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Massimo Campi – Il respiro della luce
Quell’effetto di straordinaria aura “metafisica” che Campi ci trasmette con la sua pittura è data dall’impiego di tonalità cromatiche essenziali e molto tenui, piuttosto pallide, quasi bianche
Comunicato stampa
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Artista contemporaneo (Roma, 1952) ed interprete della storia di una civiltà globalizzata alla quale appartiene, MASSIMO CAMPI dipinge come un pittore impressionista, la cui chiave di lettura delle sue opere è l'applicazione raffinata della luce. Una luce ardente, con cui ama ritrarre soprattutto gli "asettici" panorami urbani della periferia romana, restituendo ad essi la propria intima identità spirituale.
Il suo lavoro ha carpito l'interesse di affermati storici e critici dell'Arte, tra i quali: Carlo Fabrizio Carli, Marco di Capua, Lea Mattarella, Alessandro Riva, Duccio Trombadori, che hanno colto nel suo percorso di ricerca pittorica il "paesaggio" dei grandi del Rinascimento italiano e dei Vedutisti veneti, passando per Corot, fino ad arrivare alla Scuola Romana del Novecento italiano ed a Hopper.
Massimo Campi ha rappresentato con un'intelligenza sensibilmente moderna gli ampi spazi edificati di una Roma quotidiana, come possono essere i centri commerciali, i parcheggi, le rampe, i raccordi autostradali, gli anonimi palazzoni, e così via... Questi luoghi regolarmente vissuti, ai quali probabilmente, nessuno presterebbe particolare attenzione se non per necessaria abitudine, si rigenerano di un ossigeno incontaminato nelle sue opere, immersi in un'atmosfera calda ed impalpabile allo stesso tempo, per essere elegantemente rimarcati dal riverbero abbagliante del sole.
Suggestive le sue rappresentazioni di ambientazione cittadina, dove i personaggi tratti da ricordi di scene di vita reale, sembrano isolarsi al loro destino celando le proprie emozioni, come volessero rifuggire dallo sguardo dello spettatore, immerse in una situazione d'attesa dove tutto è possibile ma nulla succede. La figura umana si plasma come fosse un qualsiasi elemento dell'architettura che costituisce il paesaggio, al medesimo livello di una casa o un lampione; è solo un improbabile spettro della memoria dell'autore che si integra nel progetto della sua composizione artistica.
Quell''effetto di straordinaria aura "metafisica" che Campi ci trasmette con la sua pittura è data dall'impiego di tonalità cromatiche essenziali e molto tenui, piuttosto pallide, quasi bianche; colori che ben si distinguono da quelli "fuligginosi" utilizzati dall'artista Sironi nel ritratto delle sue lugubri periferie.
La poesia raffinata e apparentemente timida, di cui è pregna l'arte di Massimo Campi, ha incontrato ottimi consensi da parte del pubblico e della critica nazionale in occasione delle sue numerose partecipazioni a mostre personali e collettive, svoltesi soprattutto nella sua amata Capitale.
Tra queste citiamo: Arte a Parte Roma (Palazzo delle Esposizioni), Premio Sulmona (Convento di Santa Chiara), Premio Michetti (Museo Michetti), Artisti in Archivio (Archivio Centrale dello Stato), Salone di Maggio (Complesso del Vittoriano), E42 Segno e Sogno del ‘900 (Salone delle Fontane), Il Segno Contemporaneo Italiano (Museo Crocetti), Dante e il Purgatorio (Fondazione Casa di Dante, Castello Gizzi), Capolavori d’arte contemporanea, il Novecento nella provincia di Roma (Complesso del Vittoriano).
Ad esse si aggiunge a maggio del 2011 la mostra personale intitolata "Il respiro della luce" nella Galleria d'Arte Contemporanea "La Saletta dell'Arte" a Taranto.
(Testo a cura di Eleonora Buttafarri)
Il suo lavoro ha carpito l'interesse di affermati storici e critici dell'Arte, tra i quali: Carlo Fabrizio Carli, Marco di Capua, Lea Mattarella, Alessandro Riva, Duccio Trombadori, che hanno colto nel suo percorso di ricerca pittorica il "paesaggio" dei grandi del Rinascimento italiano e dei Vedutisti veneti, passando per Corot, fino ad arrivare alla Scuola Romana del Novecento italiano ed a Hopper.
Massimo Campi ha rappresentato con un'intelligenza sensibilmente moderna gli ampi spazi edificati di una Roma quotidiana, come possono essere i centri commerciali, i parcheggi, le rampe, i raccordi autostradali, gli anonimi palazzoni, e così via... Questi luoghi regolarmente vissuti, ai quali probabilmente, nessuno presterebbe particolare attenzione se non per necessaria abitudine, si rigenerano di un ossigeno incontaminato nelle sue opere, immersi in un'atmosfera calda ed impalpabile allo stesso tempo, per essere elegantemente rimarcati dal riverbero abbagliante del sole.
Suggestive le sue rappresentazioni di ambientazione cittadina, dove i personaggi tratti da ricordi di scene di vita reale, sembrano isolarsi al loro destino celando le proprie emozioni, come volessero rifuggire dallo sguardo dello spettatore, immerse in una situazione d'attesa dove tutto è possibile ma nulla succede. La figura umana si plasma come fosse un qualsiasi elemento dell'architettura che costituisce il paesaggio, al medesimo livello di una casa o un lampione; è solo un improbabile spettro della memoria dell'autore che si integra nel progetto della sua composizione artistica.
Quell''effetto di straordinaria aura "metafisica" che Campi ci trasmette con la sua pittura è data dall'impiego di tonalità cromatiche essenziali e molto tenui, piuttosto pallide, quasi bianche; colori che ben si distinguono da quelli "fuligginosi" utilizzati dall'artista Sironi nel ritratto delle sue lugubri periferie.
La poesia raffinata e apparentemente timida, di cui è pregna l'arte di Massimo Campi, ha incontrato ottimi consensi da parte del pubblico e della critica nazionale in occasione delle sue numerose partecipazioni a mostre personali e collettive, svoltesi soprattutto nella sua amata Capitale.
Tra queste citiamo: Arte a Parte Roma (Palazzo delle Esposizioni), Premio Sulmona (Convento di Santa Chiara), Premio Michetti (Museo Michetti), Artisti in Archivio (Archivio Centrale dello Stato), Salone di Maggio (Complesso del Vittoriano), E42 Segno e Sogno del ‘900 (Salone delle Fontane), Il Segno Contemporaneo Italiano (Museo Crocetti), Dante e il Purgatorio (Fondazione Casa di Dante, Castello Gizzi), Capolavori d’arte contemporanea, il Novecento nella provincia di Roma (Complesso del Vittoriano).
Ad esse si aggiunge a maggio del 2011 la mostra personale intitolata "Il respiro della luce" nella Galleria d'Arte Contemporanea "La Saletta dell'Arte" a Taranto.
(Testo a cura di Eleonora Buttafarri)
28
maggio 2011
Massimo Campi – Il respiro della luce
Dal 28 maggio al 12 giugno 2011
arte contemporanea
Location
LA SALETTA DELL’ ARTE
Taranto, Via Ciro Giovinazzi, 65/67, (Taranto)
Taranto, Via Ciro Giovinazzi, 65/67, (Taranto)
Vernissage
28 Maggio 2011, ore 19.30
Autore
Curatore