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Massimo Luccioli – Depositi piovani
La mostra ripercorre il percorso di Massimo Luccioli, fra i massimi protagonisti della scultura ceramica in Italia. Dal sodalizio con Sebastian Matta negli Etruscu Ludens a >Tarquinia all’applicazione del linguaggio informale sulle antiche tecniche del bucchero e della riduzione di ossigeno.
Comunicato stampa
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MASSIMO LUCCIOLI
Depositi piovani
A cura di Mario Finazzi
COMUNICATO STAMPA
Giovedì 9 giugno dalle ore 18.30 alle ore 23.30 apre la mostra Massimo Luccioli, Depositi piovani presso la Galleria Aleandri Arte Moderna di Roma. La galleria, connotata da una rigorosa linea di ricerca e di approfondimenti nell’ambito della grafica del novecento, dedica l’evento a Massimo Luccioli, ceramista nato e formatosi a Tarquinia nella cerchia di Sebastian Matta e del Cenacolo-Officina Etruscu Ludens (creato dal surrealista assieme agli artisti-artigiani dell’antica città etrusca). L’artista, a seguito delle suggestioni evocate dal maestro cileno, si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Roma dove seguì le lezioni di Alberto Ziveri. Il colto ed elaborato percorso di Luccioli, fra i più interessanti in Italia nell’ambito della scultura ceramica, si annoda a tre elementi formativi come assi di un piano cartesiano: la lavorazione dell’argilla, l’approccio pittorico della scultura e la sua personale ricerca attinta dal canestro dell’arte automatica surrealista.
Per ciò che riguarda l’elemento tecnico Luccioli ha mediato la cottura a bucchero e a riduzione di ossigeno appresa attraverso lo studio delle antiche tecniche etrusche, un interesse storico e artistico che negli anni settanta del secolo scorso si affermava a Tarquinia come vera tradizione cittadina.
Che la pittura sia tra le fonti non secondarie del suo modellato è confermato dalle attente parole del curatore della mostra Mario Finazzi: «Le sculture di terracotta – o forse dovremmo dirle «pitture» di terracotta – esposte in mostra, portano avanti la ricerca percorsa dall’artista nel corso degli ultimi quarant’anni, utilizzando linguaggi diversi. Pitture perché si tratta di sculture contraddette, costrette a parlare il linguaggio della bidimensionalità, del gesto pittorico, di una materia più vicina agli spessori dell’olio che non alla solidità stereometrica delle sculture a tutto tondo o dei bassorilievi».
Luccioli compone e modella ma concede alla materia uno spazio sufficiente per reagire, in margini di autonomia, con fratture e cracklé, traumi con un peso compositivo e formale non minore a quello degli elementi meditati ed apposti di proposito. L’artista opera la cottura a riduzione di ossigeno per far virare i toni della terracotta su cromatismi sorprendenti e inusuali, il più delle volte non replicabili in eguale misura. Fragili per la natura della materia le opere esposte trasmettono comunque una rara e vibratile potenza, un senso di unicità che in scultura è piuttosto inusuale.
Il catalogo, con la consueta veste editoriale che contraddistingue la Galleria, è arricchito da un approfondimento di Francesco Paolo Del Re sul tema poco noto degli Etruscu Ludens e del rapporto che gli artisti tarquinesi ebbero con Matta. Una doppia intervista a Nino Calandrini e allo stesso Luccioli ripercorre gli anni del cenacolo, e ne emerge un contesto estremamente vivo e pulsante, che riaffiora nelle opere in mostra, dopo aver lungamente decantato, al massimo della sua intensità.
Oltre al nutrito nucleo di pannelli e sculture in terracotta, saranno fruibili in mostra otto grandi acquarelli monotonali sulle tinte del turchese o della terra rossa in cui, similmente ai lavori in argilla, da campiture di colore a guazzo emergono volti casuali, a volte inquietanti, a volte grotteschi.
Il titolo, Depositi piovani, si riferisce alle pozze d’acqua dei terreni ricchi di ossidi ferrici in cui l’artista attinge la preziosa ocra rossa, indispensabile per gli antichi processi di lavorazione della terracotta.
