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Massimo Fiocco – Il sapore della Terra
Come reazione all’angoscia della precarietà, che induce l’uomo moderno a banalizzare o a negarsi l’approccio al mondo dell’Arte, la pittura di Massimo Fiocco intende recuperare uno spirito di ritrovata consonanza con ciò che nell’Arte è una costante.
Comunicato stampa
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L’opera
Come reazione all’angoscia della precarietà, che induce l’uomo moderno a banalizzare o a negarsi l’approccio al mondo dell’Arte, la pittura di Massimo Fiocco intende recuperare uno spirito di ritrovata consonanza con ciò che nell’Arte è una costante, dall’antichità più remota: la seduzione del simbolo, che si fa interprete attivo di una profonda, vitale realtà collettiva.
Segni e colore appartengono da sempre al mistero dell’esistenza e all’inesauribile repertorio di forme, che il mistero sollecita e ispira, assecondo nella mente umana il paesaggio dal visibile all’invisibile. Lo sperimentalismo dell’informale è, riguardo a ciò, un percorso che attiene all’ermetismo e all’incolumità.
Di qui una scelta di fondo che ha motivato il pittore a una pittura, che inventa una convenzione d’immagine “parallela” alla realtà percepibile e viva. Il ricorso a mezzi espressivi tradizionali è contestuale a tale convenzione, come l’uso delle parole è contestuale alla comunicazione verbale.
Si tratta di riaffermare la validità del contemplare come itinerario insostituibile nella ricerca del piacere estetico.
L’artista
Massimo Fiocco nasca a Roma nel 1936 – è pittore ed incisore. Negli anni ‘60/70 pratica drammaturgia anche radiofonica ma dal decennio successivo si dedica completamente all’arte.
Il suo profilo biografico è presente nei Cataloghi Mondadori.
Hanno scritto di lui: Vito Apuleo, Carlo Fabrizio Carli, Maurizio Fontana, Ruggero Orlando Clotilde Paternostro, Giuseppe Selvaggi.
Come reazione all’angoscia della precarietà, che induce l’uomo moderno a banalizzare o a negarsi l’approccio al mondo dell’Arte, la pittura di Massimo Fiocco intende recuperare uno spirito di ritrovata consonanza con ciò che nell’Arte è una costante, dall’antichità più remota: la seduzione del simbolo, che si fa interprete attivo di una profonda, vitale realtà collettiva.
Segni e colore appartengono da sempre al mistero dell’esistenza e all’inesauribile repertorio di forme, che il mistero sollecita e ispira, assecondo nella mente umana il paesaggio dal visibile all’invisibile. Lo sperimentalismo dell’informale è, riguardo a ciò, un percorso che attiene all’ermetismo e all’incolumità.
Di qui una scelta di fondo che ha motivato il pittore a una pittura, che inventa una convenzione d’immagine “parallela” alla realtà percepibile e viva. Il ricorso a mezzi espressivi tradizionali è contestuale a tale convenzione, come l’uso delle parole è contestuale alla comunicazione verbale.
Si tratta di riaffermare la validità del contemplare come itinerario insostituibile nella ricerca del piacere estetico.
L’artista
Massimo Fiocco nasca a Roma nel 1936 – è pittore ed incisore. Negli anni ‘60/70 pratica drammaturgia anche radiofonica ma dal decennio successivo si dedica completamente all’arte.
Il suo profilo biografico è presente nei Cataloghi Mondadori.
Hanno scritto di lui: Vito Apuleo, Carlo Fabrizio Carli, Maurizio Fontana, Ruggero Orlando Clotilde Paternostro, Giuseppe Selvaggi.
03
ottobre 2013
Massimo Fiocco – Il sapore della Terra
Dal 03 al 16 ottobre 2013
arte contemporanea
Location
GALLERIA VITTORIA
Roma, Via Margutta, 103, (Roma)
Roma, Via Margutta, 103, (Roma)
Orario di apertura
da Lunedì a Venerdì ore 15.00 - 18.00
Vernissage
3 Ottobre 2013, ore 18.00
Autore
Curatore