente rivela e sottolinea la sostanza di cui l´immagine è costituita ma al tempo stesso anche la materia di cui sono costituite le nostre vite, che si svolgono insieme e dentro le maglie della tecnologia".
Come sottolinea Federica Cerami, "davanti a 'City Roots/ Naples', immersi nelle grandi stampe della sua indagine fotografica, siamo immediatamente catapultati nel più attuale dei dibattiti sulla fotografia.
Viviamo un periodo nel quale la fotografia digitale ha soppiantato quasi completamente quella analogica lasciando di quest´ultima solo un pallido ricordo.
Il dibattito sulla attuale identità del medium fotografico corrisponde in toto alla dualità artistica individuata da Kandinsky, che nel 1912 sosteneva che "le forme che lo spirito ha tratto dalla dispensa della materia possono essere facilmente classificate in relazione a due poli: la grande astrazione ed il grande realismo".
La fotografia, infatti, interpreta appieno entrambe le linee di questa dialettica; quella della rappresentazione simbolica e quella della esibizione diretta del reale: il passaggio dall´analogico al digitale, così come sostiene Claudio Marra in "L'immagine infedele", non ne ha minimamente alterato queste capacità.
Occorre stabilire se oggi l´avvento della tecnologia digitale ha cambiato sia il modo di fotografare che lo sguardo del fotografo, partendo sempre dal presupposto che l´azione creativa fotografica prima che un atto tecnico è un´idea espressiva: è questo il vero tema centrale della questione digitale. Un grosso contributo per affrontare questo dibattito ce lo fornisce di certo Foscati nella sua analisi delle "Radici della Città" di Napoli.
Le immagini, realizzate trovando sempre punti di ripresa molto alti, fanno oscillare l´osservatore tra il passato ed il futuro.
Da un lato c´è infatti un velato rimando alle vedute fotografiche degli Alinari di inizio Novecento ma, dall´altro, osservando le caratteristiche tecniche delle immagini realizzate, proiettano l´osservatore immediatamente nel futuro che è poi in realtà già presente.
Il lavoro è interamente realizzato con una macchina digitale volutamente a bassa risoluzione e la tal cosa comporta, come visibile risultato, una messa in evidenza molto forte dell'elemento che sta alla base della tecnologia digitale ossia il modulo quadrato del pixel.
Le immagini, si presentano con una valenza che sintetizza gli elementi estetici significanti della città e delle architetture e mette in evidenza la struttura elementare del costruito e dei segni della città.
Ed è così che 'City roots', ossia le radici della città, è una decodificazione utile a rileggere in un altro modo la città ed a a fare una sottolineatura ben leggibile della ossatura urbana attraverso il pixel che è al tempo stesso una forma di rappresentazione articolata attraverso il gioco di quadratini multicolorati che tanto ricorda il pointillisme di fine Ottocento.
Siamo, nel pieno della fotografia digitale, perfettamente inseriti in questo moderno ed affascinante dibattito cui Foscati partecipa raccontandoci quanto questo evoluto strumento di rappresentazione ci può essere utile per imparare a guardare il quotidiano e 'con occhi nuovi', per dirla con le parole di Proust".
Hanno contribuito alla organizzazione della mostra “Banca Patrimoni Sella”, “Di Gennaro” servizi ecologici integrati, “Galleria Elena”, Bed and Breakfast “La Rosa e il Peperoncino”, “Novelli arredamenti”.
Alle 12 dello stesso giorno la mostra sarà presentata alla stampa, all´incontro - coordinato da Pasquale Esposito - parteciperanno l´artista, la curatrice della mostra, Federica Cerami, che è anche la responsabile della sezione "Fotografia" de "Al Blu di Prussia", Alessandro Castagnaro, storico dell’architettura, e Stefano Fittipaldi, direttore dell´Archivio fotografico Parisio.
Foscati, nato a Milano l´11 giugno del 1970, laureato in Architettura, ha la città come oggetto della sua indagine artistica, che ha già rivolto - prima dell´invito di Federica Cerami ad occuparsi di Napoli - su Milano, Firenze, Roma, Como ed altre realtà urbane andando alla ricerca delle radici ("Roots").
A Napoli Foscati esporrà sei immagini di grandi dimensioni, montate su plexiglass e cornici in alluminio, visioni del Vesuvio, di San Martino, del centro antico (Santa Chiara, Palazzo della Posta), icone individuate come rappresentative delle radici della città.
"Il lavoro che presento - illustra l´artista - ha due possibili livelli di lettura: un primo livello riguarda l'uso della macchina fotografica, un secondo riguarda l'estetica dell'immagine e l'operazione che il progetto produce rispetto a una lettura ordinaria/consueta del paesaggio e dei suoi stereotipi visivi.
Rispetto all'uso dello strumento ho deciso di lavorare con il digitale perché mi interessa porre in visione l'elemento che sta alla base della tecnologia digitale, il modulo quadrato del pixel.
Mi interessa mettere in evidenza questo oggetto digitale che caratterizza il medium fotografico digitale nel profondo, svelando la sua presenza in un approccio che sostanzialmente è concettuale e di riflessione sul mezzo.
La mia formazione di architetto, il mio interesse per la fotografia di paesaggio mi ha portato a cercare di applicare questo elemento alla città e più in generale al paesaggio nel tentativo di proporre un possibile rinnovamento nell'ambito della fotografia di genere.
Per il progetto su Napoli - continua Foscati - ho voluto compiere una operazione di "rottura" su due livelli: il primo livello riguarda appunto il codice/modo di rappresentazione di cui ho parlato sopra, un secondo livello riguarda il soggetto delle fotografie.
