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Massimo Lorenzo Petrucci – Backscattering neurons: immagini di ritorno
Le opere astratte di Massimo Lorenzo Petrucci non mirano a dare una risposta e ad esporre il punto di vista dell’autore, ma ad accompagnare il subconscio dell’osservatore in un cammino di scoperta del mondo e del sé. Un espressionismo emotivo e pittorico dove fluidità e strutture cercano una perenne conciliazione.
Comunicato stampa
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Come amico e appassionato di arte ho visto nella pittura di Massimo Lorenzo Petrucci, in primis, la più pura espressione della sua stessa natura: colorata, talvolta caotica, ma sempre ben delineata e definita nelle sue componenti, grazie alla coerenza di pensiero e di idea che lo caratterizza. Altresì ho sperimentato la grande capacità che la stessa ha di produrre interrogativi, di spingerci a chiedere dei perché, talvolta impensati.Portando spesso ad intraprendere viaggi intellettuali attraverso i paesaggi astratti di queste opere, che nascono nel piano di intersezione tra il subconscio cosciente del pittore ed il subconscio collettivo cui egli attinge.
Ancor di più, da geologo, rivedo in questi quadri le mutevoli forme del paesaggio, dai monti aguzzi, che scavano i cieli e si sgretolano in immani frane, fino alle placide lagune dove, lento e sottile, il sedimento si accumula e protegge i delicati frammenti di vite ormai passate.
Infine, come curatore, ho cercato di unire questi aspetti e di concretizzare il frutto di molti voli esplorativi fatti con Massimo in questi paesaggi. “Backscattering neurons: immagini di ritorno”, il titolo scelto per questa mostra, è composto da due aspetti essenziali.
Da un lato il “backscattering”, traducibile in italiano come “radiazioni di ritorno”,che è quel fenomeno per il quale un’onda, una particella o, più in generale, dei segnali, vengono riflessi verso la sorgente in modo non speculare ma diffuso. Grazie a questo fenomeno è stato possibile indagare molti aspetti della materia, ed in particolare nella mineralogia, ha permesso di sondare gli aspetti più intimi della struttura dei minerali, mostrandone la disposizione degli atomi nella struttura cristallina. I pattern ottenuti sulle lastre di impressione, bombardando i minerali con specifiche radiazioni, da principio erano sembrate semplici figure astratte, solo in seguito ad una più meticolosa analisi la comunità scientifica si rese conto che gli stessi erano in relazione con i rapporti geometrici tra gli atomi del minerale studiato, aprendo così la strada ad una nuova era della cristallografia.
La seconda parte del titolo “immagini di ritorno” vuole bilanciare il discorso scientifico con quello artistico, proponendo così una prospettiva personale sulle opere di Massimo, in cui l’attenzione dell’artista trova la giusta lunghezza d’onda per osservare ed ascoltare l’apparentemente infinita ed inestricabile realtà che ci circonda, filtrandola attraverso un subconscio allenato ed interpretandola senza soggettivizzarla o assoggettarla al proprio ego. Qui sono i neuroni che ci restituiscono un’opera pittorica capace di scavare in aspetti intimi della realtà. Ciò che l’artista ci rende è un’opera astratta che, differentemente dalle opere figurative, non mira a dare una risposta e ad esporre il particolare punto di vista dell’autore, ma ad accompagnare il subconscio dell’osservatore in un cammino di scoperta del mondo e del sé.
Spero che questa esperienza sarà altrettanto gratificante per chi vi prenderà parte attiva, lasciandosi trascinare in mondi subcoscienziali e coscienti, quanto è stato per me raffrontarmi con queste opere nel desiderio di proporre uno sguardo scientifico-creativo su forme del paesaggio, dettate dalla stratigrafia del colore, e al contempo nel tentativo di lasciare la più totale libertà alla personale interpretazione e fruizione di opere, fatte non per essere assoggettate al singolo pensiero, ma per divenire porte uniche di accesso a molteplici realtà.
Francesco Gallo
Ancor di più, da geologo, rivedo in questi quadri le mutevoli forme del paesaggio, dai monti aguzzi, che scavano i cieli e si sgretolano in immani frane, fino alle placide lagune dove, lento e sottile, il sedimento si accumula e protegge i delicati frammenti di vite ormai passate.
Infine, come curatore, ho cercato di unire questi aspetti e di concretizzare il frutto di molti voli esplorativi fatti con Massimo in questi paesaggi. “Backscattering neurons: immagini di ritorno”, il titolo scelto per questa mostra, è composto da due aspetti essenziali.
Da un lato il “backscattering”, traducibile in italiano come “radiazioni di ritorno”,che è quel fenomeno per il quale un’onda, una particella o, più in generale, dei segnali, vengono riflessi verso la sorgente in modo non speculare ma diffuso. Grazie a questo fenomeno è stato possibile indagare molti aspetti della materia, ed in particolare nella mineralogia, ha permesso di sondare gli aspetti più intimi della struttura dei minerali, mostrandone la disposizione degli atomi nella struttura cristallina. I pattern ottenuti sulle lastre di impressione, bombardando i minerali con specifiche radiazioni, da principio erano sembrate semplici figure astratte, solo in seguito ad una più meticolosa analisi la comunità scientifica si rese conto che gli stessi erano in relazione con i rapporti geometrici tra gli atomi del minerale studiato, aprendo così la strada ad una nuova era della cristallografia.
La seconda parte del titolo “immagini di ritorno” vuole bilanciare il discorso scientifico con quello artistico, proponendo così una prospettiva personale sulle opere di Massimo, in cui l’attenzione dell’artista trova la giusta lunghezza d’onda per osservare ed ascoltare l’apparentemente infinita ed inestricabile realtà che ci circonda, filtrandola attraverso un subconscio allenato ed interpretandola senza soggettivizzarla o assoggettarla al proprio ego. Qui sono i neuroni che ci restituiscono un’opera pittorica capace di scavare in aspetti intimi della realtà. Ciò che l’artista ci rende è un’opera astratta che, differentemente dalle opere figurative, non mira a dare una risposta e ad esporre il particolare punto di vista dell’autore, ma ad accompagnare il subconscio dell’osservatore in un cammino di scoperta del mondo e del sé.
Spero che questa esperienza sarà altrettanto gratificante per chi vi prenderà parte attiva, lasciandosi trascinare in mondi subcoscienziali e coscienti, quanto è stato per me raffrontarmi con queste opere nel desiderio di proporre uno sguardo scientifico-creativo su forme del paesaggio, dettate dalla stratigrafia del colore, e al contempo nel tentativo di lasciare la più totale libertà alla personale interpretazione e fruizione di opere, fatte non per essere assoggettate al singolo pensiero, ma per divenire porte uniche di accesso a molteplici realtà.
Francesco Gallo
18
novembre 2019
Massimo Lorenzo Petrucci – Backscattering neurons: immagini di ritorno
Dal 18 al 22 novembre 2019
arte contemporanea
Location
MO.C.A.
Roma, Piazza Degli Zingari, 1, (Roma)
Roma, Piazza Degli Zingari, 1, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 10:00-13:30 e 15:00-18:00
Vernissage
18 Novembre 2019, h 18:00
Autore
Curatore
Autore testo critico
Produzione organizzazione