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Massimo Liparulo – in Vino ed in Ars Veritas
giovane artista napoletano, che trae la sua passione per l’arte da una scatola di colori ad olio avuta in regalo all’età di sette anni. Da quel momento in poi, tutta la sua vita si è legata alla creazione, utilizzando vari materiali e allontanandosi sempre più dalla pittura
Comunicato stampa
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Una locanda alle pendici del Monte Partenio a Capriglia Irpina (AV), dove da un anno ormai le pareti sono offerte ad opere di artisti contemporanei, con cadenza mensile. Le pareti sono quelle della Locanda ‘Cara Filia’, nuovo ristorante glam aperto per coniugare il cibo, il vino e la convivialità alla creatività italiana. L’opera e l’artista sono quelli invitati ogni mese da Filomena De Simone, data la sua passione per l’arte e per la buona cucina irpina. Un ciclo di appuntamenti che sceglie di inaugurare un nuovo modo di degustare l'arte.
Il prossimo appuntamento è con Massimo Liparulo, giovane artista napoletano, che trae la sua passione per l’arte da una scatola di colori ad olio avuta in regalo all’età di sette anni. Da quel momento in poi, tutta la sua vita si è legata alla creazione, utilizzando vari materiali e allontanandosi sempre più dalla pittura.
Da ragazzo va a “bottega” presso la galleria “La Spelonca” dello scultore napoletano Gabriele Zambardino - erede spirituale di Vincenzo Gemito - dove affina la modellazione dell’argilla ed apprende la tecnica della fusione del bronzo, un’esperienza che lo segna nel profondo, portandolo ad esprimersi preferenzialmente con la scultura. Liparulo usa per la realizzazione delle sue opere materiali di recupero, crea con il cartone grandi quadri che evocano figure, con il ferro opportunamente saldato porta la materia al suo stato limite, esprime la tensione tra il sacro e la necessità di evocare l’arcana spiritualità che è dentro le cose, partendo sempre dal confronto diretto con la materia, assemblata senza privarla del suo carattere primario, selvaggio, riconoscendone la storia, ed i segni lasciati dal tempo. Materia innalzata al di là della forma e presentata nella sua essenza. Un’arte che è insieme povera e spirituale, materica senza essere materialistica. Il reperto che Liparulo sceglie o rinviene per caso, segna la sua esperienza e ne condiziona il ricordo. Negli ultimi anni la ricerca dell’artista si è evoluta, grazie alla sua sensibilità per la struttura, per il progetto, attraverso l’introduzione di nuovi elementi che nascono dal disegno e si combinano con i materiali precedenti in soluzioni inedite.
Ma il suo interesse per la pittura torna improvviso, inteso come il cospargere di colore una superficie attraverso un mezzo tanto espressivo quanto complicato come la fotografia. I primi esperimenti con una vecchia Olympus OM10, danno vita alla serie “Riflessi” che il Prof. Antonio Niego, persona che ha saputo stimolare la sua vena creativa, elogia e spinge Liparulo ad una continua ricerca. Egli, infatti, abbandona la macchina analogica per rivolgersi alla digitale, come occhio tecnologico che gli dà la possibilità di modificare e filtrare la visione mediante l’atto creativo oltre ad essere il primo atto di una serie che continuerà con sofisticati interventi di fotomontaggi, distorsioni ottiche e manipolazioni digitali. Dal 2005 la creazione artistica e la pazienza artigiana della lavorazione della ceramica tornano ad essere dominanti nei suoi lavori, Massimo sembra approdare alla sua dimensione ideale dove il pensiero si unisce al fare, un mondo personale dove la ceramica, la pietra ed il ferro supportano ora figurazioni geometriche ora figure e paesaggi immaginari che sono dentro e fuori di lui.
Raffaella Lavanga
Il prossimo appuntamento è con Massimo Liparulo, giovane artista napoletano, che trae la sua passione per l’arte da una scatola di colori ad olio avuta in regalo all’età di sette anni. Da quel momento in poi, tutta la sua vita si è legata alla creazione, utilizzando vari materiali e allontanandosi sempre più dalla pittura.
Da ragazzo va a “bottega” presso la galleria “La Spelonca” dello scultore napoletano Gabriele Zambardino - erede spirituale di Vincenzo Gemito - dove affina la modellazione dell’argilla ed apprende la tecnica della fusione del bronzo, un’esperienza che lo segna nel profondo, portandolo ad esprimersi preferenzialmente con la scultura. Liparulo usa per la realizzazione delle sue opere materiali di recupero, crea con il cartone grandi quadri che evocano figure, con il ferro opportunamente saldato porta la materia al suo stato limite, esprime la tensione tra il sacro e la necessità di evocare l’arcana spiritualità che è dentro le cose, partendo sempre dal confronto diretto con la materia, assemblata senza privarla del suo carattere primario, selvaggio, riconoscendone la storia, ed i segni lasciati dal tempo. Materia innalzata al di là della forma e presentata nella sua essenza. Un’arte che è insieme povera e spirituale, materica senza essere materialistica. Il reperto che Liparulo sceglie o rinviene per caso, segna la sua esperienza e ne condiziona il ricordo. Negli ultimi anni la ricerca dell’artista si è evoluta, grazie alla sua sensibilità per la struttura, per il progetto, attraverso l’introduzione di nuovi elementi che nascono dal disegno e si combinano con i materiali precedenti in soluzioni inedite.
Ma il suo interesse per la pittura torna improvviso, inteso come il cospargere di colore una superficie attraverso un mezzo tanto espressivo quanto complicato come la fotografia. I primi esperimenti con una vecchia Olympus OM10, danno vita alla serie “Riflessi” che il Prof. Antonio Niego, persona che ha saputo stimolare la sua vena creativa, elogia e spinge Liparulo ad una continua ricerca. Egli, infatti, abbandona la macchina analogica per rivolgersi alla digitale, come occhio tecnologico che gli dà la possibilità di modificare e filtrare la visione mediante l’atto creativo oltre ad essere il primo atto di una serie che continuerà con sofisticati interventi di fotomontaggi, distorsioni ottiche e manipolazioni digitali. Dal 2005 la creazione artistica e la pazienza artigiana della lavorazione della ceramica tornano ad essere dominanti nei suoi lavori, Massimo sembra approdare alla sua dimensione ideale dove il pensiero si unisce al fare, un mondo personale dove la ceramica, la pietra ed il ferro supportano ora figurazioni geometriche ora figure e paesaggi immaginari che sono dentro e fuori di lui.
Raffaella Lavanga
17
febbraio 2007
Massimo Liparulo – in Vino ed in Ars Veritas
Dal 17 febbraio al 15 aprile 2007
arte contemporanea
Location
LOCANDA CARA FILIA
Capriglia Irpina, Via San Sebastiano, 13, (Avellino)
Capriglia Irpina, Via San Sebastiano, 13, (Avellino)
Orario di apertura
lun-sab 10:30-14:30 e 18:30-24:00; domenica 10:30-14:30, mercoledì chiuso
Vernissage
17 Febbraio 2007, ore 18:30
Autore
Curatore