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Massimo Cova – Alter Ludus, Dall’esperienza educativa alla sperimentazione artistica
Massimo Cova presenta in questa sua nuova emozionante mostra ferrarese un intenso programma di esplorazione umana, che ha il suo punto di partenza nella sua attività di insegnante ed il suo punto di transito – certamente non di arrivo – in una sempre rinnovata esperienza artistica…
Comunicato stampa
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ALTER LUDUS – Dall’esperienza educativa alla sperimentazione artistica.
Testo presentazione di Patrizio Bianchi.
_________Massimo Cova presenta in questa sua nuova emozionante mostra ferrarese un intenso programma di esplorazione umana, che ha il suo punto di partenza nella sua attività di insegnante ed il suo punto di transito - certamente non di arrivo - in una sempre rinnovata esperienza artistica, in cui vengono sondati i segni di comunicazioni giovanili, che sovrapponendosi sembrano ritrovare un senso ancestrale di suoni lanciati in uno spazio, affinché qualcuno possa raccogliere e ricostruire così una sua propria storia.
Quattro grandi opere aprono di fatto la mostra, si tratta di ragazzi visti di schiena. Sono, almeno apparentemente, le opere più immediatamente leggibili. Si tratta di figure quasi iperrealistiche e viene ovvio domandarsi perché sono di schiena. Le figure di schiena in arte hanno una loro tradizione, lo stesso Matisse ci ha dato opere splendide di schiena, quasi un paradosso, ritratti di nuca. Ma il tema è perché questi ragazzi sono ritratti di schiena, forse perché sono incomunicanti con noi adulti o semplicemente perché sono più avanti e quindi noi li vediamo solo da dietro.
Nella serie delle lavagne si stratificano i segni delle successive lezioni, scritte e cancellate, poi riscritte e ricancellate, in uno scomparire e riapparire di segni, che sembrano incisioni rupestri lasciate da antichi popoli. La serie delle parole, libri, testi, poesie, segnati dalla presenza di manate giovanili, sono egualmente espressioni stimolanti di una ricerca sui linguaggi dell’azione collettiva che colpisce per la sua originalità e per la tensione della ricerca. La serie dei panini presenta una poeticità ironica, in cui la colazione della mattina diventa una sorta di collezione di reperti archeologici, riemersi da scavi di civiltà scomparse.
Ma su tutte svetta la serie dei tre quadri (non so come definirli data la straordinaria sovrapposizione di tecniche utilizzate) che usando aeroplanini di carta, pressati, incollati, ridipinti, diventano sipari drammaticissimi di una parola spersa nell'aria e riaccolta e compressa assieme. La qualità quasi bronzea dei tre quadri ottenuta mettendo assieme fragili oggetti di carta rende una tensione drammatica vista ben poche volta prima e confermano la straordinaria capacità di Massimo Cova di prendere oggetti comuni e farli divenire attraverso una densissima rielaborazione artistica segni di essenze che vanno al di la' del tempo e dello spazio.
Come non ricordare la sua precedente mostra su chiavi inglesi e forbici divenuti segni essenziali, in cui il massimo della concretezza materiale diventa il massimo della astrattezza concettuale.
Ma qui Cova aggiunge a quella ricerca una tensione che negli aeroplanini, futili oggetti di carta, messaggi lanciati dai ragazzi nel vuoto, una volta ripresi e resi essi stessi materia, assumono un carattere drammatico, che evoca una sorta di monumentalita' dell'agire, quasi una eroicità del gesto fissato, che va ben oltre le stesse intenzioni iniziali, di testimonianze di esperienze didattiche per approdare ad una esperienza artistica, che in se' riunisce e supera tutte le occasioni che l'hanno generata.
Testo presentazione di Patrizio Bianchi.
_________Massimo Cova presenta in questa sua nuova emozionante mostra ferrarese un intenso programma di esplorazione umana, che ha il suo punto di partenza nella sua attività di insegnante ed il suo punto di transito - certamente non di arrivo - in una sempre rinnovata esperienza artistica, in cui vengono sondati i segni di comunicazioni giovanili, che sovrapponendosi sembrano ritrovare un senso ancestrale di suoni lanciati in uno spazio, affinché qualcuno possa raccogliere e ricostruire così una sua propria storia.
Quattro grandi opere aprono di fatto la mostra, si tratta di ragazzi visti di schiena. Sono, almeno apparentemente, le opere più immediatamente leggibili. Si tratta di figure quasi iperrealistiche e viene ovvio domandarsi perché sono di schiena. Le figure di schiena in arte hanno una loro tradizione, lo stesso Matisse ci ha dato opere splendide di schiena, quasi un paradosso, ritratti di nuca. Ma il tema è perché questi ragazzi sono ritratti di schiena, forse perché sono incomunicanti con noi adulti o semplicemente perché sono più avanti e quindi noi li vediamo solo da dietro.
Nella serie delle lavagne si stratificano i segni delle successive lezioni, scritte e cancellate, poi riscritte e ricancellate, in uno scomparire e riapparire di segni, che sembrano incisioni rupestri lasciate da antichi popoli. La serie delle parole, libri, testi, poesie, segnati dalla presenza di manate giovanili, sono egualmente espressioni stimolanti di una ricerca sui linguaggi dell’azione collettiva che colpisce per la sua originalità e per la tensione della ricerca. La serie dei panini presenta una poeticità ironica, in cui la colazione della mattina diventa una sorta di collezione di reperti archeologici, riemersi da scavi di civiltà scomparse.
Ma su tutte svetta la serie dei tre quadri (non so come definirli data la straordinaria sovrapposizione di tecniche utilizzate) che usando aeroplanini di carta, pressati, incollati, ridipinti, diventano sipari drammaticissimi di una parola spersa nell'aria e riaccolta e compressa assieme. La qualità quasi bronzea dei tre quadri ottenuta mettendo assieme fragili oggetti di carta rende una tensione drammatica vista ben poche volta prima e confermano la straordinaria capacità di Massimo Cova di prendere oggetti comuni e farli divenire attraverso una densissima rielaborazione artistica segni di essenze che vanno al di la' del tempo e dello spazio.
Come non ricordare la sua precedente mostra su chiavi inglesi e forbici divenuti segni essenziali, in cui il massimo della concretezza materiale diventa il massimo della astrattezza concettuale.
Ma qui Cova aggiunge a quella ricerca una tensione che negli aeroplanini, futili oggetti di carta, messaggi lanciati dai ragazzi nel vuoto, una volta ripresi e resi essi stessi materia, assumono un carattere drammatico, che evoca una sorta di monumentalita' dell'agire, quasi una eroicità del gesto fissato, che va ben oltre le stesse intenzioni iniziali, di testimonianze di esperienze didattiche per approdare ad una esperienza artistica, che in se' riunisce e supera tutte le occasioni che l'hanno generata.
27
giugno 2014
Massimo Cova – Alter Ludus, Dall’esperienza educativa alla sperimentazione artistica
Dal 27 giugno al 27 luglio 2014
arte moderna e contemporanea
Location
GALLERIA DEL CARBONE
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Orario di apertura
dal Lunedì al Sabato 17.00-20.00
Vernissage
27 Giugno 2014, ore 18.30
Autore
Curatore