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Massimo Di Gaetano
Il mare, le dune, la spiaggia e la vegetazione che caratterizza il litorale pontino e, più in particolare, Sabaudia campeggiano sulla tela, non tanto come mere riproduzione di questi luoghi, da cui comunque l’artista, trae la propria ispirazione, quanto come fedele esternazione dei suoi stati d’animo
Comunicato stampa
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Roma, 20 maggio 2008 - Prenderà il via il 24 maggio prossimo, presso la Galleria Rosati di Latina (Via Cesare Battisti, 9), la personale di Massimo Di Gaetano. All’inaugurazione della mostra, fissata per le ore 18.00, è stato invitato a presenziare anche il Sindaco di Latina, Vincenzo Zaccheo.
L’esposizione che presenta l’ultima collezione in ordine di tempo dell’artista, romano di nascita ma pontino d’adozione, proseguirà tutti i giorni fino al prossimo 8 giugno (compresi domenica 1 e lunedì 2), dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00 con ingresso gratuito.
Reduce dai successi di critica e pubblico ottenuti nel corso della 78^ edizione della storica mostra “Cento Pittori Via Margutta”, svoltasi a Roma dal 30 aprile al 4 maggio scorsi, Di Gaetano, che ha iniziato a dipingere da bambino sotto la guida della madre, anche lei pittrice, ha scelto di esporre per l’occasione diverse tele e alcuni acquerelli realizzati in quest’ultimo periodo.
Oltre venti, in tutto, le opere, spesso di dimensioni significative, presenti in rassegna. Lavorati con tecniche, materiali e supporti diversi che integrano e completano l’opera dando vita ad un prodotto più elaborato e definito (dalla tela di iuta o di cotone grezzo ad applicazioni di garza, ma anche cuciture e strappi spesso utilizzati in maniera disordinata), i quadri ritraggono soggetti semplici e facilmente riconoscibili che sono parte essenziale del paesaggio. Il mare, le dune, la spiaggia e la vegetazione che caratterizza il litorale pontino e, più in particolare, Sabaudia campeggiano però sulla tela, non tanto come mere riproduzione di questi luoghi, da cui comunque l’artista, trae la propria ispirazione, quanto come fedele esternazione dei suoi stati d’animo.
La stessa scelta di questo particolare soggetto, insomma, non va letta come il “ritorno all’ordine” dopo anni caratterizzati dal periodo astratto prima e da quello neo-espressionista poi, ma la possibilità per l’artista di coniugare l’esperienza maturata nell’uso della materia pittorica con la necessità di esprimere i propri sentimenti evidenziando l’aspetto fortemente simbolico dei paesaggi, riprodotti sulle tele con colori ad olio il cui uso è stato spesso integrato con quello dei pastelli.
“La mia fonte d’ispirazione – ha voluto precisare Di Gaetano, commentando alcune tele - è il litorale pontino. Del resto ho lavorato come “guardiano del faro” e per diversi anni ho prestato servizio al Circeo. Nelle dune, però, non riconosco un soggetto esterno e lontano, un modello solo da riprodurre, ma la maniera migliore per raccontare me stesso. Del resto se da sempre dipingo in studio e senza riferimenti fotografici è proprio perché ho il terrore di essere descrittivo”.
In attesa di fermarsi dopo gli impegni delle ultime esposizioni e tornare a lavorare un po’ con tele, pennelli e colori, però, Massimo Di Gaetano non si è voluto sbilanciare troppo sui prossimi “impegni creativi”. “Come artista amo mettermi in discussione e sperimentarmi continuamente, sia per quanto riguarda le tecniche sia per quanto riguarda le tematiche”, ha confidato brindando alla mostra e aggiungendo ancora: “Staremo a vedere fin dove mi condurrà l’ispirazione”.
