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Massimo Bartolini – Caudu e Fridu
L’opera site specific pensata per gli spazi di Palazzo Oneto, costruito verso la fine del XVII secolo e che riapre al pubblico in questa occasione dopo un importante restauro, è concepita in stretta relazione con la storia e la tradizione della città
Comunicato stampa
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Dal 16 giugno al 15 settembre la Fondazione VOLUME!, nell’ambito degli eventi collaterali della Biennale Manifesta 12 a Palermo, presenta Caudu e fridu di Massimo Bartolini a cura di Claudia Gioia.
L’opera site specific pensata per gli spazi di Palazzo Oneto, costruito verso la fine del XVII secolo e che riapre al pubblico in questa occasione dopo un importante restauro, è concepita in stretta relazione con la storia e la tradizione della città.
Il caldo ed il freddo del titolo sono estratti da un graffito ritrovato sulle pareti delle celle di Palazzo Chiaramonte Steri che ospitò dal 1600 al 1782 il tribunale dell’Inquisizione e fa riferimento alle febbri terzane che colpivano i detenuti. Queste scritte, tracciate con mezzi di fortuna e talvolta situate in punti non visibili alle guardie, nel lavoro di Bartolini assumono un ruolo e un aspetto opposto: quello di una scritta al neon rosso, che si staglia sulla parete come un urlo fragoroso che viene dal silenzio, come un’insegna che esplode nella notte.
In un continuo gioco di opposizioni e ossimori, alla scritta si contrappone la grande installazione che invade gli spazi del salone di Palazzo Oneto: una serie di luminarie tipiche delle feste siciliane, dopo essere state spente e disposte nello spazio come se si ritirassero dopo la festa - quasi a cancellare l’architettura che le ospita - da oggetto pubblico diventano un oggetto privato che, dimenticato il caos delle strade, si offre allo sguardo silenzioso degli spettatori.
“Il silenzio – afferma l’artista – è difficilmente condivisibile, è affare privato, ma l’unica possibilità di sovvertire le sorti tragiche che la nostra irrequietezza di umani promette è nella condivisione pubblica del silenzio”. A dialogare con la caotica e barocca sovrapposizione delle luminarie sono gli elementi che compongono l’apparato decorativo del palazzo: complesse composizioni in stucco sulla tradizione degli oratori del Serpotta e sontuosi affreschi tipici di una abitazione settecentesca.
Come scrive la curatrice Claudia Gioia “Massimo Bartolini ci introduce in un ambiente di filigrana, una membrana fragile di luminarie spente attraverso cui intravedere la struttura forte di un interno di Palazzo Oneto. Storia e transitorietà si rincorrono nei chiaroscuri di ombre reciproche così come le domande su chi ha spento le luci e su chi potrà riaccenderle e per quali nuove visioni. Spento e silenzio opposto alla luce calda e rossa da un altrove laterale fatto di memoria riscritta con parole di neon per arrivare a noi dai tempi arbitrari dell'Inquisizione. La quiete a luce spenta, la paura con la luce, un ossimoro che attraversa il progetto di Bartolini, così come il nostro tempo, per un invito a pensare alla luce e alle parole oltre l'apparenza”.
La mostra è realizzata con il supporto di Magazzino Arte Moderna Roma, Massimo De Carlo Milano, Londra, Hong Kong e per Palazzo Oneto si ringrazia Roberto Bilotti Ruggi D’Aragona.
Bio
Massimo Bartolini, nato nel 1962 a Cecina (LI) dove vive e lavora.
Ha partecipato a mostre personali e collettive tra le quali si ricordano:
Mostre personali e progetti: PS1, New York, NY USA; Abteiberg Museum Moenchengladbach; GAM, Torino; Museu Serralves,Porto,P; Ikon Gallery, Birmingham, UK; Nuovi Committenti, Mirafiori Torino; Fruitmarket Gallery Edimburgh, Scotland; SMAK Gent, B, Museo Marino Marini, Firenze; Fondazione Merz, Torino e presso le gallerie Massimo De Carlo, Milano, Magazzino, Roma e Frithstreet Gallery Londra.
Fra le mostre collettive: 49th, 53rd,55th Venice Biennale, I; 6th and 9th Shangai Biennale, CHN; 28th Sao Paolo Biennale, BR; Manifesta 4, Frankfurt,D; 28th Biennale of Pontevedera, E. ; Documenta 13, Kassel, D; Ecstasy in and About altered states, MOCA Los Angeles, USA; Perception of space, Museum Boijmans Von Beuningen, Rotterdam, NL; The Moderns Castello di Rivoli Torino.
