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Massimo De Lorenzi / Claudio Giudici
Una serie di acquerelli, eterei ed incisivi al tempo stesso, dedicata alle seducenti atmosfere del fiume Tevere, insieme con una originalissima collezione di oggetti lucenti realizzati assemblando materiale di riuso. Disegno e design si incontrano in un armonioso insieme di forme evocativo ed elegante.
Comunicato stampa
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Dal 19 ottobre al 5 novembre la galleria ARCH allestisce nei propri spazi la doppia personale di Massimo De Lorenzi e di Claudio Giudici. Una serie di acquerelli, eterei ed incisivi al tempo stesso, dedicata alle seducenti atmosfere del fiume Tevere, insieme con una originalissima collezione di oggetti lucenti realizzati assemblando materiale di riuso. Disegno e design si incontrano in un armonioso insieme di forme evocativo ed elegante.
T - Suggestioni dal fiume Tevere di Massimo De Lorenzi (mostra di pittura/acquerello).
Gli argini, i ponti, le luci, Massimo De Lorenzi rifiuta le banalità del vedutismo paesaggistico in favore di geometriche corrispondenze. La scelta della tecnica dell’acquerello ricalca la precisa volontà dell’artista di dare consistenza materica alle componenti strutturali del fiume, concepito come luogo in cui si concretizza il divenire di una città in fuga da se stessa e dai suoi violenti gorghi. L’acqua è l’elemento che rende vive le monumentali architetture ed addolcisce qualsiasi cosa graviti nel paesaggio, congiunzione ideale tra l’ambiente esterno ed il sentimento di chi trasognato osserva.
In T - Suggestioni dal fiume Tevere, Massimo De Lorenzi, attraverso le magiche dissolvenze delle sponde tiberine, sfiora i margini del sentire e invita all’empatia.
Il critico Sergio Tassi ha scritto: il Tevere che questi acquerelli mostrano, le sue acque, le sponde, le venuste architetture, tutto ci appare trasfigurato da una coltre di nebbia umida e calda.
Così il tempo del Fiume di Roma; le sue stesse torbide acque popolate d'arbusti, congelano in un eterno istante di rara intensità espressiva.
Massimo De Lorenzi, musicista e pittore, si è diplomato al I Liceo Artistico di Roma; fondamentale per la sua formazione artistica l’incontro con Pedro Cano, esponente di punta del neorealismo spagnolo.
Tra le mostre: 2004, Acquerelli, Galleria Faleria - Roma; 2006, Luci e Ombre, Hotel Sheraton - Roma; 2006, Luci e Ombre, Galleria Angelo Azzurro - Roma; 2007, Nudi Notturni, Arch Galleria delle Cose - Roma; 2007, Paesaggi, Sala del Comune - Rieti; 2007, I Quattro Elementi, Spazio Micro – Roma; 2007, SUPERMART, Arch Galleria delle Cose - Roma.
Oggetti Luminosi di Claudio Giudici (mostra di design).
Parti di macchinari, di elettrodomestici ed utensili assemblate compongono gli Oggetti Luminosi di Claudio Giudici, vere e proprie costruzioni di un Meccano del riuso.
Giudici, architetto e designer di fama internazionale, concepisce i suoi Oggetti Luminosi attraverso un processo creativo inverso rispetto al suo abituale metodo di progettazione. Le venti lampade in esposizione nella galleria ARCH nascono senza un progetto specifico, l’istinto prevale sul metodo, l’inconscio, governato solo da parziali pre-visioni, guida la mano che assembla in modo libero ed autosufficiente. Claudio Giudici privilegia quindi la manualità e il gioco a discapito di una spasmodica ricerca estetica e concettuale.
Plastica e metallo, pezzi di giradischi e di vecchie radio danno vita ad oggetti unici ed irripetibili; la sensibilità ecologista ed ambientalista dell’autore si manifesta in composizioni sobrie ed eleganti: una lampadina, un interruttore e una spina uniti da un filo elettrico.
“Ho sempre il piacere di smontare e rimontare le cose, conservarne i pezzi, nell’idea che prima o poi serviranno a qualcosa”.
Claudio Giudici respinge lo sfarzo della società consumistica, il balenio del design industriale e ci invita alla purezza del semplice ”fare”.