Massimo Di Gaetano nasce a Roma nel dicembre del 1959 da genitori siciliani, ma si trasferisce presto a Latina dove tuttora risiede. Ancora bambino, sollecitato dall’amore per l’arte trasmessogli dalla madre, anche lei pittrice, e sotto la sua guida, inizia a disegnare e a dipingere. Nel 1978 si diploma al Primo liceo artistico di Via Ripetta di Roma e successivamente frequenta nella stessa città il corso di pittura dell'Accademia di Belle Arti.
Personalità poliedrica, appassionato di pittura, fotografia, comics e ogni altra forma di espressione artistica contemporanea, Di Gaetano lavora per diversi anni come grafico pubblicitario.
Intanto, nel 1983, con la partecipazione ad una collettiva a Palazzo Venezia a Roma inizia la sua lunga attività espositiva. Nel corso degli anni prende parte a numerose manifestazioni artistiche, sia individuali sia collettive, come le esposizioni dell’Associazione Cento Pittori Via Margutta, della quale è socio ordinario dal 1986. La passione per l’arte lo spinge, tuttavia, a partecipare anche ad alcune iniziative sperimentali, come la mostra-concerto realizzata al "Classico Village" di Testaccio nel 2001.
Diversa negli anni la sua produzione. Nel periodo giovanile la pittura di Massimo Di Gaetano risulta prevalentemente astratta-informale, di ascendenza per lo più americana. Già negli anni successivi, però, l’artista decide di orientarsi verso la figurazione di stampo neo-espressionista, realizzando opere, talvolta monocromatiche scure, raffiguranti soggetti femminili ripresi in atteggiamenti fortemente drammatici che denotano una forte relazione con il sentimentalismo e lo psicologismo.
Esaminando i soggetti ripresi e le tecniche utilizzate fin qui, emerge chiaramente come la sua produzione artistica si sviluppi di pari passo con l’artista, con la sua personalità e con i suoi obiettivi.
Eppure da un’analisi attenta risultano essere innumerevoli e molteplici gli elementi che hanno condotto Massimo Di Gaetano a seguire un iter creativo che, seppure solo apparentemente, può risultare contrario rispetto al tradizionale modo di concepire la maturazione artistica.
In lui e nelle sue opere, infatti, l’elemento figurativo e quello informale convivono in modo quasi simbiotico fino a formare un corpo unico e inscindibile, nel quale si fondono la tecnica pittorica approfondita e maturata nel periodo giovanile, ovverosia quello dedicato all’astratto informale, e un immaginario di spiccata sensibilità espressionista che non può non prescindere dalla passata esperienza non figurativa.
Altro testimone di questo percorso, che a prima vista sembra inverso, è una pressante esigenza comunicativa che caratterizza l’artista e che la pittura figurativa, semplicemente per la struttura che la contraddistingue, può meglio soddisfare rispetto, ad esempio, ad un opera che parli l’invisibile linguaggio della pittura astratta o informale e con la quale, pertanto, può risultare più difficile relazionarsi.
Da qualche tempo Massimo Di Gaetano si sta dedicando allo studio del paesaggio, soggetto che, se da una parte gli consente di utilizzare le esperienze maturate in passato, dall’altra gli permette di appagare l’accresciuto bisogno interiore di comunicare con tutti coloro i quali si avvicinano alle sue tele. Fonte d’ispirazione dell’ultima produzione sono le dune del litorale pontino, paesaggi rielaborati con stile sintetico, metafore del continuo, impercettibile mutamento della vita, elementi dai quali con buona probabilità potrebbe essere stato attratto fin dagli anni 1987-1996, periodo in cui è stato impiegato, dapprima a Capri e poi al Circeo, come guardiano del faro.
Dopo innumerevoli collettive con l’Associazione Cento Pittori Via Margutta, il bisogno di Massimo di proseguire il dialogo con quanti si avvicinano alla sua pittura ha trovato una naturale prosecuzione anche nell’attività espositiva personale. Da un po’ di tempo a questa parte è iniziato, dunque, un sodalizio artistico con la galleria "Rosati" di Latina, rapporto che si è concretizzato nel 2006 in un’esposizione significativa che ha registrato un ottimo successo di critica e di pubblico e messo le base per future e proficue collaborazioni.