Come nel caso del trittico sul Vesuvio, o dei due dittici - quello con il monastero di santa chiara e quello con l'edificio razionalista del Palazzo della Posta), e anche nelle foto che riguardano S. Martino, compio un operazione di vera e propria rottura, frantumazione dell´oggetto architettonico o paesistico che nell´immaginario collettivo è strutturato in codici di rappresentazione fortemente storicizzati e stabilizzati".
Roberta Valtorta ricorda, nel suo testo in catalogo che "da diversi anni Massimiliano Foscati realizza immagini alle quali dà titolo Rivedute italiane. Si tratta di paesaggi, vedute urbane o anche luoghi naturali, nei quali è messa in evidenza la struttura dei pixel che compongono l´immagine, la sua tessitura, forse di più: l´impalcatura che la regge.
I paesaggi di Foscati, attraenti nel rigoroso controllo del punto di vista, dell´inquadratura, e nella scelta del luogo, nell´atto stesso in cui vengono presentati alla nostra visione attraverso il filtro, la gabbia, diremo, dei pixel che ne compongono l´immagine, suggeriscono, pur nella loro piacevolezza e preziosità, qualcosa di allarmante: i pixel non sono soltanto il sostrato dell´immagine, ma quasi una sovrastruttura che la domina e ne governa nel contempo la superficie e l´intimo destino.
La fitta tessitura tecnologica si sovrappone e coincide con la modularità e l´organizzazione ripetitiva dello spazio urbano (le case, i piani delle case, i balconi, le finestre, le strade) e talvolta anche dello spazio naturale (il mare, il cielo) costituendo una sorta di commento critico alla qualità del mondo. Quasi una voce che continuamente rivela e sottolinea la sostanza di cui l´immagine è costituita ma al tempo stesso anche la materia di cui sono costituite le nostre vite, che si svolgono insieme e dentro le maglie della tecnologia".
Come sottolinea Federica Cerami, "davanti a 'City Roots/ Naples', immersi nelle grandi stampe della sua indagine fotografica, siamo immediatamente catapultati nel più attuale dei dibattiti sulla fotografia.
Viviamo un periodo nel quale la fotografia digitale ha soppiantato quasi completamente quella analogica lasciando di quest´ultima solo un pallido ricordo.
Il dibattito sulla attuale identità del medium fotografico corrisponde in toto alla dualità artistica individuata da Kandinsky, che nel 1912 sosteneva che "le forme che lo spirito ha tratto dalla dispensa della materia possono essere facilmente classificate in relazione a due poli: la grande astrazione ed il grande realismo".
La fotografia, infatti, interpreta appieno entrambe le linee di questa dialettica; quella della rappresentazione simbolica e quella della esibizione diretta del reale: il passaggio dall´analogico al digitale, così come sostiene Claudio Marra in "L'immagine infedele", non ne ha minimamente alterato queste capacità.
Occorre stabilire se oggi l´avvento della tecnologia digitale ha cambiato sia il modo di fotografare che lo sguardo del fotografo, partendo sempre dal presupposto che l´azione creativa fotografica prima che un atto tecnico è un´idea espressiva: è questo il vero tema centrale della questione digitale. Un grosso contributo per affrontare questo dibattito ce lo fornisce di certo Foscati nella sua analisi delle "Radici della Città" di Napoli.
Le immagini, realizzate trovando sempre punti di ripresa molto alti, fanno oscillare l´osservatore tra il passato ed il futuro.
Da un lato c´è infatti un velato rimando alle vedute fotografiche degli Alinari di inizio Novecento ma, dall´altro, osservando le caratteristiche tecniche delle immagini realizzate, proiettano l´osservatore immediatamente nel futuro che è poi in realtà già presente.
Il lavoro è interamente realizzato con una macchina digitale volutamente a bassa risoluzione e la tal cosa comporta, come visibile risultato, una messa in evidenza molto forte dell'elemento che sta alla base della tecnologia digitale ossia il modulo quadrato del pixel.
Le immagini, si presentano con una valenza che sintetizza gli elementi estetici significanti della città e delle architetture e mette in evidenza la struttura elementare del costruito e dei segni della città.
Ed è così che 'City roots', ossia le radici della città, è una decodificazione utile a rileggere in un altro modo la città ed a a fare una sottolineatura ben leggibile della ossatura urbana attraverso il pixel che è al tempo stesso una forma di rappresentazione articolata attraverso il gioco di quadratini multicolorati che tanto ricorda il pointillisme di fine Ottocento.
Siamo, nel pieno della fotografia digitale, perfettamente inseriti in questo moderno ed affascinante dibattito cui Foscati partecipa raccontandoci quanto questo evoluto strumento di rappresentazione ci può essere utile per imparare a guardare il quotidiano e 'con occhi nuovi', per dirla con le parole di Proust".
Hanno contribuito alla organizzazione della mostra “Banca Patrimoni Sella”, “Di Gennaro” servizi ecologici integrati, “Galleria Elena”, Bed and Breakfast “La Rosa e il Peperoncino”, “Novelli arredamenti”.
08
maggio 2008
Massimiliano Foscati – City Roots. Naples
Dall'otto maggio all'otto giugno 2008
fotografia
Location
AL BLU DI PRUSSIA
Napoli, Via Gaetano Filangieri, 42, (Napoli)
Napoli, Via Gaetano Filangieri, 42, (Napoli)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 17-20; sabato ore 10-13 e 17-20
Vernissage
8 Maggio 2008, alle 18,30
Autore
Curatore