Claudio Giudici, architetto, designer e giornalista. Nel 1981 insieme ad Amedeo Malatesta e Claudio Vesica fonda il gruppo di progettazione Spazio Tre che nel 1983 diventerà Archema, insieme ai suoi soci si occupa di restauro e recupero di centri storici sia in Italia che all’estero. Un suo progetto per la città-isola di Sudakin in Sudan è stato esposto alla Biennale di Venezia nel 1982, ancora nel 1985 è stato invitato a partecipare alla stessa Biennale nella sezione architettura con un progetto sulla riqualificazione di Piazza Badoere. Per il Comune di Anagni nel 1987 elabora un sistema di arredo urbano sfruttando elementi intercambiabili per l’illuminazione del centro storico. Nel 1991 prende parte al concorso internazionale di architettura Samarkand-Revitalisation per la progettazione del Centro Culturale Ulugh Beg a Samarcanda. Membro della Commissione di Cultura dell’Ordine degli Architetti di Frosinone, nel 1993 riceve il premio speciale Domus Theophylacti Opus per la riqualificazione del castello di Torre Cajetani.
Tra le mostre: 1992, La casa neoclettica nell’ambito di Abitare il Tempo - Verona; 1993, Mostra Internazionale di Arte Contemporanea - Calcata; 1994, Marbres et pierres romaines a Paris a cura dell’Istituto del Commercio con l’Estero - Parigi; 1994, Leggero come il ferro a cura della Camera di Commercio, Palazzo Ruspoli - Roma; 1997, Premio Design Italiano - Roma.
Per tutto il periodo della mostra, insieme ai lavori di Massimo De Lorenzi e Claudio Giudici, la galleria presenterà al pubblico oggetti unici di arte e artigianato realizzati da: Maria Grazia Oppo (gioielli), Rosi Paulicelli (bijoux in vetro), Glauco Cambi (preziosi), Raffaella Ciccia (gioielli), Marco Magro (gioielli), Francesca Martinez (bijoux), Paolo Ramponi (bijoux), Laboratorio 43 (preziosi), Maria Grazia Sangregorio (gioielli), Tommaso Garavini (componenti d'arredo), Ricchezza Falcone (moda), Barbara Kling (gioielli), Veturia Manni (accessori), Paola De Muro (gioielli) e le T-shirt di Oktopus e Naffin-Tu-Si.
La doppia personale sarà patrocinata dal Comune di Roma.
T - Suggestioni dal fiume Tevere di Massimo De Lorenzi (mostra di pittura/acquerello).
Gli argini, i ponti, le luci, Massimo De Lorenzi rifiuta le banalità del vedutismo paesaggistico in favore di geometriche corrispondenze. La scelta della tecnica dell’acquerello ricalca la precisa volontà dell’artista di dare consistenza materica alle componenti strutturali del fiume, concepito come luogo in cui si concretizza il divenire di una città in fuga da se stessa e dai suoi violenti gorghi. L’acqua è l’elemento che rende vive le monumentali architetture ed addolcisce qualsiasi cosa graviti nel paesaggio, congiunzione ideale tra l’ambiente esterno ed il sentimento di chi trasognato osserva.
In T - Suggestioni dal fiume Tevere, Massimo De Lorenzi, attraverso le magiche dissolvenze delle sponde tiberine, sfiora i margini del sentire e invita all’empatia.
Il critico Sergio Tassi ha scritto: il Tevere che questi acquerelli mostrano, le sue acque, le sponde, le venuste architetture, tutto ci appare trasfigurato da una coltre di nebbia umida e calda.
Così il tempo del Fiume di Roma; le sue stesse torbide acque popolate d'arbusti, congelano in un eterno istante di rara intensità espressiva.
Massimo De Lorenzi, musicista e pittore, si è diplomato al I Liceo Artistico di Roma; fondamentale per la sua formazione artistica l’incontro con Pedro Cano, esponente di punta del neorealismo spagnolo.
Tra le mostre: 2004, Acquerelli, Galleria Faleria - Roma; 2006, Luci e Ombre, Hotel Sheraton - Roma; 2006, Luci e Ombre, Galleria Angelo Azzurro - Roma; 2007, Nudi Notturni, Arch Galleria delle Cose - Roma; 2007, Paesaggi, Sala del Comune - Rieti; 2007, I Quattro Elementi, Spazio Micro – Roma; 2007, SUPERMART, Arch Galleria delle Cose - Roma.