Dall’astrattismo informale all’ultima produzione,
l’iter creativo di Massimo Di Gaetano
La tecnica pittorica che contraddistingue le opere di Massimo Di Gaetano rivela molto dell’artista. Tutt’altro che statica e uniforme, essa si sviluppa in parallelo con la sua personalità e realizza negli anni un profondo percorso creativo che, dall’astrattismo informale di ascendenza per lo più americana, finisce col raggiungere una figurazione di spiccata sensibilità neo-espressionista.
Negli ultimi tempi, tuttavia, la sua produzione artistica compie un ulteriore balzo e si lancia alla scoperta di soggetti nuovi, come le dune che caratterizzano il panorama del litorale pontino e che Di Gaetano sceglie di immortalare sulla tela.
La scelta del paesaggio non è tuttavia identificabile, contrariamente a quanto si potrebbe pensare ad una prima e veloce indagine, come “ritorno all’ordine” dopo anni caratterizzati dalla pittura astratta del periodo giovanile prima e dal successivo periodo neo-espressionista. Essa rappresenta, anzi, la possibilità di coniugare - attraverso soggetti semplici e facilmente riconoscibili quali il mare, le dune, la spiaggia e la vegetazione che la caratterizza - l’esperienza maturata nell’uso della materia pittorica con la necessità di esprimere i propri sentimenti.
In questo contesto, allora, anche l’assenza di una figura umana o una sua supposta presenza acquisisce una valenza estremamente significativa, in quanto serve ad evidenziare l’aspetto simbolico e interiore dei paesaggi riprodotti sulle tele, soggetti che non sono luoghi reali, sebbene sia facile riconoscere nel litorale pontino e in particolare in Sabaudia la fonte visiva dell’artista, ma mera riproduzione degli stati d’animo di quest’ultimo.
Anche in questo caso, tuttavia, è indispensabile non limitare l’analisi dei lavori ad un primo livello di lettura. In contrasto con la morbidezza del paesaggio, infatti, Di Gaetano si serve talvolta di materiali e supporti di genere diverso che integrano e completano l’opera. Tele di iuta, applicazioni di garza, cuciture e strappi intervengono, infatti, a pieno titolo nella realizzazione di un prodotto più elaborato e definito.
Doveroso uno sguardo alle tecniche e ai materiali impiegati dall’artista. Si tratta generalmente di colori ad olio su tela, talvolta integrati da pastelli. Massimo Di Gaetano molto spesso predilige per i suoi lavori l’uso di tele di iuta o di cotone grezzo, prive di imprimitura. A volte, tuttavia, egli ama anche servirsi del retro di vecchie opere astratte, molte delle quali sono quadri “doppi” realizzati da lui stesso. In alcuni casi, poi, l’artista sceglie di applicare sulla tela, in maniera scientemente disordinata, un fondo di strati di garza.
Per i piccoli lavori monocromatici su carta, invece, preferisce utilizzare inchiostri di china, mescolando il nero con piccole quantità di altri colori in modo da ottenere sfumature molto più delicate.
Tra le tecniche a lui più care e, pertanto, privilegiate quella del "bagnato su bagnato", un procedimento che consente al colore, applicato sulla carta umida o su un precedente strato di pittura ancora bagnata, di espandersi tanto che il risultato ultimo è un dipinto dai toni molto stemperati con pennellate sciolte e spontanee. Rispetto alla tecnica "bagnato su asciutto", che permette invece di dipingere abbastanza facilmente forme ben definite e contorni precisi, questo procedimento risulta essere molto più difficile da controllare al punto che una forte componente di casualità e “accidentalità” subentra prepotentemente nella realizzazione del prodotto finale. D’altro canto però essa conferisce all’opera contorni sfumati e indefiniti, regalando sia all’artista sia a chi si ferma ad ammirarne il lavoro quegli effetti assolutamente unici di spontaneità e suggestione che sono una delle caratteristiche più stimolanti della pittura all'acquarello.