Depositi piovani
A cura di Mario Finazzi
COMUNICATO STAMPA
Giovedì 9 giugno dalle ore 18.30 alle ore 23.30 apre la mostra Massimo Luccioli, Depositi piovani presso la Galleria Aleandri Arte Moderna di Roma. La galleria, connotata da una rigorosa linea di ricerca e di approfondimenti nell’ambito della grafica del novecento, dedica l’evento a Massimo Luccioli, ceramista nato e formatosi a Tarquinia nella cerchia di Sebastian Matta e del Cenacolo-Officina Etruscu Ludens (creato dal surrealista assieme agli artisti-artigiani dell’antica città etrusca). L’artista, a seguito delle suggestioni evocate dal maestro cileno, si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Roma dove seguì le lezioni di Alberto Ziveri. Il colto ed elaborato percorso di Luccioli, fra i più interessanti in Italia nell’ambito della scultura ceramica, si annoda a tre elementi formativi come assi di un piano cartesiano: la lavorazione dell’argilla, l’approccio pittorico della scultura e la sua personale ricerca attinta dal canestro dell’arte automatica surrealista.
Per ciò che riguarda l’elemento tecnico Luccioli ha mediato la cottura a bucchero e a riduzione di ossigeno appresa attraverso lo studio delle antiche tecniche etrusche, un interesse storico e artistico che negli anni settanta del secolo scorso si affermava a Tarquinia come vera tradizione cittadina.
Che la pittura sia tra le fonti non secondarie del suo modellato è confermato dalle attente parole del curatore della mostra Mario Finazzi: «Le sculture di terracotta – o forse dovremmo dirle «pitture» di terracotta – esposte in mostra, portano avanti la ricerca percorsa dall’artista nel corso degli ultimi quarant’anni, utilizzando linguaggi diversi. Pitture perché si tratta di sculture contraddette, costrette a parlare il linguaggio della bidimensionalità, del gesto pittorico, di una materia più vicina agli spessori dell’olio che non alla solidità stereometrica delle sculture a tutto tondo o dei bassorilievi».
Luccioli compone e modella ma concede alla materia uno spazio sufficiente per reagire, in margini di autonomia, con fratture e cracklé, traumi con un peso compositivo e formale non minore a quello degli elementi meditati ed apposti di proposito. L’artista opera la cottura a riduzione di ossigeno per far virare i toni della terracotta su cromatismi sorprendenti e inusuali, il più delle volte non replicabili in eguale misura. Fragili per la natura della materia le opere esposte trasmettono comunque una rara e vibratile potenza, un senso di unicità che in scultura è piuttosto inusuale.
Il catalogo, con la consueta veste editoriale che contraddistingue la Galleria, è arricchito da un approfondimento di Francesco Paolo Del Re sul tema poco noto degli Etruscu Ludens e del rapporto che gli artisti tarquinesi ebbero con Matta. Una doppia intervista a Nino Calandrini e allo stesso Luccioli ripercorre gli anni del cenacolo, e ne emerge un contesto estremamente vivo e pulsante, che riaffiora nelle opere in mostra, dopo aver lungamente decantato, al massimo della sua intensità.
Oltre al nutrito nucleo di pannelli e sculture in terracotta, saranno fruibili in mostra otto grandi acquarelli monotonali sulle tinte del turchese o della terra rossa in cui, similmente ai lavori in argilla, da campiture di colore a guazzo emergono volti casuali, a volte inquietanti, a volte grotteschi.
Il titolo, Depositi piovani, si riferisce alle pozze d’acqua dei terreni ricchi di ossidi ferrici in cui l’artista attinge la preziosa ocra rossa, indispensabile per gli antichi processi di lavorazione della terracotta.
10
giugno 2022
Massimo Luccioli – Depositi piovani
Dal 10 giugno al 16 luglio 2022
arte contemporanea
Location
Aleandri Arte Moderna
Roma, Piazza Costaguti, 12, (RM)
Roma, Piazza Costaguti, 12, (RM)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10.30-13.00 e 14.30-18.00
Vernissage
9 Giugno 2022, dalle 18.30 alle 24.00
Editore
Aleandri Arte Moderna
Autore
Curatore
Autore testo critico