L’opera site specific pensata per gli spazi di Palazzo Oneto, costruito verso la fine del XVII secolo e che riapre al pubblico in questa occasione dopo un importante restauro, è concepita in stretta relazione con la storia e la tradizione della città.
Il caldo ed il freddo del titolo sono estratti da un graffito ritrovato sulle pareti delle celle di Palazzo Chiaramonte Steri che ospitò dal 1600 al 1782 il tribunale dell’Inquisizione e fa riferimento alle febbri terzane che colpivano i detenuti. Queste scritte, tracciate con mezzi di fortuna e talvolta situate in punti non visibili alle guardie, nel lavoro di Bartolini assumono un ruolo e un aspetto opposto: quello di una scritta al neon rosso, che si staglia sulla parete come un urlo fragoroso che viene dal silenzio, come un’insegna che esplode nella notte.
In un continuo gioco di opposizioni e ossimori, alla scritta si contrappone la grande installazione che invade gli spazi del salone di Palazzo Oneto: una serie di luminarie tipiche delle feste siciliane, dopo essere state spente e disposte nello spazio come se si ritirassero dopo la festa - quasi a cancellare l’architettura che le ospita - da oggetto pubblico diventano un oggetto privato che, dimenticato il caos delle strade, si offre allo sguardo silenzioso degli spettatori.
“Il silenzio – afferma l’artista – è difficilmente condivisibile, è affare privato, ma l’unica possibilità di sovvertire le sorti tragiche che la nostra irrequietezza di umani promette è nella condivisione pubblica del silenzio”. A dialogare con la caotica e barocca sovrapposizione delle luminarie sono gli elementi che compongono l’apparato decorativo del palazzo: complesse composizioni in stucco sulla tradizione degli oratori del Serpotta e sontuosi affreschi tipici di una abitazione settecentesca.
Come scrive la curatrice Claudia Gioia “Massimo Bartolini ci introduce in un ambiente di filigrana, una membrana fragile di luminarie spente attraverso cui intravedere la struttura forte di un interno di Palazzo Oneto. Storia e transitorietà si rincorrono nei chiaroscuri di ombre reciproche così come le domande su chi ha spento le luci e su chi potrà riaccenderle e per quali nuove visioni. Spento e silenzio opposto alla luce calda e rossa da un altrove laterale fatto di memoria riscritta con parole di neon per arrivare a noi dai tempi arbitrari dell'Inquisizione. La quiete a luce spenta, la paura con la luce, un ossimoro che attraversa il progetto di Bartolini, così come il nostro tempo, per un invito a pensare alla luce e alle parole oltre l'apparenza”.
La mostra è realizzata con il supporto di Magazzino Arte Moderna Roma, Massimo De Carlo Milano, Londra, Hong Kong e per Palazzo Oneto si ringrazia Roberto Bilotti Ruggi D’Aragona.
Bio
Massimo Bartolini, nato nel 1962 a Cecina (LI) dove vive e lavora.
Ha partecipato a mostre personali e collettive tra le quali si ricordano:
Mostre personali e progetti: PS1, New York, NY USA; Abteiberg Museum Moenchengladbach; GAM, Torino; Museu Serralves,Porto,P; Ikon Gallery, Birmingham, UK; Nuovi Committenti, Mirafiori Torino; Fruitmarket Gallery Edimburgh, Scotland; SMAK Gent, B, Museo Marino Marini, Firenze; Fondazione Merz, Torino e presso le gallerie Massimo De Carlo, Milano, Magazzino, Roma e Frithstreet Gallery Londra.
Fra le mostre collettive: 49th, 53rd,55th Venice Biennale, I; 6th and 9th Shangai Biennale, CHN; 28th Sao Paolo Biennale, BR; Manifesta 4, Frankfurt,D; 28th Biennale of Pontevedera, E. ; Documenta 13, Kassel, D; Ecstasy in and About altered states, MOCA Los Angeles, USA; Perception of space, Museum Boijmans Von Beuningen, Rotterdam, NL; The Moderns Castello di Rivoli Torino.
16
giugno 2018
Massimo Bartolini – Caudu e Fridu
Dal 16 giugno al 20 ottobre 2018
arte contemporanea
Location
PALAZZO ONETO DI SPERLINGA
Palermo, Via Bandiera, 24, (Palermo)
Palermo, Via Bandiera, 24, (Palermo)
Orario di apertura
martedì - venerdì: 17.00 - 20.00
sabato: 10.00 -12.00 / 17.00 - 20.00
Vernissage
16 Giugno 2018, h 17
Autore
Curatore