Le sue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private sia in Italia sia all’estero.
L’esposizione che presenta l’ultima collezione in ordine di tempo dell’artista, romano di nascita ma pontino d’adozione, proseguirà tutti i giorni fino al prossimo 8 giugno (compresi domenica 1 e lunedì 2), dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00 con ingresso gratuito.
Reduce dai successi di critica e pubblico ottenuti nel corso della 78^ edizione della storica mostra “Cento Pittori Via Margutta”, svoltasi a Roma dal 30 aprile al 4 maggio scorsi, Di Gaetano, che ha iniziato a dipingere da bambino sotto la guida della madre, anche lei pittrice, ha scelto di esporre per l’occasione diverse tele e alcuni acquerelli realizzati in quest’ultimo periodo.
Oltre venti, in tutto, le opere, spesso di dimensioni significative, presenti in rassegna. Lavorati con tecniche, materiali e supporti diversi che integrano e completano l’opera dando vita ad un prodotto più elaborato e definito (dalla tela di iuta o di cotone grezzo ad applicazioni di garza, ma anche cuciture e strappi spesso utilizzati in maniera disordinata), i quadri ritraggono soggetti semplici e facilmente riconoscibili che sono parte essenziale del paesaggio. Il mare, le dune, la spiaggia e la vegetazione che caratterizza il litorale pontino e, più in particolare, Sabaudia campeggiano però sulla tela, non tanto come mere riproduzione di questi luoghi, da cui comunque l’artista, trae la propria ispirazione, quanto come fedele esternazione dei suoi stati d’animo.
La stessa scelta di questo particolare soggetto, insomma, non va letta come il “ritorno all’ordine” dopo anni caratterizzati dal periodo astratto prima e da quello neo-espressionista poi, ma la possibilità per l’artista di coniugare l’esperienza maturata nell’uso della materia pittorica con la necessità di esprimere i propri sentimenti evidenziando l’aspetto fortemente simbolico dei paesaggi, riprodotti sulle tele con colori ad olio il cui uso è stato spesso integrato con quello dei pastelli.
“La mia fonte d’ispirazione – ha voluto precisare Di Gaetano, commentando alcune tele - è il litorale pontino. Del resto ho lavorato come “guardiano del faro” e per diversi anni ho prestato servizio al Circeo. Nelle dune, però, non riconosco un soggetto esterno e lontano, un modello solo da riprodurre, ma la maniera migliore per raccontare me stesso. Del resto se da sempre dipingo in studio e senza riferimenti fotografici è proprio perché ho il terrore di essere descrittivo”.
In attesa di fermarsi dopo gli impegni delle ultime esposizioni e tornare a lavorare un po’ con tele, pennelli e colori, però, Massimo Di Gaetano non si è voluto sbilanciare troppo sui prossimi “impegni creativi”. “Come artista amo mettermi in discussione e sperimentarmi continuamente, sia per quanto riguarda le tecniche sia per quanto riguarda le tematiche”, ha confidato brindando alla mostra e aggiungendo ancora: “Staremo a vedere fin dove mi condurrà l’ispirazione”.
Massimo Di Gaetano nasce a Roma nel dicembre del 1959 da genitori siciliani, ma si trasferisce presto a Latina dove tuttora risiede. Ancora bambino, sollecitato dall’amore per l’arte trasmessogli dalla madre, anche lei pittrice, e sotto la sua guida, inizia a disegnare e a dipingere. Nel 1978 si diploma al Primo liceo artistico di Via Ripetta di Roma e successivamente frequenta nella stessa città il corso di pittura dell'Accademia di Belle Arti.
Personalità poliedrica, appassionato di pittura, fotografia, comics e ogni altra forma di espressione artistica contemporanea, Di Gaetano lavora per diversi anni come grafico pubblicitario.
