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Massimo Baldini – A Tour not so Grand
A Tour not so Grand è una mostra di Massimo Baldini che si inaugura venerdì 9 novembre
presso la Fondazione Carlo Gajani di Bologna, presentando al pubblico un corpus di circa
trenta fotografie in bianco e nero incentrate sull’idea del viaggio “non convenzionale”.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
testo introduttivo di
Attilio Brilli
A Tour not so Grand è una mostra di Massimo Baldini che si inaugura venerdì 9 novembre
presso la Fondazione Carlo Gajani di Bologna, presentando al pubblico un corpus di circa
trenta fotografie in bianco e nero incentrate sull’idea del viaggio “non convenzionale”.
L’autore ha avuto l’occasione di visitare musei di provincia, piccole istituzioni nascoste,
luoghi talvolta appena accennati nelle guide turistiche, quando non del tutto dimenticati,
ed è rimasto affascinato da queste realtà, spesso sorprendenti. Attraverso la fotografia
intende restituirci il racconto di queste esperienze. Il suo è uno sguardo ironico e al
contempo partecipe, incline a soffermarsi su dettagli capaci di generare narrazioni
alternative.
Il viaggio che Massimo Baldini ha intrapreso è, come lui stesso suggerisce, “anticlassico” e
“minimalista”, appunto: A Tour not so Grand. Un viaggio tutto teso a privilegiare non il
“grandioso”, bensì quanto di curioso, nascosto, inusuale – ma non per questo meno
attraente – certi luoghi dell’Italia sanno offrire, dall’Acquario Civico di Milano al Cimitero
Monumentale della Certosa di Bologna, al Museo della Fisarmonica di Castelfidardo o
delle Arti Sanitarie di Napoli, fino alla Cattedrale di Sant’Agata a Lecce, solo per citarne
alcuni. Baldini non insegue – sono le sue parole – “raffigurazioni solenni o formalmente
impeccabili”, ma propone “fotografie che cercano una prospettiva o uno scorcio
particolare, suggeriscono un punto di vista eccentrico, accolgono nell’inquadratura tutto
quello che andrebbe diligentemente evitato o estromesso: ombre, sovrapposizioni,
intrusioni, oggetti ordinari”. Non vedremo, quindi, “le smaglianti capitali culturali, ma le
province neglette, generose però di tesori ignorati o dimenticati, di timide sorprese, di
emozioni trattenute”, e tutto ciò che di ameno e di bizzarro contengono.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo con testo introduttivo di Attilio Brilli,
scrittore, docente universitario e autore di numerosi saggi sulla storia della letteratura di
viaggio, che ripercorre in maniera sintetica le tappe culturali del Grand Tour
analizzandone l’evoluzione fino al presente, caratterizzato dal sorgere delle nuove
tecnologie e dalla proliferazione delle immagini. Attraverso questo percorso Brilli giungerà
alla cifra dell’arte di Baldini, sottolineando quanto il suo lavoro ci insegni “ad addestrare lo
sguardo, ad osservare la complessità delle cose, a cogliere l’ironia della vita nell’accumulo
incongruo, nel dettaglio, nello scarto insignificante, e a fare della distrazione una risorsa
dell’immaginario” (Brilli).
La mostra proseguirà fino al 22 novembre e si potrà visitare da lunedì a giovedì dalle 15.00
alle 19.00 con ingresso libero.
Massimo Baldini è laureato in Sociologia economica nell’Università di Firenze e dopo aver
insegnato nell’Università del Maryland, sede di Monaco di Baviera, ha lavorato per molti
anni presso la Società editrice il Mulino di Bologna come responsabile delle scienze sociali
e politiche. Ha acquistato la sua prima macchina fotografica, un’Asahi Pentax, a sedici
anni. Sue foto sono apparse sulle copertine di riviste e volumi a stampa. Nel 2017 si è
tenuta a Parigi, alla Maison de l’Italie, una sua mostra personale intitolata Italianité.
Sempre nel 2017, la rivista «Frattura Scomposta» ha pubblicato un’anteprima del progetto
A Tour not so Grand. Ha in preparazione una mostra intitolata Bassura, sulla regione del
delta padano.