Oggetti Luminosi di Claudio Giudici (mostra di design).
Parti di macchinari, di elettrodomestici ed utensili assemblate compongono gli Oggetti Luminosi di Claudio Giudici, vere e proprie costruzioni di un Meccano del riuso.
Giudici, architetto e designer di fama internazionale, concepisce i suoi Oggetti Luminosi attraverso un processo creativo inverso rispetto al suo abituale metodo di progettazione. Le venti lampade in esposizione nella galleria ARCH nascono senza un progetto specifico, l’istinto prevale sul metodo, l’inconscio, governato solo da parziali pre-visioni, guida la mano che assembla in modo libero ed autosufficiente. Claudio Giudici privilegia quindi la manualità e il gioco a discapito di una spasmodica ricerca estetica e concettuale.
Plastica e metallo, pezzi di giradischi e di vecchie radio danno vita ad oggetti unici ed irripetibili; la sensibilità ecologista ed ambientalista dell’autore si manifesta in composizioni sobrie ed eleganti: una lampadina, un interruttore e una spina uniti da un filo elettrico.
“Ho sempre il piacere di smontare e rimontare le cose, conservarne i pezzi, nell’idea che prima o poi serviranno a qualcosa”.
Claudio Giudici respinge lo sfarzo della società consumistica, il balenio del design industriale e ci invita alla purezza del semplice ”fare”.
Claudio Giudici, architetto, designer e giornalista. Nel 1981 insieme ad Amedeo Malatesta e Claudio Vesica fonda il gruppo di progettazione Spazio Tre che nel 1983 diventerà Archema, insieme ai suoi soci si occupa di restauro e recupero di centri storici sia in Italia che all’estero. Un suo progetto per la città-isola di Sudakin in Sudan è stato esposto alla Biennale di Venezia nel 1982, ancora nel 1985 è stato invitato a partecipare alla stessa Biennale nella sezione architettura con un progetto sulla riqualificazione di Piazza Badoere. Per il Comune di Anagni nel 1987 elabora un sistema di arredo urbano sfruttando elementi intercambiabili per l’illuminazione del centro storico. Nel 1991 prende parte al concorso internazionale di architettura Samarkand-Revitalisation per la progettazione del Centro Culturale Ulugh Beg a Samarcanda. Membro della Commissione di Cultura dell’Ordine degli Architetti di Frosinone, nel 1993 riceve il premio speciale Domus Theophylacti Opus per la riqualificazione del castello di Torre Cajetani.
Tra le mostre: 1992, La casa neoclettica nell’ambito di Abitare il Tempo - Verona; 1993, Mostra Internazionale di Arte Contemporanea - Calcata; 1994, Marbres et pierres romaines a Paris a cura dell’Istituto del Commercio con l’Estero - Parigi; 1994, Leggero come il ferro a cura della Camera di Commercio, Palazzo Ruspoli - Roma; 1997, Premio Design Italiano - Roma.
Per tutto il periodo della mostra, insieme ai lavori di Massimo De Lorenzi e Claudio Giudici, la galleria presenterà al pubblico oggetti unici di arte e artigianato realizzati da: Maria Grazia Oppo (gioielli), Rosi Paulicelli (bijoux in vetro), Glauco Cambi (preziosi), Raffaella Ciccia (gioielli), Marco Magro (gioielli), Francesca Martinez (bijoux), Paolo Ramponi (bijoux), Laboratorio 43 (preziosi), Maria Grazia Sangregorio (gioielli), Tommaso Garavini (componenti d'arredo), Ricchezza Falcone (moda), Barbara Kling (gioielli), Veturia Manni (accessori), Paola De Muro (gioielli) e le T-shirt di Oktopus e Naffin-Tu-Si.
La doppia personale sarà patrocinata dal Comune di Roma.
19
ottobre 2007
Massimo De Lorenzi / Claudio Giudici
Dal 19 ottobre al 05 novembre 2007
arte contemporanea
Location
ARCH LAB
Roma, Via Giovanni Lanza, 91a, (Roma)
Roma, Via Giovanni Lanza, 91a, (Roma)
Orario di apertura
mar-sab 11-20, lun 16-20, dom chiuso
Vernissage
19 Ottobre 2007, ore 19.30
Autore
Curatore