Intanto, nel 1983, con la partecipazione ad una collettiva a Palazzo Venezia a Roma inizia la sua lunga attività espositiva. Nel corso degli anni prende parte a numerose manifestazioni artistiche, sia individuali sia collettive, come le esposizioni dell’Associazione Cento Pittori Via Margutta, della quale è socio ordinario dal 1986. La passione per l’arte lo spinge, tuttavia, a partecipare anche ad alcune iniziative sperimentali, come la mostra-concerto realizzata al "Classico Village" di Testaccio nel 2001.
Diversa negli anni la sua produzione. Nel periodo giovanile la pittura di Massimo Di Gaetano risulta prevalentemente astratta-informale, di ascendenza per lo più americana. Già negli anni successivi, però, l’artista decide di orientarsi verso la figurazione di stampo neo-espressionista, realizzando opere, talvolta monocromatiche scure, raffiguranti soggetti femminili ripresi in atteggiamenti fortemente drammatici che denotano una forte relazione con il sentimentalismo e lo psicologismo.
Esaminando i soggetti ripresi e le tecniche utilizzate fin qui, emerge chiaramente come la sua produzione artistica si sviluppi di pari passo con l’artista, con la sua personalità e con i suoi obiettivi.
Eppure da un’analisi attenta risultano essere innumerevoli e molteplici gli elementi che hanno condotto Massimo Di Gaetano a seguire un iter creativo che, seppure solo apparentemente, può risultare contrario rispetto al tradizionale modo di concepire la maturazione artistica.
In lui e nelle sue opere, infatti, l’elemento figurativo e quello informale convivono in modo quasi simbiotico fino a formare un corpo unico e inscindibile, nel quale si fondono la tecnica pittorica approfondita e maturata nel periodo giovanile, ovverosia quello dedicato all’astratto informale, e un immaginario di spiccata sensibilità espressionista che non può non prescindere dalla passata esperienza non figurativa.
Altro testimone di questo percorso, che a prima vista sembra inverso, è una pressante esigenza comunicativa che caratterizza l’artista e che la pittura figurativa, semplicemente per la struttura che la contraddistingue, può meglio soddisfare rispetto, ad esempio, ad un opera che parli l’invisibile linguaggio della pittura astratta o informale e con la quale, pertanto, può risultare più difficile relazionarsi.
Da qualche tempo Massimo Di Gaetano si sta dedicando allo studio del paesaggio, soggetto che, se da una parte gli consente di utilizzare le esperienze maturate in passato, dall’altra gli permette di appagare l’accresciuto bisogno interiore di comunicare con tutti coloro i quali si avvicinano alle sue tele. Fonte d’ispirazione dell’ultima produzione sono le dune del litorale pontino, paesaggi rielaborati con stile sintetico, metafore del continuo, impercettibile mutamento della vita, elementi dai quali con buona probabilità potrebbe essere stato attratto fin dagli anni 1987-1996, periodo in cui è stato impiegato, dapprima a Capri e poi al Circeo, come guardiano del faro.
Dopo innumerevoli collettive con l’Associazione Cento Pittori Via Margutta, il bisogno di Massimo di proseguire il dialogo con quanti si avvicinano alla sua pittura ha trovato una naturale prosecuzione anche nell’attività espositiva personale. Da un po’ di tempo a questa parte è iniziato, dunque, un sodalizio artistico con la galleria "Rosati" di Latina, rapporto che si è concretizzato nel 2006 in un’esposizione significativa che ha registrato un ottimo successo di critica e di pubblico e messo le base per future e proficue collaborazioni.
Dall’astrattismo informale all’ultima produzione,
l’iter creativo di Massimo Di Gaetano
La tecnica pittorica che contraddistingue le opere di Massimo Di Gaetano rivela molto dell’artista. Tutt’altro che statica e uniforme, essa si sviluppa in parallelo con la sua personalità e realizza negli anni un profondo percorso creativo che, dall’astrattismo informale di ascendenza per lo più americana, finisce col raggiungere una figurazione di spiccata sensibilità neo-espressionista.