Attilio Brilli
A Tour not so Grand è una mostra di Massimo Baldini che si inaugura venerdì 9 novembre
presso la Fondazione Carlo Gajani di Bologna, presentando al pubblico un corpus di circa
trenta fotografie in bianco e nero incentrate sull’idea del viaggio “non convenzionale”.
L’autore ha avuto l’occasione di visitare musei di provincia, piccole istituzioni nascoste,
luoghi talvolta appena accennati nelle guide turistiche, quando non del tutto dimenticati,
ed è rimasto affascinato da queste realtà, spesso sorprendenti. Attraverso la fotografia
intende restituirci il racconto di queste esperienze. Il suo è uno sguardo ironico e al
contempo partecipe, incline a soffermarsi su dettagli capaci di generare narrazioni
alternative.
Il viaggio che Massimo Baldini ha intrapreso è, come lui stesso suggerisce, “anticlassico” e
“minimalista”, appunto: A Tour not so Grand. Un viaggio tutto teso a privilegiare non il
“grandioso”, bensì quanto di curioso, nascosto, inusuale – ma non per questo meno
attraente – certi luoghi dell’Italia sanno offrire, dall’Acquario Civico di Milano al Cimitero
Monumentale della Certosa di Bologna, al Museo della Fisarmonica di Castelfidardo o
delle Arti Sanitarie di Napoli, fino alla Cattedrale di Sant’Agata a Lecce, solo per citarne
alcuni. Baldini non insegue – sono le sue parole – “raffigurazioni solenni o formalmente
impeccabili”, ma propone “fotografie che cercano una prospettiva o uno scorcio
particolare, suggeriscono un punto di vista eccentrico, accolgono nell’inquadratura tutto
quello che andrebbe diligentemente evitato o estromesso: ombre, sovrapposizioni,
intrusioni, oggetti ordinari”. Non vedremo, quindi, “le smaglianti capitali culturali, ma le
province neglette, generose però di tesori ignorati o dimenticati, di timide sorprese, di
emozioni trattenute”, e tutto ciò che di ameno e di bizzarro contengono.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo con testo introduttivo di Attilio Brilli,
scrittore, docente universitario e autore di numerosi saggi sulla storia della letteratura di
viaggio, che ripercorre in maniera sintetica le tappe culturali del Grand Tour
analizzandone l’evoluzione fino al presente, caratterizzato dal sorgere delle nuove
tecnologie e dalla proliferazione delle immagini. Attraverso questo percorso Brilli giungerà
alla cifra dell’arte di Baldini, sottolineando quanto il suo lavoro ci insegni “ad addestrare lo
sguardo, ad osservare la complessità delle cose, a cogliere l’ironia della vita nell’accumulo
incongruo, nel dettaglio, nello scarto insignificante, e a fare della distrazione una risorsa
dell’immaginario” (Brilli).
La mostra proseguirà fino al 22 novembre e si potrà visitare da lunedì a giovedì dalle 15.00
alle 19.00 con ingresso libero.
Massimo Baldini è laureato in Sociologia economica nell’Università di Firenze e dopo aver
insegnato nell’Università del Maryland, sede di Monaco di Baviera, ha lavorato per molti
anni presso la Società editrice il Mulino di Bologna come responsabile delle scienze sociali
e politiche. Ha acquistato la sua prima macchina fotografica, un’Asahi Pentax, a sedici
anni. Sue foto sono apparse sulle copertine di riviste e volumi a stampa. Nel 2017 si è
tenuta a Parigi, alla Maison de l’Italie, una sua mostra personale intitolata Italianité.
Sempre nel 2017, la rivista «Frattura Scomposta» ha pubblicato un’anteprima del progetto
A Tour not so Grand. Ha in preparazione una mostra intitolata Bassura, sulla regione del
delta padano.
09
novembre 2018
Massimo Baldini – A Tour not so Grand
Dal 09 al 22 novembre 2018
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE CARLO GAJANI
Bologna, Via De' Castagnoli, 14, (Bologna)
Bologna, Via De' Castagnoli, 14, (Bologna)
Orario di apertura
Da lunedì a giovedì, dalle 15.00 alle 19.00
Vernissage
9 Novembre 2018, dalle 18.00 alle 20.00
Autore