Negli ultimi tempi, tuttavia, la sua produzione artistica compie un ulteriore balzo e si lancia alla scoperta di soggetti nuovi, come le dune che caratterizzano il panorama del litorale pontino e che Di Gaetano sceglie di immortalare sulla tela.
La scelta del paesaggio non è tuttavia identificabile, contrariamente a quanto si potrebbe pensare ad una prima e veloce indagine, come “ritorno all’ordine” dopo anni caratterizzati dalla pittura astratta del periodo giovanile prima e dal successivo periodo neo-espressionista. Essa rappresenta, anzi, la possibilità di coniugare - attraverso soggetti semplici e facilmente riconoscibili quali il mare, le dune, la spiaggia e la vegetazione che la caratterizza - l’esperienza maturata nell’uso della materia pittorica con la necessità di esprimere i propri sentimenti.
In questo contesto, allora, anche l’assenza di una figura umana o una sua supposta presenza acquisisce una valenza estremamente significativa, in quanto serve ad evidenziare l’aspetto simbolico e interiore dei paesaggi riprodotti sulle tele, soggetti che non sono luoghi reali, sebbene sia facile riconoscere nel litorale pontino e in particolare in Sabaudia la fonte visiva dell’artista, ma mera riproduzione degli stati d’animo di quest’ultimo.
Anche in questo caso, tuttavia, è indispensabile non limitare l’analisi dei lavori ad un primo livello di lettura. In contrasto con la morbidezza del paesaggio, infatti, Di Gaetano si serve talvolta di materiali e supporti di genere diverso che integrano e completano l’opera. Tele di iuta, applicazioni di garza, cuciture e strappi intervengono, infatti, a pieno titolo nella realizzazione di un prodotto più elaborato e definito.
Doveroso uno sguardo alle tecniche e ai materiali impiegati dall’artista. Si tratta generalmente di colori ad olio su tela, talvolta integrati da pastelli. Massimo Di Gaetano molto spesso predilige per i suoi lavori l’uso di tele di iuta o di cotone grezzo, prive di imprimitura. A volte, tuttavia, egli ama anche servirsi del retro di vecchie opere astratte, molte delle quali sono quadri “doppi” realizzati da lui stesso. In alcuni casi, poi, l’artista sceglie di applicare sulla tela, in maniera scientemente disordinata, un fondo di strati di garza.
Per i piccoli lavori monocromatici su carta, invece, preferisce utilizzare inchiostri di china, mescolando il nero con piccole quantità di altri colori in modo da ottenere sfumature molto più delicate.
Tra le tecniche a lui più care e, pertanto, privilegiate quella del "bagnato su bagnato", un procedimento che consente al colore, applicato sulla carta umida o su un precedente strato di pittura ancora bagnata, di espandersi tanto che il risultato ultimo è un dipinto dai toni molto stemperati con pennellate sciolte e spontanee. Rispetto alla tecnica "bagnato su asciutto", che permette invece di dipingere abbastanza facilmente forme ben definite e contorni precisi, questo procedimento risulta essere molto più difficile da controllare al punto che una forte componente di casualità e “accidentalità” subentra prepotentemente nella realizzazione del prodotto finale. D’altro canto però essa conferisce all’opera contorni sfumati e indefiniti, regalando sia all’artista sia a chi si ferma ad ammirarne il lavoro quegli effetti assolutamente unici di spontaneità e suggestione che sono una delle caratteristiche più stimolanti della pittura all'acquarello.
Le sue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private sia in Italia sia all’estero.
24
maggio 2008
Massimo Di Gaetano
Dal 24 maggio all'otto giugno 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA ROSATI
Latina, Via Cesare Battisti, 9, (Latina)
Latina, Via Cesare Battisti, 9, (Latina)
Orario di apertura
tutti i giorni (compresi domenica 1 e lunedì 2), dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20
Vernissage
24 Maggio 2008, ore 18.30
Sito web
www.massimodigaetano.com
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